Milan 2011 Scala
Direttore Daniel Barenboim
Regia Robert Carsen
Scene Michael Levine
Costumi Brigitte Reiffenstuel
Peter Mattei, Bryn Terfel, Anna Netrebko, Kwangchul Youn, Barbara Frittoli, Giuseppe Filianoti, Anna Prohaska, Štefan Kocán
Parma 2017
Giorgio Surian Il conte di Walter
Marcelo Álvarez Rodolfo
Francesca Franci Federica
Rafal Siwek Wurm
Leo Nucci Miller
Fiorenza Cedolins Luisa
Katarina Nikolic Laura
Angelo Villari Un contadino
Parma Teatro Regio Chorus and Orchestra
Donato Renzetti, conductor
https://www.arte.tv/it/videos/105066-000-A/il-don-giovanni-di-mozart/
Salzburg Festival 2021
Teodor Currentzis Musikalische Leitung
Romeo Castellucci Regie, Bühne, Kostüme und Licht
Cindy Van Acker Choreografie
Piersandra Di Matteo Dramaturgie
Theresa Wilson Zusammenarbeit Kostüm
Maxi Menja Lehmann Mitarbeit Regie
Alessio Valmori Mitarbeit Bühne
Marco Giusti Mitarbeit Licht
Davide Luciano Don Giovanni
Mika Kares Il Commendatore
Nadezhda Pavlova Donna Anna
Michael Spyres Don Ottavio
Federica Lombardi Donna Elvira
Vito Priante Leporello
David Steffens Masetto
Anna Lucia Richter Zerlina
Aeterna Choir
Vitaly Polonsky Choreinstudierung
Aeterna Orchestra
Arena Verona 2015
Direttore Stefano Montanari
Regia e scene Franco Zeffirelli
Costumi Maurizio Millenotti
Coreografia Maria Grazia Garofoli
Luci Paolo Mazzon
Maestro del Coro Salvo Sgrò
Direttore del Corpo di Ballo Renato Zanella
Direttore allestimenti scenici Giuseppe De Filippi Venezia
Orchestra, Coro, Corpo di Ballo e Tecnici dell’Arena di Verona
Don Giovanni Carlos Álvarez
Leporello Alex Esposito
Il Commendatore Rafal Siwek
https://www.raiplay.it/video/2021/08/Opera—Don-Giovanni-38be3eb3-d13c-4b46-901c-595c273a4930.html
1960
Conductor Francesco Molinari-Pradelli
Don Giovanni Mario Petri
Donna Anna Teresa Stich-Randall
Donna Elvira Leyla Gencer
Don Ottavio Luigi Alva
Leoporello Sesto Bruscantini
Il Commendatore Heinz Borst
Masetto Renato Cesari
Zerlina Graziella Sciutti
1958
Mario Petri, Orietta Moscucci, Luigi Alva, Ilva Ligabue, Sesto Bruscantini, Franco Calabrese, Ferruccio Mazzoli, Graziella Sciutti
Conductor Nino Sanzogno
Orchestra Teatro San Carlo Napoli
Coro Teatro San Carlo Napoli
Regia Franco Zeffirelli
https://metoperafree.brightcove-services.com/?videoId=6240747925001
https://my.mail.ru/mail/imole/video/204/227.html
Renee Fleming, Bryn Terfel, Solveig Kringelborn, Ferruccio Furlanetto, Paul Groves
Conductor James Levine
Metropolitan Opera Orchestra
Metropolitan Opera Chorus
Regia Franco Zeffirelli
Stage Designer Franco Zeffirelli
Costume Designer Sylvia Nolan
Lightning Designer Gil Wechsler
https://my.mail.ru/mail/tredkoles/video/9/586.html
Carol Vaness, Karita Mattila, Samuel Ramey, Jerry Hadley, Dawn Upshaw, Ferruccio Furlanetto, Kurt Moll
Conductor James Levine
Metropolitan Opera Orchestra
Metropolitan Opera Chorus
Regia Franco Zeffirelli
Stage Designer Franco Zeffirelli
Costume Designer Sylvia Nolan
Lightning Designer Gil Wechsler
https://metoperafree.brightcove-services.com/?videoId=6222595949001
Conductor
Fabio Luisi
Regia
Michael Grandage
Set and costume designer
Christopher Oram
Lighting designer
Paule Constable
Choreographer
Ben Wright
Revival stage director
Louisa Muller
Leporello
Adam Plachetka
Donna Anna
Hibla Gerzmava
Don Giovanni
Simon Keenlyside
The commendatore
Kwangchul Youn
Don Ottavio
Paul Appleby
Donna Elvira
Malin Byström
Zerlina
Serena Malf
Masetto
Matthew Rose
Continuo
David Heiss, cello
Howard Watkins
harpsichord
mandolin solo
Joyce Rasmussen Balint
25
Mozart’s Don Giovanni
Transmitted live on October 22, 2016
26
Rossini’s Le Comte Ory
Transmitted live on April 9, 2011
27
Gounod’s Faust
Transmitted live on December 10, 2011
28
Verdi’s Falstaff
Transmitted live on December 12, 2013
29
Wagner’s Der Fliegende Holländer
Recorded live on March 10, 2020
30
Verdi’s Rigoletto
Transmitted live on February 16, 2013
31
Verdi’s Macbeth
Transmitted live on January 12, 2008
Carmela Remigio Donna Elvira
Ildebrando d’ Arcangelo
Andrea Concetti
Mirtó Papatanasiu
Manuela Bisceglie
Enrico Iori
Marlin Miller
William Corrò
Regia Tv Tiziano Mancini
Teatro Lauro Rossi, Macerata
Sferisterio Opera Festival 2009
Fondazione Orchestra Regionale delle Marche
Direttore Riccardo Frizza
Regia, Scene, Costumi Pier Luigi Pizzi
DIRETTORE
Daniele Gatti
soprano Carmela Remigio
Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma
Wolfgang Amadeus Mozart
Don Giovanni
Ouverture
“Ah, fuggi il traditor!”, aria
“In quali eccessi, o Numi…Mi tradì quell’alma ingrata”, recitativo ed aria
Ludwig van Beethoven
“Ah, perfido!”, scena ed aria per soprano ed orchestra op. 65Wolfgang
Amadeus Mozart
Sinfonia n. 38 in re maggiore “Sinfonia di Praga”, K 504
Teatro Costanzi, 27 settembre 2019
DIRETTORE Jérémie Rhorer
REGIA Graham Vick
MAESTRO DEL CORO Roberto Gabbiani
SCENE Samal Blak
COSTUMI Anna Bonomelli
MOVIMENTI COREOGRAFICI Ron Howell
LUCI Giuseppe Di Iorio
Don Giovanni Alessio Arduini
Leporello Vito Priante
Masetto Emanuele Cordaro
Il Commendatore Antonio Di Matteo
Don Ottavio Juan Francisco Gatell
Donna Anna Maria Grazia Schiavo
Donna Elvira Salome Jicia
Zerlina Marianne Croux
ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA
Nuovo allestimento
https://metoperafree.brightcove-services.com/?videoId=6194584976001
Met 2011
CONDUCTOR
Fabio Luisi
REGIA
Michael Grandage
SET & COSTUME DESIGNER
Christopher Oram
LIGHTING DESIGNER
Paule Constable
CHOREOGRAPHER
Ben Wright
Leporello
Luca Pisaroni
Donna Anna
Marina Rebeka
Don Giovanni
Mariusz Kwiecien
The Commendatore
Stefan Kocán ˇ
Don Ottavio
Ramón Vargas
Donna Elvira
Barbara Frittoli
Zerlina
Mojca Erdmann
Masetto
Joshua Bloom
harpsichord continuo
Fabio Luisi
mandolin solo
Joyce Rasmussen Balint
https://www.raiplay.it/video/2018/06/OPERA—DON-GIOVANNI-677052f9-d12c-449b-abfc-203094cc48e1.html
Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
direttore James Conlon
Don Giovanni Dimitris Tiliakos
Andrea Concetti Leporello
regia e ideazione luci Giorgio Ferrara
scenografia Dante Ferretti, Francesca Lo Schiavo
costumi Maurizio Galante
Dimitris Tiliakos, Antonio Di Matteo, Lucia Cesaroni, Brian Michael Moore, Davinia Rodriguez
FESTIVAL SPOLETO
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Met 2016
Conductor
Fabio Luisi
Regia
Michael Grandage
Set and costume designer
Christopher Oram
Lighting designer
Paule Constable
Choreographer
Ben Wright
Revival stage director
Louisa Muller
Conductor
Fabio Luisi
Leporello
Adam Plachetka
Donna Anna
Hibla Gerzmava
Don Giovanni
Simon Keenlyside
The Commendatore
Kwangchul Youn
Don Ottavio
Paul Appleby
Donna Elvira
Malin Byström
Zerlina
Serena Malf
Masetto
Matthew Rose
Continuo
David Heiss, cello
Howard Watkins, harpsichord
Mandolin solo
Joyce Rasmussen Balint
https://metoperafree.brightcove.services/?videoId=6166927540001
CONDUCTOR
Fabio Luisi
REGIA
Michael Grandage
SET & COSTUME DESIGNER
Christopher Oram
LIGHTING DESIGNER
Paule Constable
CHOREOGRAPHER
Ben Wright
Leporello
Luca Pisaroni
Donna Anna
Marina Rebeka
Don Giovanni
Mariusz Kwiecien
The Commendatore
Stefan Kocán ˇ
Don Ottavio
Ramón Vargas
Donna Elvira
Barbara Frittoli
Zerlina
Mojca Erdmann
Masetto
Joshua Bloom
Harpsichord continuo
Fabio Luisi
Mandolin solo
Joyce Rasmussen Balint
Regia, Scene, Costumi Franco Zeffirelli
Conductor Nino Sanzogno
Orchestra Teatro di San Carlo di Napoli
Chorus Teatro di San Carlo di Napoli
Don Giovanni Mario Petri
Donna Anna Orietta Moscucci
Don Ottavio Luigi Alva
Donna Elvira Ilva Ligabue
Leoporello Sesto Bruscantini
Il Commendatore Franco Calabrese
Masetto Ferruccio Mazzoli
Zerlina Graziella Sciutti
Macerata Opera Festival 2020 #biancocoraggio
Gli appuntamenti per tre settimane di festival allo Sferisterio
Accanto alle opere, gli appuntamenti di Palco Reverse, la danza e gli attesi crossover con Melozzi/Anastasio, Paoli/Rea, il Montelago Celtic Festival e Cristicchi in collaborazione con Musicultura Festival
“Bia. Un passo nuovo, una parola appropriata” di ToTEAM è il progetto vincitore del Concorso Macerata Opera 4.0 per progetti di teatro musicale contemporaneo under35
La Notte dell’Opera si trasforma al plurale e presenta i progetti selezionati grazie al sostegno di Banco Marchigiano Credito Cooperativo Italiano, Comune di Macerata e Confcommercio Marche Centrali
Procede speditamente la rimodulazione del Macerata Opera Festival 2020 #biancocoraggio che si svolgerà allo Sferisterio dal 18 luglio al 9 agosto. Completano il cartellone operistico alcuni attesi appuntamenti del festival come gli spettacoli della rassegna Palco Reverse, i concerti crossover e la danza. Il programma, approvato dal CdA, si svolgerà avendo per linee guida tre elementi insostituibili: la salute e la sicurezza di pubblico, artisti e maestranze, la sostenibilità e congruità economica dell’investimento e la qualità tecnico-artistica della proposta.
Per la serata inaugurale di sabato 18 luglio andrà in scena allo Sferisterio Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart diretto da Francesco Lanzillotta. Per questo, l’Associazione Arena Sferisterio desidera ringraziare José Miguel Pérez-Sierra – previsto originariamente alla guida dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana per Don Giovanni – che ha lasciato la bacchetta al direttore musicale del festival; Pérez-Sierra sarà a Macerata per l’edizione 2021. Lo spettacolo è firmato dal regista Davide Livermore che, dopo i successi al Teatro alla Scala e sui maggiori palcoscenici internazionali, debutta a Macerata con una coproduzione con il festival francese delle Chorégies d’Orange, dove il capolavoro mozartiano è andato in scena nell’estate del 2019 e che sarà ripensato e riorganizzato per gli spazi dello Sferisterio anche alla luce delle nuove normative di sicurezza. Nel ruolo del protagonista ci sarà Mattia Olivieri, Leporello sarà Tommaso Barea, Donna Anna Karen Gardeazabal, mentre Donna Elvira e Don Ottavio saranno rispettivamente Valentina Mastrangelo e Giovanni Sala, i due giovani cantanti “adottati” artisticamente dal festival maceratese e presenti in ogni edizione del triennio, che debutteranno i rispettivi personaggi. Completano il cast Alessandro Spina (Commendatore), Gaetano Triscari (Masetto) e Lavinia Bini (Zerlina). Alle già annunciate quattro recite di Don Giovanni, se ne aggiungono altre due; questo il calendario definitivo: 18, 24, 26 e 31 luglio, 2 e 8 agosto.
Il trovatore di Giuseppe Verdi (25 luglio e 1 agosto) sarà eseguito in forma di concerto e sul podio salirà Vincenzo Milletarì, giovanissimo talento, perfezionatosi con Riccardo Muti e Fabio Luisi. Protagonisti vocali alcuni fra i più interessanti interpreti del panorama internazionale: Luciano Ganci (Manrico), Roberta Mantegna (Leonora, al debutto dopo aver interpretato la versione in francese al festival Verdi di Parma), Sonia Ganassi (Azucena) e Massimo Cavalletti (Il conte di Luna) e ancora Davide Giangregorio (Ferrando) e Fiammetta Tofoni (Ines).
Con la FORM – Orchestra Filarmonica Marchigiana, nelle due produzioni ci sarà, come sempre, il Coro Lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini” diretto da Martino Faggiani.
Accanto a questi titoli operistici, una serie di altri appuntamenti sempre allo Sferisterio che completano il programma #biancocoraggio 2020.
Nel 2019 è nata la rassegna Palco Reverse per vivere e conoscere lo Sferisterio da un nuovo punto di vista con artisti e pubblico, posizionati insieme sul palcoscenico e con i palchi e il cielo a fare da scenografia. Dopo il successo raccolto, il programma di Palco Reverse 2020 è ancora più ricco, con tre appuntamenti creati appositamente per lo spazio e il tema #biancocoraggio, legati a doppio filo con la programmazione operistica: l’autore e interprete Massimiliano Finazzer Flory (mercoledì 22 luglio), la regista e attrice Laura Morante (mercoledì 29 luglio) e la scrittrice e drammaturga Michela Murgia (mercoledì 5 agosto).
In Verdi legge Verdi Massimiliano Finazzer Flory (mercoledì 22 luglio) offre una chiave interpretativa originale, scegliendo di esplorare la biografia del compositore di Busseto dando voce allo stesso Verdi con una selezione di lettere dedicate all’Italia, alla musica, alla politica, all’arte e a tre “autori preferiti”, Dante, Manzoni e Shakespeare. Di Verdi è nota soprattutto la musica dietro alla quale c’è anche un assiduo lettore che comunica principalmente per lettera e che verrà evocato nella sua complessità di rapporto coi sentimenti e coi testi. In scena con lui alcuni cantanti del festival, accompagnati dal vivo al pianoforte.
Laura Morante in Madame Tosca (mercoledì 29 luglio) diventerà Sarah Bernhardt, l’attrice a cui Victorien Sardou dedicò il celebre dramma trasformato in libretto da Illica e Giacosa messo in musica da Puccini. Sarah Bernhardt è la voce narrante di Madame Tosca: l’attrice, ormai costretta su una sedia per via di un incidente in palcoscenico, rilegge il ruolo di Tosca e ricorda le vicende personali che hanno ispirato il dramma. La realtà e la finzione finiscono per mescolarsi in un gioco di specchi che rafforza la leggenda del personaggio con il respiro del cuore pulsante di una donna esistita per davvero, evocando anche una terza complessa e indimenticabile artista indissolubilmente legata al capolavoro pucciniano: Maria Callas. In scena con Laura Morante ci sarà Mimosa Campironi, attrice e musicista, coautrice del testo e impegnata al pianoforte nell’esecuzione dei brani da lei stessa composti per questo melologo. Madame Tosca è un progetto realizzato in collaborazione con la Casa Musicale Sonzogno.
Michela Murgia arriva allo Sferisterio da melomane e riscrive il Don Giovanni di Mozart (5 agosto) mantenendo inalterati i personaggi principali del libretto di Da Ponte: ritroviamo quindi, oltre al noto protagonista libertino e bugiardo, anche il suo incauto servo Leporello e il serioso Don Ottavio a ricalcare gli stereotipi, ancora presenti nel mondo contemporaneo, dell’“essere maschio”. L’universo femminile è invece incarnato da tre donne molto diverse tra loro, quasi a rappresentare tre archetipi comportamentali: Donna Anna, esempio di rigore morale e ossequio delle tradizioni; Donna Elvira, tradita e costantemente beffata da Don Giovanni ma illusoriamente convinta di poterlo redimere, e Zerlina, donna curiosa che armata di malizia che si affaccia al mondo con comportamenti frivoli e infantili. A coadiuvare il flusso di coscienza, la musica di Wolfgang Amadeus Mozart, eseguita da un solo strumento, legato alle Marche, la fisarmonica e affidata a Giancarlo Palena. Don Giovanni è un progetto realizzato in collaborazione con la Società dei Concerti di Parma.
Il palcoscenico dello Sferisterio ospiterà quindi alcuni appuntamenti crossover.
…MaC’eraTa…nta Voglia di Musica (domenica 19 luglio) con Enrico Melozzi che, dopo aver conquistato Macerata lo scorso anno con i 100 Cellos, torna con le sua Orchestra Clandestina e un ospite d’eccezione come il rapper Anastasio.
Gino Paoli e Danilo Rea (martedì 4 agosto) saranno protagonisti di una serata a base di voce e pianoforte, che vedrà duettare insieme uno fra i più grandi interpreti della canzone d’autore italiana e uno fra i più lirici e creativi pianisti di oggi. Uno spettacolo unico, in cui il repertorio varia di serata in serata, veleggiando nel mare dell’improvvisazione grazie alle esperte mani di Rea e al desiderio di sperimentazione che da sempre accompagna Paoli.
Per il weekend conclusivo due collaborazioni con altrettante manifestazioni marchigiane di fama nazionale: la prima col Montelago Celtic Festival (venerdì 7 agosto), la seconda con Musicultura Festival (domenica 9 agosto). Atmosfere e suoni folk caratterizzano Suonar Lontano, spettacolo pensato da Michele e Maurizio Serafini con Luciano Monceri, che porterà allo Sferisterio alcuni dei più importanti musicisti italiani dediti a questo repertorio, al termine di una giornata interamente dedicata in città agli appassionati del Montelago Celtic Festival. Per l’ultima serata allo Sferisterio, in collaborazione con Musicultura Festival, arriva Simone Cristicchi, cantautore, scrittore, attore, presentatore radiofonico, il cui spirito eclettico è caratterizzato da una raffinata ironia capace di cogliere i dettagli più piccoli di ogni storia e trasformarli in un racconto lirico. Simone Cristicchi – dopo 6 anni di successi teatrali, con oltre 300.000 spettatori, sold out ripetuti, e un Festival di Sanremo 2019 che lo ha visto protagonista pluripremiato – torna in concerto in concomitanza con la pubblicazione dell’album (Sony Music) “Abbi cura di me”, prima raccolta dei suoi più noti e amati brani.
Le disposizioni e normative di sicurezza attuali, oltre che il lungo periodo di quarantena, rendono purtroppo inattuabili le proposte di danza che erano state annunciate – il 21 luglio Don Juan (nuova creazione firmata da Johan Inger) e il 4 agosto il Gala con l’étoile Svetlana Zakharova – e che sono state riprogrammate nei prossimi festival, così come Tosca che andrà in scena nel 2022.
Il Macerata Opera Festival non rinuncia però a un tipo di spettacolo che ha il movimento corporeo e la musica in primo piano: per questo ha scelto Meraviglia di Alessandro Pietrolini (martedì 28 luglio), molto adatto ai grandi spazi dello Sferisterio e già acclamato dalle più grandi platee del mondo. Basato su acrobazie aeree, macchine sceniche ed elementi di “nouveau cirque”, Meraviglia propone un immaginifico e romantico itinerario fra luoghi fantastici e bizzarre creature sospese nell’aria.
Nei giorni scorsi la giuria – composta da Barbara Minghetti, Paolo Cantù, Fabrizio Grifasi, Francesco Lanzillotta, Emanuele Masi, Luciano Messi, Stefania Monteverde, Velia Papa, Marco Sinopoli – ha scelto, fra i quattro arrivati alla selezione finale, il progetto vincitore del concorso Macerata Opera 4.0 per progetti di teatro musicale contemporaneo ideati da artisti under35 (in totale erano sedici quelli pervenuti e ammessi): si tratta di Bia. Un passo nuovo, una parola appropriata, presentato da Antonio Smaldone di ToTeAM, con Davide Gasparro (regia e drammaturgia), Marco Benetti (musica), Stefano Zullo (scene e costumi), Riccardo Olivier (coreografia), Paolo Vitale (light designer). Lo spettacolo (24 luglio, luogo da definire) è stato così descritto dagli autori di ToTEAM: «Una sensibilità eco-sistemica, più forte nei più giovani, pretende responsabilità da ognuno. Si percepisce necessario un drastico cambio di rotta per altri ritmi di vita, un altro abitare il pianeta: la genesi di un’altra cultura dell’essere umano. L’incipit è l’istantanea di un pianeta prosciugato, alienato e distrutto da sé stesso, o meglio dalla propria componente antropomorfa: un pianeta di esseri che divora l’umano. Il diverso da sé, un sorriso, un pensiero critico, un’azione autonoma connessa agli altri, la spontaneità, il curarsi del futuro comune, possono essere definiti oggi esempi di Coraggio. Pertanto, il Coraggio è in chi, oggi, sceglie di segnare il passo e invitarci a seguirlo. Il ToTeam nasce dalla stretta di mano di artisti giovani per impegnarsi a dare forma a queste suggestioni. Intervisteremo i più giovani in merito e, come fratelli maggiori, daremo voce alla loro visione. Curiosi di segnare, insieme, “un passo nuovo” e “una parola propria”».
Quest’anno cambia fisionomia la Notte dell’Opera che per l’edizione 2020 si trasformerà al plurale dando vita alle Notti dell’Opera iniziativa che non rinuncia, considerata la situazione e le disposizioni di sicurezza attuali, al clima di festa ma lo distribuisce lungo tre serate in zone della città ben definite – giovedì 23 luglio in Corso Cairoli, giovedì 30 luglio in Corso Cavour e giovedì 6 agosto nel Centro storico – i cui dettagli saranno presentati nelle prossime settimane. Durante le tre serate saranno realizzati i progetti vincitori del bando sostenuto da Banco Marchigiano Credito Cooperativo Italiano che, con l’Associazione Arena Sferisterio, il Comune di Macerata e Confcommercio Marche Centrali, per il secondo anno sostiene l’iniziativa.
Il Macerata Opera Festival è realizzato dall’Associazione Arena Sferisterio con Comune di Macerata, Provincia di Macerata, Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, Regione Marche.
Un ringraziamento ai Cento Mecenati che sostengono attraverso Art Bonus l’attività del festival.
Procede speditamente la rimodulazione del Macerata Opera Festival 2020 #biancocoraggio che si svolgerà allo Sferisterio dal 18 luglio al 9 agosto. Completano il cartellone operistico alcuni attesi appuntamenti del festival come gli spettacoli della rassegna Palco Reverse, i concerti crossover e la danza. Il programma, approvato dal CdA, si svolgerà avendo per linee guida tre elementi insostituibili: la salute e la sicurezza di pubblico, artisti e maestranze, la sostenibilità e congruità economica dell’investimento e la qualità tecnico-artistica della proposta.
Con la FORM – Orchestra Filarmonica Marchigiana, nelle due produzioni ci sarà, come sempre, il Coro Lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini” diretto da Martino Faggiani.
Accanto a questi titoli operistici, una serie di altri appuntamenti sempre allo Sferisterio che completano il programma #biancocoraggio 2020.
Nel 2019 è nata la rassegna Palco Reverse per vivere e conoscere lo Sferisterio da un nuovo punto di vista con artisti e pubblico, posizionati insieme sul palcoscenico e con i palchi e il cielo a fare da scenografia. Dopo il successo raccolto, il programma di Palco Reverse 2020 è ancora più ricco, con tre appuntamenti creati appositamente per lo spazio e il tema #biancocoraggio, legati a doppio filo con la programmazione operistica: l’autore e interprete Massimiliano Finazzer Flory (mercoledì 22 luglio), la regista e attrice Laura Morante (mercoledì 29 luglio) e la scrittrice e drammaturga Michela Murgia (mercoledì 5 agosto).
In Verdi legge Verdi Massimiliano Finazzer Flory (mercoledì 22 luglio) offre una chiave interpretativa originale, scegliendo di esplorare la biografia del compositore di Busseto dando voce allo stesso Verdi con una selezione di lettere dedicate all’Italia, alla musica, alla politica, all’arte e a tre “autori preferiti”, Dante, Manzoni e Shakespeare. Di Verdi è nota soprattutto la musica dietro alla quale c’è anche un assiduo lettore che comunica principalmente per lettera e che verrà evocato nella sua complessità di rapporto coi sentimenti e coi testi. In scena con lui alcuni cantanti del festival, accompagnati dal vivo al pianoforte.
Laura Morante in Madame Tosca (mercoledì 29 luglio) diventerà Sarah Bernhardt, l’attrice a cui Victorien Sardou dedicò il celebre dramma trasformato in libretto da Illica e Giacosa messo in musica da Puccini. Sarah Bernhardt è la voce narrante di Madame Tosca: l’attrice, ormai costretta su una sedia per via di un incidente in palcoscenico, rilegge il ruolo di Tosca e ricorda le vicende personali che hanno ispirato il dramma. La realtà e la finzione finiscono per mescolarsi in un gioco di specchi che rafforza la leggenda del personaggio con il respiro del cuore pulsante di una donna esistita per davvero, evocando anche una terza complessa e indimenticabile artista indissolubilmente legata al capolavoro pucciniano: Maria Callas. In scena con Laura Morante ci sarà Mimosa Campironi, attrice e musicista, coautrice del testo e impegnata al pianoforte nell’esecuzione dei brani da lei stessa composti per questo melologo. Madame Tosca è un progetto realizzato in collaborazione con la Casa Musicale Sonzogno.
Michela Murgia arriva allo Sferisterio da melomane e riscrive il Don Giovanni di Mozart (5 agosto) mantenendo inalterati i personaggi principali del libretto di Da Ponte: ritroviamo quindi, oltre al noto protagonista libertino e bugiardo, anche il suo incauto servo Leporello e il serioso Don Ottavio a ricalcare gli stereotipi, ancora presenti nel mondo contemporaneo, dell’“essere maschio”. L’universo femminile è invece incarnato da tre donne molto diverse tra loro, quasi a rappresentare tre archetipi comportamentali: Donna Anna, esempio di rigore morale e ossequio delle tradizioni; Donna Elvira, tradita e costantemente beffata da Don Giovanni ma illusoriamente convinta di poterlo redimere, e Zerlina, donna curiosa che armata di malizia che si affaccia al mondo con comportamenti frivoli e infantili. A coadiuvare il flusso di coscienza, la musica di Wolfgang Amadeus Mozart, eseguita da un solo strumento, legato alle Marche, la fisarmonica e affidata a Giancarlo Palena. Don Giovanni è un progetto realizzato in collaborazione con la Società dei Concerti di Parma.
Il palcoscenico dello Sferisterio ospiterà quindi alcuni appuntamenti crossover.
…MaC’eraTa…nta Voglia di Musica (domenica 19 luglio) con Enrico Melozzi che, dopo aver conquistato Macerata lo scorso anno con i 100 Cellos, torna con le sua Orchestra Clandestina e un ospite d’eccezione come il rapper Anastasio.
Gino Paoli e Danilo Rea (martedì 4 agosto) saranno protagonisti di una serata a base di voce e pianoforte, che vedrà duettare insieme uno fra i più grandi interpreti della canzone d’autore italiana e uno fra i più lirici e creativi pianisti di oggi. Uno spettacolo unico, in cui il repertorio varia di serata in serata, veleggiando nel mare dell’improvvisazione grazie alle esperte mani di Rea e al desiderio di sperimentazione che da sempre accompagna Paoli.
Per il weekend conclusivo due collaborazioni con altrettante manifestazioni marchigiane di fama nazionale: la prima col Montelago Celtic Festival (venerdì 7 agosto), la seconda con Musicultura Festival (domenica 9 agosto). Atmosfere e suoni folk caratterizzano Suonar Lontano, spettacolo pensato da Michele e Maurizio Serafini con Luciano Monceri, che porterà allo Sferisterio alcuni dei più importanti musicisti italiani dediti a questo repertorio, al termine di una giornata interamente dedicata in città agli appassionati del Montelago Celtic Festival. Per l’ultima serata allo Sferisterio, in collaborazione con Musicultura Festival, arriva Simone Cristicchi, cantautore, scrittore, attore, presentatore radiofonico, il cui spirito eclettico è caratterizzato da una raffinata ironia capace di cogliere i dettagli più piccoli di ogni storia e trasformarli in un racconto lirico. Simone Cristicchi – dopo 6 anni di successi teatrali, con oltre 300.000 spettatori, sold out ripetuti, e un Festival di Sanremo 2019 che lo ha visto protagonista pluripremiato – torna in concerto in concomitanza con la pubblicazione dell’album (Sony Music) “Abbi cura di me”, prima raccolta dei suoi più noti e amati brani.
Le disposizioni e normative di sicurezza attuali, oltre che il lungo periodo di quarantena, rendono purtroppo inattuabili le proposte di danza che erano state annunciate – il 21 luglio Don Juan (nuova creazione firmata da Johan Inger) e il 4 agosto il Gala con l’étoile Svetlana Zakharova – e che sono state riprogrammate nei prossimi festival, così come Tosca che andrà in scena nel 2022.
Il Macerata Opera Festival non rinuncia però a un tipo di spettacolo che ha il movimento corporeo e la musica in primo piano: per questo ha scelto Meraviglia di Alessandro Pietrolini (martedì 28 luglio), molto adatto ai grandi spazi dello Sferisterio e già acclamato dalle più grandi platee del mondo. Basato su acrobazie aeree, macchine sceniche ed elementi di “nouveau cirque”, Meraviglia propone un immaginifico e romantico itinerario fra luoghi fantastici e bizzarre creature sospese nell’aria.
Nei giorni scorsi la giuria – composta da Barbara Minghetti, Paolo Cantù, Fabrizio Grifasi, Francesco Lanzillotta, Emanuele Masi, Luciano Messi, Stefania Monteverde, Velia Papa, Marco Sinopoli – ha scelto, fra i quattro arrivati alla selezione finale, il progetto vincitore del concorso Macerata Opera 4.0 per progetti di teatro musicale contemporaneo ideati da artisti under35 (in totale erano sedici quelli pervenuti e ammessi): si tratta di Bia. Un passo nuovo, una parola appropriata, presentato da Antonio Smaldone di ToTeAM, con Davide Gasparro (regia e drammaturgia), Marco Benetti (musica), Stefano Zullo (scene e costumi), Riccardo Olivier (coreografia), Paolo Vitale (light designer). Lo spettacolo (24 luglio, luogo da definire) è stato così descritto dagli autori di ToTEAM: «Una sensibilità eco-sistemica, più forte nei più giovani, pretende responsabilità da ognuno. Si percepisce necessario un drastico cambio di rotta per altri ritmi di vita, un altro abitare il pianeta: la genesi di un’altra cultura dell’essere umano. L’incipit è l’istantanea di un pianeta prosciugato, alienato e distrutto da sé stesso, o meglio dalla propria componente antropomorfa: un pianeta di esseri che divora l’umano. Il diverso da sé, un sorriso, un pensiero critico, un’azione autonoma connessa agli altri, la spontaneità, il curarsi del futuro comune, possono essere definiti oggi esempi di Coraggio. Pertanto, il Coraggio è in chi, oggi, sceglie di segnare il passo e invitarci a seguirlo. Il ToTeam nasce dalla stretta di mano di artisti giovani per impegnarsi a dare forma a queste suggestioni. Intervisteremo i più giovani in merito e, come fratelli maggiori, daremo voce alla loro visione. Curiosi di segnare, insieme, “un passo nuovo” e “una parola propria”».
Quest’anno cambia fisionomia la Notte dell’Opera che per l’edizione 2020 si trasformerà al plurale dando vita alle Notti dell’Opera iniziativa che non rinuncia, considerata la situazione e le disposizioni di sicurezza attuali, al clima di festa ma lo distribuisce lungo tre serate in zone della città ben definite – giovedì 23 luglio in Corso Cairoli, giovedì 30 luglio in Corso Cavour e giovedì 6 agosto nel Centro storico – i cui dettagli saranno presentati nelle prossime settimane. Durante le tre serate saranno realizzati i progetti vincitori del bando sostenuto da Banco Marchigiano Credito Cooperativo Italiano che, con l’Associazione Arena Sferisterio, il Comune di Macerata e Confcommercio Marche Centrali, per il secondo anno sostiene l’iniziativa.
Il Macerata Opera Festival è realizzato dall’Associazione Arena Sferisterio con Comune di Macerata, Provincia di Macerata, Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, Regione Marche.
Un ringraziamento ai Cento Mecenati che sostengono attraverso Art Bonus l’attività del festival.
INFO e BIGLIETTERIA
La vendita dei biglietti riprenderà il 9 giugno 2020.
Il prezzo dei biglietti per le opere rimane invariato.
I biglietti già acquistati per le date di Don Giovanni rimangono validi. Nelle prossime settimane, gli acquirenti riceveranno indicazioni più precise via mail.
I biglietti per gli altri due titoli operistici previsti in precedenza saranno invece convertiti in voucher dal 9 giugno. Sarà possibile richiedere il voucher entro l’8 luglio compreso e sarà valido per 18 mesi dalla data di emissione e utilizzabile anche per gli spettacoli in programma nel 2020. La procedura di richiesta del voucher può essere fatta solo online sul sito vivaticket.it
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James Morris Don Giovanni
Joan Sutherland Joan Sutherland Donna Anna
John Brecknock John Brecknock Don Ottavio
Julia Varady Julia Varady Donna Elvira
Gabriel Bacquier Gabriel Bacquier Leoporello
Huguette Tourangeau Huguette Tourangeau Zerlina
Allan Monk Allan Monk Masetto
John Macurdy John Macurdy The Commendatore
Production Design by
Eugene Berman
Herbert Graf Regia (Patrick Tavernia revival)
Zachary Solov Choreo
Richard Bonynge Conductor
Metropolitan Opera Chorus
Macerata Opera Festival 2020 #biancocoraggio
Lo Sferisterio conferma la produzione del Don Giovanni e
Il trovatore in forma di concerto
A luglio e ad agosto, nell’arena maceratese, due titoli operistici, di cui quello mozartiano in forma scenica con la regia di Davide Livermore
Sono state settimane di intenso confronto per tutti i teatri e i festival internazionali, con un dialogo costante fra organizzatori e artisti, fra istituzioni culturali e governative, in attesa delle disposizioni sulla riapertura dei teatri e sulla possibilità di realizzare spettacoli all’aperto e al chiuso.
Il CdA dell’Associazione Arena Sferisterio, che segue sin dall’inizio con scrupolosa attenzione l’evolversi dell’emergenza sanitaria e il progressivo ritorno a una fase di più intensa socialità, ha quindi potuto compiere un passo avanti nella rimodulazione del Macerata Opera Festival 2020 #biancocoraggio con l’obiettivo di riuscire a garantirne lo svolgimento compatibilmente con le normative previste adesso che sono arrivate le prime indicazioni.
Sabato 18 luglio andrà così in scena allo Sferisterio Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart firmato dal regista Davide Livermore, con un calendario che segue le repliche già previste per venerdì 24 luglio, domenica 2 agosto, sabato 8 agosto. A queste quattro date si spera di aggiungere ulteriori repliche.
«In questo tempo di crisi sociale, economica e sanitaria causata dalla pandemia, – ha dichiarato il Presidente dell’Associazione Arena Sferisterio Romano Carancini – abbiamo comunque sempre ed ostinatamente creduto che portare in scena la stagione 2020 del Macerata Opera Festival avrebbe costituito una dimostrazione di resilienza e un simbolo di speranza. Il CdA dello Sferisterio ha deciso di mantenere, seppur con alcune rivisitazioni, una programmazione musicale perché la volontà politica e amministrativa, verificati i presupposti tecnici, è quella di non deludere le aspettative della città e di non interrompere la sua tradizione di spettacolo più prestigiosa. Non sarà possibile mettere in scena tutto quello che era stato annunciato prima della pandemia, ma sono convinto che anche nella nuova proposta non manchino elementi di curiosità, attrattiva e rilevante valenza culturale. Disporre dello Sferisterio ci permette di essere fra i pochi, in Italia, a poter fare una stagione festivaliera, garantendo un’offerta di qualità sia ai cittadini sia a chi intende mantenere le prenotazioni per l’estate, sostenendo il turismo. Questo privilegio implica anche una forte spinta all’economia cittadina e una garanzia di impiego per tutti i lavoratori coinvolti nel sistema dei nostri spettacoli. Ora che #biancocoraggio del Macerata Opera Festival 2020 è realtà, intraprendiamo insieme questo itinerario inedito, sperimentale e affascinante».
«In queste settimane di emergenza sanitaria – ha sottolineato il vicepresidente Antonio Pettinari – non è mai mancata la ferma volontà di organizzare il cartellone. Pur nelle evidenti difficoltà di ogni genere, sia dal punto di vista organizzativo che gestionale ed artistico, i due soci dell’Associazione Arena Sferisterio (Provincia e Comune di Macerata) unitamente al CdA confermano i capisaldi del Macerata Opera Festival: spettacoli di qualità e conti in ordine, con bilancio in pareggio. Quindi da una parte si è lavorato al superamento delle difficoltà legate alle misure di contenimento del contagio e dall’altra a una proposta culturale che, seppur ridimensionata, come ogni anno porti sul nostro territorio appassionati, amanti della lirica, turisti, sia italiani, sia stranieri. Diamo così un forte segnale di ripresa per la nostra provincia, terra già in sofferenza per i sismi del 2016, e offriamo una risposta opportuna e utile, in un momento delicato per tutta la comunità. È indubbio che il festival rappresenti un aiuto diretto per la città, per le sue attività, per le maestranze che ci lavorano e per la promozione dell’intero territorio provinciale e regionale. Sono questi i pilastri culturali, economici, sociali che hanno caratterizzato in particolare gli ultimi nove anni, e che oggi rilanciamo con rinnovato vigore contro l’incertezza del futuro».
Gli altri due titoli originariamente previsti per il 2020 – la nuova produzione di Tosca di Giacomo Puccini affidata alla regista Valentina Carrasco e Il trovatore di Giuseppe Verdi nella edizione di repertorio firmata da Francisco Negrin – avranno una diversa collocazione: Tosca verrà riprogrammata per l’estate 2022, così da poter realizzare il progetto nella sua completezza e senza rinunciare alle coproduzioni previste in questo momento molto difficili da gestire; Il trovatore invece sarà proposto per due serate in forma di concerto, così da affiancare quest’estate al Don Giovanni.
Date le restrizioni vigenti e considerate le ricadute economiche e logistiche, il CdA ha ritenuto impossibile la realizzazione dei tre titoli annunciati. Fra le motivazioni più evidenti: il distanziamento sociale implica una riduzione del pubblico in sala, con un conseguente calo di incassi di biglietteria che per lo Sferisterio sono una voce fondamentale del bilancio; la compresenza produttiva di tre titoli operistici non è possibile, data la scarsa possibilità di utilizzo dei luoghi di prova al chiuso.
«La parola chiave in questi mesi è stata “fiducia” – sottolinea il sovrintendente Luciano Messi – «che insieme al “coraggio” che caratterizza il tema 2020, ci ha permesso anche nei momenti più difficili di mantenere fermo il nostro obiettivo: realizzare il miglior festival possibile avendo come linee guida tre elementi insostituibili: la salute e la sicurezza di pubblico, artisti e maestranze, la sostenibilità e congruità economica dell’investimento e la qualità tecnico-artistica del prodotto. Desidero ringraziare tutti coloro che in queste settimane ci sono stati vicini con pazienza e grande spirito di collaborazione, spinti dal desiderio comune di realizzare un festival 2020 all’altezza della nostra storia e delle aspettative del pubblico».
La scelta di Don Giovanni deriva proprio dalla convergenza su questo titolo di alcuni fattori determinanti in questo preciso momento storico: innanzitutto la necessità, connaturata al repertorio, di un organico strumentale e vocale meno numeroso; poi l’allestimento di uno spettacolo coprodotto (e in questo caso già pronto, ma ancora non presentato nella versione ripensata appositamente per lo Sferisterio) anziché una nuova produzione, elemento che rischiava di comportare ritardi nella realizzazione e conseguenti problemi economici. Quindi uno spettacolo adatto agli spazi dello Sferisterio e comunque rimodulabile secondo le attuali esigenze e con un ampio margine di innovazione tecnologica che permetta ancora una volta al festival di presentare un progetto registico attuale.
«Niente scene ma un articolato e tecnologico sistema di proiezioni, ripensate rispetto al debutto della produzione alle Chorégies d’Orange per renderle più adatte all’immensa parete di fondo dello Sferisterio e per valorizzarla, per la prima volta, nella sua interezza – sottolinea la direttrice artistica Barbara Minghetti – «Questa la caratteristica principale che posso anticipare dello spettacolo di Davide Livermore, regista italiano che ha firmato le più recenti inaugurazioni scaligere e che siamo orgogliosi di avere in cartellone. La sua sarà una regia impegnata nella lettura in chiave sociale della trama creata da Mozart e Da Ponte: sulla scena, alcuni veicoli-simbolo come taxi gialli e carrozze si muoveranno conducendoci attraverso una storia senza tempo in cui Leporello (metafora dell’uomo che lavora) e il Commendatore (metafora della malavita) fanno da contraltare a un Don Giovanni come sempre disinvolto e sicuro di sé».
Entro fine maggio sarà reso noto il nuovo programma del Macerata Opera Festival 2020 #biancocoraggio per il quale – alla luce delle disposizioni governative – sono necessari ancora alcuni giorni di lavoro, considerati anche i limiti esistenti sugli spostamenti degli artisti, la salvaguardia degli accordi presi e gli adeguamenti (in questa fase in evoluzione quotidiana) necessari per accogliere i lavoratori e il pubblico in modo sicuro.
La vendita dei biglietti riprenderà l’8 giugno 2020.
I biglietti già acquistati per le date di Don Giovanni rimangono validi. Nelle prossime settimane, gli acquirenti riceveranno indicazioni più precise via mail.
I biglietti per gli altri due titoli saranno invece convertiti in voucher validi per 18 mesi dalla data di emissione e già utilizzabili per gli spettacoli 2020.
https://www.raiplay.it/video/2020/05/opera—don-giovanni-93bf675d-8380-4319-ab78-766fd13d78f5.html
Teatro alla Scala, 2006
Direttore Gustavo Dudamel
Regia e scene Peter Mussbach
Costumi Andrea Schmidt-Futterer
Monica Bacelli, Carlos Álvarez, Carmela Remigio, Francesco Meli, Ildebrando D’Arcangelo, Veronica Cangemi, Alex Esposito
Teatro alla Scala, 1987
Direttore Riccardo Muti
Regia Giorgio Strehler
Don Giovanni Thomas Allen
Il Commendatore Sergej Koptchak
Donna Anna Edita Gruberova
Don Ottavio Francisco Araiza
Donna Elvira Ann Murray
Leporello Claudio Desderi
Masetto Natale De Carolis
Zerlina Susanne Mentzer
Don Giovanni Peter Mattei
Il Commendatore Kwangchul Youn
Donna Anna Anna Netrebko
Don Ottavio Giuseppe Filianoti
Donna Elvira Barbara Frittoli
Leporello Bryn Terfel
Zerlina Anna Prohaska
Masetto Stefan Kocàn
Direttore Daniel Baremboin
Direction musicale Jérémie Rhorer
Mise en scène Jean-François Sivadier
Décors Alexandre de Dardel
Costumes Virginie Gervaise
Lumière Philippe Berthomé
Maquillage, coiffure Cécile Kretschmar
Don Giovanni Philippe Sly
Leporello Nahuel di Pierro
Donna Anna Eleonora Buratto
Don Ottavio Pavol Breslik
Donna Elvira Isabel Leonard
Zerlina Julie Fuchs
Masetto Krzysztof Baczyk
Il Commendatore David Leigh
Chœur English Voices
Chef de chœur Tim Brown
Orchestre Le Cercle de l’Harmonie
Don Giovanni Alessandro Luongo
Donna Anna Francesca Dotto
Don Ottavio Antonio Poli
Il commendatore Attila Jun
Donna Elvira Carmela Remigio
Leporello Omar Montanari
Masetto William Corrò
Zerlina Giulia Semenzato
Direttore Stefano Montanari
regia Damiano Michieletto
scene Paolo Fantin
costumi Carla Teti
regia video Luca Scarzella
light designer Fabio Barettin
Orchestra e Coro del Teatro La Fenice
maestro del Coro Claudio Marino Moretti
maestro al cembalo Roberta Ferrari
riprese video Oxymore production
Dicembre 2018
DIRETTORE
Michele Mariotti
REGIA
Jean-François Sivadier
DON GIOVANNI Simone Alberghini
IL COMMENDATORE Stefan Kocan
DONNA ANNA Federica Lombardi
DON OTTAVIO Paolo Fanale
DONNA ELVIRA Salome Jicia
LEPORELLO Vito Priante
MASETTO Roberto Lorenzi
ZERLINA Lavinia Bini
ASSISTENTI ALLA REGIA
Rachid Zanouda, Federico Vazzola, Milan Otal
SCENE
Alexandre De Dardel
COSTUMI
Virginie Gervaise
LUCI
Philippe Berthomé
COLLABORATORE ALLE LUCI
Jean-Jacques Beaudouin
TRUCCO
Cécile Kretschmar
MAESTRO DEL CORO
Andrea Faidutti
Orchestra, Coro, Tecnici del
TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA
Settembre 2019
Don Giovanni Alessio Arduini
Leporello Vito Priante
Masetto Emanuele Cordaro
Il commendatore Antonio Di Matteo
Don Ottavio Juan Francisco Gatell
Donna Anna Maria Grazia Schiavo
Donna Elvira Salome Jicia
Zerlina Marianne Croux
Conductor Jérémie Rhorer
Director Graham Vick
Set Designer: Samal Blak
Costume Designer Anna Bonomelli
Lighting Designer Giuseppe Di Iorio
Movement Director Ron Howell
Chorus Master Roberto Gabbiani
La stagione dei teatri
Toni Servillo / Teatri Uniti
Elvira
(Elvire Jouvet 40) di Brigitte Jaques
da martedì 26 novembre a lunedì 2 dicembre 2019
inizio ore 21, domenica ore 15.30
Teatro Rasi – Ravenna
Spettacolo in abbonamento – Titolo fisso
Durata 1 ora e 15 minuti senza intervallo
Toni Servillo nel ruolo del grande attore, regista e teorico del teatro Louis Jouvet porta in scena alcune delle lezioni che tenne nel 1940, al Conservatoire National d’Art Dramatique di Parigi, a partire dalla scena di Donna Elvira nel quarto atto del Don Giovanni di Molière. La pièce, diretta dallo stesso Servillo, conduce lo spettatore alla ricerca del sentimento alla base dell’interpretazione e lo porta a toccare quella passione vitale che fa del teatro il luogo in cui ci si perde per ritrovarsi. L’avventura della creazione artistica, vista nel contesto tragico di un paese in guerra, agli inizi dell’occupazione nazista, si pone come forma di resistenza dell’umanità di fronte all’orrore incombente del conflitto mondiale. Lo spettacolo che, proprio a Ravenna, tocca la quota delle 200 repliche, inaugura il percorso “Affinità elettive”, ideato da Marco Martinelli e Ermanna Montanari per le celebrazioni del Settecentenario dantesco.
Domenica 1 dicembre alle 17.30 al Teatro Rasi Toni Servillo e la compagnia incontrano il pubblico in dialogo con Marco Martinelli, regista e drammaturgo del Teatro delle Albe sui temi della pedagogia teatrale. Modera Massimo Marino, saggista e critico teatrale.
A latere dello spettacolo Elvira, al Cinema Mariani, ci saranno quattro repliche della proiezione del film documentario Il teatro al lavoro di Massimiliano Pacifico, su e con Toni Servillo (che domenica 1 dicembre incontrerà il pubblico tra le due proiezioni in programma). Le proiezioni sono realizzate in collaborazione con Cinemaincentro Pellicole d’autore al Cinema Mariani.
Dopo una lunga tournée internazionale arriva a Ravenna Elvira, la creazione con cui Toni Servillo ha coraggiosamente portato in scena alcune delle lezioni di teatro di Louis Jouvet. «Elvira porta il pubblico all’interno di un teatro chiuso, quasi a spiare tra platea e proscenio – spiega lo stesso Toni Servillo – con un maestro e un’allieva davanti a un sipario tagliafuoco che non si alzerà mai, un particolare momento di una vera e propria fenomenologia della creazione del personaggio. Un’altra occasione felice, offerta dalle prove quotidiane del monologo di Donna Elvira nel quarto atto del Don Giovanni di Molière, consiste nell’opportunità di assistere a una relazione maieutica che si trasforma in scambio dialettico, perché il personaggio è per entrambi un territorio sconosciuto nel quale si avventurano spinti dalla necessità ossessiva della scoperta. Louis Jouvet formula a proposito dell’attore la famosa distinzione comédien/acteur e dice precisamente: “il comédien è per così dire il mandatario del personaggio, mentre l’acteur delega sé stesso personalmente. Il comédien esiste grazie allo sforzo, alla disciplina interiore, a una regola di vita dei suoi pensieri, del suo corpo. Il suo lavoro si basa su una modestia particolare, un annullarsi di cui l’acteur non ha bisogno”. Trovo il complesso delle riflessioni di Jouvet particolarmente valido oggi per significare soprattutto ai giovani la nobiltà del mestiere di recitare, che rischia di essere svilito in questi tempi confusi».
Rappresentato per la prima volta al Théâtre National de Strasbourg nel 1986, Elvire Jouvet 40 di Brigitte Jaques trae spunto dal saggio di Louis Jouvet Molière et la comédie classique (Molière e la commedia classica) pubblicato dall’editore francese Gallimard nel 1965. Louis Jouvet fece stenografare le lezioni che tenne al Conservatoire National d’Art Dramatique tra novembre 1939 e dicembre 1940. Il testo della Jaques rappresentato al Teatro Rasi è incentrato su un nucleo di sette lezioni svoltesi tra febbraio e settembre 1940. In quei sette momenti di studio, Jouvet si sofferma con Claudia, allieva del terzo anno, su un’unica scena del Don Giovanni di Molière: l’addio di Donna Elvira al suo antico amante, nell’atto IV della commedia. Seduttore impenitente, Don Giovanni, accompagnato dal fido servitore Sganarello, assiste all’irruzione nella sua casa di una donna. È Elvira che, in nome dei sentimenti che provò un tempo per lui, è venuta a scongiurarlo di abbandonare la vita scellerata per sottrarsi al castigo divino. Elvira vuole anche comunicare a Don Giovanni il mutamento della propria passione in un sentimento nuovo, un affetto sublime e superiore. Il percorso di Jouvet con Claudia consiste nell’esplorare insieme il testo, in cerca della verità del personaggio.
Nella realtà, Claudia si chiamava Paula Dehelly. All’esame di diploma al Conservatoire vinse il primo premio sia nella commedia, sia nella tragedia, portando come saggio di esame precisamente quella scena del Don Giovanni di Molière. Subito dopo il diploma, la Dehelly, che era ebrea, si vide interdire l’accesso alle scene per tutto il periodo dell’occupazione nazista e lasciò Parigi per qualche anno. Una vita lunghissima (morì nel 2008, a 91 anni) le consentì di recitare a teatro, al cinema e in tv, a partire dal 1948 fino al 1998, anno in cui si ritirò a vita privata. In Francia era molto nota anche come doppiatrice, per aver prestato la voce a Deborah Kerr, Ingrid Bergman e Angela Lansbury.
Elvira – diretto e interpretato da Toni Servillo – nella traduzione di Giuseppe Montesano, dopo il debutto nel 2016 e una fortunata tournée italiana e internazionale, dopo Ravenna chiude il suo giro di quattro stagioni e oltre duecento repliche e torna a Parigi, dal 6 al 14 dicembre – al Théâtre de l’Athénée – intitolato a Louis Jouvet.
AFFINITÀ ELETTIVE
Marco Martinelli e Ermanna Montanari sono gli ideatori di un percorso che coinvolgerà diverse figure di eccellenza del teatro europeo. Si tratta di un progetto che sviluppa delle “affinità elettive” legate alla partecipazione di Martinelli al Comitato ravennate per le celebrazioni del settecentenario dantesco: si inviteranno a Ravenna, dal 2019 al 2021, alcuni drammaturghi e registi che con la poetica dantesca hanno una sintonia profonda, anche se non necessariamente “diretta”: non proporranno infatti allestimenti delle opere dantesche, ma lavori il cui fine è tenere insieme “realtà” politica e metafisica, cronaca e spiritualità, impresa che evoca, a distanza di secoli, quella di Dante Alighieri. Per ogni artista si è immaginata la presenza a Ravenna con uno spettacolo e una “lectio magistralis” sul proprio lavoro. Montanari e Martinelli hanno iniziato il dialogo con diverse figure, da Wajdi Mouawad a Armando Punzo, da Sandro Lombardi a Toni Servillo a Milo Rau, e altri ancora, portatori ognuno di una poetica e di un segno stilistico del tutto personale, con differenze che possono essere ricchezza di sollecitazioni per tutti.
IN VIAGGIO VERSO IL TEATRO
Per il terzo anno Ravenna Teatro offre ai residenti delle circoscrizioni Nord e Sud del Comune di Ravenna e, su richiesta, ai residenti del Comune di Alfonsine l’opportunità di recarsi a teatro usufruendo di un servizio navetta.
(Elvire Jouvet 40)
di Brigitte Jaques
da Molière e la commedia classica
di Louis Jouvet © Éditions Gallimard
traduzione Giuseppe Montesano
regia Toni Servillo
costumi Ortensia De Francesco
luci Pasquale Mari
suono Daghi Rondanini
aiuto regia Costanza Boccardi
personaggi e interpreti:
Louis Jouvet – Toni Servillo
Claudia / Elvira – Petra Valentini
Octave / Don Giovanni – Francesco Marino
Léon / Sganarello – Davide Cirri
una coproduzione Piccolo Teatro di Milano–Teatro d’Europa/Teatri Uniti
domenica 1 dicembre – ore 17.30 – Teatro Rasi
Toni Servillo e la compagnia incontrano il pubblico in dialogo con Marco Martinelli, regista e drammaturgo del Teatro delle Albe e con Massimo Marino, saggista e critico teatrale.
domenica 1 (ore 19 e 21.15), lunedì 2 e martedì 3 dicembre – ore 18.30
Cinema Mariani
Proiezione del film documentario Il teatro al lavoro di Massimiliano Pacifico
Il film – coprodotto nell’ambito della Mostra 1987/2017 Trent’Anni Uniti e presentato in anteprima, nell’ambito delle “notti veneziane”- Giornate degli Autori-Festival di Venezia 2018 – racconta l’avventura umana e artistica per la creazione dello spettacolo Elvira (Elvire Jouvet 40) dalle prove alla Biennale di Venezia nel 2016, al debutto al Piccolo di Milano fino all’approdo al Théâtre de l’Athénée a Parigi, intitolato a Louis Jouvet. Toni Servillo incontrerà il pubblico tra le due proiezioni di domenica 1 dicembre.
Don Giovanni di Mozart
secondo l’Orchestra di Piazza Vittorio
con Petra Magoni
Lunedì 18 marzo, alle ore 21 un appuntamento imperdibile al Teatro Nuovo, per la rassegna Identità Teatrali di San Marino Teatro: Don Giovanni di Mozart secondo l’Orchestra di Piazza Vittorio con Petra Magoni.
Il Don Giovanni di Mozart secondo l’Orchestra di Piazza Vittorio è il nuovo lavoro firmato dall’Orchestra più multietnica d’Italia. Dopo essersi cimentata in maniera originale e imprevedibile nel Flauto magico mozartiano e nella Carmen di Bizet, ha presentato il Don Giovanni – che Le Monde ha definito “glamour e iconoclasta” – in prima assoluta nel 2017 al Festival Les nuits de fourvière di Lione che lo ha prodotto originalmente insieme all’Accademia Filarmonica Romana ai quali si è affiancata dal 2018 la Fondazione Teatro di Napoli-Teatro Bellini, condividendone il progetto e l’impegno.
Il lavoro parte da un sorprendente Don Giovanni, che è affidato ad una voce femminile: quella di Petra Magoni che era già stata l’indimenticabile Regina della notte del Flauto magico mozartiano. Capace di mille travestimenti e abile a muovere in scena le fila di tutta la vicenda, intorno a Petra Magoni/Don Giovanni si sviluppa tutta la drammaturgia musicale dello spettacolo che è il filo conduttore di questa rielaborazione contemporanea del mito settecentesco.
Una visione “altra” del protagonista che apre ad una diversa lettura dei rapporti tra i personaggi.
Tra arie, duetti e pezzi d’insieme, i personaggi dell’opera percorrono fino in fondo le loro storie, rese vive e attuali ai nostri occhi dai travestimenti linguistici e musicali realizzati da Mario Tronco, Leandro Piccioni e Pino Pecorelli, portando l’opera, con mano leggera, ad abbattere ogni confine fra i diversi generi.
Ritroveremo così Don Giovanni come un redivivo Cab Calloway in un immaginario Music Club, un’ambientazione dal gusto anni ’20 ma anche fortemente contemporanea, che dirige la sua orchestra e il suo destino in una pulsione di libertà e perdizione. Fondamentale, come sempre, sarà l’apporto musicale che darà ogni singolo musicista e cantante chiamato a partecipare a questa produzione.
Nel cast troviamo insieme a Petra Magoni, Mama Marjas (Zerlina), cantante reggae già molto applaudita nel ruolo di protagonista della precedente Carmen, Omar Lopez Valle (fra le presenze storiche ormai dell’Orchestra) che vestirà i panni di un Leporello in versione cubana; e ancora la cantante lirica di origine albanese Hersi Matmuja (Donna Elvira), il brasiliano Evandro Dos Reis (Don Ottavio), il tunisino Houcine Ataa (Masetto) e, alla sua prima collaborazione con l’Orchestra, Simona Boo (Donna Anna), dal 2015 vocalist dello storico gruppo napoletano dei 99 Posse. Saranno loro a trasformare il libretto di Lorenzo Da Ponte in una versione multilingue che abb accia l’italiano, il francese, l’arabo e il portoghese.
Don Giovanni Petra Magoni
Donna Anna Simona Boo
Donna Elvira Hersi Matmuja
Zerlina/Commendatore Mama Marjas
Don Ottavio Evandro Dos Reis
Leporello Omar Lopez Valle
Masetto Houcine Ataa
contrabbasso Pino Pecorelli
pianoforte Leandro Piccioni
batteria Ernesto Lopez Maturell
chitarre Emanuele Bultrini
tastiere Andrea Pesce
elaborazioni musicali Mario Tronco, Leandro Piccioni, Pino Pecorelli
direzione artistica e regia Mario Tronco
regia Andrea Renzi
direzione musicale Leandro Piccioni
scenografie Barbara Bessi
costumi Ortensia de Francesco
light designer Daniele Davino
ingegnere del suono Angelo Elle
direttore tecnico Lorenzo Policiti
proiezioni Daniele Spanò
direttore di palco Silvia Alù
sarta e costumista Katia Marcanio
produttore esecutivo Andrea Posi
direttore di produzione Giulio Micheletti
DON GIOVANNI
Dramma giocoso in due atti KV 527
Musica di Wolfgang Amadeus Mozart
Libretto di Lorenzo Da Ponte
Direttore, Michele Mariotti
Regia Jean-François Sivadier
Regia ripresa da Rachid Zanouda / Federico Vazzola / Milan Otal
Scene Alexandre de Dardel
Costumi Virginie Gervaise
Luci Philippe Berthomé
Collaboratore alle luci Jean-Jacques Beaudouin
Trucco Cécile Kretschmar
Maestro del Coro Andrea Faidutti
Personaggi e Interpreti
Don Giovanni Simone Alberghini / Alessandro Luongo (16, 19 e 22 dicembre)
Il Commendatore Stefan Kocan
Donna Anna Federica Lombardi / Ruth Iniesta (16, 19 e 22 dicembre)
Don Ottavio Paolo Fanale / Davide Giusti (16, 19 e 22 dicembre)
Donna Elvira Salome Jicia / Raffaella Lupinacci (16, 19 e 22 dicembre)
Leporello Vito Priante / Omar Montanari (16, 19 e 22 dicembre)
Masetto Roberto Lorenzi
Zerlina Lavinia Bini / Erika Tanaka (16, 19 e 22 dicembre)
Attori Klara Cibulova / Cyprien Colombo / Federico Vazzola
Orchestra, Coro e Tecnici del Teatro Comunale di Bologna
Nuova produzione del Teatro Comunale di Bologna con Festival di Aix-en-Provence, Opéra National de Lorraine, Théâtres de la Ville de Luxembourg
Date
Sabato 15 dicembre 2018, Turno Prima, ore 20.00
Domenica 16 dicembre 2018, Turno FA, ore 15.30
Martedì 18 dicembre 2018, Turno A, ore 20.00
Mercoledì 19 dicembre 2018, Turno C, ore 18.00
Giovedì 20 dicembre 2018, Turno B, ore 20.00
Sabato 22 dicembre 2018, Turno P, ore 18.00
Domenica 23 dicembre 2018, Turno D, ore 15.30
TCBO: DON GIOVANNI CHIUDE LA STAGIONE 2018
Michele Mariotti dirige per la prima volta il capolavoro mozartiano
La regia è del francese Jean-François Sivadier, al debutto in Italia
In scena a Bologna dal 15 al 23 dicembre
Segna il debutto in Italia del regista francese Jean-François Sivadier il Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart che chiude la Stagione 2018 del Teatro Comunale di Bologna il prossimo 15 dicembre alle ore 20.00, con repliche fino al 23 dicembre.
La nuova produzione – già apprezzata nel 2017 al Festival di Aix-en-Provence, che lo ha coprodotto insieme al TCBO, all’Opéra National de Lorraine e al Théâtres de la Ville de Luxembourg – è affidata alla guida del Direttore musicale del Teatro Michele Mariotti, per la prima volta impegnato nel capolavoro di Mozart. A Bologna la regia è ripresa da Rachid Zanouda, Federico Vazzola e Milan Otal. Le scene sono curate da Alexandre de Dardel, i costumi da Virginie Gervaise e le luci da Philippe Berthomé. L’Orchestra e il Coro (preparato da Andrea Faidutti) sono quelli del Teatro Comunale. Nel cast spiccano le voci di Simone Alberghini nel ruolo del “dissoluto punito”, Vito Priante in quello di Leporello, Federica Lombardi nelle vesti di Donna Anna, Paolo Fanale in quelle di Don Ottavio e Salome Jicia come Donna Elvira (15, 18, 20, 23 dicembre).
«È importante per me che il teatro dia sempre la sensazione di essere vivo e di reinventarsi di fronte agli spettatori», scrive Sivadier, commediografo, scrittore e regista per la prosa e per l’opera lirica, che ha vinto nel 2005 il prestigioso premio Molière per aver diretto La morte di Danton di Georg Büchner.
«Con il Don Giovanni – dice Michele Mariotti – si chiude il ciclo mozartiano iniziato otto anni fa con Idomeneo, proseguito poi affrontando Die Zauberflöte e la trilogia su libretti di Da Ponte. Quest’opera ha un significato speciale per me, perché con essa si conclude il mio percorso al Teatro Comunale di Bologna, iniziato nel 2007 con L’Italiana in Algeri: undici anni di musica, di crescita professionale e umana e di tante soddisfazioni artistiche che porterò sempre con me, con riconoscenza e orgoglio. Don Giovanni è un capolavoro assoluto e come tale non esiste e non esisterà mai un’interpretazione che possa valere per tutte. È un dramma giocoso, in cui il protagonista cerca invano di calmare la sua ansia di eternità attraverso la conquista femminile, ma appunto, invano; e proprio in questo aspetto risiede l’aspetto giocoso del dramma.
Trasparenza musicale, leggerezza, cura del dettaglio (mai fine a se stesso ma sempre in relazione all’aspetto psicologico e drammaturgico), cura del suono e della pronuncia – conclude Mariotti – saranno le basi del lavoro musicale che affronteremo insieme ai solisti, all’orchestra e al coro».
Completano il cast Stefan Kocan (Il Commendatore), Roberto Lorenzi (Masetto) e Lavinia Bini (Zerlina). Nelle recite del 16, 19 e 22 dicembre saranno impegnati Alessandro Luongo (Don Giovanni), Ruth Iniesta (Donna Anna), Davide Giusti (Don Ottavio), Raffaella Lupinacci (Donna Elvira), Omar Montanari (Leporello) e Erika Tanaka (Zerlina).
Con il generoso sostegno di Alfasigma.
Le seduzioni del Don Giovanni di Mozart sul palcoscenico del Teatro Alighieri
Venerdì 12 gennaio alle 20.30 (replica domenica 14 alle 15.30) il secondo capolavoro della trilogia dapontiana
La Stagione d’Opera 2017/18 riparte dal Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart, “capolavoro di originalità stravolgente” come lo ha descritto il regista Giorgio Ferrara, che ha curato la co-produzione fra Teatro Alighieri, Festival di Spoleto e Teatro Coccia di Novara. Composto da Mozart su libretto di Lorenzo Da Ponte, questo dramma giocoso in due atti combina drammaticità e comicità, realismo e invenzione in quella che molti considerano l’opera per eccellenza. La regia di Ferrara è impreziosita dalle scene dei premi Oscar Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo e dai costumi di Maurizio Galante; sul podio dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, già protagonista dell’intero percorso della trilogia andata in scena a Spoleto, Matteo Beltrami.
Una partitura che ha del miracoloso, una creazione che ha conservato il segreto del proprio ininterrotto successo attraverso le innumerevoli chiavi di lettura proposte, un protagonista che è entrato a pieno diritto nella mitologia del mondo moderno: così nasce un capolavoro e così il Don Giovanni torna ogni volta in scena senza nulla perdere di quel fascino che ha sedotto generazione dopo generazione di spettatori. A Ravenna arriva nella co-produzione che ha debuttato quest’anno al Festival di Spoleto, ultima tappa del percorso dedicato alla trilogia dapontiana con protagonisti i giovani della Cherubini dopo il Così fan tutte presentato nella stagione precedente.
Seconda delle tre opere italiane che Mozart scrisse su libretto di Lorenzo Da Ponte, a seguito alla grande eco che Le nozze di Figaro ebbero presso i teatri di tutta Europa, il Don Giovanni fu accolto entusiasticamente al debutto al Teatro Nazionale di Praga nell’autunno del 1787 e da allora è considerato fra i massimi capolavori in assoluto di tutto il repertorio operistico. Una fortuna che si deve proprio alla natura sfuggente dell’opera, dove elementi della Commedia dell’Arte incontrano il sovrannaturale e il lirismo propri dell’opera “seria”, fino agli accenti terribili e infernali della fine di Don Giovanni: tragico e comico convivono sullo stesso palcoscenico, volti diversi della stessa realtà.
La regia di Giorgio Ferrara, senza alcuna modifica al libretto, affronta l’ambiguità del Don Giovanni sospendendone le vicende fra il mondo dei vivi e quello dei morti, tutti testimoni della disperata vitalità che scorre nelle vene dell’opera. Dopo tutto la grande sfida, l’ultima e impossibile avventura di Don Giovanni non è il confronto con una donna, ma con la Morte. Così, spiega Ferrara che ha collaborato per la drammaturgia con René de Ceccatty, “per risolvere la questione problematica del conflitto tra l’apparente gioia di vivere e di amare e la minaccia tragica, tra tradimenti erotici e fatalità dell’ultima sentenza, la Morte, dovunque presente nella musica, sia nelle arie di Donna Elvira e di Donna Anna che nelle dichiarazioni amorose di Don Giovanni, abbiamo ambientato la totalità in una cripta e in un cimitero, e non solo l’unica scena che si svolge proprio lì. Tutta l’azione si vive come un sogno, forse fatto da Sören Kierkegaard”. Il filosofo danese, che ha riflettuto proprio sulle contraddizioni implicite nell’archetipo dell’esteta rappresentato da Don Giovanni, accompagna infatti la messa in scena quasi come un nume tutelare.
Nei panni di Don Giovanni il greco Dimitris Tiliakos, al suo fianco il Leporello di Andrea Concetti; Donna Anna è Lucia Cesaroni, Don Ottavio Giulio Pelligra e il commendatore Cristian Saitta. Francesca Sassu interpreta Donna Elvira, mentre la coppia Zerlina e Masetto è Arianna Vendittelli e Daniel Giulianini. Dirige Matteo Beltrami, quarantenne direttore musicale del Teatro Coccia che già vanta una ricca carriera e ha diretto in gran parte dei teatri italiani. Il Coro San Gregorio Magno di Ferrara è invece guidato da Mauro Rolfi. La regia di Ferrara si avvale delle scene, come sempre di grande impatto ed eleganza, curate da Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, la coppia vincitrice di tre premi Oscar. Il disegno luci è firmato da Fiammetta Baldiserri, mentre i costumi sono stati affidati a Maurizio Galante, che ha trovato ispirazione nei dipinti settecenteschi di Thomas Gainsborough.
Don Giovanni sarà inoltre fra i protagonisti del secondo incontro del ciclo di conversazioni L’ippogrifo in cielo e l’aratro in terra, curate da Guido Barbieri per la Stagione d’Opera di quest’anno; il percorso si inaugura sabato 13 gennaio alle 10.30 presso la Sala Muratori della Biblioteca Classense e continuerà la settimana successiva (sabato 20 gennaio alla stessa ora alla Classense) con l’avvento del mito letterario nell’opera del Settecento. Dal genio compositivo austriaco a quello italiano, la Stagione proseguirà all’Alighieri con La fanciulla del West di Puccini (16 e 18 febbraio) e Simon Boccanegra (2 e 4 marzo); la Danza apre invece con Bella Addormentata del Junior Balletto di Toscana (20 e 21 gennaio).
Don Giovanni a Macerata:
http://www.youtube.com/watch?v=F6H8a8HwA8g
https://www.youtube.com/watch?v=0BBaAz0Wuic
Al Petruzzelli in scena con l?accompagnamento al pianoforte e al fortepiano
Don Giovanni? intimistico e teatrale
Un ?Don Giovanni? ancora pi? intimistico e teatrale con l?accompagnamento al pianoforte e al fortepiano. Forse ? questo il segreto del successo nelle repliche dell?opera di Mozart al Politeama barese, nell?allestimento del San Carlo andato in scena con lo sciopero dell?orchestra della Fondazione Petruzzelli. Marted? 18 settembre, alle 20.30, l?ultima replica, ancora da stabilire in quale forma musicale. Lo sciopero, indetto dai musicisti e coristi del teatro Petruzzelli di Bari, che ha causato la partecipazione dell?orchestra solo alla prima (slittata di un?ora), ? stato dettato da un braccio di ferro con il commissario straordinario Carlo Fuortes, a seguito dell?emanazione di un bando di concorso della Fondazione Petruzzelli che non riconoscerebbe- a detta del sindacato SLC CGIL- il diritto ?di precedenza? per gli artisti gi? impegnati nei contratti con la stessa Fondazione. Nonostante tutto, la prima replica senza orchestra ha registrato quindici minuti di applausi agli artisti, diretti da Roberto Abbado, che sicuramente ? stato privato di un protagonista importante nella sua rilettura dell?opera mozartiana, in cui aveva assegnato all?orchestra un ruolo di primo piano. Carlo Fuortes, ?nel rispetto del pubblico, degli enti finanziatori e degli artisti- come si legge in una nota della Fondazione- per le repliche successive ? stato nuovamente costretto a disporre la rappresentazione dell?opera con la direzione del maestro Roberto Abbado, il maestro Andrea Severi al pianoforte e il maestro Giuseppe La Malfa al fortepiano?. La Cgil ha attuato questa forma di protesta, in particolare, dopo aver chiesto al commissario straordinario ?l’istituzione di un tavolo per superare l’attuale gestione commissariale e trovare una soluzione per quanto riguarda gli orchestrali che erano gi? in organico prima del commissariamento”. Rigettando questa richiesta, Fuortes ha reso noto di non essere “disponibile a fare alcuna concessione”. Le date delle audizioni per i concorsi per gli orchestrali e per i coristi dovrebbero essere rese pubblicate dopo le recite del Don Giovanni. Ritornando alla rappresentazione con l?accompagnamento pianistico, ha riscontrato molto interesse tra il pubblico- che gli ha tributato una calorosissima ovazione- la lettura del pianista Andrea Severi (Teatro del Maggio Musicale Fiorentino), impegnato insieme al direttore d?orchestra Giuseppe La Malfa (preparatore per molte opere andate in scena con la Fondazione Petruzzelli) a tener insieme le fila di tutta una partitura d?orchestra. Molto intrigante la regia di Mario Martone, con una tensione drammaturgica sempre crescente, contestualizzata in un impianto scenico disegnato da Sergio Tramonti in stile con l?epoca del teatro elisabettiano. Le luci sono disegnate da Pasquale Mari. Neanche a farlo apposta, in pratica senza l?orchestra ? venuto fuori al meglio l?aspetto teatrale dell?opera mozartiana, che presenta veri e propri enigmi per certi aspetti, da interpretare secondo pi? livelli di lettura. Affiatato il cast dei cantanti, con un Don Giovanni/Alessio Arduini dall?aspetto giovane, ma con una vocalit? tecnicamente matura, affiancato da un altrettanto bravo Leporello/Nicola Ulivieri. Merito della regia aver saputo tirar fuori dagli interpreti una recitazione credibile e cesellata nell?interpretazione dei personaggi sul piano scenico. Il cast, per la maggior parte giovane, ha visto come interpreti femminili Burcu Uyar (un?intensa Donna Anna), Carmela Remigio (un?inquieta Donna Elvira) e Jana Kurucova (un?aggraziata Zerlina). Bene anche per gli altri interpreti maschili: Joel Prieto/Don Ottavio, Andrea Mastroni/Il Commendatore, John Chest/Masetto.
Mariapina Mascolo
(articolo apparso sul Quotidiano di Bari del 18-09-2012)
Pizzi firma una regia intelligente che divide il pubblico
DON GIOVANNI TORNA A BOLOGNA FRA LE CONTESTAZIONI
Ottima la prova dei cantanti, meno illuminato il direttoreTamas Pal
Torna dopo 12 anni al Teatro Comunale di Bologna il Don Giovanni di Mozart ( e Da Ponte), e lo fa in maniera tumultuosa: vivacissime contestazioni del pubblico hanno infatti accolto gran parte del cast al termine dell?opera.
Penso che sia dunque necessario iniziare la recensione parlando del versante musicale, per vedere se queste contestazioni siano state meritate o meno.
Il direttore Tamas Pal ha diretto in maniera alquanto anonima: le atmosfere non erano n? cupe (come a mio avviso dovrebbero essere nel Don Giovanni) n? frizzanti. Pal, non sapendo per quale lettura optare, se comica o tragica, ha deciso, molto poco saggiamente, di offrire una direzione incolore e inutile. Un capolavoro raffinato come quello di Mozart andrebbe servito in maniera molto differente.
Nei panni del cavaliere libertino (i riferimenti con la contemporaneit? sono casuali?) il baritono Nmon Ford, gi? pi? volte apprezzato in questo ruolo, ha dato vita a un personaggio sfacciato, sardonico, grazie a una voce calda, salda negli acuti, usata in maniera perfetta al fine di ottenere un giusto colore interpretativo. La serenata del secondo atto valga da sola a testimonianza della sua ottima prova.
Leporello era Andrea Concetti, migliore della serata: voce educatissima, non una nota fuori posto, dovizia di raffinate sfumature. L?aria del catalogo era un paradiso di buon gusto, ma anche tutti i recitativi erano curati in maniera particolare a va citata pure la sua notevole capacit? istrionica.
Juan Francisco Gatell interpretava Don Ottavio, personaggio inutile ma graziato dalla splendida musica assegnatagli. Il tenore argentino veniva a capo di questa parte senza difficolt?, anzi ? da lodare la piacevolezza e l?intensit? con cui ha cantato ?Dalla sua pace?, aria fra le pi? belle che siano mai state scritte.
Meglio poteva invece sicuramente fare William Corr?, un Masetto acerbo e piuttosto pallido, cos? come il Commendatore non a del tutto a fuoco di Christian Faravelli.
Delle tre donne, la migliore ? stata sicuramente Carmela Remigio, Elvira, peraltro la pi? fischiata dal gruppo di loggionisti in vena di stupidaggini. Oltre a cantare tutto in maniera egregia, la Remigio ha dato la giusta inflessione ad ogni parola che pronunciava, dando cos? vita a un personaggio vivo e vivido e confermandosi una delle migliori interpreti mozartiane d?Europa.
Manuela Bisceglie era una Zerlina forse un po? debole ma certamente piacevole. A far storcere il naso era invece Zuzana Markova, Donn?Anna: d?accordo, avr? l?avvenenza dalla sua parte, ma gli acuti sono sempre un terno al lotto e spaventerebbero anche Stephen King, che di terrore se ne intende? quanto alla dizione, poi? Si dica solo che la mancanza di sovratitoli (la ragione di questa scelta devo ancora capirla) rendeva incomprensibile ci? che diceva. Povero Da Ponte, che aveva scritto un testo cos? bello!
Alla luce di tutto ci?, le contestazioni ai cantanti mi sono parse del tutto fuori luogo: ci potevano stare nel caso della Markova, ma non con una veemenza tale.
Dopo ?Madamina, il catalogo ? questo? c?? anche chi dal loggione ha accusato la presenza di amplificazione tramite microfoni con un sonoro ?Vergogna?. Nulla da dire sul simpatico loggionista che ha pronunciato una simile assurdit? e su tutti gli altri ?fischiatori??
La regia era quella di Pizzi, gi? vista a Macerata due anni fa: il palcoscenico, praticamente vuoto veniva riempito di quando in quando da un letto, sul quale facilmente si pu? immaginare cosa si facesse. Le idee non originali non erano molte, va detto, ma bastavano a rendere lo spettacolo di ottimo livello. Fra Don Giovanni e Leporello intercorre un evidente rapporto di omosessualit?, proprio come nell?antica Grecia fra precettore e allievo. Gi?, perch? a mio avviso Leporello non ? soltanto il servo di del libertino, ma ne ? anche precettore: probabilmente egli tiene la lista delle conquiste di Don Giovanni poich? ? l?unico dei due capace di scrivere, ed ? dunque culturalmente superiore al padrone.
Ma queste sono solo supposizione, la verit? sul rapporto Leporello-Don Giovanni la sapevano solo Mozart e Da Ponte, anche se credo che la lettura di Pizzi non si discosti molto dalla realt? immaginata dagli autori?
Insomma, nonostante molti non gli vogliano bene, il cavaliere libertino continua a volare. E? un bene? Dipende dal cavaliere!
MICHELE DONATI
Sferisterio Opera Festival 2009 ?
45^stagione lirica di Macerata.
A cura di Giosetta Guerra
Don Giovanni : erotismo e dinamismo nel balletto dei sipari
La stagione 2009 si ? inaugurata il 23 luglio al Teatro Lauro Rossi con un nuovo allestimento del Don Giovanni di Mozart, proposto nella versione viennese del 1788.
Pier Luigi Pizzi ha costruito una scatola scenica fortemente prospettica, con fondali, pareti e soffitti a specchio, che ampliano gli spazi e riflettono l’immagine dei personaggi in ogni loro azione, anche quelle pi? private come il vestirsi e lo svestirsi; al centro ha posizionato un grande letto bianco quasi onnipresente che era il luogo principe dell?azione ed ha inventato un balletto di sipari rossi che si muovono in varie direzioni per il cambio veloce degli ambienti, dovutamente circostanziati e credibili, anche se non strettamente fedeli al libretto. Gli spazi allargati e approfonditi, le immagini fittizie perch? riflesse, il brillio moltiplicato dei colori e delle luci rappresentano le nostre illusioni. Nel mio immaginario ho provato a sostituire i sipari rossi con tutti specchi e il balletto degli specchi mi ha dato maggiormente l?idea dell?illusione e dell?inganno, perch? crea un gran tourbillon nella testa. Magnifica l?idea di uno spazio aperto nel sottopalco per celare o far scivolare le persone che non vogliono mostrarsi e per inghiottire Don Giovanni trascinato e dilaniato da fameliche Erinni nude. Spettacolare l?uso del mantello rosso fatto roteare da Leporello.
Sul piano musicale ? mancata la tinta mozartiana. Il direttore Riccardo Frizza, alla guida dell?Orchestra Regionale delle Marche, ha calcato la mano sulle sonorit? e sulle scansioni, eludendo il mistero, il brivido, il sarcasmo, la passione, l?ironia, la giocosit?, la seriosit?, la paura, la leggerezza, la canzonatura, l?istintivit?, il diabolico, che nel Don Giovanni si intersecano, si inseguono, si alternano, si amalgamano.
Sul piano vocale c?? stata una gara di voci che non ha favorito l?attuazione della linea mozartiana di canto.
Don Giovanni e Leporello sono due giovani vivaci e spensierati che mostrano spesso le loro nudit?, fin dove ? possibile ovviamente, ed essendo interpretati da due bei ragazzi come Ildebrando D?Arcangelo e Andrea Concetti, la visione ? proprio gradevole. D?Arcangelo presenta un Don Giovanni goliardico, che sprigiona eros da tutti i pori, appiccica tutte le donne al muro inondandole di effusioni amorose e oltre, circuisce l?una e in attesa che quella si riprenda sbaciucchia l?altra, a Zerlina infila una mano su su sotto la gonna per farla capitolare, insomma ? un gran pomicione che si vuole divertir, il classico tipo che ?dove non arriva ci butta il cappello? e, ?bello e impossibile con quello sguardo e quella bocca da baciare? come canta Gianna Nannini, nessuna gli resiste. Ma anche Leporello si d? da fare e cos? tutte le coppie invitate alle nozze di Zerlina, che, anche lei, non ? uno stinco di santo e sa come prendere Masetto. Scene stuzzicanti sul grande letto ci sono anche per loro e sul letto si svolgono anche molti dialoghi tra il Don e Leporello.
Intelligente scegliere il modo pi? naturale per l?ingresso del Commendatore che viene a cena: camminare.
D?Arcangelo, scattante ed elastico sulla scena, ? un bravo artista e un bravo interprete. Ha una valanga voce, densa, scura, possente, ampia, estesa, rotonda, bellissima, che sa anche ammorbidire (?Deh, vieni alla finestra?), ma che a volte usa in modo irruento (?Fin ch?han del vino?). D?Arcangelo ha detto di essere stato fregato dall?acustica del teatro che non conosceva e poi lui ? ai primi Don Giovanni e avr? modo di perfezionarsi. La pasta c?? in ogni senso.
Andrea Concetti veste alla perfezione i panni di Leporello: mobilissimo nell?azione, incisivo nell?interpretazione, bravissimo nel canto, ? un artista provetto, dotato di voce poderosa, grande e maestosa, di una mimica facciale e di un?agilit? gestuale sorprendenti.
Il soprano greco Myrt? Papatanasiu (Donna Anna) e il tenore americano Marlin Miller (Don Ottavio) sono troppo rabbiosi nel canto, la voce c?? ed ? di bel timbro, ma ? quasi sempre usata sul forte e sul gridato, lei usa ogni tanto la messa di voce e i filati, lui prova con le mezze voci ma esce il singhiozzo e la tinta mozartiana resta dietro le quinte, perch? non c?? neanche in orchestra.
Donna Elvira entra con valigia, borsa e cappello e, mentre lei inveisce contro Don Giovanni, lui e Leporello si rotolano nello spazio segreto del sottopalco. In questo ruolo Carmela Remigio si esprime con voce vibrante, estesa, ricca di armonici e con accento pungente e aggressivo, ? agile ma pi? spessore avrebbe dato pi? energia al canto.
La vocalit? pi? mozartiana ce l?ha Manuela Bisceglie (Zerlina), un soprano pulito e melodioso con bei trilli e giusta linea di canto.
William Corr? ? un bravo e agile Masetto, Enrico Iori (il Commendatore) non ? un basso profondo, ma canta bene.
Molto belli i costumi, rossi poi neri per Don Giovanni, bianchi per Leporello ed Elvira, bianchi poi neri per Anna e Ottavio, colori pastello per gli altri, nero e giallo per le maschere, nero per i servitori
I movimenti coreografici sono di Roberto Pizzuto, le luci sono di Sergio Rossi.
Lo spettacolo ha riscosso il gradimento del pubblico.
Al Teatro Bonci di Cesena un Don Giovanni in chiave moderna ma non troppo
A Cesena il 1 febbraio ? arrivato ?Don Giovanni? di Mozart, opera gi? messa in scena a Cattolica dall??Associazione Musicale Praeludium?, interpretata dai giovani talenti selezionati nel concorso lirico Gianluca Ricci di Montefiore Conca tenutosi nell?agosto dell?anno scorso. L?opera, considerata fra i pi? perfetti esempi di teatro lirico, ? un dramma giocoso in due atti, una combinazione di elementi divertenti e di venature drammatiche tali da farla ritenere sostanzialmente un?opera tragica che pone al centro della scena il mito del grande ?seduttore?. La caratterizzazione psicologica dei personaggi ? la forza di questo ennesimo prodotto del sodalizio Mozart – Da Ponte: Il nobile Don Giovanni veste il ruolo del basso buffo settecentesco e l?immoralit? dei suoi costumi lo abbassa a livello del popolo, mentre la musica straordinaria di Mozart restituisce dignit? alle donne da lui sedotte. Lo vediamo buttarsi alla conquista della contadina non meno della signora di nobili origini, libera o coniugata non importa, anzi, la vista del corteo nuziale di Masetto e Zerlina lo fa brigare subito per conquistare la novella sposa, la quale del resto tanto recalcitrante non ?, anzi dimostrer? di possedere raffinate arti seduttive sia con il nobile che con il marito. E? Leporello con la sua celebre aria a svelarci l?essenza di Don Giovanni: ?Madamina, il catalogo ? questo /Delle belle che am? il padron mio/?.. /In Italia seicento e quaranta /In Almagna duecento e trentuna /Cento in Francia, in Turchia novantuna /Ma in Ispagna son gi? mille e tre /V?han fra queste contadine /Cameriere, cittadine /V?han contesse, baronesse /Marchesine, principesse /E v?han donne d?ogni grado /D?ogni forma, d?ogni et? /Nella bionda egli ha l?usanza /Di lodar la gentilezza /Nella bruna la costanza / Nella bianca la dolcezza /Vuol d?inverno la grassotta /Vuol d?estate la magrotta /? la grande maestosa /La piccina ? ognor vezzosa /Delle vecchie fa conquista /Pel piacer di porle in lista /Sua passion predominante / ? la giovin principiante /Non si picca se sia ricca /Se sia brutta, se sia bella /Purch? porti la gonnella?./?. Cos? Donna Elvira sapr? perch? non si pu? rubare l?anima di un seduttore continuamente sollecitato dalla curiosit? e dalla brama di un fugace possesso, che non esita a gettarla fra le braccia del suo servo. Il librettista Lorenzo da Ponte si serv? del vecchio dramma di Tirso de Molina ?El burlador de Seville? nonch? di elementi della precedente opera buffa ?Il convitato di pietra?di Giuseppe Cazzaiga su libretto di Giovanni Bertati. Ambientata a Siviglia nel XVI secolo , l?opera mostra il libertino Don Giovanni intento a praticare la sua professione quotidiana, fare conquiste femminili. L?opera si ? ammantata di leggenda anche perch? pare che Mozart abbia terminato l?Ouverture nella notte precedente la prima. Essa ? composta da due parti, Andante con moto che si ripete nel corso dell?opera, anche per la morte di Don Giovanni, e un Allegro-festoso, insomma contiene le due anime dell?opera, quella buffa e quella drammatica. ?Don Giovanni debutt? il 28 ottobre 1787 al Teatro degli Stati Generali di Praga e fu un successo trionfale confermato dalle tre repliche successive. Del resto l?opera era stata commissionata dal direttore del teatro di Praga per lo straordinario successo riportato a Praga da ?Le Nozze di Figaro?. Nella versione cesenate l?esecuzione ? stata affidata all?orchestra Sinfonica G.Rossini di Pesaro con la direzione appassionata e impeccabile di Daniele Agiman. Le scene hanno decontestualizzato il soggetto dalla sua epoca storica (Siviglia- XVI secolo) per portarlo agli anni cinquanta- sessanta. Per quanto spoglia e sostanzialmente ascettica, la scena si ? riscattata con trovate registiche di sicuro effetto (alcuni elementi mobili per localizzare le scene, un giardino che cela i personaggi mascherati, una vasca al centro del palco da cui esce Don Giovanni ammantato della sua virile bellezza, la lapide funeraria che si anima, un enorme palpitante tendaggio rosso fiamma pendente dal soffitto che contestualizza la festa del primo atto e si trasforma nel finale del secondo atto nell?inferno agitato da luci di fuoco che inghiotte il peccatore assassino, trascinato negli inferi dal Commendatore che ha ucciso). La regia e le scene sono dell?esperto regista Beppe de Tomasi, che inizi? la carriera con Madame Butterfly nel 1967 e ha proseguito nei teatri di tutto il mondo, coadiuvato dal regista Renato Bonajuto. I costumi di Artemio Cabassi combinano magistralmente colori e fogge suscitando il consueto stupore e le luci sono distribuite ad arte da Nevio Cavina. Il baritono trentatreenne Quirijin de Lang ? stato un Don Giovanni convincente, seppure troppo giovane e con un registro vocale di baritono leggero che non ? propriamente come prescrive la partitura, Leporello ? stato reso ottimamente dal basso Daniele Macciantelli, grande padronanza scenica nell?alta figura fasciata di pelle nera, combattuto tra l?ironia, l?insolenza e la sottomissione al padrone. . Ottima prestazione ? stata fornita da Peter Balczo, giovane tenore ungherese, nei panni di Don Ottavio e molto bravo e mobile in scena il baritono Riccardo Fioratti nel ruolo di Masetto. Un encomio va anche ai personaggi femminili interpretati dai soprani Chiara Moschini nel ruolo ambiguo di Zerlina, combattuta fra la fedelt? al marito e l?attrazione verso il seduttore, Alexandra Zabala encomiabile nel rond? ?Non mi dir, bell?idol mio? cantato da Donna Anna con largo uso di colaratura in chiave drammatica e da Agata Biankovska (Donna Elvira). Queste ultime due hanno magnificamente sostituito le legittime titolari del ruolo Francesca Micarelli e Belen Lopez Leon. Il basso Abramo Rosalen ha caricato il personaggio del Commendatore dei toni drammatici della scena del delitto e di quelli inquietanti e tenebrosi del secondo atto. In sintesi un cast perfettamente affiatato e privo di anelli deboli che ha realizzato una performance degna di cantanti in carriera, qual ? ad esempio il basso Rosalen. Complimenti dunque a questi ?debuttanti? di grandissimo livello. Si ? comportato bene anche il coro lirico Croma di Ancona diretto da Riccardo Serenelli, sebbene un po? oscurato dalle scelte della regia. Nel complesso una bella versione di un?opera che non cessa di incantare per i suoi contenuti musicali, stilistici e psicologici capaci di appassionare anche il pubblico smaliziato contemporaneo.
Attilia Tartagni 3 febbraio 2011
sabato 27 marzo 2010
Ancona, Teatro delle Muse: Don Giovanni edizione Macerata.
pubblicato su http://www.mariotiberini.blogspot.com
Don Giovanni – Teatro delle Muse di Ancona
(recita del 21 marzo 2010)
di Giosetta Guerra
Approda al teatro delle Muse di Ancona il bell?allestimento di Don Giovanni che Pier Luigi Pizzi aveva ideato per la stagione maceratese 2009. La scatola scenica, costruita in prospettiva, mantiene gli specchi solo su una parete e i sipari, che si aprono e si chiudono anche incrociandosi per il cambio veloce e nascosto degli ambienti o che si posizionano per aumentare la profondit? della scena, non sono rossi ma marrone. Ricreato anche il geniale spazio aperto nel sottopalco per celare o far scivolare le persone che non vogliono mostrarsi e per inghiottire Don Giovanni trascinato e dilaniato da fameliche Erinni nude. Gli arredi sono gli stessi: un grande letto bianco quasi onnipresente, un divanetto e delle poltroncine d?epoca, una tavola, alcuni sgabelli e?un mantello rosso: simbolismo e non descrittivismo, essenzialit? e non ridondanza. Un allestimento pulito, stilizzato, chiaro (per la comprensione) anche se spesso in penombra, leggero, elegante, con pochi colori decisi, insomma PIACEVOLE.
La regia gioca sempre sull?erotismo giocoso e scanzonato del duo Don Giovanni- Leporello e sulla loro prestanza fisica spesso messa a nudo, sulla fragilit? dei sentimenti, sulle intemperanze della giovent? e sul mistero che circonda la finale resa dei conti. I personaggi sono tutti giovani e cos? gli interpreti. La maggior parte degli artisti sono quelli che avevano cantato a Macerata: il bravissimo basso marchigiano Andrea Concetti nel ruolo di Leporello, il soprano greco Myrt? Papatanasiu in quello di Donna Anna, i soprani Carmela Remigio come Donna Elvira e Manuela Bisceglie per Zerlina, il basso William Corr? (Masetto). Concetti, straordinario sia scenicamente che vocalmente, ha le molle in corpo e una miniera d?oro in gola (bella voce scura ricca di armonici, estesa e vibrante, dal colore speciale nella tessitura grave, sonora e musicale in tutta la gamma, interpretazione curata in ogni gesto). Corr? ? un giovane basso dal bel timbro e molto credibile nei panni di Masetto. La Remigio canta bene con giusto accento, buona messa di voce, dizione non sempre chiara, la voce ? bella e vibrante, di medio spessore, l?interpretazione appropriata. La Papatanasiu ha voce tagliente, estesa, di buon peso e la usa prevalentemente sul forte o sul mezzoforte, ma riesce anche a piegarla a lunghi ed estasianti filati, a bellissimi suoni tenuti a lungo, all?agilit? dei trilli, la dizione ? da perfezionare. La Bisceglie ? un soprano dalla voce fresca che riesce ad esprimere la tinta mozartiana.
Un miglioramento c?? stato nella scelta del Commendatore, interpretato dall?ottimo basso profondo Gudjon Oskarsson (voce poderosa, ampia, di grande peso, di bellissimo colore, sonorissima in ogni registro, emissione correttissima) e di Don Ottavio, interpretato da Saimir Pirgu, un tenore dal timbro bello e deciso, dalla grana vocale robusta e nel contempo duttile, quasi un baritenore per la corposit? e il peso della voce, che sa anche piegarsi a morbidezze e delicate mezze voci (?Alla sua pace?), capace di fiati lunghissimi, tenuta dei suoni in acuto e in grave, eccelse messe di voce e smorzature e giusto accento (?Il mio tesoro intanto? da manuale).
Un peggioramento invece c?? stato nell?affidare il ruolo protagonista di Don Giovanni ad un cantante che in pratica non abbiamo sentito cantare. Il baritono americano Nmon Ford, un bellissimo ragazzo di colore dal fisico aitante, dalle movenze feline e dal sorriso accattivante, ha presentato un Don Giovanni stuzzicante e sensuale, ma spiazzante sotto il profilo vocale, la sua voce non l?abbiamo sentita: il suono ? inconsistente, il canto ? solo accennato sottovoce, non c?? una linea di canto, talvolta esce un volume pi? consistente o una frase pi? timbrata, ma allora la voce risulta opaca e con un vibrato intenso che la rende tremolante. No volume, no spessore, no colore = no Don Giovanni. Eppure gli ? stato conferito il Premio Corelli 2010. Boh!
Alla guida dell?Orchestra Regionale delle Marche e dell?Orchestra fiati di Ancona, il direttore Asher Fisch ha tenuto inizialmente tempi lenti, senza ritmo, poi il colore ? cresciuto e cos? l?equilibrio, fino a far uscire la tinta mozartiana. I movimenti coreografici sono di Roberto Pizzuto, le luci di Sergio Rossi. Lo spettacolo ha riscosso il gradimento del pubblico.
Pubblicato da Associazione Musicale Mario Tiberini a 10.13
pubblicato sul blog: UNA VOCE POCO FA – OPERA – MUSICA
domingo 28 de marzo de 2010
Don Giovanni de Mozart en Ancona, Italia
Giosetta Guerra
Se present? en el Teatro delle Muse de Ancona la hermosa producci?n esc?nica de Don Giovanni que Pier Luigi Pizzi ide? para la temporada 2009 del festival de opera de Macerata
La caja esc?nica, construida en perspectiva, mantuvo solo los espejos sobre una de las paredes y las cortinas, que se abr?an, se cerraban, y se cruzan para cubrir los diferentes ambientes y para aumentar la profundidad de la escena, no fueron m?s rojas sino marr?n. Se coloc? tambi?n el ingenioso espacio abierto en la parte baja del escenario, donde se escond?an quienes no quer?an ser vistos y hacia el que fue tragado y arrastrado Don Giovanni por unas hambrientas erinias desnudas. El inmobiliario fue el mismo: una gran cama blanca casi omnipresente, un div?n y sillones de la ?poca, una mesa, algunos bancos y un mantel rojo: en lo que fue simbolismo y no descr?ptivismo, y esencialidad sin redundancia. Una producci?n pulida, estilizada, clara (para la compresi?n) y aunque frecuentemente estuvo en penumbra, resulto ligera, elegante y de pocos colores. En suma, agradable.
La direcci?n esc?nica jug? siempre con el erotismo jocoso y liviano del d?o Don Giovanni- Leporello, con su prestancia f?sica frecuentemente medio desnuda, con la fragilidad de los sentimientos, el desenfreno de la juventud y el misterio que rodea el final de los hechos. Los personajes y sus int?rpretes fueron todos j?venes.
La mayor parte de los artistas cantaron en las representaciones en Macerata. El buen bajo Andrea Concetti, como Leporello, la soprano griega Myrt? Papatanasiu como Donna Anna, las soprano Carmela Remigio como Donna Elvira y Manuela Bisceglie como Zerlina, y el bajo William Corr? (Masetto). Concetti, que estuvo extraordinario esc?nicamente y vocalmente, tiene un cuerpo ?gil y una mina de oro en la garganta (su bella voz oscura es rica en arm?nicos, pareja y vibrante, de color especial en la tesitura grave, sonora y musical en toda la gama, y la interpretaci?n es muy cuidada en cada gesto). Corr? es bajo joven de hermoso timbre y muy cre?ble como Masetto. La Remigio cant? bien con un justo acento, buena producci?n vocal, dicci?n no siempre clara, pero de preciosa voz y vibrante, de medio espesor, y apropiada interpretaci?n. La Papatanasiu, posee una voz afilada, pareja y con buen peso, que utiliz? predominantemente sobre el fuerte o el medio fuerte, y logr? dominarla con largos y emocionantes filados, y bellos sonidos sostenidos a todo lo largo, agilidad en los trinos, aunque su dicci?n podr?a perfeccionarse. La Bisceglie es un soprano de voz fresca que pudo expresar la tinta mozartiana. Una mejora respecto a la versi?n de Macerata fue la elecci?n del Comendador, interpretado por el optimo bajo profundo Gudjon Oskarsson, de poderosa voz, amplia y de gran peso, grato color, muy sonora en cada registo, y correcta emisi?n, y con el Don Ottavio interpretado por Saimir Pirgu, un tenor de bello y preciso timbre, de robusta grana vocal y al mismo tiempo d?ctil, casi un baritenor por el cuerpo y el peso de la voz que sabe dominar con suavidad y delicados medios (?Alla sua pace?), capaz de emitir extensos fiatos, y mantener sonidos en agudo y en grave con excelsa masa de voz, tenue y de justo acento (?Il mio tesoro intanto? fue de manual).
Comparado con Macerata, se empeor? confiando el papel protagonista de Don Giovanni a un cantante que en la pr?ctica no hab?amos escuchado cantar. El bar?tono americano Nmon Ford, un hermoso joven de color y robusto f?sico, de movimientos felinos y sonrisa cautivante, quien present? un Don Giovanni provocador y sensual, pero poco agradable desde el perfil vocal, su voz no se escuch? y el sonido fue inconsistente, ya que su canto fue en voz baja, sin una l?nea de canto, y aunque en ocasiones emiti? un volumen mas consistente o una frase mas timbrada, la voz por ahora result? opaca y con un intenso vibrado que la hace tremulante. Sin volumen, sin espesor, y sin color, es igual a no tener un Don Giovanni. Aun as? se le otorg? el Premio Corelli 2010.
Guiando a la Orchestra Regionale delle Marche y a la Orchestra fiati di Ancona, el director Asher Fisch inici? con tiempos lentos y sin ritmo, para despu?s ir creciendo en color y equilibrio, hasta hacer salir la tinta mozartiana. Los movimientos coreogr?ficos fueron de Roberto Pizzuto y la iluminaci?n de Sergio Rossi. El espect?culo fue del gusto del p?blico.
Publicado por Una voce poco fa en 12:17