La figlia del reggimento La fille du Régiment

Posted by on June 4, 2021

Scala 1996 La Marquise EWA PODLEŚ Sulpice  BRUNO PRATICÓ Tonio  PAUL OSTIN KELLY Marie  MARIELLA DEVIA La Duchessa di Crackentorp  EDOARDO BORIOLI Hortensius  NICOLAS RIVENQ Conductor  DONATO RENZETTI Chorus master  ROBERTO GABBIANI Regia FRANCO Scene, costumi ZEFFIRELLI/FILIPPO CRIVELLI https://metoperafree.brightcove-services.com/?videoId=6263841149001 https://metoperafree.brightcove-services.com/?videoId=6195385951001 https://metoperafree.brightcove-services.com/?videoId=6189576230001 Met 2008 CONDUCTOR Marco Armiliato PRODUCTION Laurent Pelly SET DESIGNER Chantal Thomas COSTUME DESIGNER

Scala 1996

La Marquise EWA PODLEŚ
Sulpice  BRUNO PRATICÓ
Tonio  PAUL OSTIN KELLY
Marie  MARIELLA DEVIA
La Duchessa di Crackentorp  EDOARDO BORIOLI
Hortensius  NICOLAS RIVENQ

Conductor  DONATO RENZETTI
Chorus master  ROBERTO GABBIANI
Regia FRANCO
Scene, costumi ZEFFIRELLI/FILIPPO CRIVELLI

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Met 2008

CONDUCTOR
Marco Armiliato

PRODUCTION
Laurent Pelly

SET DESIGNER
Chantal Thomas

COSTUME DESIGNER
Laurent Pelly

LIGHTING DESIGNER
Joël Adam

CHOREOGRAPHER
Laura Scozzi

ASSOCIATE DIRECTOR & DIALOGUE
Agathe Mélinand

Hortensius
Donald Maxwell

The Marquise of
Berkenfield

Felicity Palmer
A Townsman
David Frye

Sulpice, a sergeant
Alessandro Corbelli

Marie
Natalie Dessay

Tonio
Juan Diego Flórez

A corporal
Roger Andrews

The Duchess of
Krakenthorp
Marian Seldes

Notary
Jack Wetherall

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Met 2019

Conductor
Enrique Mazzola

Regia
Laurent Pelly

Set designer
Chantal Thomas

Costume designer
Laurent Pelly

Lighting designer
Joël Adam

Choreographer
Laura Scozzi

Associate director & dialogue
Agathe Mélinand

Revival stage director
Christian Räth

Hortensius
Paul Corona

The Marquise of Berkenfield
Stephanie Blythe

A townsman
Patrick Miller

Sulpice
Maurizio Muraro

Marie
Pretty Yende

Tonio
Javier Camarena

A corpor al
Yohan Yi

The Duchess of Krakenthorp
Kathleen Turner

Notary
Yohan Belmin

June 2020

 29
Donizetti’s La Fille du Régiment
Transmitted live on March 2, 2019

 30
Wagner’s Die Walküre
Recorded live on April 8, 1989

July 2020

1
Shostakovich’s The Nose
Transmitted live on October 26, 2013

2
Bizet’s Carmen
Transmitted live on November 1, 2014

 3
Mozart’s Don Giovanni
Transmitted live on October 29, 2011

 4
Donizetti’s Don Pasquale
Recorded live on January 11, 1979

5
Rossini’s La Donna del Lago
Transmitted live on March 14, 2015

https://www.raiplay.it/video/2016/08/La-figlia-del-reggimento-b468c3c7-b94d-4fa1-81ae-83938ead449f.html

https://www.raiplay.it/video/2020/11/La-figlia-del-reggimento—Secondo-atto-6d348ac6-9ff5-4b9b-a02f-c7fed20e8f85.html

2005 Genova

Juan Diego Flórez Tonio
Patrizia Ciofi Marie
Francesca Franci La Marquise de Benkerfield
Nicola Ulivieri Sulpice
Dario Benini Hortensius
Filippo Bettoschi 1 Caporal
Maurizia Burlando La Duchesa di Crakentorp

Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova
Direttore Riccardo Frizza
Maestro del Coro Ciro Visco

Regia Emilio Sagi
Scene Costumi Julio Galán
Regia Tv Andrea Dorigo

TCBO
LE ACROBAZIE VOCALI DI MAXIM MIRONOV E HASMIK TOROSYAN

NELLA FILLE DU RÉGIMENT DI DONIZETTI

Bologna, sei recite dal 9 al 15 novembre

Sul podio Ives Abel; l’allestimento è firmato da Emilio Sagi

Dopo la rivelazione nelle vesti di Musetta nella Bohème di Giacomo Puccini che ha inaugurato la stagione 2018, il giovane soprano armeno Hasmik Torosyan ritorna al Teatro Comunale di Bologna come Marie, la protagonista della Fille du régiment di Gaetano Donizetti, in scena dal 9 novembre alle 20.00 con repliche fino al 15 novembre. Accanto a lei spicca nella compagine belcantista il tenore russo Maxim Mironov, alle prese con l’ardita parte di Tonio, celebre per i “nove do” dell’aria “Pour mon âme”. Reduce dal recente successo nel Barbiere di Siviglia al Rossini Opera Festival di Pesaro e nella Donna del lago all’Opéra Royal Wallonie di Liegi, Mironov ha vinto, giovanissimo, il Concorso internazionale “Neue Stimmen” in Germania. Da allora si è affermato a livello internazionale in particolare per le sue interpretazioni di ruoli rossiniani come Don Ramiro nella Cenerentola, Narciso nel Turco in Italiao Lindoro nell’Italiana in Algeri. Composta da Donizetti nel 1839 su testi di Jules Henri Vernoy de Saint-Georges e Jean-François Alfred Bayard, La fille du régiment è proposta nell’allestimento nato al Teatro Comunale di Bologna nel 2004, con la regia di Emilio Sagi, le scene e i costumi di Julio Galan e le luci di Daniele Naldi, che è stato successivamente rappresentato in tutto il mondo, da Genova a Tokyo, da Savonlinna a Washington, da Huston a Bilbao, da Tel Aviv a San Diego e a Seattle. Il regista ha ambientato la vicenda della giovane Marie, allevata dai militari fin da quando era in fasce, più vicina ai giorni nostri, spostandola dall’inizio dell’Ottocento alla prima metà del Novecento, negli anni del Secondo conflitto mondiale.

Per questa produzione bolognese, la regia dell’opera è ripresa da Valentina Brunetti e le scene e i costumi sono ripresi da Stefania Scaraggi. Il cast dell’opera è completato da Claudia Marchi nei panni della Marchesa di Berkenfield, Federico Longhi in quelli Sulpice e, ancora, da Daniela Mazzucato (Duchessa di Crakentorp) e Nicolò Ceriani (Hortensius). Nelle recite del 10, 13 e 15 novembre saranno impegnati Chiara Notarnicola (Marie), Giorgio Misseri (Tonio) e Alex Martini (Sulpice).

Sul podio dell’Orchestra e del Coro del Teatro Comunale di Bologna Yves Abel, Direttore principale della Nordwestdeutsche Philharmonie (NWD) di Herford, nonché ospite regolare di teatri come il Metropolitan di New York, la Royal Opera House di Londra, la Wiener Staatsoper e il Teatro alla Scala. Il direttore d’orchestra franco-canadese sarà anche protagonista della Stagione Sinfonica del Comunale con un concerto in programma il prossimo 18 novembre al Teatro Manzoni.

Accolta tiepidamente al debutto a Parigi, La fille du régiment raccolse un consenso crescente già alle prime repliche, sino a raggiungere, a fine Ottocento, le quasi mille recite solo all’Opéra-Comique. Oggi è considerata in assoluto l’opera più rappresentata tra quelle composte per le scene parigine da compositori non francesi. Scrive Roberto Verti nelle note di sala dello spettacolo: «La fille du Régiment è un’opéra comique. Lo è nel senso più profondo del termine, verrebbe da dire più “francese” del termine, per l’asciutta efficacia e la relativa semplicità del tessuto drammatico, piuttosto lontano da più aggrovigliate esperienze coeve del melodramma italiano e, di contro, assai immediato […]».

6 thoughts on “La figlia del reggimento La fille du Régiment

  1. The great Tenor, Gianluca Terranova ist the best Tonio at all! Such a voice, such a charisma and loveable personality one can not find twice! Gianluca Terranova is a diamant on the sky of music world! He is presenting to his audience, with every tone of his magical timbre, great beauty and pleasure! He is a treasure, just wonderful!

  2. Dalla ?Fille? alla ?Figlia?: cos? ? il nuovo Donizetti buffo a Ravenna.

    Due i luoghi per delineare una fantasiosa ?Figlia del reggimento? donizettiano che il regista Andrea Cigni ha portato in scena a Ravenna. Da una parte su un fondale di cartolina dolomitica l?accampamento militare fra soldati, gavotte e sidecar su cui irrompe la protagonista femminile Maria, vivandiera adottata dai soldati del reggimento come loro figlia; dall?altra la leziosa casa-giocattolo su cui incombe simbolicamente quell?orsacchiotto gigantesco che in corso d?opera Maria smonter? pezzo dopo pezzo, allusiva distruzione di quel mondo di cartapesta popolato di vecchi aristocratici rimbambiti in cui forzatamente la vecchia marchesa, in realt? sua madre sotto mentite spoglie, l?aveva relegata. Ma la vera novit? consiste nel rinnovamento della partitura donizettiana, ripulita dal critico e musicologo Claudio Toscani delle innumerevoli versioni accumulatesi nel tempo,e rivisitata dalla bacchetta precisa ed aperta ad alcuni elementi innovativi di Alessandro D?Agostini sul podio dell?organico dei Pomeriggi Musicali di Milano. Cos? il capolavoro che, coniato da Donizetti in terra di Francia aveva scatenato l?aperta ostilit? di Berlioz nei confronti del Bergamasco visto come una minaccia per i musicisti d?Oltralpe sull?orlo della disoccupazione ( un problema fortemente sentito fin da allora in seno alla cultura musicale), e trasformato poi da Calisto Bassi per il Teatro alla Scala da gioiello dell?op?ra-comique francese ad opera buffa, squisitamente italiana per il carattere passionale che sottolineava, viene restituita al pubblico di oggi con modalit? esecutive lontane dalla prassi abituale. Il pulsante dinamismo ben tratteggiato di Alessandro D?Agostini nei chiaroscuri cromatici conosce l?utilizzo di una strumentazione storica ricca di cornette, cimbasso e particolari percussioni, mentre il fortepiano e il violoncello sostengono il recitativo secco. Ne scaturisce una lettura vivace che sottolinea la multiforme fantasia di un?opera ricca di un gioco di rimandi e di riutilizzi, dalla precedente partitura di ?Betly? alla nuova aria ?Feste,Pompe,Omaggi? presa in prestito dal ?Gianni di Calais? per il tenore, fino all?Inno del Reggimento ?Ciascun lo dice, ciascun lo sa? proveniente incredibilmente da un?opera seria di soggetto sacro ?Il diluvio universale? del 1830, per non parlare del festoso terzetto ?Stretti insiem tutti tre?, un anticipo dello spumeggiante Offenbach. Ma il cast vocale non offre grandi soluzioni. Ilina Mihaylova ? una Maria piacevolissima a vedersi, disegnata appositamente per una parte spigliata, briosa e ricca di comunicativa nel rutilante rataplan; per? sul filo di una linea vocale molto esile nei momenti pi? sentimentali. Non corrisponde alle speranze il Tonio di Hans Ever Mogollon, subentrato all?ultimo istante al gi? annunciato Gianluca Terranova. La sua vocalit? piccola non gli consente di emergere nella famosa aria dei nove do di petto ?Miei cari amici che lieto giorno? e una certa ritrosia ad abbandonarsi al sentimento lo penalizza nella parte del giovane innamorato. Francesco Paolo Vultaggio ? un Sulpizio simpatico ma troppo spesso costretto a ricorrere ad espedienti pseudo-musicali in sostituzione di una vocalit? ben timbrata. La marchesa di Lauffen di Dionisa Di Vico sottolinea qualche caduta di stile di troppo. Completano il cast Giuseppe Pizzicato nei panni di un Ortensio spento, e ancora Andrea Tabili ? il caporale; Sara Palana impersona la contessa di Swingen, mentre il notaio ? Antonio D?Acierno. Esilarante comunque ? il cerimoniale della vecchia aristocrazia in disarmo che sfila in occasione del fidanzamento di Maria col nobile per procura. Infine il discontinuo coro dell?AS.LI.CO ? diretto da Antonio Greco e la banda di palcoscenico appartiene al Teatro Sociale di Como.

    Ravenna, gennaio 2010.

    Claudia Mambelli.

  3. Maria, la figlia del Reggimento, un bel personaggio femminile e un bravo soprano
    La figlia del reggimento con cui Gaetano Donizetti debutt? il 2 febbraio 1840 all?Opera Comique di Parigi ? un?opera discontinua, che accosta brani di grande spessore musicale ad altri che hanno la leggerezza delle future operette o sembrano calati a forza in un contesto alieno. La versione italiana proposta sabato e domenica al Teatro Alighieri di Ravenna si apre con l?ouverture echeggiante vedute alpine dai toni larvatamente militareschi, certamente pi? bandistica che operistica e se ancora nutrissimo qualche dubbio sulla natura militare dell?opera, ecco all?apertura del sipario apparire una croce su un drappo rosso del tutto simile alla Croce Rossa Italiana, mentre irrompono sul palco personaggi di rosso vestiti con valige e zaini in tinta e viene da chiedersi se non abbiamo sbagliato opera e siamo fra i viaggiatori, anche questi alieni, dell?ouverture del Barbiere di Siviglia. Ma eccoci in uno scenario tipicamente alpino con neve di ordinanza e conosciamo Maria, la figlia del Reggimento, adottata in fasce quando il padre ferito a morte l?affid? a Sulpizio. E? diventata la vivandiera della truppa e viaggia in tuta grigia mascolina su una coreografica motocicletta rossa per il trasporto degli approvvigionamenti. Cantando ?Ciascun lo dice? con voce sicura e ben impostata, anche se non molto estesa, dalle apprezzabile coloriture, la deliziosa figuretta bionda del soprano Ilina Mihaylova riempie piacevolmente la scena con i modi sbrigativi di fanciulla educata militarmente e la dolcezza tipicamente femminile, una deliziosa gioiosa presenza femminile che ogni padre putativo ricambia con grande affetto. Divertente la presentazione del padre ovvero di ciascun soldato a Tonio che le dichiara la sua passione, a breve pienamente corrisposta. Il tenore Hans Ever Mogollon che sostituisce Gianluca Terranova, po? impacciato nella scena e imbrigliato nel canto, forse si angustia pensando a come affronter? ?Mes amis, quel jour de f?te?.?. E? il momento in cui svela le ragioni del suo arruolamento. L?amore per Maria dovrebbe rendere il suo canto irruente, irrefrenabile, reso irresistibile dal giovanile ardore e invece al contrario mostra un?interpretazione accademica contenuta e timorosa. A difesa del giovane tenore bisogna riconoscere che oggi sulla scena mondiale sono pochi i tenori che come Juan Diego Florez sono in grado di reggere il confronto con i grandi del passato cimentandosi in questa aria. Nel frattempo si sono presentati sul palco la Marchesa di Lauffen coloristicamente interpretata dal mezzosoprano Dionisia di Vico e Ortensio, che tratteggia ironicamente il servo pronto ad adattarsi alle circostanze interpretato dal basso Giuseppe Pizzicato. Ed ? proprio la Marchesa a interrompere l?idillio, imponendo a quella che dichiara essere la nipote, frutto di un errore giovanile della sorella con un soldato dell?esercito, di partire insieme a lei lasciando il reggimento. E? l?unico momento drammatico ed ? annunciato dal suono del corno inglese fuori campo che intona una melodia struggente e bellissima-. ?Convien partire? anche se il cuore ? ancorato alle abitudini, agli affetti paterni, al nuovo totalizzante sentimento che si ? fatto strada in Maria e sotto l?egida di questa musica struggente e malinconica si chiude il primo atto. Riapre sulla celeberrima buffa lezione di canto e su un inqualificabile orsacchiotto gigante che non si capisce che ruolo abbia nella scena, forse allude all?innocenza virginale post-infanzia della fanciulla. Maria ? passata dal pantalone grigio all?abito da cerimonia perch? con leziose maniere deve cantare una canzone scelta dalla Marchesa per educarla al ?bello?. E? presente Sulpizio interpretato dal basso Francesco Paolo Vultaggio di cui tutto si pu? dire meno che abbia i caratteri vocali del basso. Pi? volte Sulpizio interviene riportando Maria al RATAPLAN intonato con i commilitoni. La lezione finir? malissimo, con Maria preda di una crisi di nervi che testimonia quanto poco sia versata per la vita aristocratica, fatta pi? di apparenza che di sostanza come afferma lei stessa nell?aria ?Le ricchezze e il grado?. Maria pensa di avere toccato il fondo, ma la Marchesa sta preparando qualcosa di peggio e trama per darla in sposa per procura a un nobile. Si capisce che il momento ? difficile perch? l?orsacchiottone, unico elemento scenografico, viene privato degli arti e rovesciato prono sul palco. Qui avviene veramente l?inimmaginabile, quando i due amanti inutilmente separati dalla Marchesa nuovamente affiancati sul palco accennano ai movimenti della danza del capitano, memoria di balere estive che fortunatamente non si conoscevano all?epoca e successivamente altra inqualificabile gaffe cronologica quando un invitato rivolgendosi alla fanciulla la apostrofa ?Maria, Maria, Maria? scimmiottando il musical ?West Side Story?. Forse c?? di peggio al mondo, ma queste due circostanze bastano a fare sobbalzare nella sedia qualunque patito di lirica. Altrettanto assurda la teoria di anziani messi in ridicolo mentre sfilano sul palco combinando disastri connessi all?et?. Possibile non si possa rappresentare l?opera buffa senza scadere nel grottesco o addirittura nel ridicolo? Sconfortante anche constatare come il pubblico ridendo mostrasse di apprezzare la scena. La vicenda si chiude con la confessione della Marchesa che Maria ? sua figlia, con la rinuncia al progetto matrimoniale che l?avrebbe resa infelice e con un abbraccio dei tre finalmente riuniti, Tonio, Maria e Sulspizio. Nel finale gioioso i due fidanzati si appartano in cima all?orsacchione e si concedono qualche assaggio di quella che sar? la loro pi? piacevole occupazione di coppia d?ora in poi. Regia, scene e costumi sono opera di Andrea Cigni che ha dimostrato che si possono avere originali ma non servono a nulla senza la cultura operistica. Il Coro As.Li.Co. del Circuito Lirico Lombardo diretto da Antonio Greco ha fatto bene le parti corali che hanno una certa rilevanza nel contesto e il direttore Alessandro d?Agostini ha cercato di risalire alle origini della partitura, rispettandone le caratteristiche. Le donne hanno fatto la parte del leone, polarizzando l?attenzione del pubblico e i do di petto della squillante virilit? di Tonio sono andati in sordina, sopraffatti dall?agilit? canora del soprano e dalla sua sicura presenza scenica. Del resto nella versione italiana ?Mes amis? dagli otto do di petto, vi ? stata inserita per fare un piccolo cadeau al pubblico. L?opera italiana, presentata alla Scala di Milano il 3.10.1849, presenta infatti alcune differenze con quella francese riconducibili alle diverse tradizioni musicali dei due paesi. Sono stati eliminati dalla versione italiana i recitativi tanto graditi dai francesi e alcune romanze. E? noto che Donizetti si rec? a Parigi nel 1838 per cercare di conquistare la fama internazionale, quella che aveva gi? toccato Rossini e Bellini. In realt?, sebbene acclamata dal pubblico francese, meno dalla critica, l?opera non si pu? considerare un capolavoro. Ha una sua piacevolezza soprattutto legata al clima bonariamente militare e vanta alcune arie che confermano il talento del compositore, qui certamente inferiore al ?Don Pasquale?, alla ?Favorita? e alla ?Lucia di Lammermour?.
    Attilia Tartagni 25.01.2010

  4. Gioved? 21 gennaio alle 16,30 presso la sede della Facolt? di Conservazione dei Beni Culturali di Ravenna la docente Anna Scalfaro in previsione delle rappresentazioni di sabato e domenica prossima rispettivamente alle 21 e alle 15,30 al Teatro Alighieri di Ravenna ha presentato ?La fille du R?giment? di G.Donizetti utilizzando una interpretazione di Juan Diego Florez e Patrizia Ciofi e con esempi eseguiti da lei stessa al pianoforte. Principale obiettivo era di mettere a confronto la versione italiana e quella francese, evidenziandone le differenze. Ha iniziato tracciando sommariamente la vita del compositore bergamasco Donizetti (1797-1848) di umili origini, ammesso alle ?Lezioni caritatevoli di musica? dirette dal maestro tedesco Giovanni Simone Mayr che poi si trasfer? a Bologna per studiare contrappunto con padre Stanislao Mattei. La prima opera ? ?Il Pigmalione?, seguito da ?Enrico di Borgogna?.Trasferitosi a Napoli, debutta con ?La zingara? e viene messo sotto contratto per produrre quattro opere all?anno per il Teatro San Carlo. A Napoli si illude di diventare direttore del Conservatorio, ma viene osteggiato dallo stesso re che gli preferisce Mercadante e giunge a censurare l?opera Poliuto con forti contenuti religiosi. Il 1937 ? l?anno terribile in cui muore il terzogenito tanto atteso dopo due figli nati morti e viene meno improvvisamente anche l?adorata moglie Virginia. Donizetti nel 1938 decide di trasferirsi a Parigi dove ci sono molti teatri, il clima culturale ? recettivo per l?opera lirica, i compensi sono buoni e inoltre sono spariti dalle scene due compositori che gli avrebbero fatto ombra, Rossini ritiratosi per malattia e Bellini, morto nel 1935. In due anni compone ?La fille du R?giment? che debutta al Th?atre de l?Opera-Comique di Parigi l?undici febbraio 1840 con grande successo di pubblico e con qualche ostilit? della critica. Fra i commenti non lusinghieri spicca quello di Hector Berlioz, compositore e critico alla cui considerazione Donizetti teneva moltissimo, che lo tratta alla stregua di un invasore e sostiene che l?opera ? copiata. In realt? Donizetti si era in qualche modo auto-plagiato come si era soliti fare all?epoca e con la sua prolificit? e velocit? compositiva tendeva a occupare tutti i teatri. Lo apprezz? invece Mendellsshon che defin? l?opera autorevole come il suo autore e serena per la trama e il clima brioso. Donizetti affid? al traduttore Callisto Bassi l?incarico di lavorare alla versione italiana che con pochi aggiustamenti adatti alla tradizione italiana and? in scena alla Scala di Milano il 3 ottobre 1840. Le differenze non sono sostanziali. L?ambientazione francese ? il Sud-Tirolo, quella italiana ? la neutrale Svizzera. La versione francese ? ottocentesca, quella italiana si svolge nel 700. Nell?opera italiana non ci sono recitativi ma solo parti cantate. Anche la partitura del tenore ? diversa nelle due opere, manca l?aria di presentazione, in compenso ci sono molti duetti e terzetti. ?A mes amis quel jour de fete? ? un?aria composita di effetto straordinario , che si conclude con ben otto do di petto del tenore. La propone Tonio, tenore, appena entrato a fare parte nella truppa rivolgendosi ai commilitoni per informarli che ama ricambiato la loro figlia putativa Maria, soprano, raccolta infante dalle braccia del padre morente e adottata dal Reggimento. Nella versione italiana non c??, sostituita da un?aria presa da ?Gianni di Calais?. ?Il faut partir? ? l?aria che conclude il primo atto. La canta Marie quando comunica ai padri che deve seguire la marchesa che la vuole con s? perch? ha riconosciuto in lei la nipote. Deve quindi lasciare i soldati-padri e l?amato Tonio e la musica riflette la sua desolazione. E? questo l?unico momento in cui il registro leggero se non buffo dell?opera volge al dramma e l?atmosfera si incupisce, come racconta il patetico motivo di base a cui fa da contrappunto il corno inglese. Nel secondo atto c?? la lezione di canto, piatto forte di questa opera buffa. Uno dei soldati, Sulpizio, distrae continuamente Maria, impegnata nell?impresa impossibile di rendere gradevole e soave una canzone stupidamente leziosa e con un testo assurdo ispirato alla mitologia, sotto gli occhi compiaciuti della marchesa. Il soldato la induce a cantare Rataplan e a lasciare quei leziosi modelli comportamentali che non le appartengono. Nel finale lieto dell?opera andr? a monte anche il tentativo di farla sposare a un nobile per procura e torneranno ad unirsi Maria e Tonio con il beneplacito della marchesa che si decide a rivelare di essere la madre e non la zia della ragazza. Nella versione italiana manca anche quel ?Salut ? la France? che entusiam? i francesi e la romanza ?Pour me rapprocher de Marie?, quindi alcuni fra cui anche la relatrice odierna ritiene pi? apprezzabile la versione francese.

    Attilia Tartagni 21.01.2010

  5. Sabato 23 alle 20,30 e domenica 24 alle ore 15,30 La figlia del reggimento del reggimento al Teatro Alighieri di Ravenna ? La presentazione del 19.01.2010 a cura di Jole De Gregorio.
    Jole de Gregorio, diplomata in pianoforte e laureata al D.A.M.S. di Bologna, insegnante di storia ed estetica musicale all?Istituto superiore di studi musicali ?Verdi? di Ravenna, il 10 gennaio nella Sala Corelli del Teatro Alighieri per la serie di incontri ?Prima dell?opera? ha presentato in anteprima ?La figlia del reggimento? che andr? in scena nella versione italiana sabato 23 alle 20,30 e domenica 24 alle 15,30. L?opera, presentata all?Op?ra-Comique di Parigi l?11 febbraio 1840 e presentata nella versione italiana alla Scala di Milano il 3 ottobre dello stesso anno, ? l?espressione della volont? di Gaetano Donizetti, dopo il ritiro dalle scene di Rossini e dopo la morte di Bellini avvenuta nel 1835, di conquistare a Parigi la celebrit? internazionale grazie ai diversi teatri della capitale francese, a una stampa musicale vivace, alla ?querelle? che fioriva puntualmente intorno alle rappresentazioni operistiche e soprattutto ai pagamenti lauti per via della garanzia del diritto d?autore. Perci? nel 1838 si trasfer? a Parigi per lavorare alla ?Figlia del reggimento?, melodramma in due atti su libretto di J. H. Bernoy de Saint-Georges e J.F.Bayard. La storia rispecchia un po? i f?uilleton ottocenteschi. La neonata Maria, abbandonata dal padre morente nelle braccia di Sulpizio, ? stata cresciuta dai soldati del reggimento di stanza in Svizzera. Divenuta una ragazza bella e piena di vitalit?, fa la vivandiera dell?esercito, adorata da ciascun soldato che in fondo al cuore nutre la speranza di essere da lei ricambiato. Maria si innamora invece di Tonio, un semplice contadino che per amor suo si arruola nell?esercito. Tutto sembra procedere in maniera idilliaca ma il dramma ? alle porte e si configura quando la marchesa di Berkenfield riconosce in Maria una nipote e la conduce al castello per educarla convenientemente. Impareggiabile la scena in cui Maria viene sottoposta alla lezione di canto ed elabora con svariate infioriture la canzone gi? sufficientemente leziosa, poi non resistendo pi? si lancia nel Rataplan del reggimento. Nel salotto aristocratico Maria si annoia e ben presto cede alla tristezza, che diventa disperazione quando la marchesa le impone di sposare il duca di Krakentorp. Maria obbedisce, ma ? la stessa marchesa a interrompere la cerimonia e, dopo averle rivelato di essere sua madre e di essere stata costretta dalle convenzioni sociali a rinunciare a lei, acconsente al matrimonio con Tonio divenuto un ufficiale dell?esercito. La Prof.ssa De Gregorio ha ripercorso le tappe salienti dell?opera con una guida all?ascolto dei brani pi? rilevanti, a partire dall?ouverture che rispecchia le bellezze naturali del posto nel clima idilliaco della Svizzera interrotto dalla musica bandistica ritmata tipica dell?esercito. Maria ? un soprano di coloritura che esprime con i suoi virtuosismi vocali le sfaccettature di una personalit? ricca, briosa e sostanzialmente legata a buoni principi fondamentali. La vivandiera ? un personaggio mitico della storia non soltanto francese che qui assume le sembianze di una fanciulla tanto adorata dai soldati quanto rispettata. Per quanto riguarda il tenore che interpreta Tonio, nonostante nella versione italiana non sia prevista l?aria ?Mes amis? che si conclude con ben otto do di petto, essa verr? inserita a Ravenna per non privare il pubblico ravennate dell?autentico sprazzo di vitalit? che sprigiona il brano. La traccia musicale fatta ascoltare ? tratta da una celeberrima versione dell?opera del 1975 registrata alla Fenice di Venezia con Mirella Freni e Alfredo Kraus. La relatrice spiega anche che nella versione francese c?erano, com?? nella tradizione, molti recitativi che nella versione italiana sono stati musicati. E aggiunge che un?aria cantata da Tonio nel primo atto ? frutto di auto-espropriazione di Donizetti che la estrapol? da una sua precedente composizione. Il finale del primo atto ? un fugato quasi canonico, dove si contemperano la rabbia dei soldati, il dolore di Sulpizio, la delusione di Tonio e di Maria. Poi la scena della lezione di canto, incomparabile parodia di un certo modo di cantare e tutta la partitura patetica della tristezza fino all?esplosione del finale dove l?amore trionfa sia fra i due amanti che fra mamma e figlia finalmente ricongiunte e in tutto ci? si pu? percepire una sorta di conciliazione interclassista. Del resto in Francia dopo la rivoluzione francese del 1830 si era affermata una nuova borghesia, una classe omogenea e solida che si rispecchiava perfettamente nell?Op?ra-Comique. Dopo assaggi musicali di cos? alta levatura, si spera che i giovani interpreti sulla scena ravennate siano all?altezza delle aspettative. Maria e Tonio saranno interpretati da Ilina Mihaylova e Gianluca Terranova poi avremo Francesco Paolo Vultaggio nei panni di Sulpizio, Dionisia di Vico nella parte della Marchesa, Giuseppe Pizzicato sar? Ortensio, Andrea Tabali sar? il Caporale, Sara Palana la Contessa di Swingen e Antonio D?Aciemo sar? il Notaio. La regia ? di Alessandro D?Agostino con la regia, le scene e i costumi di Andrea Cigni che ha immaginato l?opera come un film. La partitura ? quella scaligera del 1840, su libretto di Calisto Bassi e avr? la particolarit? di avvalersi di alcune prassi esecutive dell?epoca. Saranno utilizzati in orchestra strumenti storici quali cornette, cimbasso, percussioni particolari, i recitativi saranno accompagnati dal fortepiano, dal violoncello ?per accordi? e dal contrabbasso.

    Info e prenotazioni 0544 249244 ? teatroalighieri.org.

    Attilia Tartagni 19.01.2010

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