Marta Argerich

Posted by on October 27, 2023

https://www.raiplay.it/video/2023/10/Argerich-e-Luisi-aprono-la-stagione-OSN-1d9694e2-dbf0-409b-9a62-5cca7b31a17d.html MARTHA ARGERICH E IL DIRETTORE EMERITO FABIO LUISI INAUGURANO LA STAGIONE DELL’ORCHESTRA RAI Giovedì 26 ottobre a Torino, in prima serata su Rai5 e in diretta su Radio3, con replica venerdì 27 ottobre Esauriti in poche ore i biglietti per entrambe le serate Doppio sold out per la leggenda del pianismo internazionale Martha Argerich

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MARTHA ARGERICH E IL DIRETTORE EMERITO FABIO LUISI INAUGURANO LA STAGIONE DELL’ORCHESTRA RAI

Giovedì 26 ottobre a Torino, in prima serata su Rai5 e in diretta su Radio3,

con replica venerdì 27 ottobre

Esauriti in poche ore i biglietti per entrambe le serate

Doppio sold out per la leggenda del pianismo internazionale Martha Argerich e per il grande direttore d’orchestra italiano Fabio Luisi, protagonisti dell’apertura della Stagione 2023/2024 dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai. Il concerto, in programma giovedì 26 ottobre alle 20.30 all’Auditorium Rai “Arturo Toscanini”, è trasmesso in prima serata da Rai Cultura sul suo canale Rai5 e in diretta su Radio3, ed è replicato a Torino venerdì 27 ottobre alle 20. I biglietti per entrambe le serate sono andati esauriti poche ore dopo l’inizio delle vendite.

A distanza di 4 anni dalla sua ultima presenza – con un memorabile Primo concerto per pianoforte e orchestra di Liszt – Martha Argerich torna a suonare con l’Orchestra Rai e propone un caposaldo del classicismo viennese: il Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 op. 15 di Ludwig van Beethoven. Composto tra il 1796 e il 1797, fu eseguito per la prima volta a Praga nel 1798 con lo stesso compositore impegnato al pianoforte.

Nella seconda parte della serata Fabio Luisi – che dell’Orchestra Rai è Direttore emerito, e che ricopre importanti incarichi presso la Dallas Symphony Orchestra e la NHK Symphony Orchestra di Tokyo – interpreta la Sinfonia n. 5 in mi minore op. 64 di Pëtr Il’ič Čajkovskij. Negli anni della composizione la fama dell’autore era ormai salda, e anche come direttore d’orchestra iniziava a riscuotere successi fuori dai confini della Russia. Nell’inverno tra il 1887 e il 1888, compì la sua prima tournée in Europa, durante la quale conobbe Grieg e Brahms e diresse sue opere a Berlino, Parigi, Londra e Praga. Tornato, si stabilì nella sua nuova abitazione di campagna, a Frolovkoe, nei pressi di Klin: godeva di un bel panorama, era ben arredata, e confinava con un bosco nel quale Čajkovskij faceva lunghe passeggiate. Nella calma insolita di questa situazione si risvegliarono poco a poco tormenti e nevrosi: il compositore iniziò a rimproverarsi per la mancanza di un progetto artistico preciso e per l’assenza di ispirazione. Iniziò a pensare di essere finito. L’ozio gli arrecava tristezza, depressione, paura per il futuro, rimpianti per un passato che non poteva tornare. L’unica possibilità per sopportare l’esistenza era il lavoro. Così nel 1888, più che per una reale esigenza espressiva, ma piuttosto per scacciare i fantasmi che tormentavano la sua psiche instabile, nacque la sua Quinta Sinfonia.

J. S. Bach, L. v. Beethoven, M. Bruch

Martha Argerich, Klavier
Mischa Maisky, Violoncello

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Barenboim & Argerich
Mozart Sonata for Piano Duo in D Major, K.448

1 thought on “Marta Argerich

  1. Recensione del concerto
    La Argerich rischiara il momento buio di Santa Cecilia e della cultura italiana
    Concerto molto applaudito al quale ha partecipato anche il giovane direttore Nezet-Seguin

    Il momento che stiamo vivendo ? molto triste, anzi drammatico, per la cultura italiana tutta. Di questa situazione ne risente anche una istituzione gloriosa come l’ Accademia di Santa Cecilia di Roma con la sua secolare storia, orgoglio di tutta la citt? ma anche del resto di Italia.

    Uno dei recenti appuntamenti della stagione dei concerti dell’istituzione prevedeva la presenza di una pianista, forse al momento, la pi? grande espressione del mondo circa l’interpretazione di musiche composte per questo straordinario strumento: Marta Argerich.

    Concomitante a questo concerto c’? stata l’approvazione, da parte del governo, del cosidetto decreto ‘Milleproroghe’ che confermava i tagli del FUS, che vanno ad incidere pesantemente anche sulle istituzioni musicali che sono, tutte, il fiore all’occhiello della nostra plurisecolare storia culturale nella quale, la Musica, ? stata una delle arti che nella nostra penisola ha trovato la culla e che ? stata da modello ed insegnamento per molte altre culture occidentali.

    Da questi tagli sono state salvate due istituzioni: la Scala di Milano e l’Arena di Verona. Viene facile pensare che si tratta di una decisione ‘politica’ figlia dell’influenza ‘leghista’ che ? sotto gli occhi di tutti, risultato di un modo di governare basato su meri calcoli di convenienza personale, che sta distruggendo, sistematicamente, le fondamenta della nostra Nazione e del nostro Stato.

    Prima del concerto ? stato letto da parte di un membro dell’orchestra un comunicato del quale riportiamo testualmente, la parte che cita l’opinione del presidente dell’istituzione: ‘ Il Presidente dell?Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Prof. Bruno Cagli, ha dichiarato nei giorni scorsi che non intende in alcun modo farsi complice di questa dismissione culturale e che in assenza di segnali ben precisi si presenter? dimissionario all?Assemblea degli Accademici e al Consiglio d?Amministrazione convocati d?urgenza, sottolineando che spetta ad altri assumersi la responsabilit? politica di distruggere pi? di 400 anni di storia.’

    I lavoratori, hanno risposto, appoggiando in pieno il pensiero del capo dell’istituzione romana, riservandosi di intraprendere tutte le azioni di lotta indispensabili per difendere la loro istituzione.

    In questo clima cos? teso ascoltare un’artista come la Argerich ? stato un momento di felice evasione che ci ha fatto dimenticare, per un attimo, questo brutto momento per la cultura italiana; emozioni queste, che solo i grandi intepreti sanno dare.

    La pianista argentina si ? presentata al pubblico di Roma con un autore a lei molto congeniale, Sergej Prokoviev, interpretando magistralmente il Terzo Concerto in do maggiore per pianoforte ed orchestra op. 26 con il quale ci ha regalato una ascolto intenso ed elittrizzante. La sua tecnica pianistica ? sempre di primordine; dalla delicatezza, quasi sognante del suono impresso al Tema con variazioni centrale al ritmo penetrante dell’ Allegro del primo movimento e del trascinante Allegro ma non troppo finale con il quale ha incantato il pubblico.

    Yannick N?zet-S?guin alla guida dell’ Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, alla sua prima volta nei concerti dell’Accademia, ha assecondato la Argerich in maniera perfetta sia calibrando il suono dell’orchestra a quello, magistrale, del pianoforte, sia suonando, come bis, assieme alla Argerich stessa a quattro mani, un appassionato Ma mere l’oye di Ravel, che ha incantato il pubblico stimolando al termine un lungo, caloroso ed entusiasitco applauso.

    Nella seconda parte del concerto c’era la sinfonia coreografica Daphnis et Chlo? di Maurice Ravel, splendido capolavoro musicale per la danza che N?zet-S?guin ha eseguito con passione ed intensit? focalizzandone gli indiscussi aspetti coreutici, sia quelli lirici sia quelli pi? trascinanti e ritmici sostenuto dalla straordinaria professionalit? di tutti i membri dell’orchestra ognuno dei quali impegnati a fondo dalla luminosa partitura raveliana e dal Coro dell’Accademia di Santa Cecilia diretto da Ciro Visco, preciso ed incisivo nella parte a lui affidata.

    Al termine del concerto (ci riferiamo alla recita del 28 febbraio), cos? come dopo l’esecuzione della Argerich, grande successo tributato da un pubblico che gramiva la Sala Santa Cecilia al limite della capinenza, visibilmente entusiasmato da quanto ascoltato. Una esecuzione che, ne siamo sicuri, ha stimolato in tutti i presenti la speranza che il dramma della cultura italiana, molto ben esposto dal comunicato iniziale, possa risorgere al pi? presto smentendo tutti coloro che oggi, purtroppo, ne stanno estirpando le radici.

    Claudio Listanti
    claudio.listanti@voceditalia.it
    4/3/2011

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