vale la pena leggere. L’ho trovato molto istruttivo, come ho fatto ricerche molto ultimamente sulle questioni pratiche, come si parla di …
Invidio la tua capacit? di pubblicare bellissimo articolo – voleva semplicemente dire che in questo modo!
Recensione del concerto
Il meraviglioso Bach di Jordi Savall
Una intensa e trascinante interpretazione dei concerti brandeburghesi ha aperto la stagione 2010-2011 della IUC
Il mese di ottobre ?, tradizionalemente, periodo di inaugurazioni delle stagioni concertistiche. A Roma tutte le istituzioni musicali stanno iniziando la loro attivit? 2010-2011 con proposte molto attraenti e di grande valore. L’Istituzione Universitaria dei Concerti, tra queste, si ? posta all’attenzione del pubblico e della critica con un concerto di straordinario interesse che la pone alla pari con le altre grandi istituzioni romane.
La ribalta ? stata affidata, il 17 ottobre, a Jordi Savall ed al complesso Le Concert de Nations che, per l’occasione, hanno eseguito i sei Concerti Brandeburghesi di Johann Sebastian Bach, composizioni che raramente il musicista catalano inserisce nei concerti dal vivo, rendendo cos? l’esecuzione un evento quasi unico.
Il pubblico e gli appassionati hanno ben capito la valenza di questo appuntamento ed hanno affollato, al limite della capienza, come raramente avviene purtroppo, l’Aula Magna dell’Universit? la Sapienza per assistere a questa esecuzione che si ? rivelata, come nelle attese, di grande fascino ed intensit? musicale, trascinante ed entusiasmante.
Gi? la sequenza dei concerti scelta ? stata fondamentale per la riuscita del concerto. Savall infatti ha voluto dare all’esecuzione un certa struttura logica che tenesse in considerazione le caratteristiche e le tonalit? di ogni singolo concerto. La prima parte prevedeva il concerto n.3 in sol maggiore, il concerto n. 5 in re maggiore ed il concerto n. 2 in fa maggiore. La seconda parte, invece, nell’ordine, il n. 4 in sol maggiore, il n. 6 in si bemolle maggiore ed il numero 1 in fa maggiore.
Tale sequenza consentiva alle due parti del concerto un bilanciamento ideale, che prevedeva l’apertura con due concerti, il 3? ed il 4?, che presentano delle analogie, in primis, la tonalit? d’impianto (sol maggiore) ma anche degli ‘incipit’, forse tra i pi? conosciuti dei brandeburghesi, dove si evidenzia con compattezza la parte degli archi.
Stesso discorso per i concerti posti a conclusione delle due parti, rispettivamente il 2? ed il 1?, anch’essi accomunati dalla medesima tonalit? (Fa maggiore) ed in possesso di due finali particolarmente trascinanti che prevedono l’impiego di un alto numero di strumentisti, entrambi travolgenti.
Tra questi due poli sono stati inseriti, rispettivamente per le due parti del programma, il 5? ed il 6? concerto, che hanno, nell’ordine, le tonalit? d’impianto di re maggiore e si bemolle maggiore mostrando cos? una piccola relazione strutturale, essendo al secondo posto, rispettivamente, nel Circolo delle quinte ascendenti delle tonalit? maggiore e e delle quarte discendenti delle tonalit? maggiori.
Tale cura ‘strutturale’ del programma ha reso le due parti del concerto perfettamente equilibrate tra loro consentendo un ascolto pi? organico che, magari, la semplice sequenza dei concerti da 1 a 6 non avrebbe garantito. Questa visione. ovviamente, dona una percezione pi? strutturata dei Concerti Brandeburghesi, utile, si, all’ascoltatore ma, certo, non aggiunge nulla all’immenso valore di ognuno di essi , che si evidenzia, indiscutibilemnte, in qualunque sequenza siano eseguiti..
Per quanto riguarda l’esecuzione possiamo dire che ? stata straordinariamente coinvolgente. Le Concert de Nations ? un complesso formato da ottimi musicisti e Savall ? stato molto abile a plasmare il loro suono restituendoci un’esecuzione esemplare, omogenea in tutte le sue parti,cos? come accurato ? stato nella scelta dei tempi, risultati serrati dove necessario, senza mai trascurare la ‘cantabilit?’ che ? uno dei fondamenti della poetica musicale bachiana.
Le parti soliste sono state di assoluto pregio tra le quali spiccavano il violino di Riccardo Minasi, le tromba barocca di Guy Ferber che si ? districato bene nelle insidie virtuosistiche del 2 brandeburghese ed il flauto traverso di Marc Hantai senza dimenticare la prestazione dello stesso Savall come solista di viola da gamba.
Vogliamo concludere mettendo in risalto anche un altro pregio che, anche questa volta ? emerso in un concerto di Savall, il filo diretto che si crea tra esecutori e pubblico, dimostrato dal bis che il musicista ha concesso, gentile ringraziamento per l’entusiasmo dimostrato per l’esecuzione. Nel presentare, la Contredanse da Le Bor?ades di Jean-Philippe Rameau ha invitato il pubblico ad eseguire, battendo le mani, un piccolo inciso ritmico da unire alla musica. L’entusiasmo della sala, in quel momento, ? salito alle stelle ed ? stato lo strumento che ci ha consentito di capire, senza ombra di dubbio, l’entit? del successo di questo concerto.
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vale la pena leggere. L’ho trovato molto istruttivo, come ho fatto ricerche molto ultimamente sulle questioni pratiche, come si parla di …
Invidio la tua capacit? di pubblicare bellissimo articolo – voleva semplicemente dire che in questo modo!
Recensione del concerto
Il meraviglioso Bach di Jordi Savall
Una intensa e trascinante interpretazione dei concerti brandeburghesi ha aperto la stagione 2010-2011 della IUC
Il mese di ottobre ?, tradizionalemente, periodo di inaugurazioni delle stagioni concertistiche. A Roma tutte le istituzioni musicali stanno iniziando la loro attivit? 2010-2011 con proposte molto attraenti e di grande valore. L’Istituzione Universitaria dei Concerti, tra queste, si ? posta all’attenzione del pubblico e della critica con un concerto di straordinario interesse che la pone alla pari con le altre grandi istituzioni romane.
La ribalta ? stata affidata, il 17 ottobre, a Jordi Savall ed al complesso Le Concert de Nations che, per l’occasione, hanno eseguito i sei Concerti Brandeburghesi di Johann Sebastian Bach, composizioni che raramente il musicista catalano inserisce nei concerti dal vivo, rendendo cos? l’esecuzione un evento quasi unico.
Il pubblico e gli appassionati hanno ben capito la valenza di questo appuntamento ed hanno affollato, al limite della capienza, come raramente avviene purtroppo, l’Aula Magna dell’Universit? la Sapienza per assistere a questa esecuzione che si ? rivelata, come nelle attese, di grande fascino ed intensit? musicale, trascinante ed entusiasmante.
Gi? la sequenza dei concerti scelta ? stata fondamentale per la riuscita del concerto. Savall infatti ha voluto dare all’esecuzione un certa struttura logica che tenesse in considerazione le caratteristiche e le tonalit? di ogni singolo concerto. La prima parte prevedeva il concerto n.3 in sol maggiore, il concerto n. 5 in re maggiore ed il concerto n. 2 in fa maggiore. La seconda parte, invece, nell’ordine, il n. 4 in sol maggiore, il n. 6 in si bemolle maggiore ed il numero 1 in fa maggiore.
Tale sequenza consentiva alle due parti del concerto un bilanciamento ideale, che prevedeva l’apertura con due concerti, il 3? ed il 4?, che presentano delle analogie, in primis, la tonalit? d’impianto (sol maggiore) ma anche degli ‘incipit’, forse tra i pi? conosciuti dei brandeburghesi, dove si evidenzia con compattezza la parte degli archi.
Stesso discorso per i concerti posti a conclusione delle due parti, rispettivamente il 2? ed il 1?, anch’essi accomunati dalla medesima tonalit? (Fa maggiore) ed in possesso di due finali particolarmente trascinanti che prevedono l’impiego di un alto numero di strumentisti, entrambi travolgenti.
Tra questi due poli sono stati inseriti, rispettivamente per le due parti del programma, il 5? ed il 6? concerto, che hanno, nell’ordine, le tonalit? d’impianto di re maggiore e si bemolle maggiore mostrando cos? una piccola relazione strutturale, essendo al secondo posto, rispettivamente, nel Circolo delle quinte ascendenti delle tonalit? maggiore e e delle quarte discendenti delle tonalit? maggiori.
Tale cura ‘strutturale’ del programma ha reso le due parti del concerto perfettamente equilibrate tra loro consentendo un ascolto pi? organico che, magari, la semplice sequenza dei concerti da 1 a 6 non avrebbe garantito. Questa visione. ovviamente, dona una percezione pi? strutturata dei Concerti Brandeburghesi, utile, si, all’ascoltatore ma, certo, non aggiunge nulla all’immenso valore di ognuno di essi , che si evidenzia, indiscutibilemnte, in qualunque sequenza siano eseguiti..
Per quanto riguarda l’esecuzione possiamo dire che ? stata straordinariamente coinvolgente. Le Concert de Nations ? un complesso formato da ottimi musicisti e Savall ? stato molto abile a plasmare il loro suono restituendoci un’esecuzione esemplare, omogenea in tutte le sue parti,cos? come accurato ? stato nella scelta dei tempi, risultati serrati dove necessario, senza mai trascurare la ‘cantabilit?’ che ? uno dei fondamenti della poetica musicale bachiana.
Le parti soliste sono state di assoluto pregio tra le quali spiccavano il violino di Riccardo Minasi, le tromba barocca di Guy Ferber che si ? districato bene nelle insidie virtuosistiche del 2 brandeburghese ed il flauto traverso di Marc Hantai senza dimenticare la prestazione dello stesso Savall come solista di viola da gamba.
Vogliamo concludere mettendo in risalto anche un altro pregio che, anche questa volta ? emerso in un concerto di Savall, il filo diretto che si crea tra esecutori e pubblico, dimostrato dal bis che il musicista ha concesso, gentile ringraziamento per l’entusiasmo dimostrato per l’esecuzione. Nel presentare, la Contredanse da Le Bor?ades di Jean-Philippe Rameau ha invitato il pubblico ad eseguire, battendo le mani, un piccolo inciso ritmico da unire alla musica. L’entusiasmo della sala, in quel momento, ? salito alle stelle ed ? stato lo strumento che ci ha consentito di capire, senza ombra di dubbio, l’entit? del successo di questo concerto.
Claudio Listanti
claudio.listanti@voceditalia.it