I VICINI SCOMODI
Dall’omonimo romanzo di Roberto Matatia
Teatro delle Forchette
Regia Giuseppe Verrelli
VENERDI 24 GENNAIO 2025 ore 21
Progetto speciale per il giorno della Memoria
TEATRO G.VERDI di FORLIMPOPOLI
SABATO 25 GENNAIO 2025 ore 21
Progetto speciale per il giorno della Memoria
TEATRO COMUNALE DI PREDAPPIO
Nissim Matatia è un giovane, intraprendente ebreo greco nativo di Corfù. Ai primi del Novecento lascia il suo Paese alla volta dell’Italia. Si stabilisce a Forlì dove apre una pellicceria che, in pochi anni, diviene un negozio apprezzato e ben frequentato. Nissim è sposato con Matilde Hakim, correligionaria originaria di Smirne; dal matrimonio sono nati tre figli: Beniamino, detto Nino, Camelia e Roberto. La famiglia trascorre estati pensierate a Riccione, dove Nissim ha acquistato, nel 1930, una graziosa villetta in mattoni rossi, in fondo a Viale Ceccarini, con un bel giardino che giunge quasi fino alla spiaggia. Tutto sembra andare per il meglio: l’attività prospera, diversi gerarchi fascisti sono legati ai Matatia da rapporti commerciali e di consuetudine, le loro mogli frequentano il negozio, il giro delle amicizie è costituito da persone importanti. Nel frattempo la casa posta proprio di fronte all’abitazione dei Matatia, già chiamata Villa Margherita, diviene di proprietà nientemeno che di Benito Mussolini. Nel frattempo il legame tra Mussolini e Hitler si è fatto sempre più stretto. E’ un dato incontrovertibile che, ormai da diverso tempo, la propaganda antisemita è divenuta ogni giorno più assillante, al fine di preparare la pubblica opinione alla normativa che sarebbe stata emanata di lì a poco. Obiettivo raggiunto con successo,poiché non si notano ribellioni di sorta a tale vergognosa campagna. Nissim non intende vendere la sua casa riccionese, né tanto meno vuol prendere in considerazione la possibilità di lasciare quello che è ormai il suo Paese -anche se ancora non ne ha ottenuto la cittadinanza-, come invece ormai meditano sul serio di fare i suoi fratelli. Dolore, paura, scoraggiamento … La speranza che “le cose si sistemeranno” tramonta definitivamente con l’emanazione delle famigerate leggi del settembre 1938 con annessa miriade di disposizioni, circolari, normative diverse. La tragica odissea della famiglia, tra terrore, dolori e umiliazioni indicibili (come la forzata vendita della casa al mare per un prezzo vile), speranze, il rientro clandestino di Nissim che non sa, non può, star lontano dai suoi, nascondigli e immancabili tradimenti. L’arresto, in momenti diversi, dell’intera famiglia, la deportazione verso il luogo maledetto, Auschwitz.
Massimiliano Bolcioni
Andrea Bedei
Andrea Piovaccari
Eros Zanchetta
Giuseppe Verrelli
Stefano Burchi
Paola Fabbri
PARAGRAPH 175
EVENTO PER IL GIORNO DELLA MEMORIA
Teatro delle Forchette
adattamento e regia Antonio Sotgia
Mercoledì 24 GENNAIO 2024 ore 21.00
TEATRO G.VERDI FORLIMPOPOLI
Il muro di Berlino è solo un ricordo. La generazione dei tempi della guerra sta per scomparire. Il mondo sembra deciso a creare un futuro brillante. Ma una cultura si basa anche sui ricordi. Alcuni vengono ostentati, altri nascosti. 75 anni fa, il regime nazista decise di ripulire la Germania dall’omosessualità. Furono arrestate 100.000 persone. 15.000 persone sono state mandate nei campi di concentramento. Negli anni ’20 la Repubblica di Weimar era conosciuta come il paradiso degli omosessuali. Gli abitanti di Berlino non conoscevano il Paragrafo l75: la legge tedesca antisodomia che risaliva al 1871. Con quella legge, c’era pericolo di minacce e incarcerazioni. Per abolire il Paragrafo 175, nacque un movimento guidato da Magnus Hirschfeld: scienziato e pioniere delle ricerche in ambito sessuale, nonché socialista, ebreo e omosessuale. Hirschfeld fondò l’Istituto di Scienze Sessuali di Berlino. Lottava per l’emancipazione degli omosessuali in Germania. Sembrava profilarsi una nuova era di libertà. Il Movimento Giovanile aveva attirato giovani tedeschi. Dai nudisti ai socialisti, dai sionisti ai nazionalisti. Accorrevano a migliaia. Proclamavano una visione romantica del mondo, adoravano la natura, l’amicizia e il corpo umano. Alcuni erano per l’astinenza, altri esaltavano la sessualità. Nella Germania Ovest le leggi naziste restarono in vigore fino al 1968. Chi era stato incarcerato in base al Paragrafo 175 fu definito criminale. Nessuno ha avuto il riconoscimento di vittima del nazismo. La cultura gay ha sempre sofferto, in tutta la sua storia, di periodiche “interruzioni” di varia natura. Editti, leggi, sentenze, usi, tradizioni, roghi, bandi, confini, violenze, insulti, camere a gas, lavori forzati, carceri e pregiudizi hanno da sempre interrotto il nascere di una vita e cultura gay duratura e stabile. Il primo vero e proprio passo verso la formazione di un nuovo tipo di realtà gay visibile e “tramandabile” è la rivolta di Stonewall, New York, il 28 giugno 1969. Tanto deve essere ancora fatto nel mondo. In sette paesi vige la pena di morte per omosessualità. In sessantanove paesi l’omosessualità è illegale. Chi erige nuovi muri. Chi chiude i porti. Chi dalla storia non ha imparato nulla. Libertà.
SABATO 20 GENNAIO 2024 ORE 21.00
TEATRO COMUNALE DI PREDAPPIO
EVENTO PER IL GIORNO DELLA MEMORIA
PERLASCA
IL CORAGGIO DI DIRE NO
DI E CON ALESSANDRO ALBERTIN
‘Un racconto affascinante, travolgente e commovente della storia di Giorgio Perlasca
UN GIUSTO TRA LE NAZIONI
Un uomo semplice e normale che, nella Budapest del 1944, si mette al servizio dell’Ambasciata di Spagna. Affronta la morte ogni giorno, si trova faccia a faccia con Adolf Eichmann, si spaccia per Console spagnolo, solo e unicamente perché sceglie di salvare la vita a molte persone. Alla fine saranno 5.200. Ebrei, ma non solo. Vive nell’ombra per più di 40 anni, non raccontando la sua storia a nessuno, nemmeno ai familiari. Nel 1988 viene rintracciato da una coppia di ebrei ungheresi che gli devono la vita… Quando i giornalisti gli chiesero le motivazioni delle sue azioni, lui rispose: Lei cosa avrebbe fatto al mio posto?
NOTE DI REGIA
Davanti a qualcosa di terribile si può reagire in due modi: commentare la cosa, oppure occuparsi della cosa. La prima soluzione è quella più comoda e ci conduce inesorabilmente al tasto mi piace di Facebook. La seconda soluzione è quella più scomoda, richiede coraggio ed eroismo. E umiltà. A commentare siamo capaci tutti. Per occuparsi di un problema e risolverlo, serve la volontà di farlo.
Questa è la grande lezione che ci ha lasciato Giorgio Perlasca. E da qui siamo partiti per raccontare al meglio questa storia meravigliosa. Lo facciamo con uno spettacolo semplice, senza fronzoli. Affidandoci alla straordinarietà degli eventi e ad un’interpretazione che mescola tecnica ed emotività, accompagnandoci per mano alla scoperta di un capitolo della nostra storia che è necessario conoscere. In quanto italiani. In quanto uomini.
scritto e interpretato da Alessandro Albertin
regia Michela Ottolini
disegno luci Emanuele Lepore
Una produzione Teatro de Gli Incamminati
In collaborazione con Overlord Teatro e col patrocinio della Fondazione Giorgio Perlasca
Alessandro Albertin
Diplomato attore nel 1999 presso la Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano. Ha lavorato, tra gli
altri, con Egisto Marcucci, Gianrico Tedeschi, Andrée Ruth Shammah, Gigi Proietti, Alessandro Gassmann,
Damiano Michieletto, Giuseppe Emiliani e Franco Branciaroli. È autore dei testi di Overlord Teatro.
Michela Ottolini
Si diploma attrice alla Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano nel 2001. Tra i registi con cui ha lavorato spiccano Serena Sinigaglia, Franco Però, Gabriele Vacis, Damiano Michieletto e Fausto Russo Alesi. Cura la regia degli spettacoli prodotti da Overlord Teatro.
Emanuele Lepore
Inizia la sua attività professionale nel 2003, collaborando con diversi light designer, tra i quali Juraij Saleri e Gigi Saccomandi. Collabora con diversi artisti e produzioni, tra cui: Franco Branciaroli, Luca Barbareschi, Enrico Brignano, Franca Valeri, Teatro Stabile di Trieste, CTB di Brescia e Fondazione Roma Europa.