Giulietta e Romeo

Posted by on April 14, 2019

  Giulietta e Romeo di Vaccaj inaugura il 44° Festival della Valle d’Itria Saranno Leonor Bonilla e Raffaella Lupinacci a vestire i panni dei due amanti di Verona Sul podio dell’Orchestra Accademia Teatro alla Scala Sesto Quatrini La regia è affidata a Cecilia Ligorio Palazzo Ducale, Martina Franca, 13 luglio ore 21 (repliche 15 e

 

Giulietta e Romeo di Vaccaj inaugura il 44° Festival della Valle d’Itria

Saranno Leonor Bonilla e Raffaella Lupinacci a vestire i panni dei due amanti di Verona

Sul podio dell’Orchestra Accademia Teatro alla Scala Sesto Quatrini

La regia è affidata a Cecilia Ligorio

Palazzo Ducale, Martina Franca, 13 luglio ore 21 (repliche 15 e 31 luglio)

Si apre all’insegna del belcanto la 44esima edizione del Festival della Valle d’Itria con Giulietta e Romeo di Nicola Vaccaj, in scena nell’Atrio di Palazzo Ducale a Martina Franca venerdì 13 luglio (con repliche il 15 e il 31 luglio). Gioiello del repertorio belcantista del 1825, Giulietta e Romeo è proposta a Martina Franca nell’edizione critica a cura di Ilaria Narici, edita da Casa Ricordi. Dirige l’Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala e il Coro del Teatro Municipale di Piacenza Sesto Quatrini, bacchetta già apprezzata sul podio del Festival l’anno scorso per Un giorno di regno di Verdi. La regia è affidata a un altro talento , Cecilia Ligorio, che nel 2016 per il Festival ha curato l’allestimento della prima in epoca moderna dei Baccanali di Steffani. Il cast è composto dal soprano Leonor Bonilla (Giulietta), dal mezzosoprano Raffaella Lupinacci (Romeo), dal tenore Leonardo Cortellazzi (Capellio), dal soprano Paoletta Marrocu (Adele) e dai baritoni Vasa Stajkic (Tebaldo) e Christian Senn (Lorenzo). Scene, costumi e luci sono stati realizzati rispettivamente da Alessia Colosso, Giuseppe Palella e Luciano Novelli. La recita del 31 luglio sarà trasmessa in diretta su Radio 3 Rai.

«Il mio lavoro è partito dal pensiero sul lutto e la natura dell’amore – dice la regista –, ma ha dovuto fare i conti con le aspettative che la storia di Giulietta e Romeo crea. Se qualcuno infatti ci domandasse: “Quali sono le prime cinque cose che ti vengono in mente se ti dico Giulietta e Romeo?”, sono certa che tra esse, oltre all’amore proibito, al tragico suicidio e alla guerra tra famiglie rivali e Verona, ci sarebbe il famoso balcone indipendentemente dal fatto che nella versione di Vaccaj la scena del balcone non esista proprio. Ho chiesto ai miei collaboratori di giocare e mettere insieme tutte queste istanze: alla scenografa Alessia Colosso ho chiesto di immaginare uno spazio che raccontasse il potere di questo padre-padrone, all’interno del quale però esistesse lo spazio del segreto di Giulietta, dove poterla spiare nella sua intimità dall’inizio. Per quanto riguarda i costumi – prosegue Ligorio –, lo studio di Giuseppe Palella si è basato sull’osservazione e la reinterpretazione delle tradizioni mediterranee. Uno sguardo materico, appassionato e viscerale, ma contemporaneamente sensibile, in cui ogni dettaglio non solo è ricco di bellezza e amore per i personaggi dolenti di questa storia, ma ci aiutata a crederli reali».

«Nell’opera di Vaccaj ogni personaggio è tratteggiato con una sorta di leitmotiv – dice Sesto Quatrini – In questo senso, quello di Giulietta può essere facilmente individuato da chiunque conosca la storia dei due amanti veronesi: i temi e le linee vocali esprimono la natura dolce del personaggio attraverso un andamento orizzontale che sale all’acuto e che induce ad un’emissione gentile del canto. Le linee di Romeo sono in alcuni casi più spavalde, in altri delineano le caratteristiche emotive di un’adolescenza amorosa. Capellio è il personaggio negativo e la sua vocalità, che rimanda a un virtuosismo quasi rossiniano, si addice al suo essere spietato. La scrittura vocale di Vaccaj è un ibrido tra una visione belliniana e rossiniana del canto e proprio per questo la trovo unica».

Come ogni anno, il Festival ha proposto l’opera inaugurale in anteprima per i giovani sotto i trenta anni, registrando oltre 450 richieste, in netto aumento rispetto alle edizioni precedenti.

Quella di Romeo e Giulietta è probabilmente la storia d’amore più nota nella tradizione letteraria occidentale e affonda le sue radici nelle Metamorfosi di Ovidio con la vicenda di Piramo e Tisbe per poi trovare la massima diffusione con la tragedia di Shakespeare. Amata dal pubblico, nel corso dei secoli è stata scelta come soggetto da tanti compositori fra i quali Nicola Vaccaj (1790-1848) che, con la sua opera Giulietta e Romeo, crea un manifesto del belcanto italiano. Contemporaneo di Rossini, Bellini e Donizetti, Vaccaj è stato uno stimato teorico e didatta del canto, celebre il suo Metodo pratico di canto italiano da camera. Su libretto di Felice Romani, Giulietta e Romeo va in scena per la prima volta al Teatro della Canobbiana di Milano nel 1825 con recitativi secchi. Dieci anni più tardi, sempre nella città lombarda ma al Teatro alla Scala, il titolo torna in una nuova versione con recitativi accompagnati: nel ruolo di Romeo, Maria Malibran, cantante con un ruolo decisivo per la storia di questo titolo e per il suo finale: è infatti nota la vicenda secondo la quale la Malibran suggerisce prima e poi ottiene la sostituzione dell’ultima scena della partitura di Bellini dei Capuleti e Montecchi con quella di Vaccaj, il “finale Vaccaj”, in occasione di una messa in scena bolognese del 1832, scelta che trovò consenso e impiego durante tutto l’Ottocento.

FESTIVAL DELLA VALLE D’ITRIA

Il programma completo della 44ª edizione “Eclissi d’amore”: opere rare, repertorio barocco e omaggio a Rossini

Fabio Luisi sul podio della Scintilla per il Rinaldo di Händel con la regia di Giorgio Sangati Sesto Quatrini dirige l’inaugurale Giulietta e Romeo di Vaccaj con la regia di Cecilia Ligorio

Nuova collaborazione con la Taranta per Il barbiere di Siviglia con Elio e Francesco Micheli

Per l’attesa Opera in masseria Il trionfo dell’onore di Alessandro Scarlatti

Martina Franca, 13 luglio – 4 agosto 2018

Si intitola “Eclissi d’amore” la 44ª edizione del Festival della Valle d’Itria, che si svolgerà come semprea Martina Franca, dal 13 luglio al 4 agosto, seguendo un cartellone con circa trenta appuntamenti in venti giorni, firmato dal Direttore artistico Alberto Triola e dal Direttore musicale Fabio Luisi che affiancano il presidente Franco Punzi, fra i fondatori di quella che è una delle più longeve rassegne italiane.

«Il Festival della Valle d’Itria – sottolinea il Direttore artistico Alberto Triola – sviluppa di anno inanno un filo rosso attraverso quattro secoli di teatro musicale, nel segno della tradizione belcantistica italiana che Rodolfo Celletti faceva risalire al“recitar cantando” monteverdiano.

L’edizione 2018 si concentra sul periodo d’oro del belcantismo: dal 1718 – anno di composizione del Rinaldo napoletano e del Trionfo dell’onore di Scarlatti – al 1825, con il debutto in scena di Giulietta e Romeo di Vaccaj. È un cartellone che – nel sorprendente incontro tra Händel e la Scuola musicale napoletana – esalta la più pura tradizione belcantistica italiana. Un festival, però, non sarebbe tale se rinunciasse a integrare il rigore della proposta – e la coerenza del suo percorso – con la fantasia e la curiosità di inoltrarsi su sentieri anche molto divergenti tra loro, che continuano a testimoniare la straordinaria fecondità dell’invenzione originaria e le potenzialità tutt’ora dirompenti del teatro in musica. Per questa 44ª edizione abbiamo scelto un titolo particolarmente “barocco”, “Eclissi d’amore”: il buio improvviso e raggelante che segna il passaggio dall’incanto del più idealizzato dei sentimenti alle ombre della disillusione, e addirittura al buio della lacerazione e al dramma. Barocco è anche il gioco delle contaminazioni e dei rimandi, e il cartellone si diverte a mescolare le carte tra melodramma e tradizione popolare, tra serio e buffo, rigore e ironia; non c’è, in questo, modello migliore di Rossini, il cui genio non smette di rivelarsi più moderno del contemporaneo stesso. Il cartellone di quest’anno gli riserva un’attenzione del tutto particolare, e con proposte in linea con lo spirito di ricerca e di invenzione tipico del Festival, sorprendentemente “rossiniano” anche nello spirito del puro divertissement».

 

Due i titoli d’opera in scena nel Cortile del Palazzo Ducale: Giulietta e Romeo di Nicola Vaccaj (13, 15 e 31 luglio), gioiello del belcanto del 1825, a Martina Franca nell’edizione critica di Ilaria Narici, affidato alla direzione di Sesto Quatrini, con l’Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala e il Coro del Teatro Municipale di Piacenza; quindi Rinaldo di Händel / Leo (et al.) proposto nella versione di Napoli del 1718 in prima esecuzione in tempi moderni (29 luglio, 2 e 4 agosto), per il quale salirà sul podio dell’Orchestra “La Scintilla” il direttore musicale Fabio Luisi. I due spettacoli sono affidati rispettivamente alla regia di Cecilia Ligorio e di Giorgio Sangati, interessanti talenti che negli ultimi anni si stanno affermando sui palcoscenici di prosa e lirica per la cura e l’originalità delle loro proposte; queste scelte inoltre confermano l’attenzione del Festival verso le nuove generazioni di artisti e un legame sempre molto forte – nel caso di Sangati – con il Piccolo Teatro di Milano, fucina di talenti, nel segno e nel ricordo di Paolo Grassi. Per entrambe le opere avranno luogo le anteprime under30 dedicate ai più giovani e Rai Radio 3, come ogni anno, trasmetterà la diretta in occasione delle prime rappresentazioni.

Una delle iniziative di maggior successo nelle ultime edizioni del festival è stata “L’opera in masseria”: quest’anno si torna alla Masseria Palesi per la messa in scena dell’unica commedia di Alessandro Scarlatti, Il trionfo dell’onore (22, 24, 26 e 28 luglio) in un originale progetto teatrale di Eco di fondo e la direzione di Jacopo Raffaele.

Ampio spazio alle celebrazioni rossiniane nei 150 anni dalla morte del compositore pesarese, le cui pagine saranno presenti nella programmazione concertistica (14, 17, 18, 20, 25, 26, 28 e 30 luglio, 1° agosto) compreso l’appuntamento monografico “Tra dolci e cari palpiti” diretto da Fabio Luisi (20 luglio, Palazzo Ducale), dedicato alla memoria di Alberto Zedda.

Non solo però: grazie a un nuovo importante lavoro di coproduzione che lega alcune fra le più importanti manifestazioni culturali pugliesi – il Festival della Valle d’Itria, la Notte della Taranta e il Carnevale di Putignano – andrà in scena a Martina Franca (21 e 23 luglio, Atrio dell’Ateneo Bruni) e a Otranto (3 agosto, via delle Torri) Figaro su, Figaro giù…! Rossini e il Barbiere: tutta un’altra storia, una originale versione del capolavoro rossiniano con la partecipazione straordinaria di Elio e Francesco Micheli – che da oltre un anno sono impegnati in tutta Italia con un ampio progetto di divulgazione dell’opera – e che per questa nuova collaborazione pugliese proporranno uno spettacolo originale su drammaturgia di Micheli in cui ci sarà posto, oltre che per Rossini, per Stendhal, Dioniso e anche per i danzatori della Taranta; la regia è di Gianmaria Aliverta, mentre la direzione dell’Orchestra popolare della Notte della Taranta è affidata a Giuseppe Grazioli. Altro momento rossiniano è quello del Festival Junior con C’era una volta… Cenerentola!

(25 luglio, Chiostro di San Domenico).

Tanti gli interpreti che si alterneranno sul palcoscenico di Palazzo Ducale e su quelli appositamente creati in masseria, nei chiostri e nelle chiese di una delle perle del barocco pugliese, da Raffaella Lupinacci e Leonor Bonilla in Giulietta e Romeo, a Teresa Iervolino e Carmela Remigio in Rinaldo, Raffaele Pe per Scarlatti, un “maestro” come Michele Pertusi – al quale verrà assegnato il Premio Celletti 2018 – e ancora il pianista e compositore Orazio Sciortino e il violinista Yury Revich, “Giovane artista dell’anno” agli International Classical Music Awards 2015, cui poi si aggiungono i cantanti dell’Accademia di Belcanto “Rodolfo Celletti” e importanti ensemble orchestrali come l’Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala, la zurighese Orchestra “La Scintilla” – fra i più prestigiosi organici specializzati nel repertorio antico a livello internazionale –, l’ICO della Magna Grecia di Taranto e il Coro del Teatro Municipale di Piacenza.

Come ogni anno, non manca la fondamentale collaborazione con l’Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti” e l’attenzione per la ricerca e il repertorio novecentesco e contemporaneo, testimoniata dagli appuntamenti del ciclo Novecento e oltre fra cui “Gatta canta, gatto danza” (14 luglio, Palazzo Ducale e poi a Cisternino, Matera e Ceglie Messapica) concerto dedicato ai gatti, con La Gattomachia di Orazio Sciortino, da Lope de Vega, al fianco del celebre Duetto dei gatti di Rossini, o ancora la prima esecuzione dei Tre pezzi sacri di Giampaolo Testoni (Concerto per lo spirito, 30 luglio).

Confermati i Concerti del sorbetto in collaborazione con il Caffè Tripoli (Chiostro di San Domenico, 14, 21, 28 luglio, ore 17), Canta la notte, concerto notturno nella Chiesa di San Domenico (1°agosto, ore 23), e i concerti All’ora sesta (15, 22, 29 luglio, ore 12).

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