Il 101° Arena di Verona Opera Festival completa il suo omaggio a Puccini. Dopo i sold-out di Turandot e La Bohème, è la volta di una grande produzione: in scena dal 2 al 30 agosto, alle ore 21, quattro serate di Tosca nell’allestimento elegante e noir di Hugo De Ana. Sul palcoscenico un cast di stelle capitanato da Anna Netrebko e diretto da Daniel Oren, a 40 anni dal suo debutto areniano.
Un triangolo amoroso intenso e drammatico, una caccia all’uomo in una città scossa dalla rivoluzione, una musica ricca e avvincente per un’opera che scorre come un film thriller nella Roma del 1800. Con un ritmo teatrale incalzante e arie celeberrime (Recondita armonia, Vissi d’arte, E lucevan le stelle…), Tosca è fra i titoli più amati e rappresentati al mondo, e sesta nella lunga classifica delle opere più popolari all’Arena di Verona dal 1913 ad oggi, sempre con interpreti di prestigio internazionale, come conferma anche il cast di stelle del Festival 2024.
Nei panni della protagonista Floria Tosca, cantante devota e innamorata, diva del suo tempo catapultata in un intrigo politico a rischio della vita, è Anna Netrebko che torna in Arena, per la prima volta in questo ruolo. Un legame profondo con l’Anfiteatro e la città scaligera: il suo debutto a Verona risale al 2019 come Leonora ne Il Trovatore. Da allora, anche nelle estati segnate dalla pandemia, la stella dell’opera non è mai mancata all’appuntamento del Festival areniano, proponendo ogni anno un personaggio diverso. Dopo essere stata protagonista del Gala 2020, ha interpretato Turandot nel 2021, Aida e Turandot nel 2022, per aprire e chiudere con recite sold-out il 100° Festival 2023 rispettivamente come Aida e La Traviata.
Per le prime tre rappresentazioni, accanto a lei il tenore Yusif Eyvazov (Mario Cavaradossi) e il baritono Luca Salsi (il Barone Scarpia), nell’apprezzato allestimento curato per regia, scene, costumi e luci da Hugo De Ana. Una produzione che unisce potenti simboli, sontuosi costumi tradizionali, rapidi cambi scena ed effetti mozzafiato. Completano il cast il fuggiasco Angelotti di Gabriele Sagona, il Sagrestano di Giulio Mastrototaro, gli sgherri Spoletta, interpretato da Carlo Bosi, e Sciarrone, da Nicolò Ceriani. Nel cameo del carceriere torna Carlo Striuli, nota voce areniana, e tre giovanissime voci bianche si alternano nei panni del pastorello: Erika Zaha (2 e 9 agosto), Lorenzo Pigozzo (16 agosto) e Mattia Lucatti (30 agosto).
Sul podio per tutte le rappresentazioni, il maestro Daniel Oren guiderà l’Orchestra di Fondazione Arena, il Coro preparato da Roberto Gabbiani e le voci bianche di A.Li.Ve. istruite da Paolo Facincani. Il direttore festeggia quarant’anni esatti dal suo esordio in Arena, avvenuto proprio con Tosca al Festival 1984.
Stelle anche per l’ultima serata di Tosca in programma venerdì 30 agosto: protagonista sarà il soprano Elena Stikhina, fra i più apprezzati di oggi, reduce da recenti successi in Arena. Jonas Kaufmann vestirà per la prima volta a Verona i panni di Mario Cavaradossi, pittore e rivoluzionario, appassionato amante di Tosca. Sarà il baritono Ludovic Tézier a interpretare il Barone Scarpia, spietato capo della polizia, persecutore di rivoluzionari come Cavaradossi, e ardente di passione per la diva Tosca, antagonista fra i più iconici di tutto il repertorio operistico.
La storia di Floria Tosca, creata dal drammaturgo Victorien Sardou per Sarah Bernhardt nel 1887, conquistò subito Giacomo Puccini che, dopo lunghe trattative, ne affidò il libretto ai fidi Giacosa e Illica, quasi sfidando gli eccessi drammatici dei colleghi contemporanei oggi accomunati dall’aggettivo “veristi”, e riscuotendo alla prima romana del 1900 un successo clamoroso e ininterrotto, facendo della protagonista la diva per eccellenza del repertorio operistico.
Puccini riesce ancora oggi a conquistare il pubblico con melodie indimenticabili, orchestrazione raffinatissima, forte caratterizzazione dei personaggi e, soprattutto, una narrazione teatrale avvincente, inarrestabile, quasi da film thriller, grazie anche al brillante tessuto tematico che, già dai tre accordi iniziali, si fissa nella mente dello spettatore.
LA STAGIONE 2023/2024
Presentata la stagione del Teatro G.Verdi di Forlimpopoli
Mercoledì 8 NOVEMBRE 2023 ore 21
FIGLIO, NON PIÙ GIGLIO
Mariella Nava e Daniela Poggi
Scritto E Diretto Da Stefania Porrino
Prendendo spunto dalla famosa lauda Il pianto della Madonna di Jacopone da Todi, l’autrice Stefania Porrino delinea in questo monologo la figura di una donna moderna, Maria, interpretata da Daniela Poggi, che vive anch’essa il dolore di una spada che le ha trafitto il cuore ma in una situazione rovesciata in cui l’amato figlio non è vittima innocente dell’altrui malvagità ma autore egli stesso di violenza su una donna, su una madre che, come sua madre, è portatrice di vita. I pensieri, le domande e i sentimenti di Maria, costretta a misurarsi con la sua impotenza di fronte alla violenza perpetrata dal figlio su un’altra donna, vengono offerti al pubblico sotto forma di una lettera che la madre scrive al figlio per tentare di ricostruire le possibili e molteplici cause dell’atto assassino da lui compiuto e trovare uno spiraglio di speranza in una sua rigenerazione interiore che renda possibile a lei – madre – perdonare un figlio che non è più giglio. Per esaltare l’impatto emotivo dell’esperienza di Maria, al testo in prosa si intrecciano le musiche di Mariella Nava creando un unico flusso di emozioni che intendono coinvolgere mente e cuore degli spettatori.
Mercoledì 13 Dicembre 2023 ore 21
SBALLANDO CON LE STELLE
Dario Cassini
di Dario Cassini, Daniele Ceva, Massimiliano Papale
La partecipazione a Ballando con le Stelle mi ha cambiato totalmente la vita: se prima parlavo di vino, cibo, donne, adesso con le donne parlo di drenanti, depurativi, creme contorno occhi. La carriera dell’attore tutta un po’ sballata per orari, viaggi avventure e ve la voglio raccontare tutta, dagli inizi in teatro, alla grande televisione, al cinema, alla fiction e a qualche centinaio di spettacoli dal vivo fatti in giro per l’Italia per far ridere il mio pubblico. Avete presente quando da ragazzino ti bevi quella birra di troppo e ti sembra di vedere tutto come un’allucinazione? Ecco a me è successo: tutto potevo immaginare tranne che avrei parlato di tango e valzer con Iva Zanicchi, Gabriele Garko, Giampiero Mughini oppure consigliare a Montesano quale maglietta indossare, ma soprattutto, ballando da Milly Carlucci, sono cambiati i miei argomenti, prima parlavo di vino, di cibo, di donne, adesso con le donne parlo di drenanti, depurativi e creme contorno occhi, praticamente sono passato da un cheeseburger double, al paso doble. Si ma quante avventure, quanta bellezza intorno a te starete pensando… Per essere chiari su quest’argomento sappiate che la mia straordinaria ballerina, Lucrezia Lando, sulla quale chiunque un pensierino ce lo avrebbe fatto, il primo giorno di prove ha esordito dicendo: ”Qualsiasi progetto di conquista tu abbia in testa, sappi che il mio papà è due anni più piccolo di te, quindi ora fai 600 addominali e zitto altrimenti non mi entri nello smoking”. La carriera dell’attore è tutta un po’ sballata, per orari, viaggi, avventure e ve la voglio raccontare, tutta. Dagli inizi in teatro, alla grande televisione, al cinema alla fiction e a qualche centinaio di spettacoli dal vivo fatti in giro per l’Italia per far ridere il mio pubblico. Se qualcuno stesse pensando che in questo nuovo spettacolo non parlerò di donne vi rispondo:” NON CI PENSATE NEANCHE, NON VEDO L’ORA DI FARLO !”
Venerdì 12 Gennaio 2024 ore 21
CHI ME LO HA FATTO FARE!
Marco Marzocca
di e con Marco Marzocca
Marco racconta senza filtri la sua vita, la trasformazione, gli inizi della sua carriera e tutte le sue più intime e personali esperienze al limite del paradossale. Una vita comica perché comico è il minimo comune denominatore di tutta la sua esistenza. Una chiacchierata tra amici, una esperienza non scritta, ma vissuta tra una risata, una domanda, una barzelletta e un ricordo di vita. Un appuntamento con il pubblico che Marco ha preparato meditando da molto tempo con l’unico desiderio di condividere tutte le sue esperienze… divertirsi e divertire, emozionarsi ed emozionare. Marco Marzocca, prima perito in elettronica industriale, poi farmacista, comico, attore, autore con una lunga esperienza di vita artistica, cinema, teatro, radio, televisione, racconta senza filtri la sua vita, la trasformazione, gli inizi della sua carriera e tutte le sue più intime e personali esperienze al limite del paradossale: una vita comica, perché comico è il minimo comune denominatore di tutta la sua esistenza. La nascita dei suoi più famosi personaggi comici (il pasticcione Ariel, il burbero e irascibile notaio, il manesco Cassiodoro, la maga furbona Mamma Orsa, il tenero Michelino e il tecnologico Sturby). La lunga formativa esperienza di Distretto di Polizia, l’incontro e l’amicizia con il suo mentore, il geniale Corrado Guzzanti, l’indimenticabile esperienza, non solo professionale ma soprattutto umana,con il mitico Gigi Proietti.
Mecoledì 24 Gennaio 2024 ore 21
Progetto speciale per il giorno della Memoria
PARAGRAPH 175
Teatro delle Forchette
Scritto e Diretto da Antonio Sotgia
Il muro di Berlino è solo un ricordo. La generazione dei tempi della guerra sta per scomparire. Il mondo sembra deciso a creare un futuro brillante. Ma una cultura si basa anche sui ricordi. Alcuni vengono ostentati, altri nascosti. 75 anni fa, il regime nazista decise di ripulire la Germania dall’omosessualità. Furono arrestate 100.000 persone. 15.000 persone sono state mandate nei campi di concentramento. Negli anni ’20 la Repubblica di Weimar era conosciuta come il paradiso degli omosessuali. Gli abitanti di Berlino non conoscevano il Paragrafo l75: la legge tedesca antisodomia che risaliva al 1871. Con quella legge, c’era pericolo di minacce e incarcerazioni. Per abolire il Paragrafo 175, nacque un movimento guidato da Magnus Hirschfeld: scienziato e pioniere delle ricerche in ambito sessuale, nonché socialista, ebreo e omosessuale. Hirschfeld fondò l’Istituto di Scienze Sessuali di Berlino. Lottava per l’emancipazione degli omosessuali in Germania. Sembrava profilarsi una nuova era di libertà. Il Movimento Giovanile aveva attirato giovani tedeschi. Dai nudisti ai socialisti, dai sionisti ai nazionalisti. Accorrevano a migliaia. Proclamavano una visione romantica del mondo, adoravano la natura, l’amicizia e il corpo umano. Alcuni erano per l’astinenza, altri esaltavano la sessualità. Nella Germania Ovest le leggi naziste restarono in vigore fino al 1968. Chi era stato incarcerato in base al Paragrafo 175 fu definito criminale. Nessuno ha avuto il riconoscimento di vittima del nazismo. La cultura gay ha sempre sofferto, in tutta la sua storia, di periodiche “interruzioni” di varia natura. Editti, leggi, sentenze, usi, tradizioni, roghi, bandi, confini, violenze, insulti, camere a gas, lavori forzati, carceri e pregiudizi hanno da sempre interrotto il nascere di una vita e cultura gay duratura e stabile. Il primo vero e proprio passo verso la formazione di un nuovo tipo di realtà gay visibile e “tramandabile” è la rivolta di Stonewall, New York, il 28 giugno 1969. Tanto deve essere ancora fatto nel mondo. In sette paesi vige la pena di morte per omosessualità. In sessantanove paesi l’omosessualità è illegale. Chi erige nuovi muri. Chi chiude i porti. Chi dalla storia non ha imparato nulla. Libertà.
Venerdì 9 Febbraio 2024 ore 21
TOSCA E LE ALTRE DUE
Cinzia Massironi e Elisabetta Spinelli
di Franca Valeri – regia Raffaella Morelli
La storia, portata in scena per la prima volta al teatro Valle nel 1986, è ispirata dall’opera lirica “Tosca” di Giacomo Puccini. Franca Valeri, ha immaginato un’opera dentro l’opera, un ironico racconto, che si svolge nella portineria di Palazzo Farnese, fra la guardiana e la moglie del boia, mentre al piano nobile si consuma la tragedia della cantante Tosca e del suo amante, il pittore Cavaradossi. La regia di Raffaella Morelli, che decide di riportare in scena il testo in occasione del centenario della Valeri, accompagna lo svolgimento dell’azione, sposando le istanze dei due personaggi e cercando di restituire alla storia tutta la sua umanità. Nei due ruoli di Emilia, la portinaia e di Iride, ex-attricetta di dubbi costumi, Cinzia Massironi e Elisabetta Spinelli, danno vita a una memorabile coppia di personaggi femminili, che in una scoppiettante alternanza di battute, richiama lo spirito della commedia dell’Arte. Come molti sanno, “Tosca” è l’opera lirica più famosa di Giacomo Puccini ma pochi conoscono la storia di “Tosca e altre due”. Il testo nasce dalla colta e raffinata comicità di Franca Valeri, che per un momento ha immaginato ciò che accadeva nella portineria di Palazzo Farnese, dove, nel corso di una lunga notte, facevano amicizia la custode Emilia e la Iride, moglie del boia. Una coppia sui generis che spia e origlia i piani alti dell’aristocrazia, dove la vicenda di Tosca andava assumendo sempre più toni tragici. In questo scenario le due donne parteggiano accanitamente, l’una per il cattivo barone Scarpia e l’altra per la sventurata Tosca
Venerdì 15 Marzo 2024 ore 21
IL SETTIMO GIORNO LUI SI RIPOSÒ, IO NO
uno show di Andrea Mirò e Enrica Tesio
Siamo tutti vittime di una stanchezza pressoché cronica. O crediamo di esserlo. Non molti anni fa perfino il Papa decise di mollare, perché troppo stanco. Nessuno di noi, invece, può dimettersi dalle proprie quotidiane stanchezze. È il punto di partenza dell’esplorazione che Enrica Tesio, blogger e autrice, compie in “Tutta la stanchezza del mondo” (Bompiani, 2022), ironico diario privato di fatiche collettive: la fatica delle madri, quella da social, la stanchezza della burocrazia, del diventare adulti, perfino la stanchezza della bellezza. Dalla pagina al palcoscenico il salto è breve, e obbligato. Perché noi siamo il popolo del multitasking che diventa “multistanching”. Siamo quelli che scorrono le pagine dei social per misurare le vite degli altri, quelli che riempiono di impegni i figli per paura di non stimolarli abbastanza, quelli che la sera si portano il computer in camera da letto per guardare una serie e intanto rispondere all’ultima mail. Quelli che, per riposarsi, si devono concentrare. Il settimo giorno lui si riposò, io no non è soltanto uno spettacolo: “è una seduta di autoaiuto, un monologo sulla vita di una donna come tante, ma con occhiaie uniche nel suo genere!”. A fare da contrappunto alle parole argute e piene di humour di Enrica Tesio sono le musiche eseguite dal vivo da Andrea Mirò: una selezione di musiche originali e brani di grandi autori in cui la visione slow della vita si interseca, e si contrappone, alla frenesia dei tempi moderni esprimendo una prospettiva totalmente diversa, avulsa, distante e, probabilmente, salvifica. Da Rino Gaetano a Giorgio Gaber, da Enzo Del Re a Niccolò Fabi, fino a Lucio Dalla passando attraverso i brani della stessa cantautrice astigiana: una trama fatta di sonorità raffinate e suggestioni poetiche per celebrare, in musica, un elogio alla lentezza. Il racconto, a due voci, di due donne straordinariamente talentuose per uno spaccato, attualissimo e incredibilmente ironico, del nostro tempo.
Venerdì 5 Aprile 2024 ore 21
SONO STATE QUELLE DEL BAR
Teatro delle Forchette
Scritto e Diretto da Vally Sedioli
Cosa può succedere a delle signore di una certa età che si vedono regolarmente al bar per parlare e sparlare di quello che le circonda? Nulla di eccezionale normalmente, ma quando vengono a sapere dalla cameriera che è necessario raccogliere una quota importante di denaro per salvare una giovane vita , danno una scossa alla grigia routine dei loro incontri e decidono di compiere una rapina in banca. Ovviamente il colpo non va a buon fine, tuttavia le signore riusciranno ugualmente a raggiungere la straordinaria meta perché la fortuna le premierà comunque in altro modo. La commedia si sviluppa attraverso le opinioni e le trovate spesso bizzarre e stravaganti sul da farsi delle protagoniste, che con le loro idee campate per aria e a volte divergenti, rendono divertente il proseguire degli avvenimenti e dipingono, con le loro personalità, un mondo fantasioso di donne sempre pronte a riprendersi in mano la vita e a continuare a sognare.
Venerdì 24 Aprile 2024 ore 21
Progetto speciale per il giorno della Liberazione
DONNE CHE FANNO STRADA
Malocchi & Profumi
Scritto e Diretto da Lara Mengozzi e Sabina Spazzoli
Lo spettacolo è una drammaturgia originale in cui alcune illustri donne che nella Città di Forlì hanno lasciato un segno tangibile, tanto da aver intitolata una strada a loro nome, si incontrano mettendo a confronto le loro vite esemplari e per molti versi eccezionali. Le donne protagoniste della storia sono Caterina Sforza la leonessa di Romagna, Teresa Cattani Scardi patriota che ha lottato per la liberazione di Forlì dalla sudditanza allo stato pontificio, Ifigenia Gervasi patriota, attrice e scrittrice, Giorgina Crawford Saffi lungimirante progressista, molto più cha la moglie di Aurelio Saffi, Antonietta Cimolini alla quale l’Argentina ha dedicato una targa come aviatrice italiana precursora dell’aereonautica, Maria Farneti cantante soprano di fama mondiale, interprete delle maggiori opere di Mascagni e di Puccini, Tina Gori convinta antifascista e figura di rilievo della resistenza romagnola, Teresa Valmori e Marina Nardi operaie forlivesi alla Fabbrica Battistini tra le promotrici dello Sciopero del Pane nel 1941, con l’aggiunta di un cammeo dedicato a Iris Versari partigiana del gruppo Corbari, medaglia d’oro al valor militare. Nel luogo non luogo del palcoscenico e nel tempo indefinito della rappresentazione queste donne si incontrano, ospiti di Marietta Sabatini, donna di fiducia e collaboratrice di Pelegrino Artusi, e qui raccontano la loro storia e condividono i propri destini. I loro racconti, carichi di verità e di valore, sono volti a portare il pubblico al centro di una storia dove tutte le donne sono protagoniste. Lo spettacolo reclama, attraverso le storie di queste donne eccezionali, un posto di tutto rispetto nella Storia dell’umanità per tutte le altre donne, anche se sconosciute, piccole e insignificanti (come dirà una di loro…).
Venerdì 17 Maggio 2024 ore 21
IL CIRCO CAPOVOLTO
Andrea Lupo
liberamente tratto dal romanzo di Milena Magnani
diretto da Andrea Paolucci
musiche originali David Sarnelli
una produzione Teatro delle Temperie
in collaborazione con Teatro dell’Argine
con il sostegno della Provincia di Bologna e della Regione Emilia Romagna.
vincitore del Roma Fringe Festival edizione 2017: MIGLIOR DRAMMATURGIA, MIGLIOR ATTORE E PREMIO DEL PUBBLICO
vincitore del Palio Ermo Colle 2020: PREMIO DEL PUBBLICO
vincitore del premio Mauro Rostagno 2021: PREMIO DEL PUBBLICO
spettacolo premiato al Catania Off Fringe Festival 2022
Un vortice in cui memoria, appartenenza, sangue si mescolano a guerra, deportazioni, tradimenti, fughe e vendette. Uno spettacolo commovente e travolgente. Favola, confessione, epopea familiare, Storia collettiva. In cui i tragici eventi raccontati acquistano una luce particolare, tramite il filtro dello sguardo curioso e incantato dei bambini e l’incombente presenza della magia dello “szerelem”; quell’amore per l’arte che dalle vene della stirpe Hrabal arriva direttamente a quelle degli spettatori, creando una connessione e un’atmosfera unica, che lascia il segno in ognuno
Venerdì 12 Giugno 2024 ore 21.15
RENT- IL MUSICAL
Teatro delle Forchette
Regia di Stefano Naldi
Rent è un musical rock scritto e composto da Jonathan Larson e basato sull’opera La bohème di Giacomo Puccini. Racconta la storia di un gruppo di giovani artisti e musicisti squattrinati che tentano di sopravvivere nel Lower East Side di New York nei giorni nell’atmosfera bohémien dell’Alphabet City vissuti all’ombra dell’AIDS. La Vigilia di Natale del 1989, New York. La scena si apre all’interno di uno sgangherato appartamento dove Mark, regista indipendente e squattrinato, e Roger, chitarrista ed ex tossicodipendente, sbarcano il lunario vivendo alla giornata. Mark sta tentando di girare il film della sua vita a discapito delle difficoltà economiche e di una madre opprimente. Roger, sul quale aleggia il fantasma della sua ex dopo la scoperta di essere entrambi sieropositivi, sta tentando di comporre una canzone che possa renderlo immortale. Nello stesso palazzo vive Mimì, sfacciata spogliarellista tossicodipendente con l’HIV, che sconvolgerà il fragile equilibrio del musicista. ma nel quartiere dove vivono pende lo sfratto imminente: Benny, loro ex coinquilino recentemente sposato con una ricca borghese, Allison Grey, è diventato il proprietario dell’intera zona e intende trasformarla da rifugio di senza tetto e artisti di strada in un quartiere prestigioso e altolocato. Ma una protesta contro lo sfratto è prevista per la sera stessa; Maureen, poliedrica attrice bisessuale ed ex ragazza di Mark, intende scatenare una rivolta contro lo sgombero. In suo aiuto accorre la sua nuova ragazza, Joanne, prestigioso quanto aggressivo avvocato. Tom Collins, professore sieropositivo, filosofo, anarchico e amico comune, è nel frattempo tornato in città. Ma l’incontro con Angel, Drag Queen e percussionista di strada, anch’egli malato di AIDS, sconvolgerà per sempre la sua vita. Sullo sfondo del disagio economico e sociale sul quale passa l’ombra silenziosa della malattia, i protagonisti della nostra storia cercheranno di trovare ciò per cui vale la pena di lottare e vivere, ricordandosi e ricordandoci che ogni istante va vissuto intensamente perché ogni momento è … adesso o mai più .
SPETTACOLO FUORI ABBONAMENTO
L’INSIPIENZA ARTIFICIALE
Enrico Zambianchi
Venerdì 2 FEBBRAIO 2024 ore 21.00
TEATRO G.VERDI FORLIMPOPOLI
Il comico forlimpopolese Enrico Zambianchi, visto in finale a “Eccezionale Veramente” nel 2016, raccoglie piccoli particolari dalla realtà che ci circonda e ce li presenta in una luce stravolta ed esilarante. Spesso non ci accorgiamo di quanto si avvicinino alla mania i nostri comportamenti. Ciò che si sente dire in giro, una volta isolato o mescolato, può avere un significato diverso in un gioco concentrico di scatole cinesi. Se poi sullo sfondo c’è la Romagna del Liscio e delle Spiagge, il quadro comico è completo. Zambianchi non si ripete: ogni suo spettacolo ha una dose di originalità e rinnovamento che spiazza e per la sua dote di interazione col pubblico, viene definito sulla stampa “Il Profeta della Risata”.
Milan 1955
Orchestra and Chorus of Radio and Television
Antonio Votto conductor
Tosca Renata Heredia Capnist
Mario Cavaradossi Franco Corelli
Il barone Scarpia Carlo Tagliabue
Cesare Angelotti Antonio Sacchetti
Il Sagrestano Vito de Taranto
Spoletta Renato Ercolani
Un carceriere Mario Zorgniotti
Un pastore Gisella Ravagnani
Direttore Valerio Galli
Regia Mario Pontiggia
Scene e costumi Francesco Zito
Luci Bruno Ciulli
Assistente alla regia Angelica Dettori
Assistente alle scene Antonella Conte
Allestimento del Teatro Massimo
Orchestra, Coro e Coro di voci bianche del Teatro Massimo
Maestro del Coro Ciro Visco
Maestro del Coro di voci bianche Salvatore Punturo
Ideazione e coordinamento televisivo Gery Palazzotto
Regia televisiva Antonio Di Giovanni
Tosca Anna Pirozzi
Cavaradossi Fabio Sartori
Scarpia Amartuvshin Enkhbat
Angelotti Gabriele Sagona
Il sagrestano Nicolò Ceriani
Spoletta Massimiliano Chiarolla
Sciarrone Italo Proferisce
Un carceriere Alessio Gatto Goldstein
Un pastore Anna Costa
Teatro Ente Lirico Marialisa de Carolis Sassari 2018
Regia Giulio Ciabatti
Donata D’ Annunzio Lombardi – Luciano Ganci – Elia Fabian – Bruno Praticò – Cristiano Olivieri
https://www.raiplay.it/video/2016/10/TOSCA-b8a24a32-45d7-4dc5-a192-8b80b0bf4f63.html
https://ok.ru/video/1761929726672?fromTime=0
Teatro Carlo Felice Genova
2010
Daniella Dessi, Fabio Armiliato, Claudio Sgura, Nikolay Bikov, Paolo Maria Orecchia
Conductor Marco Boemi
Teatro Carlo Felice Orchestra
Teatro Carlo Felice Chorus
Chorus Master Franco Sebastiani
Stage Director Renzo Giacchieri
Stage Designer Adolf Hohenstein
Lightning Designer Renzo Giacchieri
Salzburg 2021
Marco Armiliato Conductor
Michael Sturminger Regia
Renate Martin, Andreas Donhauser Sets and Costumes
Urs Schönebaum Lighting
Anna Netrebko Floria Tosca
Yusif Eyvazov Mario Cavaradossi
Ludovic Tézier Il Barone Scarpia
Michael Mofidian Cesare Angelotti
Matteo Peirone Sagrestano
Mikeldi Atxalandabaso Spoletta
Rupert Grössinger Sciarrone
Alexander Köpeczi Un carceriere
Daniel Fussek Un pastore
Salzburger Festspiele und Theater Kinderchor
Wolfgang Götz Chorus Master
Concert Association of the Vienna State Opera Chorus
Ernst Raffelsberger Chorus Master
Vienna Philharmonic
Wien 2015
Conductor Dan Ettinger
María José Siri, Roberto Alagna, Michael Volle
https://www.raiplay.it/video/2021/03/Opera—Tosca-ef23739a-b3b6-488a-be6e-2cde52dd8dbd.html
1959
Magda Olivero, Alvinio Misciano, Giulio Fioravanti, Giovanni Foiani, Carlo Badioli, Athos Cesarini, Arrigo Cattelani, Renzo Gonzales
Conductor Fulvio Vernizzi
Regia Mario Lanfranchi
https://metoperafree.brightcove-services.com/?videoId=6230187505001
https://ok.ru/video/1000180091509
Met 1985
Placido Domingo, Hildegard Behrens, Cornell MacNeil, Italo Tajo
Conductor Giuseppe Sinopoli
Orchestra Metropolitan Opera Orchestra
Chorus Metropolitan Opera Chorus
Regia Franco Zeffirelli
Stage Designer Franco Zeffirelli
Costume Designer Peter J. Hall
Lightning Designer Gil Wechsler
2019/2020 Season
Tosca
Teatro alla Scala Chorus and Orchestra
New Teatro alla Scala production
Conductor Riccardo Chailly
Regia Davide Livermore
Sets Giò Forma
Costumes Gianluca Falaschi
Lights Antonio Castro
Video D-wok
Tosca Anna Netrebko
Cavaradossi Francesco Meli
Scarpia Luca Salsi
Angelotti Carlo Cigni
Sagrestano Alfonso Antoniozzi
Spoletta Carlo Bosi
Sciarrone Giulio Mastrototaro
Carceriere Ernesto Panariello
Pastore Gianluigi Sartori
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CONDUCTOR
Riccardo Frizza
REGIA
Luc Bondy
SET DESIGNER
Richard Peduzzi
COSTUME DESIGNER
Milena Canonero
LIGHTING DESIGNER
Max Keller
STAGE DIRECTOR
Paula Williams
Angelotti
Richard Bernstein
Sacristan
John Del Carlo
Cavaradossi
Roberto Alagna
Tosca
Patricia Racette
Scarpia
George Gagnidze
Spoletta
Eduardo Valdes
Sciarrone
James Courtney
Shepherd
Seth Ewing-Crystal
Jailer
Ryan Speedo Green
August 2020
17
Puccini’s Tosca
Transmitted live on November 9, 2013
18
Zandonai’s Francesca da Rimini
Recorded live on April 7, 1984
19
Tchaikovsky’s Eugene Onegin
Transmitted live on April 22, 2017
20
Verdi’s Un Ballo in Maschera
Recorded live on January 26, 1991
21
Verdi’s Simon Boccanegra
Transmitted live on February 6, 2010
22
Rossini’s Il Barbiere di Siviglia
Recorded live on December 3, 1988
23
Humperdinck’s Hansel and Gretel
Recorded live on December 25, 1982
https://metoperafree.brightcove.services/?https://youtu.be/45bdBpwtzhgvideoId=6173671150001
CONDUCTOR
Joseph Colaneri
REGIA
Luc Bondy
SET DESIGNER
Richard Peduzzi
COSTUME DESIGNER
Milena Canonero
LIGHTING DESIGNER
Max Keller
Angelotti
David Pittsinger
Sacristan
Paul Plishka
Cavaradossi
Marcelo Álvarez
Tosca
Karita Mattila
Scarpia
George Gagnidze
Spoletta
Joel Sorensen
Sciarrone
James Courtney
Shepherd
Jonathan Makepeace
Jailer
Keith Miller
Roma 2000
Direzione d’orchestra
Placido Domingo
Regista, Costumi e Scene
Franco Zeffirelli
TOSCA Ines Salazar
CAVARADOSSI Luciano Pavarotti
SCARPIA Pons Juan
ANGELOTTI Bou Felipe
IL SAGRESTANO Enzo Dara
SPOLETTA Luca Casalin
SCIARRONE Roberto Accurso
UN CARCERIERE Morace Filippo
UN PASTORE Michael Alfonsi
Regia Paul Curran
Set Designer and Costume Designer Paul Edwards
Lighting Designer David Jaques
Conductor Valery Gergiev
Floria Tosca Tatiana Serjan
Mario Cavaradossi Akhmed Agadi
Baron Scarpia Yevgeny Nikitin
© 2014 Mariinsky Theatre
https://metoperafree.brightcove-services.com/?videoId=6262877784001
https://metoperafree.brightcove-services.com/?videoId=6225324692001
https://metoperafree.brightcove-services.com/?videoId=6215496287001
https://metoperafree.brightcove.services/?videoId=6159321787001
1978 Metropolitan Opera
James Conlon Conductor
Metropolitan Opera Orchestra and Chorus
Luciano Pavarotti
Shirley Verrett
Cornell MacNeil
Milan 1997
Galina Gorchakova, Neil Shicoff, Ruggero Raimondi, Luigi Roni, Alfredo Mariotti
Conductor Simon Bychkov
Orchestra del Teatro alla Scala
Coro del Teatro alla Scala
Chorus Master Roberto Gabbiani
Regia Luca Ronconi
Regia Margherita Palli
Costume DesignerVera Marzot
2000
Floria Tosca Maria Guleghina
Mario Cavaradossi Salvatore Licitra
Il Barone Scarpia Leo Nucci
Cesare Angelotti Giovanni Battista Parodi
Il Sagrestano Alfredo Mariotti
Spoletta Ernesto Gavazzi
Sciarrone Silvestro Sammaritano
Un Carceriere Ernesto Panariello
Un Pastore Virginia Barchi
Coro e Orchestra del Teatro alla Scala
Riccardo Muti
Directed for Stage by Luca Ronconi
Recorded live at the Teatro alla Scala, Milan, March 2000
Directed for television by Pierre Cavasillas
Teatro La Fenice – stagione 2018/ 2019
Floria Tosca Chiara Isotton
Mario Cavaradossi Azer Zada
Il barone Scarpia Sebastian Catana
Cesare Angelotti Cristian Saitta
Il sagrestano Matteo Ferrara
Spoletta Cristiano Olivieri
Sciarrone Armando Gabba
Un carceriere Antonio Casagrande, Giampaolo Baldin
Un pastore solista del Coro dei Piccoli Cantori Veneziani
Direttore Daniele Rustioni
regia Serena Sinigaglia
scene Maria Spazzi
costumi Federica Ponissi
light designer Alessandro Verazzi
Orchestra e Coro del Teatro La Fenice
maestro del Coro Claudio Marino Moretti
Piccoli Cantori Veneziani
maestro del Coro Diana D’Alessio
Teatro La Fenice
Stagione 2018/ 2019
Mario Cavaradossi, Azer Zada
Direttore Daniele Rustioni
Regia Serena Sinigalia
Scene Maria Spazzi
Costumi Federica Ponissi
Orchestra del Teatro La Fenice
DIRETTORE
Jader Bignamini
REGIA
Gianni Marras
Libero adattamento dalla regia originale di Alberto Fassini
FLORIA TOSCA
Ainhoa Arteta
MARIO CAVARADOSSI
Stefano Secco
BARONE SCARPIA
Raymond Aceto
CESARE ANGELOTTI
Alessandro Svab
SAGRESTANO
Alessandro Busi
SPOLETTA
Cristiano Olivieri
SCIARRONE
Luca Gallo
CARCERIERE
Michele Castagnaro
PASTORELLO
Valentina Pucci
MAESTRO DEL CORO
Andrea Faidutti
LUCI
Guido Levi
RIPRESA DELLE LUCI
Andrea Oliva
COSTUMI
adattati da Paola Crespi
ASSISTENTE ALLA REGIA
Francesco Rescio
Maestro del Coro di Voci Bianche
Alhambra Superchi
Allestimento Teatro Comunale di Bologna
Orchestra, Coro, Coro di Voci Bianche e Tecnici del Teatro Comunale di Bologna
Scuola di Teatro Alessandra Galante Garrone
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Met 2018
Regia David McVicar
Sonya Yoncheva
Anna Netrebko
Vittorio Grigolo
Marcelo Álvarez
Conductor Emmanuel Villaume
Marzo 2015
Musica di Giacomo Puccini
Melodramma in tre atti
Libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica tratto dal dramma omonimo di Victorien Sardou
DIRETTORE Donato Renzetti
REGIA Alessandro Talevi
MAESTRO DEL CORO Roberto Gabbiani
SCENE Adolf Hohenstein ricostruite da Carlo Savi
COSTUMI Adolf Hohenstein ricostruiti da Anna Biagiotti
LUCI Vinicio Cheli
PRINCIPALI INTERPRETI
FLORIA TOSCA Oksana Dyka
MARIO CAVARADOSSI Stefano La Colla
IL BARONE SCARPIA Roberto Frontali
SAGRESTANO Domenico Colaianni
ANGELOTTI William Corrò
SPOLETTA Saverio Fiore
SCIARRONE Daniele Massimi
CARCERIERE Riccardo Coltellacci
PASTORELLO Carolina Taruffi
Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera di Roma con la partecipazione della Scuola di Canto Corale del Teatro dell’Opera di Roma. Allestimento Teatro dell’Opera di Roma ricostruito sui bozzetti originali della prima esecuzione del 1900 in collaborazione con l’Archivio Storico Ricordi.
Teatro Digitale
A seguire Andrea Chénier, aprile 2017, regia Marco Bellocchio, con Gregory Kunde, Roberto Frontali e Maria José Siri.
Don Chisciotte, coreografia Laurent Hilaire, from Mikhail Baryshnikov to American Ballet Theatre. Iana Salenko e Isaac Hernández etoiles.
The Bassarids music Hans Werner Henze, dicembre 2015 regia di Mario Martone, conductor Stefan Soltesz. From Baccanti by Euripide, Premio Abbiati, & Ladislav Elgr, Russell Braun, Mark S. Doss, Erin Caves e Veronica Simeoni.
Christoph Willibald Gluck, regia Robert Carsen, marzo 2019: Orfeo ed Euridice. Controtenore Carlo Vistoli, Mariangela Sicilia e Emöke Barath.
Madama Butterfly Terme di Caracalla 2015 by Giacomo Puccini, regia Àlex Ollé de La Fura dels Baus, conductor Yves Abel & Asmik Grigorian, Angelo Villari, Anna Malavasi, Alessio Arduini.
VITTORIO GRIGOLO DEBUTTA IN TOSCA ALL’ARENA DI VERONA
con HUI HE, AMBROGIO MAESTRI e DANIEL OREN
SERATA STORICA: IL MAESTRO OREN FESTEGGIA LA SUA RECITA 500 IN ARENA
Arena di Verona
Giovedì 29 agosto 2019 – ore 20.45
Storica penultima recita di Tosca, giovedì 29 agosto: Daniel Oren sale sul podio dell’Arena per la sua 500° serata dal 1984, anno in cui debuttò proprio nel titolo pucciniano. Per l’occasione dirige un cast stellare: Vittorio Grigolo è per la prima volta Cavaradossi a Verona, con la protagonista Hui He e Ambrogio Maestri nei panni di Scarpia, nel potente spettacolo firmato da Hugo de Ana.
Ultima replica: 6 settembre 2019 – ore 20.45
Il 4 luglio del 1984 il giovane maestro israeliano Daniel Oren, già vincitore del premio Karajan e noto in diversi teatri italiani, dirigeva per la prima volta nell’antico anfiteatro veronese: lo straordinario cast vedeva Shirley Verrett come protagonista di Tosca. Dopo 35 anni di ininterrotta collaborazione da quello storico debutto e di privilegiato rapporto con i migliori artisti degli ultimi decenni, tra cui Franco Zeffirelli in tutte le sue produzioni areniane, Oren festeggia la propria serata numero 500 sul podio dell’Arena di Verona dirigendo lo stesso capolavoro pucciniano. Per l’occasione Fondazione Arena ha realizzato una speciale cartolina commemorativa a tiratura limitata in distribuzione al pubblico presente nell’irripetibile recita del 29 agosto. E anche il cast vocale si preannuncia storico, a cominciare dall’eccezionale presenza per un’unica serata di Vittorio Grigolo nei panni del pittore, rivoluzionario e soprattutto innamorato Mario Cavaradossi, ruolo cui sono affidate alcune delle pagine più belle e celebri nella storia dell’Opera quali Recondita armonia e E lucevan le stelle. Grigolo è reduce di due memorabili sold-out areniani ne La Traviata e interpreta Cavaradossi per la prima volta a Verona dopo essere stato acclamato sui palcoscenici più importanti del mondo come la Royal Opera House di Londra, la Staatsoper di Vienna e il Metropolitan di New York.
Hui He, beniamina del pubblico areniano, è la protagonista Floria Tosca, diva del canto del 1800 disposta a tutto per amore del suo Mario: dopo questa recita, il soprano cinese affronterà Aida per coronare i propri 15 anni consecutivi sul palcoscenico dell’Arena di Verona. Giovedì 29 è anche l’ultima recita del Festival 2019 per il grandissimo baritono Ambrogio Maestri, indimenticabile barone Scarpia per figura e vocalità. Si confermano anche Biagio Pizzuti nel ruolo del Sagrestano, Nicolò Ceriani in quello di Sciarrone e Stefano Rinaldi Miliani come Carceriere, mentre il resto del cast è alla sera di debutto: il basso veronese Romano Dal Zovo come Angelotti, il richiesto tenore Francesco Pittari come Spoletta e la piccola Vittoria Pozzani come Pastorello.
Esattamente come Pastorello, ruolo solitamente affidato a voci bianche, debuttò nel 1990 un giovanissimo Vittorio Grigolo: all’Opera di Roma per l’occasione dirigeva proprio Daniel Oren e protagonisti erano Raina Kabaiwanska e Luciano Pavarotti. Giovedì 29, quasi 30 anni dopo, l’ormai affermatissimo tenore Grigolo incontra il Maestro Oren sul palcoscenico più grande del mondo nella speciale serata numero 500 del direttore israeliano: un appuntamento imperdibile.
Il Maestro Daniel Oren, Direttore Musicale del Festival 2019, guida l’Orchestra areniana, il Coro preparato da Vito Lombardi e il Coro di voci bianche A.Li.Ve diretto da Paolo Facincani. Lo spettacolo è l’efficace, solenne e simbolica produzione realizzata per l’immenso palcoscenico dell’Arena di Verona da Hugo de Ana, che ne ha curato regia, scene, costumi e luci.
Prezzi: da 22 a 193 euro
TOSCA DI PUCCINI AL DEBUTTO
LA PRIMA CON LE ATTESE STELLE INTERNAZIONALI DELL’OPERA: HERNÁNDEZ, SARTORI, MAESTRI, OREN
NELLO SPETTACOLO DI HUGO DE ANA, ULTIMO TITOLO DELL’ARENA DI VERONA OPERA FESTIVAL 2019
Arena di Verona
10 agosto 2019 – ore 20.45
Sabato 10 agosto debutta l’ultimo titolo operistico del Festival 2019, Tosca di Puccini, nel fortunato allestimento di Hugo de Ana. Sul palcoscenico voci di primissimo piano, come Saioa Hernández al suo esordio areniano, Fabio Sartori e Ambrogio Maestri con altre giovani promesse, guidate dal direttore musicale dell’Arena di Verona Opera Festival, Daniel Oren.
Repliche: 16, 23, 29 agosto 2019, 6 settembre 2019 – ore 20.45
Tosca è l’opera pucciniana più rappresentata in Arena dopo Turandot e la sesta in assoluto nel repertorio areniano: dal 1937 per 110 serate i più grandi cantanti del Novecento hanno portato nello storico anfiteatro le loro interpretazioni degli indimenticabili personaggi dell’avvincente dramma di Sardou, riscritti dai fedeli librettisti Illica e Giacosa per l’esigente Giacomo Puccini. La prima del 10 agosto coincide con la recita 111 nella fortunata produzione ideata dal maestro argentino Hugo de Ana per regia, scene, costumi e luci nel 2006 e più volte ripresa con successo di pubblico e di critica. Una Roma spettacolare, simbolica, sacra e profana, cupa eppure dorata e lucente, sontuosa e verace, ricca di incenso e di colpi di scena, in perfetto equilibro tra dramma intimo e sanguigno e celebrazione kolossal.
In scena artisti straordinari tra i più richiesti al mondo: nei panni della grande diva romana Floria Tosca fa il suo attesissimo debutto areniano il soprano spagnolo Saioa Hernández, reduce dall’esordio alla Scala milanese con la prima di Attila. L’amato Mario Cavaradossi è affidato al tenore di fama internazionale Fabio Sartori (anch’egli impegnato recentemente in Scala a fianco di Hernández e Lisette Oropesa), Infine il lussurioso Barone Scarpia è il possente e nobile baritono Ambrogio Maestri, che torna a Verona a vent’anni dalla sua prima produzione in Arena. Anche i comprimari sono affidati a voci di rilievo internazionale come i giovani Krzysztof Bączyk nei panni del fuggiasco Angelotti e Biagio Pizzuti in quelli del Sagrestano. I fidi aiutanti di Scarpia, Spoletta e Sciarrone, sono interpretati rispettivamente da Roberto Covatta e Nicolò Ceriani mentre il Carceriere è Stefano Rinaldi Miliani. Completa la locandina il Pastorello interpretato dalla voce bianca Enrico Ommassini.
Sul podio sale Daniel Oren, Direttore Musicale del Festival 2019, che ha esordito all’Arena di Verona nel 1984 proprio dirigendo il capolavoro pucciniano e che torna alla guida dell’Orchestra areniana. del Coro preparato da Vito Lombardi e dei giovanissimi del Coro di voci bianche A.Li.Ve diretto da Paolo Facincani.
Prezzi da 22,50 a 208 euro
TCBO: SI CHIUDE CON LA TOSCA DI PUCCINI
LA STAGIONE D’OPERA 2017
Sul podio Valerio Galli, regia di Daniele Abbado
Bologna, Teatro Comunale, 15 – 23 dicembre 2017
Diretta su Radio3 Rai venerdì 15 dicembre alle ore 20.00
Dopo il successo al Teatro Regio di Torino lo scorso anno, arriva al Teatro Comunale di Bologna – che coproduce lo spettacolo – la Tosca di Giacomo Puccini con la regia di Daniele Abbado, ripresa da Boris Stetka, e con Valerio Galli sul podio (che sostituisce l’indisposto Aziz Shokhakimov), in scena da venerdì 15 dicembre alle 20.00 con trasmissione in diretta su Radio3 Rai. Le scene e i costumi sono di Luigi Perego, le luci di Valerio Alfieri e i video di Luca Scarzella. La produzione, proveniente dallo Hyogo Performing Arts Center di Nishinomiya in Giappone, segna l’ultimo appuntamento della stagione operistica 2017 del Comunale, che saluta il suo pubblico prima delle feste con un caposaldo del teatro musicale italiano: la storia d’amore a tinte fosche tra la celebre cantante Tosca e il pittore Cavaradossi, interpretati rispettivamente a Bologna da Svetla Vassileva (15, 17, 20 dicembre) e Jolana Fogašová (22 dicembre), e da Rudy Park (15, 17, 20, 22 dicembre), subentrato a Carlo Ventre che per motivi di salute non potrà partecipare alla produzione.
Sulla scia dell’esito favorevole dell’Attila di Verdi, che ha inaugurato la Stagione 2016, il teatro felsineo mette in scena un altro lavoro del regista Daniele Abbado, vincitore del Premio Abbiati della Critica musicale italiana. “Ho immaginato uno spazio scenico unico – dice Daniele Abbado – la Basilica di Sant’Andrea della Valle, in cui si confrontano e si scontrano i destini dei personaggi fino all’inevitabile epilogo. L’impianto architettonico ha la valenza di un altare, su cui vediamo svolgersi tutti gli stati d’animo e tutte le espressioni che nascono dalla femminilità di Tosca.
Quest’opera presenta un congegno drammatico implacabile – prosegue il regista – un meccanismo che si mette in movimento con l’ingresso di Scarpia in chiesa nel primo atto. Da questo momento in avanti avvertiamo lo scorrere di un fiume di negatività che nel suo incedere non lascia nulla di intatto, ma solo desideri repressi e nostalgia per la felicità perduta. Se Puccini è sembrato fin qui indirizzarsi verso i tranquilli modi di un dramma verista, adesso ci catapulta in un contesto le cui uniche verità sono l’angoscia e la sofferenza dei due giovani: in una parola, assistiamo alla sconfitta e alla catastrofe dell’ingenuità. Tosca – conclude il regista – ha anche una straordinaria forza anticipatrice: è come se Puccini, componendo per il teatro, anticipasse il linguaggio del cinema. Ci troviamo di fronte a una scrittura di grande e inusuale concretezza psicologica: ogni situazione viene strutturata quasi come avviene nel montaggio di un film, un film che fa abbondante ricorso a inquadrature in primo piano.”
A guidare l’Orchestra e il Coro del Teatro Comunale è impegnato Valerio Galli, interprete frequente del repertorio puccinano. Il Coro e il Coro di Voci Bianche del Comunale sono preparati rispettivamente da Andrea Faidutti e da Alhambra Superchi.
Il cast di Tosca è completato da Gabor Bretz nelle vesti del temibile Scarpia, Luca Gallo in quelle di Cesare Angelotti, Nicolò Ceriani come Sagrestano, Nicola Pamio nei panni di Spoletta e Tommaso Caramia in quelli di Sciarrone. Le recite del 16, 19, 21, 23 dicembre vedono invece protagonisti sul palco Elena Rossi (Tosca), Diego Torre (Cavaradossi) e Gevorg Hakobyan (Scarpia).
“Lyri” è stata pensata appositamente per i teatri e non interferisce con la visione dello spettacolo grazie allo sfondo nero e all’azzeramento automatico della luminosità con un limitatissimo consumo di batteria. Si consiglia al pubblico di scaricare l’applicazione prima di recarsi in Teatro. Nelle serate di spettacolo, all’interno del Teatro sarà disponibile una rete Wi-Fi dedicata collegandosi alla quale, dopo aver aperto l’applicazione, sarà visualizzato il libretto dell’opera in lingua italiana.
Nata nel 2015, “Lyri” è già stata utilizzata in vari teatri e festival tra cui il Teatro Alighieri di Ravenna, le Settimane Musicali al Teatro Olimpico di Vicenza, il Festival Verdi di Parma, il Teatro La Fenice di Venezia, il Festival Puccini di Torre del Lago, l’Opera Hedeland a Copenaghen.
TOSCA DI G. PUCCINI IN PIAZZA GARIBALDI A CERVIA
Giovedì 20 Luglio alle ore 21 nella bellissima Piazza Garibaldi di Cervia andrà in scena una delle Opera più conosciute del melodramma Italiano TOSCA di G. PUCCINI. Un evento unico in Romagna organizzato dall’ Associazione La Pomme in collaborazione con Torre del Lago e il Comune di Cervia. Un Cast di altissimo livello Tosca Raffaella Battistini, Cavaradossi Gianni Leccese, Scarpia Carmine Monaco, il Coro di Bologna e l’Orchestra Città di Ferrara sotto la magica bacchetta del grande M° Alberto Veronesi. (Allego Locandina)
Prevendita biglietti presso tutti i punti vendita Ciaaotickets e On-line ciaotickets.it
Ritiro e vendita biglietti la sera dello spettacolo dalle 19 presso la biglietteria in Piazza Pisacane sotto il comune.
Luglio 2014
Mario Cavaradossi JOSE CURA
Floria Tosca Catherine Naglestad.
Baron Scarpia Albert Dohmen.
Cesare Angelotti Yngve Soeberg.
Spoletta Hyunbong Kil.
Sciarrone Hyung-Woo Lee.
Carceriere Philip Björkqvist.
Sagrestano Martin-Jan Nijhof.
Conducted by Eivind Gullberg Jensen
NDR Radio Philharmonic
Hannover Men’s Choir – Johannes-Brahms-Chor Hannover
Arena Verona 1999
Arena VeronaScenografia Luciano Ricceri
Costumi Elisabetta Montaldo
Regia Giuliano Montaldo
Tosca Fiorenza Cedolins
Cavaradossi Nicola Martinucci
Scarpia Silvano Carroli
Armando Caforio, Dario Benini, Mario Bolognesi, Andrea Piccini
Conductor Kery-Lynn Wilson
TOSCA DI PUCCINI AL TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA
Il ?900 operistico italiano si inaugura, straordinariamente, con un?opera gi? pienamente novecentesca. Tosca di Giacomo Puccini va in scena il 14 gennaio 1900, e pare di trovarsi gi? al cinema, neonato fra le arti. Opera drammaticissima, dall?incedere serrato, se ne ? scritto di tutto, ed io sono solo l?ultimo, in ordine cronologico, a sostenere il suo status di autentico capolavoro, invero non sempre riconosciuto. I difetti ci sono: il personaggio del Sacrestano, anche se difeso da fior di critici, lo trovo al limite del?insopportabile, come d?altronde altre macchiette pucciniane, il pur sublime (sublime! sia chiaro) ?Vissi d?arte?, come gi? detto e ridetto, spezza a met? la tensione quasi insostenibile del secondo atto. Ma Tosca ? un?eroina nevrotica, estrema, di complessit? sempre nuova, ricca di spunti di riflessione. Cavaradossi, che appare a occhi disattenti il personaggio pi? debole fra i protagonisti, ha il merito di introdurre e sostenere una componente politica che in quest?opera non ? ancora stata adeguatamente valutata , e che invece meriterebbe secondo me un?attenzione non indifferente. E poi il mostruoso Scarpia, maniaco sessuale, politico corrotto, diavolo blasfemo ed ipocrita. Il barone Vitellio Scarpia ? disumano, si nutre di carne, sangue, vino, brama, per poi gettare via la cosa bramata, con una volont? di potenza perversa: nell?anno in cui moriva Nietzsche, il personaggio pucciniano rappresenta il dionisiaco. La morte di Dioniso ? devastatrice, incendiaria , trascina tutto con s? nel nulla, ?l?orizzonte ? cancellato a colpi di spugna?, l?orizzonte che inghiotte Tosca. ?Oh Scarpia, avanti a Dio? dice la cantante: Dio ? sempre nominato nella Tosca, ma in Puccini non esiste, ? sempre negato dalla realt? dei fatti. Se, come disse, a mio avviso genialmente, Montale, Gozzano ? un po? il Puccini della poesia,bisogna accettare anche il fatto che Puccini ? il Gozzano della musica. Irrompe nell?opera il nichilismo, la morte mette la parola fine: gli amanti verdiani si ripromettevano di riabbracciarsi in un aldil? migliore, i disperati amanti pucciniani hanno solo questa vita, e questa vita ? per loro un fallimento. L?amore, su cui puntano tutto, si sbriciola, restano privi di qualunque appiglio. Si sono fondati su valori mortali, e ne moriranno. Tosca ? dunque caposaldo dell?opera novecentesca, in parte mito fondativo della stessa, come osserv? un sempre finissimo Fedele D?Amico in un brano riportato sul programma di sala della recente produzione bolognese. Produzione bolognese che vedeva alla direzione d?orchestra Jader Bignamini invece dell?annunciato a inizio stagione Alberto Veronesi. La lettura di Bignamini ? parsa monocorde, il tentativo di variare era affidato a scelte agogiche discutibili, come improvvise accelerazioni e e altrettanto improvvisi rallentamenti. L?avarizia di colori, pur cos? presenti nella tavolozza pucciniana, era un peccato difficilmente perdonabile, anche considerando che in un?opera come questa il direttore dovrebbe riservare la sua attenzione soprattutto al trattamento orchestrale, magari tralasciando qualche scolastico attacco dato ai cantanti. Cantanti, che nella sera del 26 febbraio, non si sono difesi eccellentemente,escludendo la protagonista Ainhoa Arteta, che sosteneva con uguale sicurezza acuti e gravi, e offriva una prova in crescendo con un terzo atto di livello davvero buono. Peccato che gli stessi complimenti non si possano fare a Massimiliano Pisapia, Cavaradossi approssimativo. Pisapia non appoggiava bene il fiato nella zona di passaggio di registro, cercava di strappare applausi (invero tiepidi?) con qualche corona inopportuna negli acuti pi? trascinanti, con il problema per? che gli acuti uscivano talore un po? sfibrati. Pure lo Scarpia di Raymond Aceto si dimostrava problematico nella zona acuta, che risultava sbiancata, essendo il baritono dotato di un timbro piuttosto scuro. Per entrambi i cantanti il fraseggio tendeva a zero, anche se qualche intenzione in pi? Aceto la dimostrava. Fra i comprimari, gravemente insufficiente il parlottante Sagrestano di Alessandro Busi, mentre se la cavava senza difficolt? Alessandro Svab nei panni di Angelotti, ?console della spenta Repubblica Romana?. Sulla regia di Gianni Marras, libero adattamento dallo spettacolo di Alberto Fassini, non c?? francamente molto da dire: didascalico, rispettoso del libretto fio all?eccesso, non ? teatro del XXI secolo, e lo dimostra pienamente. Al termine, buon successo per la Arteta, meritato. Tosca ? un capolavoro che sopravvive egregiamente anche a produzioni non certo leggendarie come questa, e il teatro pieno (che bello!) ci dice ancora una volta che, nonostante gli strali di certi critici, personaggi austeri, Puccini trionfa sempre.
Michele Donati
Allestimento della Fondazione Petruzzelli e del San Carlo
Sontuosa ?Tosca? al Petruzzelli
Al Teatro Petruzzelli ? andata in scena una sontuosa ?Tosca?, terzo titolo in cartellone per la Stagione d?Opera 2012 della Fondazione, che questa volta ha presentato uno spettacolo di grande interesse, soprattutto per la resa delle voci. A dirigere l?Orchestra della Fondazione Petruzzelli ? stato il M? Alberto Veronesi, che ha riscosso successo tra il pubblico, cos? come Franco Sebastiani maestro del Coro della Fondazione Petruzzelli, affiancato da Emuanuela Aymone, alla guida del Coro di Voci Bianche ?All?Ottava?. Ad attribuire il carattere di sontuosit? ? stato, visivamente, l?allestimento con le scene Alida Cappellini e Giovanni Licheri, evidenziate dal disegno luci di Franco Ferrari, in cui spiccavano i costumi di Giusi Giustino, di grande raffinatezza sia nei dettagli preziosi, sia nei colori ?filologicamente? tratti dall?iconografia dell?epoca. I costumi sono provenienti da un precedente allestimento del Teatro di San Carlo di Napoli: una vera fortuna aver rinsaldato questa collaborazione con il teatro napoletano, tanto che da sperare che continui anche in prossimi allestimenti. In tempi di crisi, lo scambiarsi vicendevole di allestimenti tra teatri non pu? che arricchire entrambe le parti. Anche il Petruzzelli, con alcuni allestimenti dalla fattura ?magistrale? potrebbe ?esportare? scene e costumi se non a Napoli, in altri teatri. La messa in scena, molto tradizionale (forse senza troppi spunti di originalit?) ha visto impegnato Michele Mirabella, che ha cercato di evidenziare la passionalit? della tragedia e soprattutto della protagonista, che nell?aria pi? nota ?Vissi d?arte? sembra identificarsi con la vita teatrale stessa, tanto da ispirare l?accensione a mezza luce dell?illuminazione dei palchi e della cupola del Politeama. Tornando ai protagonisti, il soprano Susanna Branchini ? stata una splendida Tosca (27, 29, 31 maggio), ispirata e passionale oltre che nella resa vocale, anche nella recitazione. Nel ruolo di Tosca si alterner? Annalisa Raspagliosi (28, 30 maggio). Non da meno, il tenore Walter Fraccaro (27, 29, 31 maggio) ? stato un intenso Mario Cavaradossi (Piero Giuliacci si alterner? nel suo ruolo il 28, 30 maggio). Molto attento ai tempi musicali e nella tecnica Marco Vratogna ha interpretato un ?nervoso? barone Scarpia (27, 29, 31 maggio), ruolo che sar? di Mario Bellanova (28, 30 maggio). Buono il cast, con Cesare Angelotti interpretato da Alessandro Guerzoni (29, 31 maggio; il 28, 30 maggio sar? Francesco Palmieri), il Sagrestano ?riletto? da un effervescente Domenico Colaianni (29, 31 maggio; il 28 e 30 sar? di scena Angelo Nardinocchi), Spoletta/ Massimiliano Chiarolla (24, 27, 29, 31 maggio) e Marco Iezzi (25, 28, 30 maggio), Sciarrone/ Antonio Muserra, un carceriere/Giovanni Ceto, un pastore/Alessio De Cosmo. Assistente alla regia Valentina Escobar, assistente ai costumi Giuseppe Bellini, assistente al disegno luci Giuseppe Ruggiero.
Mariapina Mascolo
(apparsa sul Quotidiano di Bari del 26 – 5 – 2012)
Frankfurt: TOSCA – Premiere am 16.1. 2011
Andreas Kriegenburg setzt in seiner Neuinszenierung der Tosca von Puccini im 1.Akt ganz auf den Eifersuchtskonflikt Tosca – Cavaradossi. Die politische Dimension und die Angelotti-Handlung treten dagegen etwas in den Hintergrund. Die r?mische Kirche Maria della valle erscheint dabei als ein moderner Kirchenraum aus hochget?feltem Holz (B?hnenb.: Harald Thor). Die Seitenkapelle mit dem Auftragsgem?lde beherrscht die gesamte B?hnenzentrale, Das Bild scheint schon fertig zu sein. Es ist eine Videoprojektion von Bibi Abel, deren Vorlage das Gem?lde “Madonna Annunziata” von 1475 von Antonello de Messina darstellt: das Brustbild der jungen verschleierten Maria an einem Schreibpult. In der Inszenierung ist das Bild die Vorlage, und darin erscheint das Gesicht der Kate Moss von Olga Tobreleits (1999) hineinmontiert, das fast noch als ein Kind mit sehr sinnlichem Mund und Lippen in der Verschleierung dargestellt ist. Es ist b?hnenbeherrschend dauerpr?sent und wird von Cavaradossi und sp?ter Spoletta mittels Fernbedienung immer neu plaziert und bewegt. Auch w?hrend seiner Auseinandersetzung mit Tosca manipuliert ‘Mario’ das Bild h?ndisch, ein im Grund lustvolles Spiel mit der “Liebesalternative”, indem es auch in seinen Farben geheimnisvoll changiert. Die katholisch devote Tosca verblasst daneben fast, da sie auch von der k?rperlichen Erscheinung hier nicht gerade auftrumpfen kann.
Im 2.Akt hat sich mit der Gefangennahme Marios alles schlagartig ge?ndert. Mit dem gewaltigen Te Deum wurde der vermeintliche Sieg der alten Ordnung mit Kardinalsschleppen tragenden Ministranten farbig-pomp?s gefeiert. Scarpia erscheint als junger barocker Despot, der, auch im rotbrauenen feinen Tuch (Kost?me: Tanja Hofmann) zu von der Kirche her?berschallenden Madrigalen (frisch singende Ch?re) t?nzelt und auch sp?ter einmal mit seinem Schergen Sciarrone ein T?nzchen wagt. Tosca stellt sich hier als selbstbewu?te und ihre weiblichen Reize au?erhalb der Kirche nicht kaschierende Frau entgegen. Die Folterung an Mario wird auf einer oberen Ebene realistisch gezeigt. Tosca, die in ihrem ganzen Jammer auch mal mit dem Kopf auf den Esstisch haut, ersticht dann Scarpia eher diskret mit dem Tischmesser.
Auf der Engelsburg finden die Erschie?ungen am Flie?band statt. Der Hirt in wei?em Wolldre? (Frederik Callies, Solist der Aurelius S?ngerknaben), der sch?n und warm-timbriert intoniert, legt sich in die Blutlache. Die Hinrichtung Marios im blutverschmiertem Hemd wird von Spoletta und Sciarrone als besondere Strafaktion mit Pistolen durchgef?hrt. Vor der anwesenden Tosca f?llt dann von oben ein roter Vorhang nieder und verh?llt sie.
Obwohl Kriegenburg in seiner Arbeit auf die plakativ grellen Momente abstellt, ist ihm doch eine ausgewogene Inszenierung gelungen. Nicht zuletzt kommmt das in der dezent zur?ckgenommenen, aber sympathischen Titelfigur zum Ausdruck, deren Kleidung auch betont vornehm erscheint.
Das Orchester unter Kirill Petrenko erreicht einen sehr aufgerauhten Klang, der auch stark in Richtung des epischen Gustav Mahler tendiert. Gerade im 1. Akt versucht Petrenko eine schneidend neue Interpretation, in der “Vissi d’arte, vissi d’amore” wie eine Insel der Sehnsucht heraussticht. Insgesamt versteht es Petrenko bei seinem Wunschst?ck, dem Orchester seine Lesart – mit austariert klugen Akzenten – aufzudr?cken.
Dietrich Volle (Sciarrone/Bariton) und Michael McCown (Spoletta/Tenor) sind Schergen der fiesesten Sorte, die jederzeit Lust an der Gewaltaus?bung empfinden. Franz Mayer gibt den Mesner mit unnachahmlich derb-ironischer Larmoyanz. Der fl?chtige Angelotti Vuyani Mlinde erscheint tats?chlich wie ein gehetztes Tier und untersteicht das mit abgerissenem markant kraftvollem Bariton. Jason Howard (Scarpia) singt mit eigentimbiert breiten Bariton und ist eigentlich kein d?monischer B?sewicht, eher eine interessante Charakterstudie. Aleksandrs Antonenko kann seinen prachtvollen dunklen Tenor in den Arien richtig zum Leuchten bringen und stellt auch eine Figur von echtem Adel in den Raum. Erika Sunnegardh bewegt sich nicht nur gut, sondern hat auch einen Traum-Sopran, das korrekte Pendant zu ihrem Mario. Am Ende wirkt ihr gemeinsamer Aufritt, eigentlich im Gegnsatz zur Inszenierung, ganz veristisch durchdrungen.
Friedeon Ros?n
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Splendide scenografie per la ?Tosca? con cui si chiude la stagione 2010
GRANDE SUCCESSO A FIRENZE PER L’AMATO CAPOLAVORO PUCCINIANO
Ovazioni per Raimondi, immenso Scarpia, e per il direttore Zubin Mehta
FIRENZE. Il 7 dicembre ? da mezzo secolo il giorno della ?prima? della Scala, ma quest?anno non solo, perch? a Firenze ? andata in scena la Tosca di Giacomo Puccini.
Se per la Valchiria a Milano non si ? badato a spese, la sfortunata eroina pucciniana ha dovuto fare i conti con i tagli del governo, e si ? quindi rivisto lo spettacolo di Mario Pontiggia risalente alla ?Recondita Armonia? (ottima iniziativa di cui si sente gi? la mancanza, ma in tempi di magra?) del 2008. Allestimento a dire il vero un po? troppo tradizionale, privo di idee registiche e pedissequamente fedele al libretto di Giacosa e Illica, che trova il suo punto di forza nelle scenografie davvero splendide di Francesco Zito (autore anche dei costumi): bellissimo l?atto di Sant?Andrea della Valle, anche per la particolare prospettiva absidale, giustamente ricco Palazzo Farnese, e suggestiva la visuale di Castel Sant?Angelo. Tutto sommato l?apparato scenico non aggiungeva nulla di nuovo alla celebre storia, ma era comunque funzionalissimo alla comprensione della trama trasmettendo cos? sicurezza allo spettatore.
Per interpretare il ruolo di Mario Cavaradossi ? stato chiamato all?ultimo minuto il tenore Walter Fraccaro, dato che il ?titolare? Marco Berti era stato colpito in mattinata da afonia. Fraccaro ha cantato un Cavaradossi irruento e dozzinale, cio? con doti che nulla hanno a che vedere con la spavalda passionalit? del personaggio. A ci? si aggiungano il fraseggio noioso (o assente: ? uguale), la voce priva di qualsivoglia interesse, nasale, e acuti opachi tenuti per le lunghe con inutili corone, ed ecco qua una prova assai superficiale. Il non aver partecipato alle prove vale certamente come attenuante, ma l?impressione ricevuta ? quella che l?esecuzione non sarebbe migliorata di molto anche se il tenore fosse stato contattato con maggior preavviso. La speranza ? che Fraccaro migliori in vista della Manon Lescaut che lo attende in questo teatro nel febbraio del prossimo anno: il ruolo di Des Grieux ? fra i pi? massacranti della galleria pucciniana, e una prova del genere non sarebbe scusata dalla chiamata improvvisa come avvenuto questa volta.
Violeta Urmana ? stata un grandissimo mezzosoprano, forse il migliore dell?epoca contemporanea, ma anche come soprano si sa difendere bene: la sua Tosca ? volitiva, determinata, comanda a bacchetta Cavaradossi e finisce per essere bruciata dallo stesso fuoco di cui arde. Fatta eccezione per alcuni acuti stiracchiati (per esempio il ?do? della ?lama? non era molto sicuro), la sua ? stata comunque una prova maiuscola, e il pubblico l?ha capito tributandole un lungo applauso, anche con qualche richiesta di bis, dopo ?Vissi d?arte?.
Ma la ?Tosca? non sarebbe tale senza uno Scarpia adeguato, e Ruggero Raimondi ? il grande baritono che incarna questa figura nell?immaginario dei melomani, come forse ? riuscito a fare solo Tito Gobbi, altro immenso barone. La voce di Raimondi traballa, certo, e quando entra in scena desta pure qualche perplessit? per la frase ?un tal baccano in chiesa?, dove l?acuto non suona omogeneo come dovrebbe essere. Ma col passare del tempo ci si dimentica di queste imperfezioni, e si inizia ad amare il modo di legare la frase e di porgerla, il colore inconfondibile del prezioso strumento, l?agio con cui egli si muove sulla scena. Nell?interrogatorio col sacrestano Raimondi ? uno Scarpia demoniaco e autoritario, il ?Te deum? ? un concentrato di perversione repressa e di profano. Nel secondo atto Raimondi giganteggia, tiene il palcoscenico da vero grandissimo quale egli ?: la descrizione della terribile tortura inflitta a Cavaradossi, frasi come ?questo ? luogo di lagrime?, ?ma fatelo tacere? ammutoliscono ed emozionano. Sarebbe ingiusto nominare solo alcuni momenti, visto che la prova di Raimondi ? stata tutta di altissimo livello, ma ? doveroso ricordare almeno questi e l? ?ebbene?? insinuante e colmo di ribollente lascivia rivolto a Tosca: da far venire la pelle d?oca, da solo valeva il prezzo del biglietto.
Altro grande punto di forza della produzione era il direttore Zubin Mehta: nella sua lettura veniva dato giustamente risalto alla modernit? della partitura di Puccini, densa di dissonanze e arditezze (il tema di Scarpia , che apre l?opera, ? reso con impressionante e algida malvagit?), ma anche alle frequenti oasi di trasognato lirismo, magnificamente calorose, e alle struggenti elegie, pervase dal senso di morte incombente. Su tutto, sempre e comunque, per Mehta regna la splendida melodia del maestro toscano. Da ricordare in particolare il breve intermezzo orchestrale prima di ?E lucean le stelle?, i finali dei primi due atti, la drammaticit? parossistica del secondo atto e la fiabesca tranquillit? del preludio del terzo atto. Insomma, un?ottima direzione, peccato soltanto per i momenti in cui andava accompagnato con attenzione, e quindi a scapito di un?interpretazione pi? minuziosa, il canto di Walter Fraccaro, catapultato sul palco, ripetiamo, all?ultimo istante, e quindi bisognoso di maggiori attenzioni rispetto agli altri cantanti.
Buoni i comprimari, specialmente il sagrestano di Fabio Previati e lo Spoletta di Carlo Bosi.
Al termine della serata, grande successo per tutti, con punte di affetto incandescente per Zubin Mehta e Ruggero Raimondi, molto amati dal pubblico.
Peccato per la sovrintendente Francesca Colombo, che, presente alla prima della Scala, si ? persa questa bella serata. Se si dimostrasse pi? attenta al ?suo? teatro non sarebbe certo un fatto negativo?
Michele Donati
Ripreso l’allestimento di Ettore Rondelli ispirato a quello di Adolf Hohenstein della prima assoluta
Tosca e Roma un binomio indissolubile
Successo di pubblico per tutto lo spettacolo che pero’ riservava luci ed ombre per la parte musicale
Quando il Teatro dell?Opera di Roma mette in programma la rappresentazione di Tosca di Giacomo Puccini ci accorgiamo che l?avvenimento assume sempre dei caratteri particolari. Perch? l?opera ? legata a doppio filo con la citt? di Roma, sia per la sua specifica ambientazione sia perch? la prima assoluta, 14 gennaio 1900, fu data al Teatro Costanzi, l?odierno Teatro dell?Opera.
Dopo quella recita diretta da Leopoldo Mugnone con Hericlea Darcl?e, Emilio De Marchi ed Eugenio Gilardoni ? iniziato, nel teatro romano, un cammino trionfale che fino ai nostri giorni non si ? mai interrotto. Numerosissime sono state le edizioni del capolavoro pucciniano, seguite ed applaudite da un pubblico sempre vasto.
Per la rappresentazione di questa stagione 2010 gli organizzatori del Teatro dell?Opera hanno deciso di riprendere l?allestimento di Ettore Rondelli ispirato a quello originale di Adolf Hohenstein e dobbiamo dire che ? una scelta che condividiamo senza riserve perch? quelle scene ci legano sentimentalmente ad un evento vissuto dallo stesso Giacomo Puccini che ne approv? tutti i contenuti teatrali e drammatici.
Molteplici sono stati gli allestimenti che si sono alternati sul palcoscenico del Teatro dell?Opera, molti anche di pregio, basti pensare a quello di Franco Zeffirelli di un paio di anni fa, ma l?effetto e la riuscita di queste scene ? sempre molto evidente ad iniziare dalla realizzazione dell’interno della chiesa del primo atto, ben congegnata nel dilatare lo spazio scenico per finire a quella del terzo atto di Castel Sant?Angelo molto coinvolgente.
Come abbiamo anticipato l?esecuzione non ? stata brillantissima. Fabrizio Maria Carminati il direttore al quale era stata affidata la concertazione, non ci ha convinto soprattutto perch? la sua direzione ? sembrata avulsa dal contesto drammatico e teatrale che, nella Tosca, come in tutto il teatro d?opera del resto, ? elemento preponderante. Abbiamo ascoltato diverse sbavature nel suono, frequenti accelerazioni dei tempi che toglievano fascino alla stupenda musica pucciniana. La grande pagina sinfonica che apre il terzo atto, che descrive l?alba tra Castel Sant?Angelo e San Pietro mentre Cavaradossi sta per essere fucilato, brano al quale Puccini diede estrema cura nell?orchestrazione, ? risultato del tutto privo di poesia e di effetto, per nulla intenso e coinvolgente ma, piuttosto grossolano.
Per quanto riguarda la compagnia di canto, nella recita che abbiamo ascoltato il 7 aprile, la parte della protagonista era sostenuta da Svetla Vassileva , cantante sicuramente dotata del ?fisique du role? anche molto brava nei movimenti ma che ha avuto delle notevoli difficolt? nella parte squisitamente vocale. Dal suo curriculum leggiamo che nella sua carriera ha affrontato prevalentemente parti ?leggere? e questa sua propensione comprometteva la resa in quei ruoli come Tosca dove la voce deve essere ?robusta?, soprattutto quando la gelosia sta facendo il suo corso e quando il dramma si sta sviluppando irrimediabilemente, vedi finale del primo atto e tutto il secondo.
Mario Cavaradossi era interpretato da Marcello Giordani, cantante dotato di una bella voce di tenore, molto robusta con facilit? nel registro acuto. Come avviene spesso per gli interpreti di Puccini, anche Giordani ha dimostrato qualche difficolt? nella tessitura, soffrendo nel cosiddetto ?ponte?, nelle note di passaggio dal registro centrale a quello acuto che Puccini usa copiosamente e che rende la sua vocalit? molto difficile.
Juan Pons ha sostenuto la parte del Barone Scarpia in maniera del tutto soddisfacente esibendo quel fraseggio nobile che lo ha sempre caratterizzato cantante di ottimo stile fornendo una interpretazione misurata, molto efficace e priva degli eccessi nei quali, solitamente, cadono molti baritoni nel cantare questa splendida parte vocale.
Nella Tosca ci sono due personaggi di secondo piano, il Sacrestano e Spoletta, parti brevi ma difficili che in questa occasione sono state affidate, rispettivamente, a Giorgio Gatti che ha fatto valere la sua grande esperienza nel reperorio ?buffo? e a Mario Bolognesi anch?egli efficace.
Il resto della compagnia era composto da Paolo Battaglia (Angelotti), Giovanni Guagliardo (Sciarrone), Francesco Luccioni (Un carceriere) e Marta Pacifici (Un pastorello). Marco Gandini ha ripreso la tradizionale, ma soddisfacente, regia di Mauro Bolognini.
Al termine della recita il pubblico ha applaudito a lungo tutti gli interpreti, soprattutto quelli principali dimostrando pieno gradimento sia per la parte musicale che per quella teatrale, nella quale, al di la di ogni fronzolo, ? chiaro che fa molto presa la vicenda di un personaggio che lotta, sacrificando la vita, per i suoi ideali e la libert?, contenuti, questi, che se guardiamo ci? che avviene nel mondo, sono sempre di grande attualit?.
Claudio Listanti
claudio.listanti@voceditalia.it
Da gioved? 1 a domenica 11 aprile riecco la Tosca di Puccini al Teatro dell?Opera, diretta dal Maestro Fabrizio Maria Carminati. Tosca, l’opera in tre atti pi? amata dagli italiani, sulla musica di Giacomo Puccini e sul libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, tratta dal dramma omonimo di Victorien Sardou. E? stata rappresentata per la prima volta a Roma proprio al Teatro Costanzi il 14 Gennaio 1900 alla presenza della Regina Margherita. L?allestimento scenico di questa Tosca ? quasi una copia di quella che vide Puccini nel 1900, con scene dipinte alla maniera tradizionale e utilizzato dal Teatro dell?Opera in varie edizioni con grande successo. Dirige l?Orchestra il Maestro Fabrizio Maria Carminati, Maestro del Coro Andrea Giorgi. La regia di Mauro Bolognini ? ripresa da Marco Gandini, le Scene di Adolf Hohenstein sono state realizzate a suo tempo da Ettore Rondelli, il Disegno luci ? di Mario De Amicis. Si alternano nei ruoli di Floria Tosca Svetla Vassileva, Anda-Louise Bogza (2, 6) e Nadia Vezz? (8,10); Mario Cavaradossi Marcello Giordani, Francesco Grollo (2,6 e 8), Salvatore Licitra (9,11); Barone Scarpia Juan Pons, Alberto Mastromarino (2, 6, 9 e11), Franco Giovine (3,8); Angelotti Paolo Battaglia; Sagrestano Giorgio Gatti, Angelo Nardinocchi (2, 6, 8 e 10); Spoletta Mario Bolognesi; Sciarrone Giovanni Guagliardo, Andrea Buratti (2 e 8), Fabio Tinalli (6 e 10); Un carceriere Riccardo Coltellacci, Francesco Luccioni (2, 7 e 10), Daniele Massimi (3, 8 e 11). Orchestra e Coro del Teatro dell?Opera, Coro di Voci Bianche di Roma dell?Accademia Nazionale di Santa Cecilia e del Teatro dell?Opera di Roma diretto da Jos? Maria Sciutto, Allestimento del Teatro dell?Opera. L’opera ha una durata di 2 ore e 15 minuti circa.
Va altres? detto che la ripetizione alla “n” potenza della Tosca in salsa romana primo novecentista, per quanto gagliardamente nostalgica, ? sintomo e spia della grave crisi di idee e progetti in seno alla direzione e all’amministrazione dello storico teatro romano. Decisamente migliore si ? rivelata la Tosca in salsa futurista, con atelier di vestiti d’epoca in passerella, dello scorso luglio alle Terme di Caracalla. Clamorose si rivelarono allora le amplificazioni che davvero amplificarono di molto, e non ? solo un gioco di parole, il successo dell’opera estiva.
FEDERICO LIGOTTI
La ?Tosca? pucciniana apre il Capodanno di Rimini.
Il celebre melodramma pucciniano ? andato in scena nell?Auditorium del Palazzo dei Congressi di Rimini in occasione del Capodanno 2010, in un?ambientazione cupa, imponente, della Roma papalina che porta la firma di Ivan Stefanutti, coinvolto nelle vesti non solo di regista ma anche di scenografo e costumista, coadiuvato dalla tecnologia di Ezio Antonelli, maestro nei suggestivi effetti scenografici virtuali che fedelmente riportano in vita i re luoghi temporali in cui si svolge l?opera: la chiesa di Sant?Andrea della Valle, Palazzo Farnese e Castel Sant?Angelo. E? una ?Tosca? passionale, intensa, che nella direzione di Matteo Salvemini alla guida della Camerata del Titano e del coro Galli di Rimini acquista una connotazione ben precisa assecondando i tempi di lettura del libretto di Illica e Giacosa. Buona la prova di Chiara Angella nelle vesti della protagonista femminile che grazie alla vocalit? intensa conosce il suo momento di successo nell?applauditissimo ?Vissi d?arte?. Stefano La Colla ? un Cavaradossi generoso, anche se inizialmente un po? forzato,che riesce ad emergere raggiungendo il culmine negli acuti ben impostati, mentre Gabriele Spina ? uno Scarpia elegante e raffinatissimo nella gestualit? interpretativa, ma meno intenso nel timbro baritonale leggero che gli impedisce di dominare cupamente le scene come converrebbe al temibile capo della polizia. Bella la prova di Roberto Carli nelle vesti del viscido Spoletta. Non c?? sostanziale differenza fra la prima e la recita successiva, se non una sicurezza maggiore nel cast vocale che riesce nella persona del giovane Gabriele Spina ad emergere ulteriormente evidenziando una sua personalit? ben costruita.
Rimini, 1,3/01/2010.
Claudia Mambelli.
Elio Crociani!
che tipo!
Mi scrivi per un commento sul Premio Cappelli aggiungendo che in questo blog se ne parla gi?.
Ma io non trovo nulla ! ! !
Il Premio Carlo Alberto Cappelli , se il patron Dodo Frattagli non cambia data – ci sono sempre aggiustamenti obbligati – sar? conegnato a Rocca San Casciano il 4 luglio.
Novit?: premiato un corpo di ballo di una Fondazione Lirica Italiana e una Coppia di celebri cantanti (forse).
Insomma: uno spettacolo di canto e ballo sotto le stelle, e poi tagliatelle al rag? e castrato !
Che festa!!!!
Daniele
Grandioso spettacolo per Tosca nel capodanno di Rimini
Rimini, citt? di cultura e di divertimento dal 2004 inaugura l?anno nuovo con un?opera e dopo Traviata, Nabucco, Trovatore, Otello, La Boh?me ? questo l?anno di Tosca presentata nel pomeriggio del primo gennaio replicata la sera del tre. La vicenda amorosa dell?attrice Tosca Florio e del pittore Mario Cavaradossi romanticamente rappresentata dall?aria del tenore ?Recondita armonia?, turbata solo dall?eccessiva gelosia della donna, si incrocia con quella del ricercato Cesare Angelotti a cui Mario da rifugio offrendo il pretesto al capo della polizia Scarpia per torturarlo e proporre un turpe ricatto alla donna. Il secondo atto, imperniato sul confronto fra le sensibilit? opposte di Tosca e Scarpia, vede la donna, strappata la promessa che Mario non sar? fucilato e avuto il lasciapassare per l?espatrio, uccidere Scarpia. La scena dell?omicidio nell?opera ? centrale come tempistica e come drammaticit?. Essa evidenzia il temperamento drammatico recitativo e canoro del soprano e raggiunge il culmine mentre Tosca dispone intorno al cadavere i candelieri e il crocefisso, simboli della religiosit?, pronunciando la celebre frase ?E avanti a lui tremava tutta Roma!?. Ma Scarpia ha gi? tramato e Mario, accompagnato da Tosca in quella che si ritiene essere una farsa, soccombe sotto i colpi dei fucili delle guardie, poco dopo avere cantato l?aria dell?amore perduto ?E lucean le stelle? e la tenera ?Oh dolci mani? che sospendono momentaneamente il dramma senza impedirne l?epilogo, annunciato dal motivo ricorrente cantato dall?angosciata Tosca, presagio oscuro del tragico finale. La donna disperata per la morte di Mario e per il delitto scoperto si lancia dagli spalti di Castel San?Angelo. Tratto da ?La Tosca? di Victorien Sardou, musicato nel 1900 da Giacomo Puccini su libretto di L. Illica e G. Giacosa, l?opera privilegia il triangolo di passione che stravolge il destino dei tre protagonisti lasciando sullo sfondo le istanze libertarie del popolo appena accennate nell?aria di Mario ?Vittoria, vittoria?. L?orchestra Camerata del Titano di San Marino diretta dal M? Matteo Salvemini ha eseguito elegantemente lo spartito pucciniano con la partecipazione del Coro Lirico Amintore Galli e del Coro Voci Bianche Le Allegre Note di Riccione. Il soprano Chiara Angella ha incarnato Tosca in maniera splendida con la drammaticit? necessaria arricchendo il personaggio con la vasta gamma di colori di un temperamento passionale, sensibile e generoso, come viene dichiarato da Tosca stessa nella meravigliosa aria ?Vissi d?arte vissi d?amore?che ne rappresenta l?essenza e ne evidenzia le doti canore. Le pagine di Tosca dopo il gioioso avvio all?interno della chiesa gi? a met? del primo atto volgono al drammatico in un crescendo inarrestabile, fino all?angoscioso epilogo del terzo atto. Il tenore Stefano La Colla ha sfoggiato un bel timbro di voce ma ? stato incostante nei risultati. Quanto al baritono Gabriele Spina (ha appena partecipato alla trasmissione RAI di Frizzi ?Una sera all?opera?), ha sostenuto bene la parte ma ? stato spesso sovrastato dall?orchestra per cui si ? sentito come in sordina. Bravi tutti i comprimari, I bassi Roberto Falcinelli (Angelotti), Alessandro Calamai (Sciarrone), Salvatore Salvaggio (il sacrestano), il tenore Roberto Carli (Spoletta) e la voce bianca Benedetta Bevitori (un pastore). Spesso la scenografia nelle opere ? inesistente o irrilevante, ma in questa Tosca in cui Ivan Stefanutti ha curato la regia, la coreografia e i costumi con l?ausilio dell?aiuto regista Claudio Ronda rappresenta un punto focale. C?? l?indagine psicologica dei personaggi, particolarmente di Tosca e di Scarpia, c?? lo studio dei particolari, una spiccata personalizzazione e una forte costruzione progettuale risolta in un?impostazione strutturale tradizionale con elementi mobili e ripetitivi, colonne e scalinate che modificandosi in scena aprono prospettive diverse mentre sullo sfondo si inseriscono elementi surreali creati con effetti digitali. Scarpia ? una figura malefica dedita al piacere in cui la passione per le donne si consuma in un unico atto possessivo, tanto pi? gradito quanto meno desiderato dalla stessa e le sue esternazioni mettono in evidenza il contrasto fra il mondo lunare dell?artista dedita all?arte e al bene e quello volgare e materiale di Scarpia. Ebbene, il regista Ivan Stefanutti, che ha curato costumi e scenografie coadiuvato dall?aiuto regista Claudio Ronda, ha reso visibile questa dicotomia inconciliabile materializzandola con accorgimenti scenici e tecnologie computerizzate. La chiesa romana Sant?Andrea in Valle, dove effettivamente Puccini colloca l?azione, fa da sfondo al primo atto con il Cristo in croce sull?altare che lentamente degenera in un rosso tormentato come in una pittura di Scipione mano a mano che si configura il dramma, mentre al suo fianco si materializzano le canne di un organo. Nel secondo atto il contatto con l?esterno nel palazzo storico neoclassico ? garantito dall?enorme vetrata nel fondo che riassume gli umori del cielo e che alla celebre aria ?Vissi d?arte?.? materializza una luna che solca il firmamento fino a scomparire nel nulla, portando al completo oscuramento e purtroppo anche a una scritta verticale frutto di un errore tecnico. Il terzo atto si apre su una veduta panoramica di Roma e delle sue basiliche sotto un cielo stellato, mentre il pastorello in esterno canta la sua romanza con un certo estraniante effetto Presepe. Ma subito torna l?atmosfera giusta e l?opera riprende a scorrere verso l?epilogo, mentre il cielo come un magma tormentato muta colore dal rosso all?arancio al giallo fino ad assumere il grigio plumbeo della morte condividendo pienamente il dramma dei protagonisti. Nella produzione di Rimini a cui ha collaborato il teatro di Rovigo c?? dunque una forte valenza scenografica, molto belli anche i costumi in particolare della Tosca nel secondo atto e di Scarpia che ? una creatura malefica dal ricercato abbigliamento rigorosamente nero dalla testa ai piedi salvo una spruzzata di bianco nei capelli. Si deve dare atto che questa rappresentazione di un?opera gi? vista un?infinit? di volte, compresa una celebre versione televisiva in tempi reali, ? riuscita a sorprendere, cosa non facile con lo spettatore contemporaneo che ha gi? visto tutto e il contrario di tutto. Tutto sommato un bel successo di Atto primo che con Comune e Provincia di Rimini mette in scena l?opera di capodanno per aprire un anno in bellezza dedicato alla grande musica realizzando il pieno all?Auditorium di Rimini Fiera e devolvendo l?incasso all?Istituto Oncologico Romagnolo.
Attilia Tartagni