Giovedì 26 ottobre 2023 ore 21
TEATRO DELL’ARGINE
Casa del popolo
spettacolo realizzato in collaborazione con il Teatro delle Temperie
di Nicola Bonazzi
con Lorenzo Ansaloni, Micaela Casalboni, Giovanni Dispenza
regia di Andrea Paolucci
La Stagione 2023/24 del Teatro Piccolo di Forlì partirà giovedì 26 ottobre alle ore 21 con uno spettacolo che, per tematica, rispecchia la storia della sala di via Cerchia, annessa alla Casa del Lavoratore di Bussecchio. Casa del popolo è una pièce della compagnia Teatro dell’Argine, realizzata in collaborazione con il Teatro delle Temperie, scritta da Nicola Bonazzi, interpretata da Lorenzo Ansaloni, Micaela Casalboni e Giovanni Dispenza, e diretta da Andrea Paolucci.
Il materiale di partenza dello spettacolo consiste in decine e decine di interviste condotte con persone di diversi caratteri, età, manie, in numerosi centri ricreativi dell’Emilia intorno a Bologna.
Il punto d’arrivo è uno spettacolo di teatro d’attore e di nostalgia canaglia, che ha il ritmo forsennato del rock d’antan e insieme il passo cadenzato di melodramma e di melassa del liscio da balera. Un lavoro che intende dar vita a sapori, odori, suoni, stili e colori. Uno spettacolo composto di quadri e ritratti che hanno per soggetto tipi umani e luoghi caratteristici, nei quali passato e presente si mescolano, e si interrogano per capire se mai domani verrà. A rappresentare questo caleidoscopico intreccio di storie e sapori, la collaudata esperienza di un gruppo di attori che rinnova la collaborazione tra Teatro dell’Argine e Teatro delle Temperie.
«C’era una volta il popolo. Era un popolo ottimista, che credeva in sé e si impegnava in attività improduttive, tipo costruire ‘case’ dove ritrovarsi tutti insieme a fare cose ricreative, per esempio ballare o giocare a carte. Anche oggi c’è il popolo: di solito viene evocato, ridotto a puro suono, nei dibattiti politici o nei comizi di piazza. Ma da qualche parte, come residuo di un mondo in via di estinzione, si aggira ancora un’umanità dedita al liscio, al burraco, ai quartini di vino e alle liti furiose per una giocata di briscola finita male. Vive in luoghi dove ci sono tavolini, banconi di bar, campi di bocce e tavole calde che sfornano enormi piatti di tagliatelle. Sverna e villeggia lì, giorno dopo giorno, anno dopo anno, mentre un altro popolo, più moderno ed efficiente, marcia con sicurezza nei corridoi di nuovi luoghi ricreativi, chiamati ipermercati. Non a questi ci siamo dedicati, ma ai primi, rubandone voci, storie, dialoghi, atmosfere: per capire se il popolo abbia
ancora una casa dove poter abitare. Ci siamo chiesti fin da subito che diritto avessimo di parlare di case del popolo. Con quale competenza ci prendessimo la responsabilità di raccontarne i meccanismi, le pulsioni, gli attriti e le contraddizioni. E magari anche di giudicare. Luoghi per lo più alieni alla nostra generazione di quarantenni eppure ancora oggi capaci di esercitare su di noi una potente attrazione, non certo ideologica. Ed eccoci dunque qui, a chiederci dove sia finito quello spirito, quel comune sentire, in quale recondito angolo delle nostre viscere, in quale meandro delle nostre città si è andato a nascondere? Perché sentire il bisogno di costruire un luogo inclusivo, aperto, capace di creare valore dall’ascolto e dall’azione comune è un’utopia incredibilmente vicina ad altre utopie a noi molto care e che guidano quotidianamente la rotta delle nostre due compagnie.
Idee capaci di farsi luogo, spazi di cultura capaci di farsi casa. E se oggi per ritrovare quello spirito dobbiamo entrare in un teatro, poco male. Proveremo ad essere all’altezza».
(Andrea Paolucci)
PICCOLO Teatro d’Innovazione – STAGIONE 2023/24
Giovedì 26 ottobre 2023 ore 21
TEATRO DELL’ARGINE
Casa del popolo
spettacolo realizzato in collaborazione con
Teatro delle Temperie
di Nicola Bonazzi – con Lorenzo Ansaloni,
Micaela Casalboni, Giovanni Dispenza
regia di Andrea Paolocci
Uno spettacolo di teatro d’attore e di nostalgia canaglia, che ha il ritmo forsennato del rock d’antan e insieme il passo cadenzato di melodramma e di melassa del liscio da balera. Un lavoro che intende dar vita a sapori, odori, suoni, stili e colori. Uno spettacolo composto di quadri e ritratti che hanno per soggetto tipi umani e luoghi caratteristici, nei quali passato e presente si mescolano, e si interrogano per capire se mai domani verrà. A rappresentare
questo caleidoscopico intreccio di storie e sapori, la collaudata esperienza di un gruppo di attori che rinnova la collaborazione tra Teatro dell’Argine e Teatro delle Temperie.
Martedì 7 novembre 2023 ore 21
Savà Produzioni Creative –
Emilia Romagna Teatro ERT Teatro Nazionale
ANNA DELLA ROSA
Accabadora
dal romanzo di Michela Murgia
edito da Giulio Einaudi Editore
drammaturgia Carlotta Corradi – regia Veronica Cruciani
Michela Murgia racconta una storia ambientata in un paesino immaginario della Sardegna, dove Maria all’età di 6 anni viene data a fill’e anima a Bonaria, una sarta che vive sola e che all’occasione fa l’accabadora. La parola, di tradizione sarda, prende la radice dallo spagnolo “acabar” che significa finire, uccidere; Bonaria Urrai aiuta le persone in fin di vita a morire. Maria cresce nell’ammirazione di questa nuova madre, più colta e più attenta della precedente, fino al giorno in cui scopre la sua vera natura. È allora che fugge nel continente per cambiare vita e dimenticare il passato, ma pochi anni dopo torna sul letto di morte della Tzia. L’accudimento finale è uno dei doveri dell’essere “figlia d’anima”, una forma di adozione concordata tra il genitore naturale e quello adottivo.
Venerdì 10 novembre 2023 ore 21
Società per Attori – Accademia Perduta/Romagna Teatri
LES MOUSTACHES
I cuori battono nelle uova
drammaturgia di Alberto Fumagalli
con Elena Ferri, Matilda Farrington, Grazia Nazzaro
regia Ludovica D’Auria e Alberto Fumagalli
Tre donne, ognuna di loro porta un lungo camice che ne nasconde le forme, tranne quelle delle loro pance che sono gonfie e tonde. Le tre aspettano un figlio, il loro primo figlio. Le pance delle donne si mostrano piene e levigate, ricordano tre bellissime uova, tanto forti quanto fragili. Il disegno del domani dei propri figli condizionerà il comportamento delle tre donne che, mosse da un amore cieco, si spingeranno in azioni, paure e dinamiche nascoste nel più buio cassetto dell’animo umano. I cuori battono nelle uova è un amore disperato, un vuoto incolmabile e un’esplosione di gioia. I cuori battono nelle uova è un inno alla vita.
Giovedì 23 novembre 2023 ore 21 e venerdì 24 novembre 2023 ore 11
Accademia Perduta/Romagna Teatri
FRULLINI / PAOLETTI
Barbablù
di Hattie Naylor – traduzione di Monica Capuani
con Edoardo Frullini – regia di Giulia Paoletti
Barbablù è un seduttore, ammaliatore, provocatore. Un intelligente galantuomo che ci sa fare con le donne, soprattutto con alcune. Un predatore che passeggia e fiuta la preda ancor prima che essa diventi tale. Un giocatore competitivo che contempla la vittoria come unico finale possibile. Barbablù osserva e ammicca. È gentile e premuroso. Fa un passo alla volta e non si concede mai subito e mai del tutto.
Ascolta e risponde al bisogno più intrinseco. Accarezza e coccola. Desidera e idealizza. Crea connessioni perfette. Ama. Barbablù ha bisogno di sentirsi forte e superiore. Non scende dentro di sé. Non risponde alle domande. È vulnerabile e non sostiene la cura dell’altro. Barbablù tesse la sua (di lui, di lei) gabbia. È in trappola. Per non esplodere dentro, esplode fuori. Barbablù violenta, tortura, uccide. Vince.
Lunedì 4 dicembre 2023 ore 21 e martedì 5 dicembre 2023 ore 11
Accademia Perduta/Romagna Teatri
MABELLINI / POSTORINO
Tu (non) sei il tuo lavoro
di Rosella Postorino
regia, luci, spazio scenico Sandro Mabellini
con Maria Lomurno, Francesco Patanè
Sul palcoscenico, il cortocircuito di una coppia: Lei che è il suo lavoro, e Lui che, senza lavoro, rischia di essere “niente”. Entrambi sono alle prese con master-truffa, ritmi impossibili, affitti che incombono e contratti a tempo determinato. Estremi opposti di una generazione in lotta per il proprio futuro, le loro esistenze sono destinate a intrecciarsi e accarezzarsi, pur davanti allo spettro di una gravidanza non programmata.
Mercoledì 13 dicembre 2023 ore 21
Teatro de Gli Incamminati in collaborazione con ARS
AGNESE FALLONGO – TIZIANO CAPUTO
Letizia va alla guerra. La suora, la sposa, la puttana
drammaturgia di Agnese Fallongo
accompagnamento musicale dal vivo Tiziano Caputo
ideazione e regia di Adriano Evangelisti
Tre grandi donne, due guerre mondiali, un sottile fil rouge a unirle: uno stesso nome, un unico destino. Letizia va alla guerra è un racconto tragicomico, di
tenerezza e verità. Tre donne del popolo, irrimediabilmente travolte dalla guerra nel loro
quotidiano, che si ritroveranno a sconvolgere le proprie vite e a compiere, in nome dell’amore, piccoli grandi atti di coraggio. La prima Letizia è una giovane sposa, partita dalla Sicilia per il fronte carnico durante la Prima Guerra Mondiale, nella speranza di ritrovare suo marito Michele. La seconda Letizia, invece, è un’orfanella cresciuta a Littoria (Latina) dalle suore e riconosciuta dalla zia solo dopo aver raggiunto la maggiore età. Giungerà a Roma in concomitanza con l’entrata in guerra dell’Italia nel secondo conflitto mondiale. Infine Suor Letizia, un’anziana sorella dalle origini venete e dai modi bruschi che, presi i voti in tarda età, si rivelerà essere il sorprendente trait
d’union dei destini di queste donne tanto lontane quanto unite. Un omaggio alle vite preziose di
persone “comuni”, che, pur senza esserne protagoniste, hanno fatto la Storia.
Martedì 6 febbraio 2024 ore 21 e mercoledì 7 febbraio 2024 ore 11
COMPAGNIA BERARDI CASOLARI
LidOdissea
testo e regia Berardi Casolari
con la collaborazione di César Brie
con Gianfranco Berardi, Gabriella Casolari,
Ludovico D’Agostino, Silvia Zaru
produzione IGS APS, Fondazione Luzzati Teatro della Tosse,
Teatro Stabile Friuli Venezia Giulia, Manifatture Teatrali Milanesi – MTM Teatro, Accademia Perduta/Romagna Teatri, Comune di Bassano del Grappa
La storia di LidOdissea parte dallo studio e dall’analisi dell’Odissea omerica – dei personaggi, delle dinamiche e delle tematiche presenti – per riscrivere una nuova storia. Un’Odissea 2.0. Ulisse, Penelope e Telemaco: una famiglia in vacanza in uno stabilimento balneare, che tra flashback e flashforward rivive e racconta le avventure del viaggio mitologico, trasformandolo in un viaggio interiore alla scoperta dei limiti, delle difficoltà e dei paradossi della società contemporanea. Un viaggio che i tre personaggi, accompagnati dalla figura di un aedo non vedente – rievocazione contemporanea della figura omerica – intraprendono fuori e dentro di sé, alle prese con uno spazio e un tempo nei quali non riescono a ritrovarsi
Venerdì 16 febbraio 2024 ore 21
LUCILLA GIAGNONI
Magnificat
di Lucilla Giagnoni
collaborazione ai testi Maria Rosa Pantè
musiche Paolo Pizzimenti
L’umiltà, insieme alla lode, al ringraziamento, al servizio è tra le prime parole di una preghiera/poesia antica: il Magnificat.
“L’anima mia magnifica il signore e il mio spirito esulta in Dio mio salvatore perché ha guardato l’umiltà della sua serva”. Proprio perché Serva è Signora e Regina. Vergine, Madre. Scrive Lucilla
Giagnoni: «Forse, questa è una risposta: le Generazioni, cioè la Storia, cioè il nostro agire, dovranno d’ora in poi riconoscere tutto questo. Solo se dalla Terra riemergerà il “Femminile”, ci sarà una possibilità per tutti di futura convivenza, non solo nella sopravvivenza, ma nella beatitudine, cioè nella felicità. Ho usato verbi al futuro perché forse anche io sono ancora legata alla logica del maschile, ci sono “fanciulle/principesse” invece, che, come ci dice la cronaca quasi ogni giorno, in tutto il mondo già si stanno svegliando, già scuotono i potenti dai troni, già
lavorano per salvare la terra con la cura e il governo di mani e menti femmine. Finalmente».
Mercoledì 13 marzo 2024 ore 21
Teatri di Bari
TEATRO KISMET
Barabba
di Antonio Tarantino
con Michele Schiano Di Cola
regia di Teresa Ludovico
L’opera fa parte di un ciclo che da tempo la regista Teresa Ludovico ha voluto dedicare al lavoro del Maestro. Del suo incontro con Tarantino, la stessa
Ludovico scrive: “nel 1982 ho visto lo spettacolo Stabat Mater di Antonio Tarantino, interpretato
da Piera Degli Esposti, e sono rimasta folgorata da quel potente flusso di parole fatte di carne. Una
scrittura magistrale che mi affascinava e mi intimoriva. Quando, qualche anno fa, Marco Martinelli ci propose uno studio per la messa in scena de La casa di Ramallah, ebbi un tuffo al cuore: ero
eccitata dalla proposta e impaurita dalla verbosità della scrittura. Allora ho avvicinato il testo lentamente, cercando di assorbirlo ritmicamente e quando mi sono lasciata andare tutto è stato più semplice. Lo stesso è accaduto poi nella preparazione di Namur, Cara Medea e Piccola Antigone. Questi personaggi, spesso portatori di mitiche ferite, chiedono all’attore di essere
incarnati così come si presentano: nudi e crudi, senza nessun giudizio. Frequentando negli anni il Maestro ho compreso la sua necessità di scorticare le belle parole per trovare la voce, magari rauca, di quella umanità che ha paura dell’altro, che si sente continuamente minacciata e che vive di doppiezza. Le storie di Tarantino si svolgono in interni, in spazi chiusi, ma sono sempre il riflesso del fuori e della Storia. Con leggerezza e ironia riesce a coinvolgere lo spettatore in temi di grande impegno sociale. Un teatro politico?!”
Martedì 26 marzo 2024 ore 21
Bis Tremila
GIANLUCA FERRATO
Tutto sua madre
tratto da Les garçons et Guillaume, à table
di Guillaume Gallienne
adattamento drammaturgico di Tobia Rossi
regia di Roberto Piana
Questo esilarante, sottile, profondo monologo, è talmente ricco di personaggi da sembrare una commedia. La particolarità è che tutti questi personaggi sono interpretati da un unico attore in una sorta di girandola da trasformista della parola e della voce. Dunque, una straordinaria prova d’attore. É un testo nel quale si ride tanto, si fanno le dovute riflessioni sui condizionamenti familiari e si capisce come qualsiasi (ri)nascita, sia provvidenziale, auspicabile o addirittura necessaria, anche quando si tratta di un coming-out al contrario. Quello di Guillaume, il protagonista della storia.
Giovedì 4 aprile 2024 ore 21
STIVALACCIO TEATRO
Romeo e Giulietta
L’amore è saltimbanco
soggetto originale e regia Marco Zoppello
con Anna De Franceschi, Michele Mori, Marco Zoppello
1574. Venezia in subbuglio. Per calli e fondamenta circola la novella: Enrico III di Valois, diretto a Parigi per essere incoronato Re di Francia, passerà una notte nella Serenissima. Un onore immenso per il Doge e per la città lagunare. Giulio Pasquati e Girolamo Salimbeni, coppia di ciarlatani saltimbanco dai trascorsi burrascosi, vengono incaricati di dare spettacolo in onore del Principe. Mica una storia qualunque, bensì la più grande storia d’amore che sia mai stata scritta: Romeo e Giulietta. Due ore di tempo per prepararsi ad andare in scena, provare lo spettacolo e soprattutto: dove trovare la “Giulietta” giusta, casta e pura, da far ammirare al Principe Enrico? Ed ecco comparire nel campiello la procace Veronica Franco, poetessa e “honorata cortigiana” della Repubblica, disposta a cimentarsi nell’improbabile parte dell’illibata giovinetta. Si assiste dunque a una “prova aperta”, alla maniera dei comici del Sogno di una notte di mezza estate, dove la celeberrima storia del Bardo prende forma e si deforma nel mescolarsi di trame, di dialetti, canti, improvvisazioni, suoni, duelli e pantomime.