Claudio Abbado

Posted by on January 18, 2023

1982 Conductor Claudio Abbado Teatro Alla Scala Orchestra Filarmonica 1991 1988

1982

Conductor Claudio Abbado
Teatro Alla Scala
Orchestra Filarmonica

1991

1988

5 thoughts on “Claudio Abbado

  1. ENTUSIASMANTE APERTURA DEL RAVENNA FESTIVAL ALL?INSEGNA DI ABBADO

    Applausi a non finire per l?attesissimo concerto di avvio del Ravenna Festival con Claudio Abbado, tornato a dirigere a Ravenna dopo quasi venti anni e la rinuncia forzata dell?anno scorso. Il suo stile impeccabile, asciutto, rigoroso ma tutt?altro che glaciale, profuso in brani di grandissima presa, ha elettrizzato il pubblico delle grandi occasioni che il 7 giugno gremiva ogni angolo del Pala De Andr?. Grazie anche all?acustica migliorata con l?installazione sul palco di due pannelli in plexiglass, ? stato possibile godere dell?impronta di una ?bacchetta? fra le pi? prestigiose del mondo che ha diretto mirabilmente i brani scelti da due autori fra i pi? significativi dell?et? classica: Mozart e Beethoven. Il compositore austriaco, che non smette di sorprendere per l?estro e il colore della sua musica, ? stato proposto senza sbavature dall?Orchestra Mozart, nel rispetto delle pagine e con un?innervazione teatrale che molto si addice all?intelligenza orchestrale delle sue opere. Chiudendo gli occhi il suono giungeva perfetto come da una sala di incisione. Della Sinfonia n.6 di Beethoven, la ?Pastorale? ingiustamente catalogata come musica-programma, vale a dire descrittiva in una concezione evidentemente riduttiva, ? stata esaltata ogni sfumatura e ogni flusso emozionale, proprio come annot? il compositore nel sottotitolo : ?Pi? rappresentazione dei sentimenti che pittura? e in altri appunti espresse concetti come ?Effetto sull?anima? e ancora ??.il tutto sar? percepito pi? come sentimento che come pittura sonora?. Dunque, seppure ispirato dalla natura, Beethoven volle prenderne le distanze sancendo l?assoluta astrazione della musica capace di aprire scenari emozionali astratti di ineguagliata bellezza. Con la direzione di Abbado si sono percorsi inesplorati territori dell?anima, per cui ogni esecuzione futura si confronter? necessariamente con questa. La prima parte era interamente dedicata a Mozart, per cui Abbado nutre una vera passione che, unita all?impulso di valorizzare giovani talenti, gli ha fatto dare vita nel 2003 a un?orchestra ad esso dedicata, in vista del 250? anniversario della nascita del genio austriaco, in seno all?Accademia Filarmonica di Bologna. Il concerto si ? aperto con la sinfonia n. 35 in re maggiore K 385 ?Haffner? scritta da Mozart nel 1783 che prevede in organico anche flauti e clarinetti secondo la moda viennese del tempo, ? proseguito con il concerto per oboe in do maggiore K 314 di Mozart eseguito dal solista Lucas Macias Navarro, spagnolo, classe 1978, e si ? concluso con lo strepitoso concerto per violino e orchestra K 219 eseguito dalla violinista Isabelle Faust, insignita del Leopold Mozart Competition nel 1987 a soli quindici anni, che da quel giorno ha fatto tanta strada. Grande intesa fra maestro e orchestra e immersione totale dei musicisti nei brani, con totale partecipazione sia ai movimenti lenti che a quelli di grande respiro espressivo, fino all?indiavolato rond? finale eseguito, come voleva Mozart, ?il pi? veloce possibile, ricco di trovate musicali ?alla turca. Per chiudere un brano extra-programma, la Marcia della Serenata in re maggiore K 250 di Mozart, eseguita dai concertisti in piedi pizzicando gli strumenti con un atteggiamento fra il marziale e il divertito che ha riportato il pubblico al colore festoso di Mozart dopo la commozione della ?Pastorale?. Pi? di un momento di autentico flusso emotivo si ? verificato fra il grande maestro italiano, visibilmente commosso dalla entusiastica risposta ravennate, e il pubblico. Quasi tre ore di grande musica a confermare la pi? autentica vocazione del Ravenna Festival per la direzione d?orchestra, che non a caso apre e chiude la rassegna con ?bacchette? di prima grandezza.

    Attilia Tartagni 8.06.2011

  2. Enorme successo all’Auditorium Parco della Musica per il direttore italiano
    Elettrizzante concerto con Abbado e l’Orchestra Mozart
    Ottima esecuzione dell’Italiana di Mendelssohn e della Jupiter con un Egmont straordinario ‘bis’

    E? stato sufficiente l?attacco dell? Allegro vivace iniziale della Sinfonia numero 4 ?Italiana? di Mendelssohn per farci capire che ci trovavamo di fronte ad un concerto dallo straordinario spessore esecutivo, quello che abbiamo ascoltato presso la Sala Santa Cecilia dell?Auditorium Parco della Musica di Roma affidato alla bacchetta di Claudio Abbado che ha dimostrato di essere, al momento, forse, il pi? grande direttore in attivit?.

    A noi non piacciono, nell?ambito dell?Arte, le graduatorie e le classifiche ma, quanto abbiamo ascoltato in questo concerto ci ha riportato alle straordinarie esecuzioni dal vivo di Herbert Von Karajan che abbiamo avuto la fortuna di ascoltare nel corso della nostra vita, ben consci di non vedere al momento, all?orizzonte, una esecuzione di tale intensit? musicale.

    Come abbiamo gi? accennato l?apertura del concerto ? stata straordinaria con una lettura molto intensa della Sinfonia ?Italiana? di Mendelssohn che il musicista tedesco scrisse durante il soggiorno italiano influenzato, molto evidentemente, dalla luminosit? e dal vigore della cultura mediterranea. Lo stesso Mendelssohn scrisse, a proposito di questa sinfonia, ? e? il lavoro pi? gaio che io abbia mai composto?

    Tutte queste caratteristiche erano ben presenti nell?esecuzione di Abbado a partire dall?Allegro vivace iniziale con il suo spiccato senso di danza per passare dal pi? riflessivo Andante con moto del secondo movimento e concludere prima, con estrema grazia il Minuetto del terzo movimento e, poi, il travolgente finale con il Saltarello pieno di gioia ed allegria, simbolo inequivocabile dello spirito dei popoli del sud Italia.

    Seguiva il Concerto per violino ed orchestra in Sol Maggiore K 216 di Mozart, la cui esecuzione, per?, ci ? sembrata la meno convincente della serata perch? in esse era assente quell?amalgama tra violino solista ed orchestra, che ? indispensabile per rappresentare lo slancio che la fertilissima ispirazione mozartiana ha inserito in questo capolavoro. Parimenti, ci ? sembrato che il violinista Giuliano Carmignola non abbia fornito a sufficienza quegli elementi di elegante virtuosismo che il brano contiene, in special modo nell?Adagio centrale.

    Nella seconda parte c?era sempre Mozart, con al Sinfonia n. 41in Do Maggiore K 551 Jupiter, altro monumento della storia della musica nella quale Abbado ha trasfuso tutta la sua eleganza direttoriale molto attenta a mettere ben in evidenza gli sviluppi tematici dell? Allegro vivace per essere poi mirabilmente elegante sia nell? Andante cantabile che nel Minuetto con sonorit? spesso impalpabili ma sempre gentili e preziose per arrivare al Molto Allegro finale dove Abbado ha ?giganteggiato? eseguendo in maniera esemplare lo straordinario contrappunto mozartiano, che costituisce la caratteristica fondamentale di questa splendida sinfonia.

    Ma la cosa pi? straordinaria del concerto ? stato il ?bis?, esattamente l?Ouverture Egmont di Ludwig Van Beethoven della quale Abbado ha fornito una lettura di rara intensit?. Egmont ha il carattere di una semplice introduzione, creata per il dramma di Goethe ma nella quale Beethoven ha trasfuso caratteri felicemente espressivi ed eroici con una musica che richiama fermenti di libert?. Abbado ? stato straordinario. Ci ha fatto ascoltare una esecuzione di grande drammaticit? e di ?spinto? eroismo, di carattere pi? latino che tedesco, con una linea interpretativa molto vicina ad un altro grande della musica, Arturo Toscanini, della quale ne ricorda l?unitariet? e la veemenza.

    La Sala Santa Cecilia era gremita in ogni ordine di posti ed al termine della recita (29 marzo) il pubblico ha decretato a tutti gli interpreti un successo di grande rilievo con applausi osannanti e deliranti rivolti sia ad Abbado che all?Orchestra Mozart rivelatasi compagine di straordinario affiatamento tra tutti i componenti molti dei quali in possesso di non comuni doti di grande solista, compagine che dimostra di aver fatto tesoro degli insegnamenti che solo un grande direttore come Abbado pu? dare.

    Claudio Listanti
    claudio.listanti@voceditalia.it
    9/4/2010

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