Lo Frate ‘nnamorato

Posted by on April 30, 2021

Teatro alla Scala Milano 1989 Alessandro Corbelli, Nuccia Focile, Amelia Felle, Bernadette Manca di Nissa, Luciana D’Intino, Ezio di Cesare, Bruno de Simone, Elzabeth Noberg-Schulz, Nicoletta Curiel Conductor Riccardo Muti Orchestra del Teatro alla Scala Coro del Teatro alla Scala Regia Roberto de Simone Stage Designer Mauro Carosi Costume Designer Odette Nicoletti http://www.facebook.com/media/set/?set=a.230417400344051.68516.100001273798018&l=d5faef1ca8&type=1

Teatro alla Scala Milano 1989

Alessandro Corbelli, Nuccia Focile, Amelia Felle, Bernadette Manca di Nissa, Luciana D’Intino, Ezio di Cesare, Bruno de Simone, Elzabeth Noberg-Schulz, Nicoletta Curiel

Conductor Riccardo Muti
Orchestra del Teatro alla Scala
Coro del Teatro alla Scala
Regia Roberto de Simone
Stage Designer Mauro Carosi
Costume Designer Odette Nicoletti

http://www.facebook.com/media/set/?set=a.230417400344051.68516.100001273798018&l=d5faef1ca8&type=1

2 thoughts on “Lo Frate ‘nnamorato

  1. Un pubblico folto ed entusiasta ha applaudito a lungo al termine della recita
    Lo Frate nammorato ha inaugurato la 44.ma Stagione Lirica di Tradizione di Jesi
    Fabio Biondi ha guidato il complesso Europa Galante. Compagnia di canto omogena e ben preparata.

    Lo Frate nnamorato di Giavanni Battista Pergolesi ha inaugurato con grande successo la 44.ma Stagione Lirica di Tradizione della citt? di Jesi. E? stata una inaugurazione ?insolita? per la proposta di un?opera non appartenente alla ?tradizione? popolare operistica italiana.

    Ma, come ? noto, Jesi ? la patria di Pergolesi e la rappresentazione de ?Lo Frate? porta verso la conclusione quel viaggio nell?integrale operistica intrapreso nel 2010 per celebrare i 300 anni dalla nascita del grande musicista. Comunque questa rappresentazione non deviava di molto dalla strada della ?tradizione? perch? Lo Frate nnamorato ? una delle opere pi? conosciute e rappresentate del musicista jesino e la citt? ha molto apprezzato la proposta come ha dimostrato un pubblico convento numeroso alla serata inaugurale del 30 settembre.

    Il merito della riuscita della serata ? da attribuirsi, oltre alla splendida partitura di Pergolesi, anche alla convincente esecuzione guidata da Fabio Biondi ed alla felice messa in scena di Willy Landin. Biondi ? uno degli esecutori pi? apprezzati dei nostri tempi, molto attento allo spirito che animava i compositori dei quali intraprende l?esecuzione, non tralasciando quanto la prassi esecutiva ha insegnato, come per Lo frate in secoli di rappresentazioni, fornendo all? ascoltatore-spettatore del Terzo Millennio, un?interpretazione sempre idonea allo sviluppo della drammaturgia del testo eseguito con esecuzioni che possiamo definire a ?tutto tondo?, omogenee in tutte le parti avvincenti e coinvolgenti.

    Lo frate nnamorato ? uno degli esempi pi? alti, se non il pi? alto, di quel genere che aveva avuto a Napoli il suo habitat ideale, la commedia musicale, che ospitava al suo interno oltre ad elementi popolari e popolareschi anche scene dai contenuti lirici, appassionati, spesso melanconici e riflessivi per una contrapposizione di situazioni e stati d?animo.

    In quel 1732 a soli 22 anni, Pergolesi seppe dare un?interpretazione esemplare per questo genere di teatro musicale. Una musica geniale integrava ed esaltava il testo poetico di Gennarantonio Federico, altro grande artista dell?epoca. La trama di base non si distaccava molto dalla struttura teatrale di opere coeve: c?? uno spaccone, Don Pietro, personaggio derivato dalla classica figura del Capitano, un vecchio innamorato, Marcaniello, galante e malato di gotta, poi fanciulle innamorate, amori contrastati, malintesi, ecc.

    Poeta e musicista seppero costruire un?opera elegante e densa di fascino, un felice spaccato di vita dell?epoca che mise le basi per creare stilisticamente l?opera buffa che spopol? tra la seconda met? del settecento ed il primo trentennio dell?800 periodo che ebbe come ?zenit? gli ?illustrissimi? esempi del Barbiere rossiniano e del Don Pasquale donizettiano.

    La direzione di Fabio Biondi ? stata molto equilibrata ed ha presentato allo spettatore/ascoltatore una esecuzione che metteva molto bene in risalto quella contrapposizione tra elemento popolare ed elemento lirico/riflessivo delineando alla perfezione le peculiarit? di ognuno di essi, colore e ritmo per il primo, poesia e pathos, per il secondo.

    Ha utilizzato l’edizione critica di Francesco Degrada che prevede uno snellimento della struttura per renderla pi? intelligibile per i nostri tempi. All?interno di questa ? intervenuto intelligentemente nella parte strumentale per sottolineare quella dicotomia che c?? nell?opera tra i personaggi squisitamente napoletani e quelli ?forestieri?, nello specifico le due ragazze romane Nina e Nena. Strumenti come la chitarra il mandoloncello hanno creato una straordinaria vivacit? ed un non cumune colore musicale.

    Assolutamente in linea con la lettura musicale ? stata la parte visiva, un nuovo allestimento curato del regista-scenografo Willy Landin e dalla costumista Elena Cicorella, delicatamente modernizzata, ambientata a met? dello scorso secolo, per donarle un sapore ?eduardiano? che ne sottolinea la ?napoletanit?? del soggetto, il cui spirito ? rimasto pressoch? inossidabile al passare del tempo.

    A Don Pietro, uno dei personaggi pi? ben disegnati da Pergolesi-Federico, ? stata data la caratteristica del guappo che viaggia in vespa e si ritiene irresistibile per far breccia nei cuori femminili. Vivaci e spregiudicate le due servette, Vannella e Cardella, un po? aristocratici i personaggi romani, Carlo e soprattutto le melanconiche e dolci Nina e Nena, eccentrico e solare Marcaniello, grazioso e languido Ascanio (Lo frate) al centro della trama.

    La compagnia di canto ha assecondato molto bene questa impronta . Lo frate nnamorato ha bisogno di 9 cantanti di buon livello e non ? agevole oggigiorno approntare una compagnia che soddisfi a pieno le esigenze della partitura. Qui a Jesi, comunque, ? stata scelta una compagnia omogenea nella quale spiccavano la Vannella di Laura Cherici, cantante di grande esperienza per questo repertorio, vivace e di notevole presenza scenica. Poi il Pietro di Filippo Morace vocalmente a posto e scenicamente efficace con Nicola Alaimo (Marcaniello) che ha fornito una prestazione di pari intensit? nei contenuti interpretativi.

    Barbara di Castri ci ha dato una Luggrezia gradevole vocalmente e scenicamente mentre Elena Belfiore ? stata un Ascanio delicato e struggente per l? unica parte en travesti dell?opera. Gli altri Rosa Bove (Cardella), Jurgita Adamonyte (Nina) Patrizia Biccir? (Nena), David Alegret (Carlo) hanno contribuito al successo di tutta la recita.

    Europa Galante, come ci ha abituato da anni, si ? rivelata complesso sempre prezioso per l?attuazione della linea interpretative del suo direttore artistico Fabio Biondi dimostrandosi sempre compagine di alta professionalit? musicale in ognuno dei suoi componenti.

    Uno spettacolo in definitiva molto divertente e giocoso che ha centrato lo spirito di Pergolesi e Federico. L’unica imperfezione ? stata la mancanza di una certa ‘continuit?’ perch?, a nostro parere, ha preso quota con il suo procedere regalandoci per? un secondo ed un terzo atto veramente avvincenti.

    Il pubblico ha applaudito a lungo al termine dello spettacolo tutti gli interpreti a dimostrazione della validit? delle scelte artistiche della Fondazione Pergolesi Spontini, artefice di questo straordinario, ed unico, omaggio ad uno dei musicisti pi? grandi della storia. Condotta, per la parte artistica, da Gianni Tangucci e Vincenzo De Vivo, entrambi con competenza e passione stanno tracciando un ?solco? molto importante per l?intepretazione pergolesiana dei nostri giorni.

    Concludiamo ricordando che, in concomitanza di questa importante inaugurazione ? stato ufficilizzato, l?accordo stipulato dalla Fondazione Pergolesi Spontini con Casa Ricordi per la realizzazione dell’ Edizione Nazionale dell’Opera completa di Giovanni Battista Pergolesi che arricchir? le conoscenze di musicisti, addetti ai lavori ma, anche di tutti gli appassionati del grande musicista marchigiano.

    Claudio Listanti
    claudio.listanti@vocedtalia.it

  2. 44^ Stagione Lirica di Tradizione del Teatro Pergolesi di Jesi

    Uno sfizioso Frate ‘Nnamorato

    Servizio di Giosetta Guerra

    Teatro Pergolesi di Jesi, domenica 2 ottobre 2011. Questa commedia in musica ?in lingua napoletana? ? un leggiadro affresco della societ? partenopea del XVIII secolo e ruota attorno ad una serie di matrimoni, combinati da Carlo ricco borghese romano e da Marcaniello attempato popolano napoletano, senza consultare le donne coinvolte. Il regista scenografo argentino Willy Landin, Director del Centro de Experimentaci?n del Teatro Col?n di Buenos Aires e dal 1995 collaboratore di Hugo de Ana, con questo nuovo allestimento trasporta la vicenda agli anni quaranta del secolo scorso, di cui riporta con didascalica minuziosit? lo stile sia nell?arredamento delle stanze che si vedono dalle finestre/balcone del palazzo (il paralume della cucina e la carta da parati che si intravedono quando negli ambienti interni si accendono le luci, i vasi di fiori e le gabbiette degli uccelli sui terrazzini a sbalzo con le ringhiere di ferro, le lenzuola stese), sia nell?abbigliamento creato da Elena Cicorella (il vestito a giacca degli uomini – azzurro per Pietro, marrone per Carlo, nero per Marcaniello, beige per Ascanio -, e per le donne vestagliette da casa e parananza, sandali con la zeppa di sughero, borsetta sotto braccio, gonna svasata con camicetta e giacchettina avvitata, bigodini e acconciature coi capelli arrotolati in un lungo boccolo ai contorni del viso (anche mia madre in giovent? si pettinava come Nina e Nena) e poi la mitica vespa brevettata nel 1946, un bar col bancone tipico arredato con tavoli tondi dalla piana di marmo e sedie in ferro battuto e camerieri con lunghi grembiuli bianchi).
    La regia ? sfiziosa ed originale, la gestualit?, che in alcune occasioni diventa gesticolazione, rispecchia l?estrazione sociale dei personaggi, cos? Don Carlo ha modi spropositatamente cerimoniosi e Marcaniello una componente mimica molto accentuata, Ascanio ? l?amoroso indeciso che sospira, tra le donne le due servette Vannella e Cardella sono le pi? scatenate, Luggrezia ? la pi? malinconica, le due sorelle Nina e Nena le pi? determinate. I giovani artisti del cast jesino, guidati dal bravo regista argentino, hanno avuto la capacit? di dare brio e scorrevolezza ad una commedia che ha una trama leggera, una progressione narrativa lenta, una lingua pressoch? incomprensibile (benvenuti i sopratitoli per il dialetto napoletano antico). Tuttavia ? la musica l?elemento dinamico di base che segna scansioni e ritmi. E, per realizzare la flessibilit? dell?articolazione musicale e la mutevolezza del divenire degli eventi, senza calcare la mano sugli elementi di stampo comico o popolaresco, l?ensemble Europa Galante, che suona su strumenti d?epoca, si ? avvalso della collaudata esperienza del maestro Fabio Biondi, direttore, violino e viola d?amore. Bravi, da premiare.
    Sul piano vocale, pur non essendoci il cast stellare de Lo frate al Teatro alla Scala nel dicembre del 1989 con la direzione di Riccardo Muti, giovani bravi cantanti-attori, alcuni dei quali con gi? alle spalle una carriera internazionale di grande prestigio, hanno realizzato uno spettacolo gradevolissimo e di qualit?, in linea con
    l?operato del Teatro Pergolesi di Jesi. Spicca, naturalmente, l?imponenza scenica e vocale del baritono Nicola Alaimo, premio Tiberini d?oro 2011, nel ruolo del vecchio Marcaniello, che sulla carta ? segnato come basso, ma, a parte che i registri vocali di oggi si discostano da quelli d?un tempo per via del cambiamento della frequenza del diapason (cos? mi spiegavano a teatro), Alaimo ha le qualit? per interpretare egregiamente anche i ruoli di basso buffo. Dotato di una cassa armonica poderosa, esibisce gi? dalla prima aria mossa in orchestra ?Veda ossor?a? una vocalit? di grande pregio per spessore, ampiezza, estensione paurosa, generosit? del suono, forse sprecata per questo ruolo versato alla comicit?, che ad Alaimo comunque non manca e che lui, fortemente caratterizzato (una deambulazione precaria, difficolt? a rialzarsi), accentua con
    arguzia. Anche Don Pietro ? segnato come basso virtuoso con estensione acuta, ma Filippo Morace ha voce baritonale piuttosto chiara e con carenza di gravi, ma ? bravissimo in scena nel delineare un personaggio sbruffone e donnaiolo. E cos? Ascanio, Nina e Luggrezia, scritti per contralto, hanno qui la voce di due soprani Elena Belfiore e Jurgita Adamonyte e di un mezzosoprano Barbara Di Castri. Elena Belfiore, che entra mirabilmente nei panni maschili, ? un soprano ben timbrato dalla voce calda ed armoniosa, che si piega alle modulazioni del canto patetico e si lancia in acuti dolcissimi. Jurgita Adamonyte si muove bene vocalmente in tutta la gamma, ? duttile nel canto sbalzato, ha luminosit? in zona acuta e consistenza nei suoni medi e gravi. Barbara Di Castri ha voce di bel colore ma inficiata da un certo vibrato, si piega con destrezza alla leggerezza della zona acuta, alla rotondit? dei suoni medi e alla densit? dei suoni gravi. Il soprano Patrizia Biccir? (Nena) sa cantare ed ha facilit? di espandersi in zona acuta, a lei ? affidata una grande aria di bravura con flauto obbligato nel 3? atto, che esegue con voce melodiosa; il soprano Laura Cherici (Vannella) ha poca voce e con vibrato, ma ? brava nel canto veloce e d?agilit?, inoltre ha temperamento e vivacit?. Cardella, segnata come soprano, ? invece qui il mezzosoprano Rosa Bove che ha suoni intubati e voce di poco spessore che non passa l?orchestra, ma vivacit? interpretativa; David Alegret (Carlo) ? un tenore di voce chiara ed estesa un po? monocorde. Lo spettacolo ha ricevuto il gradimento del pubblico.

    gliamicidellamusica Pubblicato il 12 Ottobre 2011

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