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https://youtu.be/tMbvSH5smCU
San Carlo ottobre 2017
Gaspare Luigi Pacifico Spontini (Maiolati, 14 novembre 1774 – Maiolati, 24 gennaio 1851)
Conductor Corrado Rovaris
Ruth Rosique
Caterina Di Tonno
Regia Leo Muscato
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L’apertura del XII Festival Pergolesi Spontini
La Fuga in Maschera. Un inusuale Spontini
Corrado Rovaris ha diretto i Virtuosi Italiani ed una buona compagnia di canto
E’ partita il 31 agosto la dodicesima edizione del Festival Pergolesi Spontini di Jesi con una proposta di grande interesse musicale e storico.
Parliamo de La Fuga in Machera una commedia per musica che Gaspare Spontini scrisse nel periodio giovanile, quello napoletano, conclusosi proprio con questa opera andata in scena al Teatro Nuovo di Napoli nel Carnevale del 1800. Ebbe una sola recita viste le vicissitudini storiche di quel momento che costrinsero il musicista ad abbandonare Napoli, una fuga che la leggenda vuole essersi verificata assieme al re Ferdinando IV sullo storico Vanguard di Nelson con importanti compagni di viaggio come i tesori della corona e le reliquie di San Gennaro.
Di quella recita napoletana rimase il libretto di Giuseppe Palomba mentre della partitura si persero le tracce fino a quando, nel 2006, la prestigiosa casa antiquaria inglese Lisa Cox ebbe la disponibilit? del manoscritto autografo per essere messo all’asta. Il Comune di Majolati e la Fondazione Pergolesi Spontini con il contributo della Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana ne acquisirono la propriet?.
Nel 2007 Federico Agostinelli inizi? la stesura dell’edizione critica, stabilendone in primis l’autenticit?, provata dalla inequivocabile grafia di Spontini, chiara e precisa, come abbiamo potuto ammirare ‘de visu’ osservando l’originale che fa bella mostra di se nelle Sale Pergolesiane collocate al secondo piano del Teatro Pergolesi di Jesi.
L’autografo conteneva anche dei piccoli aggiustamenti, soprattutto tagli molto ben raccordati musicalmente, tutti analizzati con cura e catalogati nell’edizione critica pubblicata dalla Fondazione Pergolesi Spontini, ottimo strumento di lavoro per tutte le possibili esecuzioni.
Dopo la rappresentazione di Jesi, possiamo senz’altro dire che gli sforzi della Fondazione Pergolesi Spontini non sono stati vani, anzi, ci hanno dato la possibilit? di conoscere un libretto ed un partitura che hanno numerosi punti di interesse.
Innanzi tutto il libretto di Giuseppe Palomba; frutto senza dubbio del suo tempo, molto adatto alla rappresentazione di una Commedia per Musica, pur con gli inevitabili grovigli della trama (caratteristica riscontrabile in molti libretti dell’epoca), ci offre comunque una storia molto divertente, trame amorose, malintesi, travestimenti, situazioni divertenti ispirati alla Commedia dell’Arte settecentesca, elementi che trovano nel personaggio di Corallina l’elemento catalizzatore.
Un’azione scenica che riesce a dare continuit? all’attenzione del pubblico fino a giungere allo sciogliemento finale della trama, affidato alla Fuga in Maschera che da il titolo all’opera, che ? un p? il paradigma della ‘fuga’ di Spontini da Napoli dopo i fatti che abbiamo citato.
Anche per quanto riguarda la parte strattamente musicale ci sono svariati elementi di pregio. L’opera ebbe i natali nell’800, un momento di transizione per quanto riguarda il teatro in musica di carattere buffo. Il settecento era ormai finito e si affacciava all’orizzonte l’ottocento con il genio di Rossini che port? questo genere di teatro, attraverso i suoi grandi capolavori, alla naturale conclusione.
Spontini pur concependo una partitura molto legata alle convenzioni settecentesche, soprattutto nella struttura delle arie molto legate al periodo, trova per? nei pezzi d’insieme il suo elemento di grande fascino dove si possono vedere i prodromi dei grandi pezzi d’insieme rossiniani.
Tra questi vogliamo citare il sestetto del primo atto (Elena, Olimpia, Corallina, Doralbo, Nardullo e Marzucco) ‘Eccolo qui, per Bacco’ e , nel secondo atto, il terzetto ‘Va crudel! Vanne incostate! (Elena, Doralbo, Nardullo), il quintetto ‘Dolce e vaga Ziterea’ (Elena, Olimpia, Doralbo, Nardullo, Marzucco) ed il molto godibie finale. Tutti brani, questi, che fanno pensare a quei trascinanti ‘crescendo’ che di li a qualche anno consentirono a Rossini di giganteggiare.
Lo stile rossiniano ? anche evocato dall’ aria di Doralbo ‘Ch’io parta… O ciel… che pena…’ sempre del secondo atto un aria i cui accenti sembrano farci intravedere quel fututo glorioso.
L’esecuzione si ? rivelata ben curata in tutte le sue componenti. La parte scenica era molto semplice; costruita con efficacia da Benito Leonori abile nell’utilizzare belle proiezioni molto colorate, era felicemente integrata dai costumi di Giusi Giustino di carattere settecentesco con alcuni richiami ad elementi pi? moderni quasi a sottolineare lo sguardo che Spontini rivolse al futuro. Le luci, importanti per una realizzazione come questa erano di Alessandro Verazzi. La regia di Leo Muscato si ? rivelata del tutto funzionale allo spirito della commedia con movimenti molto calibrati, mai esuberanti, tutti di buon gusto.
La parte musicale era affidata a Corrado Rovaris che, alla guida de I Virtuosi Italiani, ha dato all’esecuzione lo spessore necessario ed una non comune unitariet?, sempre attento all’evoluzione della trama mettendo in risalto quegli elementi di novit? dei quali, in precedenza, abbiamo accennato ricordando anche quel piglio dello Spontini maturo che l’ incipit della Sinfonia contiene, le prime cinque o sei battute che, forse per la suggestione della serata, ci ha fatto percepire con un lampo, quasi un’istantanea.
La compagnia di canto era molto ben preparata ed affiatata, del tutto valida sia dal punto di vista vocale sia da quello scenico. Ruth Rosique ? stata una Elena di pregio, vivace e spigliata, cos? come l’ Olimpia di Caterina Di Tonno con la Corallina di Alessandra Marianelli brava nel dare i caratteri ‘civettuoli’ e ‘giocosi’ che il personaggio le impone. Nelle parti maschili Clemente Daliotti era Nardullo, a suo agio nei panni del personaggio ‘napoletano’ della tradizione in questo caso non vecchio e pedante ma giovane intrapredente e sentimentale. Filippo Morace un divertente Marzucco con il Nostagio di Alessandro Spina ed il bravo Dionigi D’Ostuni convinccente Doralbo.
La serata jesina ha dimostrato che, pur trovandoci alle presen con uno Spontini inuasuale, la Fuga in Maschera, nonostante il plurisecolare e forzato oblio, ? opera senz’altro valida anche se messa a confronto con opere pi? titolate ed apprezzate e merita sicuramente la riibalta. Una evidenza che pu? essere ottenuta grazie alla copruduzione con il Teatro San Carlo di Napoli, una piazza musicale che pu? contribuire alla sua rinascita.
La serata ha avuto un buon successo di pubblico convenuto numerosissimo all’appuntamento che ha seguito con attenzione tutta la recita chiamando al proscentio pi? volte, al termine, tutti gli intepreti a dimostrazione di un indiscusso grandimento.
Claudio Listanti
claudio.listanti@voceditalia.it