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Teatro Nuovo di Spoleto, Italy, Spoleto Festival 1982
Wolfgang Lenz, Magdalena Cononovici, Dieter Brencke, Robert Schunk, Silvana Mazzieri, Francesco Memeo
Conductor Christian Badea
Spoleto Festival Orchestra
The Westminster Choir
Chorus Master Joseph Flummerfelt
Regia Franz Marijnen
Stage Designer Jean-Marie Fievez
Costume Designer Lioba Winterhalder
Lighting Designer Sergiuo Rossi
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Met 2020
Conductor
Valery Gergiev
Regia
François Girard
Set designer
John Macfarlane
Costume designer
Moritz Junge
Lighting designer
David Finn
Projection designer
Peter Flaherty
Choreographer
Carolyn Choa
Dramaturg
Serge Lamothe
Daland
Franz-Josef Selig
Steersman
David Portillo
Dutchman
Evgeny Nikitin
Mary
Mihoko Fujimura
Senta
Anja Kampe
Erik
Sergey Skorokhodov
Senta dancer
Alison Clancy
Bologna 2001
Direttore Stefan Anton Reck
Regia, scene e costumi Yannis Kokkos
Maestro del Coro Andrea Faidutti
Der Holländer Mark S. Doss
Daland Mika Kares
Senta Anna Gabler
Erik Marcel Reijans
Der Steuermann Gabriele Manglione
Bayreuth 2013
Jan Philipp Gloger Regia
Christof Hetzer Stage design
Karin Jud Costumes
Urs Schönebaum Lighting
Franz-Josef Selig Daland
Ricarda Merbeth Senta
Tomislav Mužek Erik
Christa Mayer Mary
Benjamin Bruns Der Steuermann
Samuel Youn Der Holländer
Bayreuth Festival Chorus
Eberhard Friedrich Chorus direction
Bayreuth Festival Orchestra
Christian Thielemann Conductor
L?OLANDESE VOLANTE A BOLOGNA PER IL BICENTENARIO WAGNERIANO
I festeggiamenti per il duecentesimo compleanno di Wagner in Italia vedono protagonista l?Olandese Volante, rappresentato con allestimenti diversi in molti teatri della Penisola. Anche il Teatro Comunale di Bologna ha deciso di offrire al suo pubblico una bella edizione del capolavoro giovanile wagneriano, ben raccontato dalla regia di Yannis Kokkos (qui gi? vista nel 2000, e ripresa da Stephan Grogler). Apprezzo molto lo stile visionario del regista greco naturalizzato francese, che calza a pennello con un?opera estremamente inquietante quale ? l?Olandese. La spettralit? di libretto e partitura ? posta sulla scena tra fumi, tenebre, apparizioni vagamente infernali. Sembra, e il merito va dato soprattutto a Wagner oltre che a Kokkos, di sentire la propria pelle fradicia del mare norvegese, nero come quello dell?epica greca. E il rapporto fra mito greco e leggenda romantica sembra essere una delle tematiche pi? indagate, in maniera sotterranea, dal genio tedesco: i suoi ?drammi musicali? sono sempre avvolti da una ancestrale patina di sacralit?, le note sembrano sgorgare da un silenzio originale (esempio preclaro ne ? il preludio della Rheingold). Una concezione cos?, oso dire, misterica del teatro prende avvio con l?Olandese Volante, nel quale per la prima volta sono ravvisabili gli stilemi che, affinati e sviluppati, caratterizzeranno l?intera produzione del lipsiense. Kokkos ? stato molto bravo nel comprendere la natura del testo e della musica, regalando un allestimento denso di poesia e tensione narrativa. Molto efficace la scenografia comprendente un enorme specchio.
Il lato musicale dello spettacolo era contraddistinto dalla lentezza della direzione di Stefan Anton Reck. Una scelta che pu? mettere o meno d?accordo, ma che, in maniera inedita, ha conferito all?Olandese un tocco di italianit? per via delle ampie campate melodiche che spesso venivano a formarsi. Se non fosse stato per l?opulenza dell?orchestrazione, certe note in staccato, molto marcate, sarebbero parse sottilmente mozartiane. La compagnia di canto presente alla recita di sabato 16 marzo si ? rivelata all?altezza. A dominare la serata Elena Popovskaya, dotata di bellissimo timbro autenticamente sopranile e di acuti ben proiettati. Molto positiva anche la prova di Thomas Hall, l?Olandese, tutta puntata su un fraseggio finemente lavorato con cura certosina. Sufficiente Mika Kares, basso profondo il cui unico difetto sono proprio le note gravi, che rivelano una difficolt? nell?emissione. Non proprio l?ideale, ma nel complesso una presazione onesta. Chi invece non ha soddisfatto ? Charles Workman, che ha dato vita ad un Erik piuttosto monocorde, dalla voce affaticata, priva di lirismo romantico, e dagli acuti a rischio sfaldamento. Al termine della recita tutti gli artisti sono stati applauditi con calore. I wagneriani bolognesi hanno gi? iniziato l?attesa per l?appuntamento imprescindibile con il bel Parsifal del prossimo gennaio.
Michele Donati
Bellissima quella porta altissima, magari avere una porta di cacsa cosi grande e con que lpanorama, e magari tanti amici tutti i giorni :p
Teatro Regio di Torino
L’OLANDESE VOLANTE DI WAGNER
UN’ECCELLENZA CHE FA MEDITARE
“L’olandese volante” ovvero “Il vascello fantasma” di Wagner in scena al Regio di Torino fino a domenica 21 ottobre, ? uno spettacolo di eccellenza. Quello che esalta ? che la genialit? di Wagner, che qui piu’ che mai traccia la strada a quello che sar? il verismo in musica, senza anticiparne le volgarit?, viene qui ad abbinarsi a quella di un magnifico direttore d’orchestra italiano come Gianandrea Noseda che ha il coraggio e la forza, anche fisica, di offrirci l’opera in un blocco unico di due ore e un quarto di musica mai interrotta, seguito da un’orchestra che conferma rara intelligenza, oltre alla professionalit?. Di qui un impatto emozionale quasi violento che riesce a fare un tutt’uno di platea, palcoscenico e golfo mistico.
Oltre due ore di musica e canto nel piu’ assoluto silenzio del pubblico, anche se tutti e tutto avrebbe meritato applausi a scena aperta in piu’ di una occasione.
Ma geniale ? stata anche la regia di Stefan Heinrichs che ha curato l’allestimento dall’originale di Willy Decker: un impianto scenico unico di Wolfgang Gussmann, dove luci e sapienti proiezioni vivificano un racconto scenicamente coinvolgente.
Un racconto al quale d? realistica vitalit? anche l’ottimo coro del Regio che canta e interagisce con estrema professionalit?.
Inutile fare un commento differenziato per le voci degli artisti, tutti perfettamente capaci di nobilitare la scrittura vocale di Wagner. Inizio l’elenco per rispetto all’et? con l’anziano ma sempre autorevolissimo basso Kurt Rydl (Daland) per proseguire con la bella e vocalmente sfolgorante Ann Peterson (Senta), il granitico Thomas Hall (L’Olandese), il tenore Kor-Jan Dusseljee (Erik) interprete wagneriano semplicemente ideale, il calibratissimo Vicente Ombuena (Il timoniere) e l’unica artista italiana del cast, il mezzosoprano Claudia Nicola Bandera (Mary) che se non ha la dirompente sonorit? vocale dei colleghi, ha la sapienza di creare un personaggio autentico, che d? umanit? a tutto il racconto.
Il Vascello Fantasma naviga nell’eternit? spinto dalla propria inarrestabile condanna. Perfetto quindi darne una rappresentazione senza tempo, senza dettagli identificativi di un’epoca, di un luogo. Anche perch? il “luogo” ? il mare e allora o trasporti tutto su due navi alla fonda in una cala qualsiasi del Mare del Nord e affidi la narrazione ad una cinepresa, oppure, su un palcoscenico, il mare lo puoi solo intravvedere e immaginare.
Noseda dirige e senti la vibrante passionalit? italiana nella sua lettura. Cos? non ti puoi sottrarre all’idea di come doveva essere magnifico stare a teatro in compagnia di Richard Wagner quando a cantarlo, nella traduzione italiana, erano Giuseppe Borgatti o Aureliano Pertile, Nazareno De Angelis e Tancredi Pasero, Maria Caniglia e Giuseppina Cobelli, Ebe Stignani e Elena Nicolai, Luigi Rossi Morelli e Afro Poli.
Siamo nel 2012, abbiamo realizzato l’Unione Europea, ci riempiamo la bocca ogni giorno di “globalizzazione”. Diventa inopportuno e tremendamente “retr?” pensare di poter ascoltare “Carmen” e “Werther” nella traduzione italiana, e cos? “Il flauto magico” di Mozart o tutte le opere di Wagner.
Ma allora perch? non smettiamo di doppiare i film?
Forse perch? i film sono per tutti e l’opera lirica ? per pochi?
Questa s? che ? una bestemmia.
E l’ignoranza trionfa.
Daniele Rubboli