Societas Castellucci

Posted by on October 3, 2022

Teatri d’Inverno Sguardi sulla drammaturgia contemporanea Sabato 3 e domenica 4 dicembre 2022 ore 20.30 SOCIETAS / ROMEO CASTELLUCCI Il terzo Reich di Romeo Castellucci suoni di Scott Gibbons coreografia e interpretazione Gloria Dorliguzzo realizzazione video Luca Mattei in collaborazione con Giulia Colla consulenza informatica Alessandro Colla Prende il via, sabato 3 e domenica 4

Teatri d’Inverno

Sguardi sulla drammaturgia contemporanea
Sabato 3 e domenica 4 dicembre 2022 ore 20.30

SOCIETAS / ROMEO CASTELLUCCI

Il terzo Reich
di Romeo Castellucci
suoni di Scott Gibbons

coreografia e interpretazione Gloria Dorliguzzo
realizzazione video Luca Mattei
in collaborazione con Giulia Colla
consulenza informatica Alessandro Colla

Prende il via, sabato 3 e domenica 4 dicembre alle ore 20.30, l’edizione 2022/23 di Teatri d’Inverno – sguardi sulla drammaturgia contemporanea al Il Piccolo di Forlì. Inaugura la Stagione la Societas con Il Terzo Reich di Romeo Castellucci, spettacolo/performance potente e destabilizzante interpretato da Gloria Dorliguzzo (che ne firma anche le coreografie) e i suoni di Scott Gibbons.
Lo spettacolo si basa sulla rappresentazione spettrale di tutti i nomi; una sequenza della totalità dei sostantivi del vocabolario italiano proiettati uno a uno. Rappresentano potenzialmente tutti gli oggetti della realtà dotati di un nome. La velocità di sequenza è commisurata alla capacità retinica e mnestica di trattenere una parola che appare nel baleno di un ventesimo di secondo.
Si tratta di comprimere lo sguardo sul punto critico di fusione, poco prima della perdita dell’aggancio percettivo, nello sfarfallamento che sfugge alla netta distinzione dei singoli termini. Il frenetico e liminale susseguirsi delle parole fa sì che alcune di esse rimangano impresse nella corteccia visiva di ciascun spettatore; altre – la maggioranza – andranno perse.
Lo spettatore, esposto a questo trattamento, subisce la parola umana sotto l’aspetto della quantità. Non “il
cosa”, ma il quanto. L’affastellarsi frenetico delle nominazioni non lascia nessuno spazio alla scelta o al
discernimento. Il nucleo del linguaggio ritorna al rumore bianco, che riporta al caos.
Il Terzo Reich è l’immagine di una comunicazione inculcata e obbligatoria, la cui violenza è pari alla pretesa di uguaglianza. Qui, il linguaggio-macchina esaurisce interi ambiti di realtà, là dove i nomi appaiono uguali nella loro serialità meccanica, come fossero i blocchi edilizi di una conoscenza che non lascia scampo. Ogni pausa è abolita, occupata. La pausa, cioè l’assenza delle parole, diventa il campo di battaglia per l’aggressione militare

TEATRO IL PICCOLO, FORLÌ

la “casa” di Accademia Perduta/Romagna Teatri sempre più
Contemporanea con la seconda edizione di Teatri d’Inverno

Un viaggio nel nostro tempo, in quella realtà fluida e in continua evoluzione, che si può indagare e leggere con forme e linguaggi artistici di ricerca e di innovazione. È il viaggio che Accademia Perduta/Romagna Teatri, insieme all’Amministrazione Comunale di Forlì, propone e sperimenta con la seconda edizione di TEATRI D’INVERNO per la Stagione 2022/23, mappa progettuale dedicata alla nuovissima drammaturgia che il Centro di Produzione romagnolo articola in ben 31 spettacoli e “in Rete” sui Teatri del suo intero territorio di attività ma che ha il suo “punto focale” a Forlì, al Teatro Il Piccolo, con un cartellone ricco e affascinante composto da nove appuntamenti, alla scoperta di idee creative, nuovi linguaggi e dei migliori testi di autori italiani e stranieri contemporanei.
Il Piccolo, casa madre di Accademia Perduta/Romagna Teatri, è specchio delle sue due anime produttive: il Contemporaneo, con occhio vigile sulle nuove drammaturgie e su tutto quanto si muove attorno al nostro presente, e il Teatro Ragazzi, matrice storica del Centro di Produzione, che ha qualificato la sala di via Cerchia come il più importante e longevo polo creativo e progettuale di attività teatrali per i più giovani della Romagna. Due anime riflesse e rappresentate anche con Colpi di Scena, festival internazionale per le giovani generazioni, a edizioni alternate sul Contemporaneo e sul Teatro Ragazzi che, senza tradire la sua formula itinerante che coinvolge tutti gli spazi teatrali della città, trova al Piccolo la sua principale sede.
Con il progetto TEATRI D’INVERNO si tratteggiano e indagano, con sguardo critico e lucido, i temi dell’oggi, del nostro tempo o recente passato.
Il prestigioso appuntamento inaugurale ha per protagonisti Societas e Romeo Castellucci con Il Terzo Reich, performance potente e destabilizzante con Jessica D’Angelo e la coreografa Gloria Dorliguzzo e i suoni di Scott Gibbons. Lo spettacolo si basa sulla rappresentazione spettrale di tutti i nomi; una sequenza della totalità dei sostantivi del vocabolario italiano proiettati uno dopo l’altro.
Lo spettatore “subisce” la parola in un affastellarsi frenetico di nomi e immagini che non lascia nessuno spazio alla scelta o al discernimento.
Segue il Collettivo LaCorsa con Adam Mazur e le intolleranze sentimentali del giovane drammaturgo e regista Gianni Vastarella. Dalla tradizione della commedia dell’arte in chiave contemporanea arriva il Don Chisciotte di Stivalaccio Teatro. In occasione del Giorno della Memoria, lo straordinario Alessandro Albertin racconta, in Perlasca. Il coraggio di dire no,.la vita e le gesta di Giorgio Perlasca, un Giusto tra le nazioni. L’autore e attore romagnolo Roberto Mercadini presenta Little Boy. Storia incredibile e vera della bomba atomica mentre la forlivese Eleonora Mazzoni è autrice dello spettacolo Schiaparelli life, omaggio a una delle più grandi e importanti stiliste di tutti i tempi, Elsa Schiaparelli. Sarà poi la volta di Filippo Nigro nell’emozionante Every Brilliant Thing. Le cose per cui vale la pena vivere. Dal legame, per storie familiari diverse, con il petrolchimico ravennate dell’ANIC e del suo villaggio, nasce lo spettacolo di Luigi Dadina/Teatro delle Albe Mille anni o giù di lì.
Chiude il cartellone Uno spettacolo divertentissimo che non finisce assolutamente con un suicidio, in cui Lodo Guenzi e il regista Nicola Borghesi riflettono insieme sugli aspetti più reconditi e comici della fama e del successo.

Agli spettacoli di Teatri d’Inverno è legato il progetto di un Laboratorio – gratuito – di Racconto e Critica Teatrale che prevede la possibilità di assistere gratuitamente agli spettacoli del cartellone, la partecipazione agli incontri di presentazione e analisi di ciò che andrà in scena e, se lo si desidera, finale pubblicazione online dei testi prodotti.
Lo spazio dedicato alla drammaturgia contemporanea non sostituisce né diminuisce l’ampia attività di Teatro Ragazzi che Accademia Perduta e il Teatro Il Piccolo svolgono tanto nella produzione quanto nella programmazione, rivolta alle Scuole e alle Famiglie.
Questa parte importantissima dell’attività del Teatro Il Piccolo partirà all’inizio del 2023 e sarà pertanto presentata prossimamente in opportuna e dedicata sede.

 Venerdì 2 e sabato 3 dicembre ore 19/20.30/22
e domenica 4 dicembre 2022 ore 17.30/19/20.30 – spettacolo a pubblico limitato

SOCIETAS / ROMEO CASTELLUCCI
IL TERZO REICH
con Gloria Dorliguzzo e Jessica D’Angelo
coreografia di Gloria Dorliguzzo
suoni di Scott Gibbons

Lo spettacolo si basa sulla rappresentazione spettrale di tutti i nomi; una sequenza della totalità dei sostantivi del vocabolario italiano proiettati uno a uno. Rappresentano potenzialmente tutti gli oggetti della realtà dotati di un nome. La velocità di sequenza è commisurata alla capacità retinica e mnestica di trattenere una parola che appare nel baleno di un ventesimo di secondo. Si tratta di comprimere lo sguardo sul punto critico di fusione, poco prima della perdita dell’aggancio percettivo, nello sfarfallamento che sfugge alla netta distinzione dei singoli termini. Il frenetico e liminale susseguirsi delle parole fa sì che alcune di esse rimangano impresse nella corteccia visiva di ciascun spettatore; altre – la maggioranza – andranno perse. Lo spettatore, esposto a questo trattamento, subisce la parola umana sotto l’aspetto della quantità. Non il cosa, ma il quanto.
L’affastellarsi frenetico delle nominazioni non lascia nessuno spazio alla scelta o al discernimento.
Il nucleo del linguaggio ritorna al rumore bianco, che riporta al caos. Il Terzo Reich è l’immagine di una comunicazione inculcata e obbligatoria, la cui violenza è pari alla pretesa di uguaglianza. Qui, il linguaggio-macchina esaurisce interi ambiti di realtà, là dove i nomi appaiono uguali nella loro serialità meccanica, come fossero i blocchi edilizi di una conoscenza che non lascia scampo. Ogni pausa è abolita, occupata. La pausa, cioè l’assenza delle parole, diventa il campo di battaglia per l’aggressione militare delle parole, e i nomi del vocabolario così proiettati, sono le bandiere piantate in una terra di conquista. Precede la proiezione un’azione simbolica in cui una performer darà vita a un cerimoniale di “accensione” del linguaggio. Il suono che accompagna l’installazione, composto da Scott Gibbons, sarà apodittico.

Venerdì 16 dicembre ore 21

COLLETTIVO LACORSA
ADAM MAZUR
E LE INTOLLERANZE SENTIMENTALI
scritto e diretto da Gianni Vastarella
con Gabriele Guerra, Roberto Magnani,
Pasquale Palma e Valeria Pollice
produzione Accademia Perduta/Romagna Teatri

Dopo vent’anni dalla fuga, un noto scrittore fa ritorno nella sua piccola città natale. Ritorna perché il suo editore lo ha obbligato a scrivere un’autobiografia. Decide di alloggiare nell’unico albergo della città, un albergo ad ore, così da evitare qualsiasi incontro con il proprio passato. Ma è proprio in quel luogo oscuro e trascurato, tra carta da parati ammuffita e puzza di fumo, che si ricompone la sua vita. Ricordi e paure fanno capolino e vanno a bussare alla porta della squallida camera che occupa, la 101, riportando a galla i suoi turbamenti.
Lo scrittore si rende conto, a quel punto, che per quanto possa scappare e nascondersi dal passato, non riuscirà mai a liberarsene del tutto, perché alcuni legami sono intrinsechi, viscerali, cronici, ereditari. E di certo non sono i chilometri e i nascondigli a proteggerci.
Adam Mazur parla del bene, quello che non possiamo controllare, quello che resta sullo stomaco, creandoci una vera e propria intolleranza sentimentale.

 Martedì 10 gennaio ore 21

STIVALACCIO TEATRO
DON CHISCIOTTE
Tragicommedia dell’arte
soggetto originale e regia di Marco Zoppello
con Marco Zoppello e Michele Mori
produzione Teatro Stabile del Veneto

Giulio Pasquati, padovano, in arte Pantalone e Girolamo Salimbeni, fiorentino, in arte Piombino, sono due attori della celebre compagnia dei Comici Gelosi, attiva e applaudita in tutta Europa tra il 16° e 17° secolo. Sono vivi per miracolo.
Salgono sul palco per raccontare di come sono sfuggiti dalla forca grazie a Don Chisciotte, a Sancho Panza ma soprattutto grazie al pubblico.
A partire dall’ultimo desiderio dei condannati a morte prendono il via le avventure di una delle coppie comiche più famose della storia della letteratura, filtrate dall’estro dei due saltimbanchi che arrancano nel tentativo di procrastinare l’esecuzione, tra mulini a vento ed eserciti di pecore.
E se non rammentano la storia alla perfezione poco importa, si improvvisa sul tema dell’amore e della fame, del sogno impossibile, dell’iperbole letteraria, della libertà di pensiero e di satira con “l’unico limite: il cielo” come direbbe Cervantes.
Uno spettacolo sul pubblico, per il pubblico e con il pubblico, perché è quest’ultimo che avrà il compito di salvare i due attori dalla morte…di salvare il teatro.

 Martedì 31 gennaio ore 21 – in occasione del Giorno della Memoria
ALESSANDRO ALBERTIN
PERLASCA. IL CORAGGIO DI DIRE NO
di Alessandro Albertin
regia di Michela Ottolini
produzione Teatro de Gli Incamminati

Giorgio Perlasca: un Giusto tra le Nazioni. Un uomo semplice che, nella Budapest del 1944, si mette al servizio dell’Ambasciata di Spagna.
Affronta la morte ogni giorno, si trova faccia a faccia con Adolf Eichmann, si spaccia per Console per salvare la vita a molte persone. Saranno più di 5.200, e non solo ebrei grazie a straordinarie doti diplomatiche e un coraggio da eroe. La sua colpa è quella di non aver aderito alla Repubblica di Salò. Per i tedeschi è un traditore e la deve pagare. In una tasca della sua giacca c’è una lettera firmata dal generale spagnolo Francisco Franco che lo invita, in caso di bisogno, a presentarsi presso una qualunque ambasciata spagnola. In pochi minuti diventa Jorge Perlasca e si mette al servizio dell’ambasciatore Sanz Briz per salvare dalla deportazione quanti più ebrei possibile. Quando Sanz Briz, per questioni politiche, è costretto a lasciare Budapest, Perlasca assume indebitamente il ruolo di ambasciatore di Spagna. A guerra conclusa torna in Italia e conduce una vita normalissima, non sentendo mai la necessità di raccontare la sua storia, se non a pochi intimi. Vive nell’ombra fino al 1988, quando viene rintracciato da una coppia di ebrei ungheresi che gli devono la vita…
Quando i giornalisti gli chiesero le motivazioni delle sue azioni, lui rispose: “lei cosa avrebbe fatto al mio posto?”.

 Sabato 11 febbraio ore 21

ROBERTO MERCADINI
LITTLE BOY
Storia incredibile e vera della bomba atomica
scritto e diretto da Roberto Mercadini
musiche dal vivo di Dario Giovannini
produzione Sillaba

“Little boy”, alla lettera “ragazzino”: questo è il nome in codice della bomba atomica sganciata su Hiroshima il 6 agosto del 1945. Con un sarcasmo atroce, si è dato un nomignolo affettuoso all’ordigno che provocherà la più grande strage di tutti i tempi: 160.000 vittime.
Questa storia è tutta così, dall’inizio alla fine, cioè dai primi risultati della fisica quantistica all’esplosione. Piena di estremi che si toccano, piena di ironia e di orrore, di calcoli perfetti e di casualità assurde, genio e idiozia, domande che hanno troppe risposte o che non ne hanno nessuna.
Ed è piena anche di “little boys”, di “ragazzini”: Niels Bohr che, ancora studente, sbalordisce il suo insegnante di fisica con una risposta apparentemente sconclusionata; Werner Heisenberg che a soli 21 anni sarà già collaboratore di Bohr e che vincerà il premio Nobel a 31; Enrico Fermi che a 14 anni darà già segno di una intelligenza quasi inquietante divorando un libro apparentemente illeggibile: un testo di fisica del 1800, scritto in latino e lungo 900 pagine.

 Giovedì 16 marzo ore 21

NUNZIA ANTONINO – MARCO GROSSI
SCHIAPARELLI LIFE
di Eleonora Mazzoni
regia di Carlo Bruni
produzione Casa degli Alfieri – Teatro di Dioniso

Fra il 1953 e il 1954, Elsa Schiaparelli, fra le più grandi stiliste di tutti i tempi, decide di concludere il proprio itinerario artistico e professionale, pubblicando un’autobiografia che già nel titolo ne riassume l’intensità: Shocking life.

Nata a Roma in una famiglia colta e ricca di talenti, protagonista fra le due guerre di quella rivoluzione del costume che avrebbe ispirato le generazioni future, amica e collaboratrice di artisti come Dalì, Cocteau, Aragon, Ray, Clair, Duchamp, Sartre, dopo aver vestito Katharine Hepburn, Lauren Bacall, Greta Garbo, Marlene Dietrich, Elsa decide che quel nuovo mondo non la riguarda più e lo lascia, ritirandosi a vita privata.
“Il nostro lavoro – si legge nelle note di Carlo Bruni – prova a evocare questo passaggio, prediligendo un’indagine emotiva sul distacco, tributo necessario ad ogni cambiamento, all’impossibile impresa di sintetizzare la vita di questa donna straordinaria.”

 Venerdì 24 marzo ore 21

FILIPPO NIGRO
EVERY BRILLIANT THING
Le cose per cui vale la pena vivere
di Ducan Macmillan
con Jhonny Donahoe
regia di Fabrizio Arcuri e Filippo Nigro
produzione CSS Teatro stabile di innovazione del
FVG – Sardegna Teatro

Filippo Nigro, uno dei più interessanti attori del cinema e del teatro italiano, porta in scena un racconto di autofiction scandita da “liste di cose per cui vale la pena vivere”, nel tentativo di fornire alla madre un inventario di possibilità per cui valga la pena vivere.
Una lista che si allunga con il tempo, dall’infanzia alla vita adulta, fino a enumerare un milione di valide ragioni. La lista che ne esce – e che il protagonista condivide con chi lo ascolta, con tono confidenziale, coinvolgente, intimo – è imprevedibile, emozionante e personalissima, fatta di episodi e aneddoti catturati al volo dal protagonista a margine di libri, scontrini e sottobicchieri del pub. Lo spettacolo è un racconto/confessione umano e informale di momenti speciali, illuminazioni, piccole manie, incontri, emozioni e attimi indimenticabili, durante il quale mette sempre più a fuoco il rapporto con il padre, con il suo primo amore, il fallimento del suo matrimonio, la ricerca di aiuto nei momenti di difficoltà. Un racconto imprevedibile, emozionante, personalissimo.

Sabato 15 aprile ore 21

TEATRO DELLE ALBE / LUIGI DADINA
MILLE ANNI O GIÙ DI LÌ
drammaturgia di Luigi Dadina,
Davide Reviati e Laura Gambi
voce di Elena Bucci
musiche di Francesco Giampaoli
regia di Luigi Dadina
produzione Teatro delle Albe/Ravenna Teatro

Lo spettacolo nasce dall’incontro di Luigi Dadina, attore del Teatro delle Albe, con Davide Reviati, fumettista, e Francesco Giampaoli, musicista. Tutti e tre legati, per storia familiare, al petrolchimico dell’ANIC e al suo Villaggio. La voce registrata è di Elena Bucci. Laura Gambi ha dato ordine alla drammaturgia nata e scritta in questo tempo pandemico.
La storia si svolge dal 15 al 20 agosto 2022. È il racconto di sei giorni, che un uomo, Dadina, seduto dietro a un tavolo, chiuso in una stanza, dipana davanti a una porta finestra, un balcone, un prato, i vicini: in una periferia di piccole palazzine, tutte uguali. Il Villaggio ANIC. L’uomo non è solo, alle sue spalle, una presenza, Giampaoli, che pesa, scompagina e anima il racconto con il suono del basso. Il protagonista trascorre le sue giornate registrando quel che accade, quel che ricorda e ciò che immagina. Il tutto travalica nel delirio: sono brandelli di realtà, sono i vicini e l’ANIC, ormai vuota, automatizzata, inaccessibile, ma che continua a dare al cielo il suo fumo.
Straparla di mescalina e di viaggi: quelli di una generazione segnata dall’eroina.
Il delirio, che si fa sogno, vagheggia di “madri”, progenitrici di una goccia di sangue nomade: le poetesse zingare Bronislawa Wajs e Mariella Mehr. L’uomo riconosce dentro di sé un nomadismo che si compie nello spirito, che lo conduce ad attraversare una dimensione profonda, mosso dalle parole della poesia. La stanza si apre a una narrazione per immagini, sono i video delle tavole di Reviati intarsiati dalla voce di Elena Bucci: una natura di animali selvatici, lupi, ragazzi, bambini scomparsi, zingare che predicono il futuro, spiriti liberi, inquietudini devastanti mentre un’oscura presenza, là fuori, sembra avere preso il sopravvento sui vicini di casa, rendendoli sempre più schiavi di una vita in cui anche i desideri più intimi vengono decisi dall’arrivo e della partenza di strani camion, in quelle calde giornate estive. L’uomo si arresta quando il solco tra realtà e delirio sembra ormai chiuso…

Martedì 9 maggio ore 21

LODO GUENZI
UNO SPETTACOLO DIVERTENTISSIMO
CHE NON FINISCE ASSOLUTAMENTE
CON UN SUICIDIO
di Nicola Borghesi, Lodo Guenzi,
Daniele Parisi e Gioia Salvatori
regia di Nicola Borghesi
produzione Infinito Teatro – Argot Produzioni

Uno spettacolo che nasce da un’amicizia lunga venticinque anni su trentacinque, quella tra Lodo Guenzi e il regista Nicola Borghesi.

Partendo da nessuna idea precisa né un piano, i due hanno lavorato sull’autobiografia di una persona abbastanza famosa, Lodo, il che la rende da una parte potenziale oggetto di interesse per un numero maggiore di persone, dall’altra aumenta la diffidenza per il genere, dall’altra ancora permette di vedere dall’interno posti, come Sanremo o X-Factor, che di solito si vedono nella loro versione confezionata per il pubblico. Dall’unione di questi tre dubbi nasce Uno spettacolo divertentissimo che non finisce assolutamente con un suicidio.

Il percorso di una persona attraverso la fama, parola quanto mai controversa, può diventare una parabola nella quale più persone possono riconoscersi: la vita delle persone, generalmente, consiste nel sopravvivere lasciandosi dietro macerie. Tutto questo è terribile, ma fa anche ridere. La parte che fa ridere è quella non ancora del tutto compromessa con un sistema tarato per appiattire tutto, per rendere tutto omogeneo e inoffensivo. Mentre il successo, che da fuori sembra spensierato e piacevole, da dentro è terribile come tutto il resto, anche se in modo diverso.
E poi, infine, c’è il teatro. Quello spazio e quel tempo in cui tutto quello che generalmente nel mondo dello spettacolo deve essere compresso e semplificato, può trovare spazio. Quel luogo in cui non si va solo avanti, ma si sta anche volentieri fermi o addirittura, si torna indietro a cercare qualcosa di prezioso che abbiamo smarrito. Quella cosa per cui, alla fine, di vivere, ne vale la pena.

OUN ALTRO TEATRO
Stagione di Teatro Contemporaneo
in collaborazione con CITTÀ DI EBLA / IPERCORPO 2019

Lunedì 15 aprile 2019 ore 21
INGRESSO GRATUITO
Societas Raffaello Sanzio

ISTITUTO DI RICERCA
DI ARTE APPLICATA SOCIETAS

Scritto di presentazione de “All’inizio della città di Roma”

Ballo con gli Attori del Corso di Alta Formazione “Il ritmo drammatico”

coreografia di CLAUDIA CASTELLUCCI
didattica coreografica di Alessandro Bedosti
composizione musicale di Stefano Bartolini

Il Ballo avrà luogo al termine di un Corso imperniato sul Ritmo e sulla sua valenza in ambito drammatico e coreografico, della durata di quattro mesi. Il Corso è basato a Cesena, presso il Teatro Comandini, sede di Societas (una realtà che si sviluppa da Societas Raffaello Sanzio) e inaugura l’Istituto di Ricerca di Arte Applicata Societas, cioè tutto l’insieme delle attività teoriche e sperimentali messe in atto periodicamente presso la sede principale.
Il Corso, diretto da Claudia Castellucci, si avvale della collaborazione del coreografo e didatta Alessandro Bedosti e della musica di Stefano Bartolini, che lavora in stretta collaborazione con l’evolversi della coreografia.
Il Ballo: la coreografia chiama in causa l’inizio di una delle più estese civiltà europee: quella romana. L’accento, però, è posto sugli albori di un vivere sociale organizzato e non sull’enfasi della conquista territoriale successiva. È qui posta in luce, in termini coreografici, dunque in base a movenze, tragitti e atteggiamenti, la necessità di conoscere il comportamento umano naturale e di porre regole di rispetto verso le persone e le cose in base a un accordo stabile e imparziale. Le decisioni essenziali che originano alcuni moti dell’agire sociale, soprattutto quelli che contraddistinguono le forme iniziali della vita in comune sono qui ripercorse in base a scansioni ritmiche e schematiche di una danza, che sarebbe preferibile chiamare ‘ballo’, per il suo richiamo folklorico di movimento collettivo e comunitario. Roma dà il proprio nome alle prime forme del diritto, e le regole del diritto romano sono un primo riferimento rispetto alla collezione di atteggiamenti raccolti nel tempo e che colgono la parte legale degli affetti. L’esperienza primitiva che sta alla base di quelle astrazioni legali coglie anche ciò che sta in profondità dell’individuo: l’istinto di conservazione, il senso della proprietà, il concetto di giustizia, il raziocinio della solidarietà, il discernimento in base al giusto. E, soprattutto, il rapporto di queste leggi con il tempo,
che resta sullo sfondo, in tutta la sua immane rilevanza.

STAGIONE TEATRALE DIEGO FABBRI 2017/18 – FAMILY

SOCIETAS RAFFAELLO SANZIO
Buchettino
tratto da Le Petit Poucet di Charles Perrault
adattamento del testo di Claudia Castellucci
scene e ambientazione sonora di Romeo Castellucci
narratrice: Chiara Guidi/Silvia Pasello/Monica Demuru
rumori dal vivo a cura di Andrei Benchea, Carmen Castellucci

regia sonora di Paolo Baldini
regia di Chiara Guidi

Turno I venerdì 20 aprile 2018 ore 18.30 e ore 21
sabato 21 aprile ore 18.30 e ore 21
domenica 22 aprile ore 16 e ore 18

Buchettino della Societas Raffaello Sanzio dal debutto nel 1995 continua a incontrare i bambini di tutti i continenti! La Compagnia ha portato, infatti, in tour lo spettacolo con le proprie attrici in italiano, inglese, francese e portoghese e addirittura una speciale versione in giapponese è stata allestita da uno staff del Paese del Sol Levante! La storia narrata è quella tradizionale di “Le Petit Poucet” (ovvero, Pollicino) di Charles Perrault, ma l’idea della messa in scena è innovativa: nella semioscurità di una grande camera da letto in legno (che sarà ricostruita sul palco del Teatro Diego Fabbri), la narratrice accoglie gli spettatori e li fa accomodare in 50 lettini. Si tratta di letti piccoli, reali, con lenzuola e coperte. Ognuno si sdraia nel suo e quello sarà il suo posto a Teatro!
Dopotutto, le favole spesso si raccontano prima di dormire, per accompagnare il sonno ed è
proprio quest’atmosfera che viene ricreata all’interno di questa magica camera da letto…

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