L’inganno

Posted by on March 19, 2010

1 thought on “L’inganno

  1. TONI COLOTTA da Avvenire 21/03/2010

    Facciamo festa a Glauco Mauri, attore teatrale a tutto tondo, fra i massimi della nostra scena, fuoriclasse anche in un contesto internazionale. Festeggiamolo non tanto per il compimento degli 80 anni anagrafici, che sar? in ottobre, ma i 60 di militanza fra teatro e televisione. Al Valle di Roma, per iniziativa dell?Ente Teatrale Italiano, lo si celebra riammirando i suoi storici Beckett e un impegno pi? recente, L?inganno di Anthony Shaffer in cui riluce anche il suo collaudato talento di regista. Collaudato ? certamente il copione di questo inglese, fratello gemello di Peter passato alla storia con Amadeus. Anche Anthony per parte sua pu? vantare trasposizioni cinematografiche del suo testo, l?ultima nel 2007 ? regia Branach con Caine e Law ? che conserva l?ambiguo titolo originale, Sleuth , di cui l?autore non ha mai voluto chiarire il senso. Il corrispondente italiano ?segugio? pu? dare un?idea della tensione inquisitoria che spinge i personaggi l?uno contro l?altro. Un anziano e affermato scrittore di gialli, Andrew, ha attirato in casa un giovane male in arnese, Milo, che ? amante della sua ex moglie e in procinto di sposarla. Apparentemente l?intento del primo ? di consigliare l?altro sulla nuova vita matrimoniale e sul dispendioso costume di vita della futura consorte. In realt? cova un odio feroce nei confronti del giovanotto che lo priva della donna amatissima, con venature di razziamo per la sua origine italiana. Fra travestimenti e giochi pericolosi gli tende l?inganno di suggerire un furto di gioielli custoditi in casa, per poi sparare allo pseudoladro, ma a salve, Terrorizzandolo.

    Non raccontiamo oltre il plot di Shaffer. La commedia, cos? come Mauri l?ha fatta sua da traduttore e riduttore, conserva i pregi di una scrittura elegante ? molto Inghilterra anni ?60 ? e della maestria nel tenere acceso, sotto l?apparente leggerezza, il fuoco dello scontro ad oltranza fra i due, che tiene avvinto lo spettatore fino a pochi minuti dal ?sipario? finale. E l?attore vi sfodera al meglio tutta la gamma di espressioni personalissime, dalla risata inquietante alla tensione amara del dramma. Nei panni dell?antagonista si disimpegna brillantemente Roberto Sturno, partner puntuale e duttile di un sodalizio lungo trent?anni attraverso i territori del classico antico e della creazione contemporanea. Il maestro ? sempre lui, Mauri, e in questa festa di compleanni ne ha dato misura in una ?lectio magistralis? agli allievi dell?Accademia d?Arte drammatica ?Silvio d?Amico?. Tutt?altro che come una gloria al tramonto.

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