L’occasione fa il ladro, ossia Il cambio della valigia

Posted by on May 10, 2025

Schwetzingen Festival 1992 regia Michael Hampe Berenice  Susan Patterson Don Parmenione  Natale de Carolis Conte Alberto  Robert Gambill Ernestina  Monica Bacelli Martino  Alessandro Corbelli Don Eusebio  Stuart Kale Conductor  Gianluigi Gelmetti Orchestra  Stuttgarter Rundfunkorchester Teatro La Fenice Stagione 2011/ 2012 Don Eusebio Enrico Iviglia Berenice Irina Dubrovskaya Conte Alberto Giorgio Misseri Don Parmenione Omar Montanari

Schwetzingen Festival 1992

regia Michael Hampe

Berenice  Susan Patterson
Don Parmenione  Natale de Carolis
Conte Alberto  Robert Gambill
Ernestina  Monica Bacelli
Martino  Alessandro Corbelli
Don Eusebio  Stuart Kale

Conductor  Gianluigi Gelmetti
Orchestra  Stuttgarter Rundfunkorchester

Teatro La Fenice
Stagione 2011/ 2012

Don Eusebio Enrico Iviglia
Berenice Irina Dubrovskaya
Conte Alberto Giorgio Misseri
Don Parmenione Omar Montanari
Ernestina Paola Gardina
Martino Giovanni Romeo

direttore Stefano Rabaglia
regia Elisabetta Brusa
scene e costumi Laboratorio Accademia di Belle Arti di Venezia

Orchestra del Teatro La Fenice
maestro al fortepiano Alberto Boischio
Orchestra del Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia

2 thoughts on “L’occasione fa il ladro, ossia Il cambio della valigia

  1. A PESARO L?OCCASIONE FA IL LADRO NELLO STORICO ALLESTIMENTO DI PONNELLE

    Delle cinque farse scritte da Rossini per il Teatro San Mos? di Venezia, L?occasione fa il ladro ? unanimemente considerata la pi? riuscita e matura assieme a Signor Bruschino, e non solo per semplici motivi cronologici. L?Occasione ? infatti un?operina buffa deliziosa, nella quale il giovane pesarese inizia a dare le prime avvisaglie del genio che diventer?. Dotata di un ritmo coinvolgente fin dal temporale con si apre (lo stesso che sar? poi celeberrimo nel Barbiere di Siviglia), la vicenda dello scambio di valigia fugge veloce e piacevolissima in un?ora e mezza, toccando le corde della tenero e del comico. L?intreccio ? di quelli classici, complicatissimi a leggersi ma semplici ad assistervi e si corona con un doppio matrimonio a riparare fraintendimenti, raggiri e stratagemmi vari. La produzione andata in scena come terzo spettacolo del Rossini Opera Festival ? quella risalente al 1987, con la regia di Ponnelle, del quale fra l?altro ricorrono i 25 anni dalla morte. Spettacolo divertente, ancora frizzante e senza un granello di polvere, come capita invece anche ad alcune ben pi? giovani messe in scena, sfrutta l?espediente del teatro-nel-teatro, che non era sconosciuto a Rossini (si pensi su tutte al Turco in Italia). E cos? l?azione prende vita con il buffo Martino che, attraversata la platea, estrae dalla valigia le partiture dell?opera per consegnarle una ad una a direttrice d?orchestra e interpreti. Splendide le scene costruite semplicemente con teli dipinti, simpaticissime certe scene, come quella metateatrale dell?acqua spruzzata sull?ombrello e sugli stivali di Don Parmenione per fingere il temporale. Penso che questo spettacolo sia fra i migliori di Ponnelle, che fu grandissimo maestro del teatro comico rossiniano, soprattutto per quell?aria retr?, per quei colori pastosi da quadro ottocentesco che di questa Occasione fanno un gioiellino raffinato.
    Affiatato il cast vocale, nel quale spiccava uno straordinario Paolo Bordogna come Martino: le capacit? di cantante e attore possedute da questo artista non sono mai abbastanza elogiate. E? un eccellente musicista, attento a ogni parola pronunciata, alla giusta emissione di ogni nota. Credo che il complimento pi? bello che gli si possa fare ? dire che ama il suo lavoro e si vede. Buono anche Roberto De Candia come Don Parmenione, che con voce calda e timbrata va in crescendo durante tutta la serata. Enea Scala ? un tenore in cui si nota invece con un certo fastidio una disomogeneit? fra i diversi registri, accentuata dalla tendenza a schiacciare il suono quando sale in acuto: cos? ? gradevole sentirlo alle prese con il registro medio, ma come la voce deve andare pi? in alto subentra il difetto citato. In ogni caso il Conte Alberto di Scala si distingue per il fraseggio il pi? possibile vario, che non annoia mai nemmeno nei recitativi. Da tenere d?occhio la giovane Elena Tsallagova, che ha dato vita con delicatezza a una Berenice apprezzabile negli acuti (lievemente aspri, ma forse per la tecnica ancora un poco acerba) e con una capacit? di coloratura migliorabile ma gi? interessante. A non convincermi pienamente la direzione della taiwanese Yi-Chen Lin, una bacchetta giovanissima che ha dato talora l?impressione di non saper trarre il miglior risultato dall?Orchestra Sinfonica G. Rossini, tralasciando spesso particolari degni di nota, mettendo altres? positivamente in evidenza il debito che questo Rossini ventenne paga nei confronti dell?idolo Mozart, con sprazzi di classicismo tedesco nel trattamento degli archi. Mi piacerebbe riascoltarla in futuro, perch? se al momento ? ancora evidente una comprensibile carenza di personalit? artistica, potrebbe riservare un domani buone sorprese. Al termine della prima successo per tutti, ma non troppo caldo, con una punta di commozione quando Sonja Frisell, che ha ripreso la regia, ha ricordato Jean-Pierre Ponnelle.

    Michele Donati

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