Geppy Gleijeses / Vanessa Gravina / Liliana Cavani
Il piacere dell’onestà
di Luigi Pirandello
con Leandro Amato – Maximilian Nisi – Tatiana Winteler
Giancarlo Condè – Brunella De Feudis
da giovedì 28 a domenica 31 marzo 2019
inizio ore 21, domenica ore 15.30
Teatro Alighieri – Ravenna
Spettacolo in abbonamento – Titolo fisso
Durata 1h e 40 minuti, atto unico
Angelo Baldovino, portato in scena da un grande interprete pirandelliano quale Geppy Gleijeses (cui si affianca qui un’impeccabile Vanessa Gravina), è, come diceva lo stesso Pirandello, «una maschera grottesca che si trasforma in un volto rigato dalle lagrime». Egli è protagonista di un mondo dove la rincorsa al consenso sprofonda i personaggi in una lotta lacerante tra reale onestà e onestà di facciata, nello sfrenato desiderio di apparire che domina sull’essere. Attraverso il filtro della regia di Liliana Cavani, intrisa di realismo magico, questo salotto borghese, luogo principe di ipocrisia e falsità, svela con la limpidezza di un paradosso la drammatica e ridicola difficoltà di essere se stessi. Da segnalare, tra i nomi che completano il cast dello spettacolo, il “nostro” Maximilian Nisi, attore di natali faentini che dopo parecchi anni torna a lavorare nel suo territorio.
Sabato 30 marzo la compagnia incontra il pubblico in dialogo con Pier Giorgio Carloni, coordinatore di ravennanotizie.it.
In questa commedia del 1917 di Pirandello derivata dalla novella Tirocinio, il protagonista Angelo Baldovino (Geppy Gleijeses) accetta la proposta di sposare Agata (Vanessa Gravina), messa incinta dal marchese Fabio Colli (Leandro Amato), che non può sposarla perché già ammogliato. Egli dovrà essere soltanto in apparenza un marito, per salvaguardare la rispettabilità di Agata e consentire al marchese di continuare a frequentarla. Baldovino – che Pirandello definiva «una mostruosa maschera grottesca che alla fine diventa un volto rigato dalle lagrime» – è stato scelto per questo singolare compito perché uomo fallito, di scarsa moralità, ritenuto pronto ad accettare ogni proposta per guadagno; invece egli prende la cosa con estrema serietà, per la prima volta ha un compito serio da assolvere, pensa di poter rendersi utile alla ragazza in difficoltà, al nascituro cui potrà dare il suo nome, allo stesso marchese Fabio, legato a una moglie che lo tradisce. La sua risposta è chiarissima: «Sposerò per finta una donna; ma sul serio io sposo l’onestà». Già nel dialogo preliminare con Fabio dichiara che diventerà «un tiranno», per ottenere che tutti stiano dignitosamente ai patti. E, in realtà, dimostrerà un rigido rigore morale che metterà in soggezione e in difficoltà tutti. Agata, che ormai pensa soltanto a essere madre e quando nascerà il figlio si dedicherà interamente a lui, dopo il matrimonio, non vuole più avere contatti con Fabio. Il marchese ne è esasperato; crea una società e chiama Baldovino a farne parte, sperando che rubi o, alla peggio, di tendergli una trappola per accusarlo di disonestà e liberarsi di lui. Baldovino si comporta nella società con competenza e rigore morale, risultando d’esempio agli altri. Il suo comportamento – egli dice – gli fa provare «il piacere dei Santi negli affreschi delle chiese». A Fabio non resta che tendergli una trappola; ma Baldovino lo smaschera di fronte ad Agata e, dopo aver fatto balenare che il maldestro tentativo tornerebbe a danno del bambino che porta il suo nome, si dice, comunque, pronto ad andarsene, a essere accusato di furto, purché a rubare per lui sia Fabio, al quale va accollato tutto il peso dello squallido intrigo.
A questo punto tutti lo pregano di rimanere. In particolare Agata che evidentemente ha capito come Fabio e gli altri siano uomini mediocri e disonesti rispetto a Baldovino, la cui onestà e la cui umanità l’ha conquistata.
«Si potrà, di Baldovino, collegare l’essere parossisticamente avvolto dal mistero alla natura mai sufficientemente approfondita misterica, teosofista, esoterica, spiritista dell’autore – dice Geppy Gleijeses. Ma così non si spiega nulla, forse perché nulla possiamo spiegarci. Baldovino conserva il suo mistero fino alla fine».
«Quando ho letto questo testo di Pirandello – dice la regista Liliana Cavani – ho pensato ai film di Bergman e a quelli di Dreyer che vedevo da ragazzina coi piccoli inferni famigliari, quelli dentro la coppia… In quei film c’era sempre in sottofondo la lotta del Male contro il Bene che sembra perdere, invece poi talvolta…».
LA LINEA DEL TEATRO – GIOVEDÌ 28 MARZO
Ravenna Teatro offre ai residenti delle Circoscrizioni Nord e Sud del Comune e Alfonsine l’opportunità di assistere agli spettacoli de La stagione dei teatri usufruendo di un servizio di navetta, per dare una possibilità in più di partecipazione a uno degli appuntamenti culturali della città. Dal risvolto sia pratico che sociale, il servizio navetta vuole raggiungere e coinvolgere una fascia di età varia ed eterogenea, con un particolare pensiero agli studenti e ai ragazzi. Questo viaggio sarà l’occasione di un farsi comunità, incontro tra cittadini che condividono la passione per il teatro e che saranno accompagnati presentando lo spettacolo in programma e illustrandone i temi e gli autori. Per informazioni su come partecipare: Ravenna Teatro tel. 0544 36239
Il piacere dell’onestà
regia Liliana Cavani
in scena Geppy Gleijeses
con Vanessa Gravina e Leandro Amato, Maximilian Nisi, Tatiana Winteler, Giancarlo Condè, Brunella De Feudis
produzione Gitiesse Artisti Riuniti, Fondazione Teatro della Toscana
scene Leila Fteita
costumi Lina Nerli Taviani
musiche Teho Teardo
luci Gigi Ascione
assistente alla regia Marina Bianchi