Adelaide di Borgogna

Posted by on February 11, 2021

Bologna 2011 Conductor Dmitri Jurowski Ottone Daniela Barcellona Adelaide Jessica Pratt Berengario Nicola Ulivieri Adelberto Bogdan Mihai Eurice Jeannette Fischer Iroldo Francesca Pierpaoli Ernesto Clemente Antonio Daliotti Orchestra e Coro del Teatro Comunale di Bologna. Maestro del Coro Lorenzo Fratini. La regia televisiva è di Tiziano Mancini Pesaro XXXII ROF 2011 Jessica Pratt, Bogdan Mihai, Nicola

Bologna 2011

Conductor Dmitri Jurowski

Ottone Daniela Barcellona
Adelaide Jessica Pratt
Berengario Nicola Ulivieri
Adelberto Bogdan Mihai
Eurice Jeannette Fischer
Iroldo Francesca Pierpaoli
Ernesto Clemente Antonio Daliotti

Orchestra e Coro del Teatro Comunale di Bologna.
Maestro del Coro Lorenzo Fratini.

La regia televisiva è di Tiziano Mancini

Pesaro
XXXII ROF
2011

Jessica Pratt, Bogdan Mihai, Nicola Ulivieri, Daniela Barcellona, Jeannette Fischer

Conductor Dmitri Jurowski
Orchestra del Teatro Comunale di Bologna
Coro del Teatro Comunale di Bologna
Chorus Master Lorenzo Fratini

Regia Pier’Alli

Adelaide: Mariella Devia
Ottone Martine Dupuy
Adelberto Ernesto Palacio
Berengario Armando Caforio

Conductor Alberto Zedda

Paris, Salle Pleyel
May 1988

1 thought on “Adelaide di Borgogna

  1. ROSSINI OPERA FESTIVAL 2011

    di Giosetta Guerra

    Teatro Rossini – Adelaide di Borgogna

    Edizione critica della Fondazione Rossini e di Casa Ricordi, a cura di Gabriele Gravagna e Alberto Zedda

    opera inaugurale della XXXII edizione del R.O.F.
    (10 agosto 2011, prima)

    Una lodevole e dovuta operazione culturale per continuare la riscoperta delle opere rossiniane dimenticate.

    Adelaide di Borgogna, dramma per musica in due atti, composta a Napoli nel 1817, debutt? senza successo al Teatro Argentina di Roma il 27 dicembre.
    Forse il libretto scialbo e con qualche imprecisione storica e geografica di Giovanni Schmidt non stimol? la creativit? di Rossini, che rius? parte della musica per Eduardo e Cristina.
    L?argomento ? un episodio della storia medioevale italiana. Berengario usurpa la corona di Lotario, re d’Italia dal 945 al 950, dopo averlo avvelenato. Poi pretende di dare in sposa a suo figlio Adelberto la vedova di Lotario, Adelaide di Borgogna, la quale si rifiuta e si nasconde nella fortezza di Canossa nell’appennino reggiano, sotto la protezione di Iroldo; ma, quando Berengario assedia la fortezza, chiede aiuto ad Ottone il Grande, imperatore di Germania, offrendosi come sua sposa e cedendogli i suoi diritti sul regno italico. Berengario allora prende tempo con ingannevoli proposte di pace e, quando Ottone ed Adelaide si avviano al tempio per le nozze, scoppia il tumulto che costringe Ottone alla fuga, mentre Adelaide viene presa prigioniera. Comunque la storia ha lieto fine per Ottone e Adelaide, ma anche per gli altri due che vengono liberati su preghiera di Eurice, moglie di Berengario, e poi sconfitti da Ottone che torna trionfatore.
    La musica di quest?opera piuttosto narrativa ? pi? bella ed elaborata nelle pagine strumentali che in quelle scritte per le parti vocali.
    Dmitri Jurowski ha tecnicamente ben diretto la brava ed esperta Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, rispettando i tempi, i ritmi, i colori, le sonorit? e le atmosfere richiesti, e anche l?ottimo coro di Bologna, preparato da Lorenzo Fratini. Morbido l?accompagnamento delle arie di Adelaide, colorato e stringato nei crescendo, pizzicati dei violini per il duetto Ottone/Adelaide.
    I personaggi principali hanno avuto interpreti/cantanti di pregio: il mezzosoprano/contralto en travesti di ceppo virtuosistico Daniela Barcellona per Ottone, l?australiano soprano lirico d?agilit? Jessica Pratt per Adelaide, il basso cantante Nicola Ulivieri per Berengario.
    Daniela Barcellona, oltre alla nota autorevolezza scenica nei ruoli maschili, possiede una collaudata tecnica di canto, che d? spessore ad una voce chiara, luminosa, agile e svettante in zona acuta, incisiva nell?accento, sicurezza nella coloratura di forza e nelle puntature acute, consente un?emissione morbida e precisa in tutti i registri, con suoni calibrati e di giusto peso anche in zona grave.
    Jessica Pratt ? una belcantista virtuosa e musicale, che fa un largo uso di delicate mezze voci e di lunghi filati (?O cara immagine? cantata con un fil di voce ma sonoro e con morbido accompagnamento orchestrale), la voce ? limpida, l?emissione ? sicura anche nel canto molto sbalzato, facile ? l?ascesa alla zona acuta e sovracuta, dove a volte arriva come un fulmine e dovrebbe controllarsi, la figura ? elegante e il gesto regale.
    Nei duetti le voci del soprano e del mezzosoprano sono in perfetta sintonia e danno spessore ai personaggi interpretati.
    Il basso Nicola Ulivieri esibisce un mezzo vocale sonoro e di bel colore, un?autorevole presenza scenica e un?adeguata abilit? interpretativa.
    Qualche riserva per il giovane tenore rumeno Bogdan Mihai nel ruolo di Adelberto, contestato per mancanza di fluidit? d?emissione nella difficile aria sbalzata ?Grida o natura?, ma gi? qualche ingolatura e qualche agilit? un po? forzata si erano avvertite fin dall?inizio (?Della tua patria?), comunque il tenore sale bene verso la tessitura acuta ed ha una certa personalit? d?interprete. Facciamolo crescere.
    Gli altri sono: il soprano Jeannette Fischer (Eurice moglie di Berengario), che canta bene,
    Francesca Pierpaoli (Iroldo) e Clemente Antonio Daliotti (Ernesto).
    L?opera contiene molti recitativi accompagnati dal clavicembalo e tanti bei duetti ed insiemi.
    La contestazione pi? sonora ? stata riservata a Pier?Alli, responsabile di regia, scene, costumi e progetto luci.
    In occasione delle celebrazioni dei 150 dell’Unit? d’Italia, Pier?Alli ha trasportato un storia dell?alto Medioevo in pieno romanticismo ottocentesco con tanto di Inno di Mameli in apertura, bandiere sventolanti, fucili ed elmetti in corso d?opera, coccarde rosse, fasce verdi e fiori bianchi nel finale, ma il guazzabuglio di proiezioni disturbanti e spesso banali che sostituivano la scenografia era un puzzle confuso di immagini delle due epoche. La regia statica, i costumi di epoche varie (compare perfino la plastica), le luci scarse hanno fatto esplodere la rabbia del pubblico. Chiss? se l?avranno anche pagato?

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