Mr. Pùntila e il suo servo Matti

Posted by on February 12, 2018

STAGIONE TEATRALE DIEGO FABBRI 2017/18 – PROSA TEATRO DELL’ELFO Mister Pùntila e il suo servo Matti di Bertold Brecht traduzione di Ferdinando Bruni con Ferdinando Bruni (Puntila), Luciano Scarpa (Matti), Ida Marinelli (Emma, Laina), Elena Russo Arman (Eva), Corinna Agustoni (La telefonista, La pastoressa), Luca Toracca (Il cameriere, Il macilento, Il pastore), Umberto Petranca (L’attaché),

STAGIONE TEATRALE DIEGO FABBRI 2017/18 – PROSA

TEATRO DELL’ELFO

Mister Pùntila e il suo servo Matti

di Bertold Brecht

traduzione di Ferdinando Bruni

con Ferdinando Bruni (Puntila), Luciano Scarpa (Matti), Ida Marinelli (Emma, Laina), Elena Russo Arman (Eva), Corinna Agustoni (La telefonista, La pastoressa), Luca Toracca (Il cameriere, Il macilento, Il pastore), Umberto Petranca (L’attaché), Nicola Stravalaci (Il giudice), Matteo De Mojana (Pelorosso, L’avvocato), Francesca Turrini (La lattaia), Francesco Baldi (Surkkala), Carolina Cametti (Assistente farmacista, Fina)

costumi di Gianluca Falaschi – luci di Nando Frigerio

suono di Giuseppe Marzoli – musiche originali di Paul Dessau
arrangiamenti di Matteo de Mojana

regia e scene di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia

Lo spettacolo Mister Pùntila e il suo servo Matti nella replica di domenica 18 febbraio sarà supportato dal servizio di audiodescrizione per non vedenti e ipo vedenti.IlTeatro Diego Fabbri, anche per la Stagione Teatrale 2017/2018, aderisce al progetto “Un invito al teatro. No Limits” promosso dalla Provincia di Forlì-Cesena ,in collaborazione con il Comune di Forlì, il “Centro Diego Fabbri” di Forlì, il Dipartimento Interpretazione e Traduzione – DIT – Università di Bologna sede Forlì, con il coinvolgimento dei Comuni diCesena, Sarsina e Predappio e grazie al contributo della regione Emilia-Romagna. Maggiori informazioni sul sito centrodiegofabbri.it

Scritta nel 1940 a guerra da poco iniziata, Puntila e il suo servo Matti fu rappresentata per la prima volta quando Brecht rientrò in Europa dall’esilio, dapprima a Zurigo, poi scelta per inaugurare nel 1949 la prima stagione del Berliner Ensemble. Brecht mette in scena una “variante” di dottor Jeckyll e Mister Hyde (e per altri versi una variante di Luci della città, a cui si eraprobabilmente ispirato): il ricco possidente Puntila è infatti un personaggio a due volti, schizofrenico come il milionario del film di Chaplin. Da sobrio è un tiranno che vessa i suoi dipendenti, sfrutta i suoi operai e vuol dare la figlia Eva in moglie a un diplomatico inetto e a caccia di dote, mentre, quando è ubriaco, diventa amico di tutti e vuol far sposare Eva al suo autista Matti, che tratta su un piano di parità. Sfortunatamente le sbronze passano sempre…

Al tagliente Matti il compito di smontare le false promesse e la falsa bontà del suo padrone, in un rapporto che a tratti richiama nobili precedenti (da Don Chisciotte/Sancho Panza a Don Giovanni/Leporello) e a tratti rimanda alle comiche finali dei film muti. Una riflessione sulla compresenza del bene e del male nell’animo umano, un’allegoria del capitalismo e dei suoi sorrisi da caimanodove Karl Marx incontra suo fratello Groucho. E il messaggio di Brecht, attualissimo in un mondo in cui l’uno per cento della popolazione detiene metà della ricchezza globale e il resto delle risorse è in mano a un quinto degli abitanti, suggerisce che solo un’autentica eguaglianza, piuttosto che uno slancio filantropico individuale, può davvero colmare il divario fra ricchezza e povertà e che il benessere di cui godiamo altro non è che il ghigno di Puntila ubriaco. Ferdinando Bruni e Francesco Frongia con questa “commedia popolare” – secondo la definizione brechtiana – hanno firmato il primo Brecht interamente “made in Elfo”, riuscendo a esaltarne tutto il potenziale comico e facendo emergere, con esiti spesso esilaranti, le contraddizioni e le disuguaglianze sociali di un’epoca che, pur con altri abiti e abitudini, somiglia nella sostanza alla nostra. In scena una compagnia affiatata di dodici attori di diverse generazioni che sa dosare ritmi incalzanti e sospensioni liriche. Le scene, firmate da Bruni e Frongia, alludono a un ambiente rurale del secolo scorso, tra sipari di tela grezza stampati come enormi monete, sacchi di iuta pieni di soldi, quarti di bue appesi, immagini di animali scuoiati, ossa e crani a richiamare quanto di crudele si nasconda dietro la facciata bucolica della vita contadina. I costumi di Gianluca Falaschi rimandano ironicamente agli anni bui del primo dopoguerra con la marsina, il panciotto e la tuba dell’eterno capitalista Puntila e dei suoi amici notabili, con gli abiti hollywoodiani di Eva (da camera, da sera, sportivi…) o coi costumi consunti e rattoppati delle cameriere e dei contadini. Un mondo che spazia dalle comiche di Charlot alle foto di August Sander. E basta poco perché dalla remota Puntiland, dove regna il protagonista, ci si ritrovi, nel giro di una battuta, nell’attualità, quando adesempio Puntila rimpiange di aver sottoscritto mentre era in preda ai fumi dell’alcool “un contratto a tempo indeterminato”…

La stagione dei teatri

Teatro dell’Elfo
Mr. Pùntila e il suo servo Matti
di Bertolt Brecht

da giovedì 23 a domenica 26 marzo 2017
inizio ore 21, domenica ore 15.30

Teatro Alighieri – via Mariani, 2 – Ravenna
Lo spettacolo è uno dei sei titoli fissi per i turni A, B, C, D

Fondatore e condirettore del Teatro dell’Elfo insieme a Elio De Capitani, Ferdinando Bruni porta all’Alighieri una delle più incisive commedie di Brecht. Mr Pùntila e il suo servo Matti è la riflessione sulla compresenza del bene e del male nell’animo umano, l’allegoria del capitalismo e dei suoi sorrisi da caimano. Il messaggio di Brecht è attualissimo: solo un’autentica eguaglianza, piuttosto che uno slancio filantropico individuale, può davvero colmare il divario fra le classi e il benessere di cui godiamo altro non è che il ghigno di Pùntila ubriaco. Sabato 25 marzo il Teatro dell’Elfo incontra il pubblico in sala Corelli alle 18.

Considerata una delle migliori commedie di Brecht, scritta nel 1940 a guerra da poco iniziata, Puntila e il suo servo Matti fu rappresentata per la prima volta quando Brecht rientrò in Europa dall’esilio negli Stati Uniti, dapprima a Zurigo nel 1948, poi scelta per inaugurare nel 1949 la prima stagione del Berliner Ensemble. Brecht mette in scena una “variante” di dottor Jeckyll e Mister Hyde (e per altri versi una variante di Luci della città, a cui si era probabilmente ispirato): il ricco possidente Puntila è infatti un personaggio a due volti, schizofrenico come il milionario del film di Chaplin e come Shen Te, la protagonista nell’Anima buona. Da sobrio è un tiranno che vessa i suoi dipendenti, sfrutta i suoi operai e vuol dare la figlia Eva in moglie a un diplomatico inetto e a caccia di dote, mentre, quando è ubriaco, diventa amico di tutti e vuol far sposare Eva al suo autista Matti, che tratta su un piano di parità. Sfortunatamente le sbronze passano sempre. Al tagliente Matti il compito di smontare le false promesse e la falsa bontà del suo padrone, in un rapporto che a tratti richiama nobili precedenti (da Don Chisciotte/Sancho Panza a Don Giovanni/Leporello) e a tratti rimanda alle comiche finali dei film muti.

Una riflessione sulla compresenza del bene e del male nell’animo umano, un’allegoria del capitalismo e dei suoi sorrisi da caimano dove Karl Marx incontra suo fratello Groucho. E il messaggio di Brecht, attualissimo in un mondo in cui l’uno per cento della popolazione detiene metà della ricchezza globale e il resto delle risorse è in mano a un quinto degli abitanti, suggerisce che solo un’autentica eguaglianza, piuttosto che uno slancio filantropico individuale, può davvero colmare il divario fra ricchezza e povertà e che il benessere di cui godiamo altro non è che il ghigno di Puntila ubriaco.

Ferdinando Bruni e Francesco Frongia firmano il primo Brecht “made in Elfo”, a sessant’anni dalla morte del drammaturgo, (e a sei anni dall’esperienza genovese di Bruni e De Capitani con L’Anima buona del Sezuan con Mariangela Melato), i due registi scelgono una “commedia popolare” – secondo la definizione brechtiana – che sprigiona tutto il suo potenziale comico facendo emergere, con esiti spesso esilaranti, le contraddizioni e le disuguaglianze sociali di un’epoca che, pur con altri abiti e abitudini, somiglia nella sostanza alla nostra.
In scena una compagnia affiatata di dodici attori di diverse generazioni che sa dosare ritmi incalzanti e sospensioni liriche. A guidarli Ferdinando Bruni nel ruolo mutevole e schizofrenico di Pùntila, affiancato dal servo Matti di Luciano Scarpa che torna tra le file dell’Elfo dove aveva interpretato Orazio nell’Amleto, Elicone nel Caligola, il giovane Eugenio nella Bottega del caffé. Completano il cast Ida Marinelli, Elena Russo Arman, Corinna Agustoni e Luca Toracca, insieme agli “elfi d’adozione” Umberto Petranca, Nicola Stravalaci, Matteo de Mojana, Carolina Cametti e ai nuovi scritturati Francesca Turrini e Francesco Baldi.

Le scene, firmate da Bruni e Frongia, alludono a un ambiente rurale del secolo scorso, tra sipari di tela grezza stampati come enormi monete, sacchi di iuta pieni di soldi, quarti di bue appesi, immagini di animali scuoiati, ossa e crani a richiamare quanto di crudele si nasconda dietro la facciata bucolica della vita contadina. I costumi di Gianluca Falaschi rimandano ironicamente agli anni bui del primo dopoguerra con la marsina, il panciotto e la tuba dell’eterno capitalista Pùntila e dei suoi amici notabili, con gli abiti hollywoodiani di Eva (da camera, da sera, sportivi…) o coi costumi consunti e rattoppati delle cameriere e dei contadini. Un mondo che spazia dalle comiche di Charlot alle foto di August Sander. Ma basta poco perché dalla remota Puntiland, dove regna il protagonista, ci si ritrovi, nel giro di una battuta, nell’attualità, quando ad esempio Pùntila rimpiange di aver sottoscritto mentre era in preda ai fumi dell’alcool “un contratto a tempo indeterminato”.

Sabato 25 marzo – ore 18 – sala Corelli del teatro Alighieri
Incontro con il Teatro dell’Elfo
a cura di Massimo Marino

Il critico teatrale Massimo Marino ha più volte nelle sue recensioni posto un accento particolare sulla relazione fra teatro, testo, video, corpo, musica. L’occasione per riprendere questo percorso sui linguaggi e codici teatrali è l’incontro con Ferdinando Bruni, che ha firmato la regia di un Brecht recitato, ballato e cantato senza perdere per strada il ghigno e il disincanto dell’autore tedesco.

Mr. Pùntila e il suo servo Matti
di Bertolt Brecht
traduzione di Ferdinando Bruni
regia e scene di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia

con Ferdinando Bruni (Puntila), Luciano Scarpa (Matti), Ida Marinelli (Emma, Laina), Elena Russo Arman (Eva), Corinna Agustoni (La telefonista, La pastoressa), Luca Toracca (Il cameriere, Il macilento, Il pastore), Umberto Petranca (L’attaché), Nicola Stravalaci (Il giudice), Matteo De Mojana (Pelorosso, L’avvocato), Francesca Turrini (La lattaia), Francesco Baldi (Surkkala), Carolina Cametti (Assistente farmacista, Fina)

musiche originali di Paul Dessau, arrangiamenti di Matteo de Mojana
costumi Gianluca Falaschi, luci di Nando Frigerio, suono di Giuseppe Marzoli
produzione Teatro dell’Elfo

BIGLIETTI: Platea e palco I, II e III ordine. Sostenitore: €24. Ridotto*: €20. Under30: €16. Under20: € 8.
Galleria e palco IV ordine. Sostenitore € 17. Ridotto*€ 15. Under30: €10. Under20: € 8.
Loggione. Sostenitore € 7, under20 € 5.
*cral e gruppi organizzati, insegnanti, oltre i 65 anni, iscritti all’Università per gli Adulti Bosi Maramotti, Soci Coop Adriatica, EspClub Card, Soci BCC, tessera TCI.

 

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *