Vous êtes pleine de désespoir

Posted by on May 2, 2018

STAGIONE TEATRALE DIEGO FABBRI 2017/18  CONTEMPORANEO Teatro delle Moire VOUS ÊTES PLEINE DE DÉSESPOIR di e con Alessandro Bedosti, Alessandra De Santis, Attilio Nicoli Cristiani; con la partecipazione di Nadia Rebeccato; scena Adriana Renna; costumi Elena Rossi; con l’accompagnamento di Cinzia Delorenzi, Antonella Oggiano, Filippo M. Ceredi; fotografa Michela Di Savino; residenza artistica Olinda; produzione

STAGIONE TEATRALE DIEGO FABBRI 2017/18  CONTEMPORANEO

Teatro delle Moire

VOUS ÊTES PLEINE DE DÉSESPOIR

di e con Alessandro Bedosti, Alessandra De Santis, Attilio Nicoli Cristiani;
con la partecipazione di Nadia Rebeccato; scena Adriana Renna; costumi Elena Rossi;
con l’accompagnamento di Cinzia Delorenzi, Antonella Oggiano, Filippo M. Ceredi;
fotografa Michela Di Savino; residenza artistica Olinda; produzione Teatro delle Moire,
con il contributo di NEXT/Regione Lombardia e Fondazione Cariplo;
grazie a Luca Scarlini per materiali e suggestioni sulla figura della sirena.

Durata 40′

Turno H Mercoledì 2 maggio ore 21

c/o EXATR

Uno che abbia scelto o a cui sia toccato uno sguardo diverso sul mondo, uno che sia chiamato a rifondarsi continuamente e a rifondare la realtà che lo circonda, necessita a volte di un tempo in cui calarsi profondamente nelle ragioni della sua diversità, un tempo appartato e inspiegabile in cui dedicarsi ad un esercizio di ri-orientamento che lo impegni totalmente e gli offra il conforto e la compagnia di alcuni buoni amici.
VOUS ÊTES PLEINE DE DÉSESPOIR è questo esercizio di coabitazione e di riflessione a partire da uno dei tanti miti della nostra cultura occidentale, il mito della sirena, che propone in maniera ambigua e complessa il tema della seduzione, del sacrificio e della femminilità.
La figura che qui viene evocata non ha niente a che vedere con l’ottimismo di certe pose o di certe immagini della società contemporanea. La nostra sirena è una creatura scartata, caduta, fallita, ripescata da fin troppo domestiche profondità marine.
E’ una massa scura irriconoscibile, un corpo anfibio immobile, silenzioso che emana una disperazione sorda e ostinata, quasi fosse il canto invincibile e dolente di una divinità scaduta eppure ancora attraente, docile e piena di mistero.

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