Così fan tutte

Posted by on July 8, 2022

Teatro Mercadante Napoli Settimane Musicali Internazionali 1990 conductor Salvatore Accardo  Lynne Dawson, Monica Groop, Roberto Frontali, Cecilia Bartoli, Raul Gimenez, Rolando Panerai Regia Giacomo Battiato Regia Tv Adriana Borgonovo Teatro Comunale Ferrara Regia Mario Martone Conductor Claudio Abbado  Melanie Diener, Anna Caterina Antonacci, Charles Workman, Nicola Ulivieri, Daniela Mazzucato e Andrea Concetti  Regia Tv Patrizia

Teatro Mercadante Napoli
Settimane Musicali Internazionali 1990

conductor Salvatore Accardo

 Lynne Dawson, Monica Groop, Roberto Frontali, Cecilia Bartoli, Raul Gimenez, Rolando Panerai

Regia Giacomo Battiato
Regia Tv Adriana Borgonovo

Teatro Comunale Ferrara

Regia Mario Martone

Conductor Claudio Abbado

 Melanie Diener, Anna Caterina Antonacci, Charles Workman, Nicola Ulivieri, Daniela Mazzucato e Andrea Concetti

 Regia Tv Patrizia Carmine

https://www.teatroregio.torino.it/cosi-fan-tutte/streaming?fbclid=IwAR0JHVbcpTNv174r3H-uDkNp_q82nO_Ftl-gKY7ZKJQCFRPVw-RSuh9idkc

2021
Teatro Regio Torino

Regia Chiara Muti

Scene Leila Fteita
Costumi Alessandro Lai

 Mariangela Sicilia (Fiordiligi)
Paola Gardina (Dorabella)
Alessandro Luongo (Guglielmo)
Giovanni Sala (Ferrando)
Francesca Di Sauro (Despina)
Marco Filippo Romano (Don Alfonso)

Conductor Riccardo Muti

https://www.raiplay.it/video/2021/01/Cosi-fan-tutte-Teatro-alla-Scala-a53e51f0-21f7-4866-a0aa-b40f97cad9a3.html

Scala 2021

Direttore Giovanni Antonini

Regia Michael Hampe

ripresa da Lorenza Cantini

Scene e costumi Mauro Pagano

Personaggi e interpreti

Fiordiligi Eleonora Buratto
Dorabella Emily d’Angelo
Despina Federica Guida
Guglielmo Alessio Arduini
Ferrando Bogdan Volkov
Don Alfonso Pietro Spagnoli

Orchestra e Coro del Teatro alla Scala

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Met  2018

Conductor
David Robertson

Regia
Phelim McDermott

Set designer
Tom Pye

Costume designer
Laura Hopkins

Lighting designer
Paule Constable

Skills ensemble

Betty Bloomerz
Nicholas DeCegli
Sarah Folkins
Leo the Human Gumby
Jonathan Nosan
Titano Oddfellow
Cristina Pitter
Sage Sovereign
Ray Valenz
Anna Venizelos
Josh Walker
Zoe Ziegfeld
Harpsichord continuo
Natalia Katyukova

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Met 2014

CONDUCTOR
James Levine

REGIA
Lesley Koenig

SET & COSTUME DESIGNER
Michael Yeargan

LIGHTING DESIGNER
Duane Schuler

STAGE DIRECTOR
Robin Guarino

Ferrando
Matthew Polenzani

Guglielmo
Rodion Pogossov

Don Alfonso
Maurizio Muraro

Fiordiligi
Susanna Phillips

Dorabella
Isabel Leonard

Despina
Danielle de Niese

Cello Continuo
David Heiss

Harpsichord Continuo
Howard Watkins

https://www.operaonvideo.com/cosi-fan-tutte-milan-2014-barenboim-bengtsson-villazon-plachetka-pertusi-malfi/

Nuova produzione basata sullo spettacolo del Festival di Salisburgo

Direttore Daniel Barenboim, Karl Heinz Steffens (dal 3 luglio)
Regia e scene Claus Guth
Scene Christian Schmidt
Costumi Anna Sofie Tuma
Luci Marco Filibeck

 Maria Bengtsson, Katija Dragojevic, Adam Plachetka
Konstantin Shushakov, Rolando Villazón,
Peter Sonn, Serena Malfi, Michele Pertusi

https://www.raiplay.it/video/2020/08/Opera—Cosi-fan-tutte-20d324bd-5a0a-4e1c-9cd1-52d3ec24ea3d.html

Così fan tutte
quando Mozart parla dell’uomo all’uomo

Regia di Giorgio Ferrara, Carla Delfrate alla guida della Cherubini
Teatro Alighieri, venerdì 3 (ore 20.30) e domenica 5 marzo (ore 15.30)

La Stagione d’Opera del Teatro Alighieri si chiude all’insegna di Mozart e Da Ponte con il Così fan tutte in scena venerdì 3 (ore 20.30) e domenica 5 marzo (ore 15.30). Sul palco dell’Alighieri arriva l’allestimento – frutto della coproduzione con Festival di Spoleto, Teatro Coccia di Novara e Fondazione I Teatri di Piacenza – per la regia di Giorgio Ferrara, con scene e costumi dei premi Oscar Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo. L’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini – protagonista di tutti i titoli della stagione ravennate – sarà diretta da Carla Delfrate. Gli interpreti sono Arianna Vendittelli (Fiordiligi), Lucia Cirillo (Dorabella), Thomas Tatzl (Guglielmo), Giorgio Misseri (Ferrando), Lavinia Bini (Despina) e Carlo Lepore (Don Alfonso), insieme al Coro del Teatro Municipale di Piacenza, preparato da Corrado Casati. Firma le luci Daniele Nannuzzi.

Composta nel 1790 su un soggetto del tutto originale, a differenza delle altre due opere di Mozart e Da Ponte (Don Giovanni e Le nozze di Figaro), Così fan tutte miscela il registro buffo e quello serio, con una morale, sostiene Carla Delfrate, decisamente malinconica. “La beffa alla base dell’opera – sottolinea infatti la direttrice d’orchestra – è un pretesto per riflettere sull’uomo e sulle sue reazioni alle vicende della vita. Nel Così fan tutte gli eventi sono molto caricati, è inverosimile che le due donne non riconoscano i loro fidanzati solo perché sono travestiti da albanesi. È un gioco teatrale e non bisogna assolutamente lasciarsi prendere dal realismo, perché tutto quello che succede è irreale e improbabile, ma dà lo spunto a Da Ponte e Mozart per riflettere sulle reazioni umane e così parlare all’uomo dell’uomo”. E la riflessione va in una direzione ben precisa: “Mozart e Da Ponte insinuano nello spettatore il dubbio che forse le coppie scambiate avrebbero funzionato meglio delle coppie reali. Infatti dal punto di vista strettamente musicale, Fiordiligi, primo soprano, sarebbe più adatta col tenore, come era nel cliché dell’opera settecentesca, e Dorabella, secondo soprano, è più logico abbinarla col basso-baritono Guglielmo. I duetti d’amore, non a caso, avvengono tra le coppie ‘sbagliate’: le coppie ‘giuste’, i fidanzati ufficiali, non cantano mai insieme, se non nei quintetti dell’addio all’inizio dell’opera e poi nel finale ultimo. Quindi, la morale finale di Don Alfonso ‘fortunato l’uomo che prende / ogni cosa pel buon verso’ e si fa guidare dalla ragione, un omaggio alla filosofia illuministica, è una riflessione malinconica sul fatto che la vita vera va dove deve andare, ma forse la vita della finzione sarebbe stata quella più giusta”.

Per creare un contesto adatto a questa interpretazione Giorgio Ferrara ha richiesto a Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo – premi Oscar nel 2005 per The Aviator di Scorsese, nel 2008 per Sweeney Todd di Tim Burton e nel 2012 per Hugo Cabret sempre di Scorsese – un cielo gonfio di nuvole incombenti, che rimane sia nelle ambientazioni esterne che in quelle interne, una specie di minaccia costante che ha i colori pastello profusi dal Tiepolo nei suoi affreschi. La collocazione della vicenda in una città del Mediterraneo, Napoli, è evocata da palazzi dalle grandi finestre dalle persiane verdi; gli interni richiamano il Settecento attraverso i mobili e un grande lampadario per il salotto dove avviene il finto matrimonio. È sulla caratterizzazione psicologica dei personaggi che Ferrara ha indirizzato le scelte registiche, fedeli a una geometria severa per la quale ciascuno ha la sua parte con ‘misura’: “Despina non è la camerierina pruriginosa ma una signora consapevole, una donna che sa il fatto suo, vestita di nero, come la locandiera del Goldoni; Ferrando e Guglielmo non ‘i classici ufficiali del re’, ma sono rivestiti di una parvenza di eroicità, con corazze d’oro e qualche turcheria”.

Mozart, ricorda infine Carla Delfrate, “è un compositore fondamentale per la crescita e lo sviluppo di un musicista, per tutta la sua vita”. Non a caso, dopo tredici anni di esperienza, è ora anche per l’Orchestra Cherubini (fondata nel 2004 da Riccardo Muti e di cui Carla Delfrate è da sempre segretario artistico), dopo Così fan tutte e Le nozze di Figaro, rappresentate a Spoleto nel 2015 e nel 2016, di completare la trilogia dapontiana con Don Giovanni, che inaugurerà la prossima edizione del Festival dei Due Mondi di Spoleto e sarà in scena al Teatro Alighieri nella stagione 2017-2018, sempre per la regia di Giorgio Ferrara.

Info e prevendite: tel. 0544 249244 – teatroalighieri.org
Biglietti da 14 a 45 euro. Speciale giovani: under 14 5 euro; 14/18 anni 50% tariffe ridotte.

Daniela Dessi’ (Fiordiligi)
Delores Ziegler (Dorabella)
Alessandro Corbelli (Guglielmo)
Jozef Kundlak (Ferrando)
Adelina Scarabelli (Despina)
Claudio Desderi (Don Alfonso)

Orchestra e Coro della Scala
Conductor Riccardo Muti

5 thoughts on “Così fan tutte

  1. IL COSI? FAN TUTTE DI MOZART TRIONFA AL COMUNALE DI BOLOGNA

    L?elemento comune che salta subito all?occhio nella trilogia dapontiana di Mozart ? la presenza del travestimento. Travestimenti, tutta via, d?impronta diversa gli uni dagli altri: se nelle Nozze trionfa l?ambiguit? e la maschera sta fra gioco ed inganno, nel Don Giovanni essa ? strumento di una corsa sfrenata verso la vitalit?, centrifuga. Claustrofobica, invece, la mascherata di Cos? fan tutte: Ferrando e Guglielmo assistono, imprigionati nelle finte fattezze dei principi albanesi, allo sgretolarsi dei loro rapporti e delle loro certezze. E? appunto questo elemento, che voglio dire centripeto per contrapposizione al Don Giovanni, a rendere Cos? fan tutte un?opera senza via d?uscita, la pi? amara delle composizioni mozartiane. Don Alfonso ? il cinico rappresentante del disincanto: ?A noi ti vieta il vero appena ? giunto,/o caro immaginar? dice Leopardi nella canzone Ad Angelo Mai. E pare che per Guglielmo e Ferrando sia giunto il momento di abbandonare il ?caro immaginar?, quello delle fenici iniziali, per confrontarsi col ?vero?, la consapevolezza che cos? fan tutte. Nemmeno un personaggio come Despina, a prima vista simpatico, si salva da questo naufragio delle certezze, ? anzi anche pi? nichilista e pragmatica del filosofo Alfonso: ? una spalla degnissima nel suo piano, non poco voyeristico, di empirismo sessuale.
    La produzione andata in scena negli scorsi giorni al Teatro Comunale di Bologna ha potuto avvalersi di una compagnia musicale all?altezza di un?opera talmente complessa, ma lo stesso non si pu? dire della realizzazione scenica, affidata a Daniele Abbado, che ha dimostrato tutti i suoi vent?anni d?et? (e forse qualcuno di pi?), essendo stata realizzata nel 1994 per il Teatro Lirico di Cagliari. Daniele Abbado sceglie una lettura senza troppi sussulti psicologici, poco approfondita. Il pubblico ride spesso, e giustamente, perch? i gags sono anche riusciti: ma credo, per quello che ho scritto qui sopra, che Cos? fan tutte non sia un?opera ?divertente? in senso stretto. Non dovrebbe generare riso, perch? dietro la patina frizzante e spiritosa si cela l?inquietudine, ed ? in questa inquietudine detta con un sorriso tirato che sta la genialit? di Mozart e Da Ponte. Inoltre non convince il gioco di interazione con la platea, la duplicazione di quinte e controquinte, di sipari che s?aprono e si chiudono: il travestimento non vuol sempre dire teatro nel teatro, sicuramente non nel Cos?, anche se Abbado, con la cooperazione delle scene di Luigi Perego (autore anche dei costumi) pare prediligere questa via.
    Se, quindi, non soddisfa pienamente la componente visiva, che ha per? il merito di non disturbare, entusiasma il versante musicale. Bench? qualcuno riesca ancora a storcere il naso, io dico tranquillamente che Michele Mariotti va ormai collocato fra i pi? importanti direttori d?opera italiani di oggi, sicuramente al primo posto fra i pi? giovani. I violini nell?introduzione del duetto fra Dorabella e Fiordiligi ?Ah guarda sorella? io li ho sentiti suonare cos? bene solo sotto le preziosissime guide del compianto Claudio Abbado. Non ? poco. Perfetta poi la sinergia che Mariotti riesce a creare fra buca e palco: non ? un direttore con ?manie di protagonismo?, sa sempre calibrare volume e agogica non gi? per ?aiutare? il canto (in tal caso sarebbe una limitazione), quanto per valorizzarlo. E? sempre interessante ascoltare una direzione di Mariotti perch? il Maestro fa affiorare dalla partitura i minimi particolari, a volte sepolti. Non si sente mai la crosta della tradizione, e si ha il piacere di confrontarsi con una lettura personale ma rispettosissima dell?autore.
    Eccellente anche la compagnia di canto, a cominciare da Yolanda Auyanet, splendida Fiordiligi. Il timbro ? cremoso, con una gran variet? di armonici a impreziosire un?emissione sempre sul fiato, ma non sacrificata. Agilit? senza nessuna sbavatura, registro acuto saldo e gravi (finalmente!) udibili. A sorprendermi ? la sua ?sorella? Anna Goryachova, che nelle vesti di Dorabella mi convince per la prima volta (quasi) del tutto: sentita nel 2012 nella Matilde di Shabran e nel 2013 nell?Italiana in Algeri (Pesaro, ROF), la Goryachova in Mozart pare trovarsi pi? a suo agio, e anche dove negli anni passati incontrava le maggiori difficolt? (registro grave) ora rivela capacit? che fanno ben sperare. Ancora un po? legnose certe agilit?, specie quando devono trovare sfogo in una nota pi? acuta. A chiudere il terzetto femminile c?? la vispa Despina di Giuseppina Bridelli, lei s? con un registro grave un po? carente ma comunque brava nel compensare con brio ed eleganza, mai eccedente come invece altre Despine del passato. Buono anche l?assortimento maschile, che trova in Simone Alberghini la propria punta di diamante. Alberghini (Guglielmo) ? un eccellente baritono; dal bel timbro brunito, ottimamente fornito in tutti i registri, attentissimo a un fraseggio il pi? vario possibile, ogni volta che l?ho ascoltato non ha mai deluso. Merita un applauso per la dedizione e l?impegno, e per le doti canore che gli permettono di delineare personaggi sempre credibili, come il suo Guglielmo ora beffeggiatore ora beffato. Il compare Dmtry Korchak (Ferrando) ha pure lui un bel timbro, ma pare non gestire ottimamente l?emissione, soprattutto nelle zone acute dove il fiato non trova subito la giusta posizione. Errori clamorosi comunque non ce ne sono, anzi la sua prova ? di buonissimo livello. A tessere le fila Nicola Ulivieri, Don Alfonso che, come Ferrando, qualche difficolt? in acuto la dimostra, ma che se la cava a dir poco egregiamente in tutti gli altri ambiti, in una parte che di arie non ne canta ma impegna pi? di tutte per la necessit? di variare gli accenti e di ben porgere la parola.
    Teatro tutto esaurito ad ogni replica e trionfi per la Auyanet e Mariotti. Il teatro chiama con una produzione eccellente e il pubblico risponde: sarebbe bello facessero sempre cos? tutti.

    Michele Donati

  2. Giochi di crociera per la regia di Davide Livermore

    In scena al Petruzzelli ?Cos? fan tutte, o il gioco dell?amore?

    Versione crocieristica per il ?Cos? fan tutte? di Mozart, andato in scena nel Politeama barese per la Fondazione Petruzzelli con tutto il glamour anni Cinquanta reso possibile dalla visionaria capacit? di Davide Livermore, un regista che ha il dono di rendere avvicinabili alla sensibilit? contemporanea opere di gran repertorio, soprattutto del buffo, svincolandole dall?impostazione registica tradizionale. Questo non sempre ? auspicabile (dipende dai gusti e dal livello di lettura della tradizione), comunque seguendo una regia di Livermore si ha la certezza di divertirsi per il ritmo del senso dello spettacolo. Per il principio della complementariet?, la direzione del M? Roberto Abbado, l?esecuzione dell?Orchestra del Teatro Petruzzelli ? stata improntata a un?aurea classicit?, resa ancora pi? brillante da un?interpretazione che valorizza la partitura, impreziosita dagli interventi impeccabili del Coro diretto dal M? Franco Sebastiani. La particolarit? di questo allestimento, la messa in scena ?navale? del dramma giocoso ? stata realizzata da Santi Centineo, con i costumi spiritosi firmati da Giusy Giustino e il suggestivo disegno luci di Giuseppe Ruggiero. Contemporanea, ma non troppo, l?ambientazione su un?imbarcazione (sebbene da crociera), in realt? ripropone un topos noto della letteratura operistica settecentesca: la navigazione in pieno mare in tempesta. Tutta l?opera ? ambientata sullo scenario delle onde mare di altura, riproponendo perfino il beccheggio della nave. Poche opere dell?epoca non presentano, inoltre, una tempesta in pieno plot narrativo e neanche nel ?Cos? fan tutte? pu? mancare allora il vesuvio fumante e i faraglioni di Capri al sole, che lasciano il posto a fulmini e rivesci di pioggia diluvianti, in concomitanza con l?imbrogliarsi della vicenda, fino al ritorno del sereno. Nel contesto, si muovono parallele – due soprano versatili per questo repertorio – le sorelle Fiordiligi/Anna Kasyan (di scena la prima e nelle repliche del 10 e 14 maggio, sostituita da Elena Monti l?8 e il 12 maggio) e Dorabella/Anna Bonitatibus. Ad affiancarle, due interpreti maschili, il baritono Mario Cassi/Guglielmo e il tenore Yijie Shi/Ferrando, che si contendono non solo il cuore delle fanciulle, ma anche la presenza in scena. Ma, come preannunciava il direttore Roberto Abbado, il deus ex machina sembra essere un Don Alfonso particolarmente ?in vena?, interpretato dal basso Paolo Bordogna, a cui fa da controcanto una spregiudicata Despina, riletta spiritosamente dal soprano Ver?nica Cangemi.

    Info: fondazionepetruzzelli.it

    Mariapina Mascolo

  3. Cos? fan tutte di Mozart al Teatro Lauro Rossi di Macerata
    (24 luglio 2011, prima)

    (coproduzione col Teatro delle Muse di Ancona)

    Il piacere si ripete
    La LUCE di Pier Luigi Pizzi

    L?impatto col biancore assoluto dell?impianto scenico ? ancor pi? coinvolgente di quello avuto al Teatro delle Muse di Ancona; grazie alle dimensioni ridotte del Teatro Lauro Rossi di Macerata: la luce, guidata dalla mano esperta di Vincenzo Ramponi, si irradia per tutto il teatro e ingloba gli spettatori che hanno a pochi metri di distanza i protagonisti in palcoscenico e in coristi in fondo alla platea. Full immersion nell?azione e pieno godimento visivo e uditivo.
    Per la scena Pier Luigi Pizzi ha ricostruito una spiaggetta privata davanti ad un?elegante villetta bianca con scala esterna e grande terrazza e solarium al piano superiore, situata sopra un alto scoglio bianco, sospeso tra cielo e mare (fusi in una luce bianca); al centro ha posizionato un moscone di legno bianco.
    Sulla morbida coltre sabbiosa due baldi giovani, Guglielmo (amante di Fiordiligi) e Ferrando (amante di Dorabella), danno sfogo alla loro giovent?, in contrasto con la compostezza di Don Alfonso, guardati, ammirati e sostenuti dalle due fresche e ammiccanti padrone di casa, nonch? sorelle, sotto lo sguardo vigile della cameriera Despina.
    Per i costumi Pizzi ha sposato l?antico col moderno: gli uomini con codino e cappello a tre punte indossano abiti chiari classici, tradizionali anche i costumi dei travestimenti di Despina, le due sorelle hanno abiti attuali rigorosamente bianchi o neri secondo lo stato d?animo, dalla linea semplice e molto curati nei particolari, Despina ha un grembiule grigio sopra un vestito color sabbia.
    La regia di Pizzi, nel rispetto della simmetria a volte speculare delle coppie nelle scene d?insieme, ? un sortilegio di piccole finezze, atte a sottolineare l?aspetto giocoso e trasgressivo della vicenda, ma anche i tormenti della tentazione, del dubbio, del cedimento. Chi non li ha provati?
    Sul versante musicale la delicata filigrana del tessuto strumentale, attenta ai cambiamenti d?umore nel groviglio di sentimenti contrastanti, permeata di una certa ironia, ma sempre portatrice della sublime aura leggera e amorosa tipica della musica mozartiana, ? stata ottimizzata dall?Orchestra Regionale delle Marche diretta dal M? Riccardo Frizza, che ha dato una lettura frizzante alla ricca tavolozza di emozioni, accompagnandola perfino col canto.
    Le voci femminili erano le stesse di Ancona: molto brave nei loro ruoli il soprano Carmela Remigio (voce limpida e agile nei trilli e negli slanci, timbrata negli sbalzi e negli affondi, grintosa e di spessore in zona acuta, abile nel canto sfumato e di coloratura) per una Fiordiligi fresca, scintillante e sentimentale, il mezzosoprano georgiano Katevan Kemoklidze (con la capacit? di alleggerire e modulare un grande mezzo vocale bello nel timbro e di certo spessore) per una temperamentosa Dorabella musicale e spigliata, il soprano napoletano Giacinta Nicotra (sciolta pi? nel canto che nelle pronuncia) per una Despina sfiziosa e trasformista, molto attratta dall??idea di quel metallo?. Le due aristocratiche sorelle ferraresi cantano molto insieme incantevoli duetti in un?atmosfera sospesa determinata dalla musica e dal canto sul fil di seta.
    I ruoli maschili hanno avuto altri interpreti: il bravo basso marchigiano Andrea Concetti dotato di bel colore e notevole peso vocale si cala con padronanza scenica e vocale nel ruolo pi? che collaudato di Don Alfonso, il tenore argentino Juan Francisco Gatell dal bel colore chiaro, deciso nelle progressioni acute, melodioso e musicale nel canto a mezza voce, affronta con slancio e accento convincente l?ardua tessitura di Ferrando, il baritono tedesco (con vibratino) Andreas Wolf ? un Guglielmo giovane e ardito.

    Tutti bravissimi attori.
    Vedi anche recensione pi? dettagliata della recita del 23 gennaio 2011 qui sotto, pubblicata anchre il 01 Febbraio 2011 su gliamicidellamusica.net)

    Giosetta Guerra

  4. Ancona-Teatro delle Muse
    COS? FAN TUTTE di Mozart
    (domenica 23 gennaio 2011)

    Nuovo allestimento Fondazione Teatro delle Muse in coproduzione
    con Sferisterio Opera Festival, che la proporr? la prossima estate.

    Tutto sospeso in un?atmosfera di poesia e d?eterea bellezza.

    Di Giosetta Guerra

    Un fluttuante telo bianco, al posto del classico sipario, cade tirato gi? da Don Alfonso e la scena s?illumina d?immenso. Un?erma spiaggia sospesa tra cielo e mar, sopra un alto scoglio ?che da tanta parte dell’ultimo orizzonte il guardo esclude? e lascia pensare a ?interminati spazi di l? da quello?, ? pervasa da un?esplosione di biancore. Da un lato una casa bianca con scala e grande terrazza e un solarium al piano superiore, dall?altro un moscone di legno bianco. ?Mirando? la suggestiva scena, ?sovrumani silenzi e profondissima qu?ete io nel pensier mi fingo, ove per poco il cor non si spaura? e ?naufragar m’? dolce in questo mare? di luce. (Leopardi: L?Infinito).
    Sulla morbida coltre sabbiosa due giovani baldanzosi, Guglielmo (amante di Fiordiligi) e Ferrando (amante di Dorabella), corrono, saltano, si denudano, si distendono, fanno ginnastica, leggono il giornale, agilmente si arrampicano sugli scogli e sulla ringhiera nera del terrazzo. Compostamente si fa avanti Don Alfonso con un ombrello rosso in mano. Gli uomini hanno il codino, abiti d?epoca chiari e un cappello a tre punte. Le tre grandi porte-finestre si spalancano sulla terrazza e ne escono le due sorelle Dorabella e Fiodiligi (asciugandosi con l?asciugamano i lunghi capelli neri), con leggeri abiti bianchi lunghi stile impero e la cameriera Despina con un grembiule grigio sopra un vestito color sabbia. I quattro amanti sprizzano freschezza e trasgressione da tutti i pori: si baciano per le scale, sulla spiaggia, simulano amplessi, si abbracciano e, quando lo fanno a coppie ravvicinate, spesso le mani di ognuno diventano troppo lunghe per toccatine furtive dell?altra amante. Dopo la partenza (finta) dei due maschietti per la guerra, le due donne si vestono a lutto (bellissimi abiti neri lunghi della stessa foggia, con corpetto rifinito in vita con grandi becchi a centine, profilato in bianco quello di Dorabella) e si coprono capo e viso con grandi veli neri. Ma poi indossano bellissimi abiti da sposa bianchi per andare a nozze coi nuovi amori. I giovani sono scalzi, il vecchio no.
    Niente servitori in scena e anche il coro non ? fisicamente presente. Per aumentare la quasi immaterialit? di questo allestimento (tutto ? morbido, la sabbia annulla i rumori, i piedi scalzi), il flusso sonoro del bravo Coro Bellini, preparato da David Crescenzi, giunge da fuori campo.
    Pier Luigi Pizzi, ideatore di regia, scene, costumi, gioca di finezza nella cura dei dettagli e accentua con estremo garbo la comicit? (Dorabella in nero si butta dietro le spalle il ciondolo di Ferrando per far posto a quello del nuovo amante, poi si rintana con lui e riesce in abito bianco-il lutto ? finito; Fiordiligi pure si rintana col nuovo arrivato, torna fuori scarmigliata ma ancora in nero perch? ? andata in bianco); Pizzi rispetta la geometria musicale con la simmetria a volte speculare delle coppie nelle scene d?insieme. Regia squisita, scenografia originale e luminosissima, costumi di un?eleganza sobria e raffinata: una delicatezza sublime pervade la scena, anche nei quadretti spiritosi. Bravo Pizzi. Bravo anche Vincenzo Ramponi, autore delle luci.
    Cos? fan tutte, l?opera mozartiana destinata ai palati pi? fini, presenta una nutrita tavolozza di colori, per delineare un groviglio indistinto di sentimenti contrastanti provati dai personaggi nell?arco di un sola giornata ricca di imprevisti. Il libretto scritto con accuratezza da Da Ponte punta il dito contro le donne, ma oggi ci fa sorridere, la musica di Mozart ? raffinata e di assoluta bellezza, a volte impalpabile, a volte sottilmente ironica o burlesca (caratteri determinati dalle voci degli strumenti), ? ricca di melodie ben strutturate, incantevoli concertati, duetti, terzetti, quartetti, quintetti, sestetti, con una linea musicale dolcissima a sostegno della lunghezza e della lentezza della narrazione.
    Con garbo e discrezione, l?Orchestra Filarmonica Marchigiana, vanto della nostra Regione per l?alto livello raggiunto, riesce a mantenere costante quell?aura leggera e amorosa della musica mozartiana, che non sfugge all?attenzione del bravo direttore Daniel Kawka, il quale, oltre a rispettare la leggera filigrana del tessuto strumentale, d? rilievo ai differenti timbri strumentali per caratterizzare i personaggi: l?oboe, dal timbro nasale, per il vecchio e cinico Don Alfonso, i clarinetti sensuali e voluttuosi per le due donne disposte all?avventura, i violini e le viole per i sospiri e i singhiozzi (penetrante la lievissima brezza dei violini nel canto dell?addio agli amanti delle due donne), i flauti e i fagotti per le pene e gli affanni e i corni (bravissimi) per i richiami scherzosi.
    Le convenzioni dell?opera buffa e quelle dell?opera seria si ritrovano nel carattere dei protagonisti: Fiordiligi e Ferrando sono figli dell?opera seria, agli altri ? riservato un linguaggio musicale pi? vicino alla tradizione comica. Le difficili e arcinote arie solistiche, parodie del grande stile tragico, assolutamente scoperte, richiedono doti vocali e stile ineccepibili. Comunque l?opera, imbastita pi? sui pezzi d?insieme che sui pezzi chiusi, va considerata globalmente.
    Nell?allestimento anconetano le voci sono affiatatissime e melodiose, restituiscono un?atmosfera costantemente sospesa, tuttavia le voci femminili prevalgono per qualit? su quelle maschili.
    Le due sorelle agiscono e cantano quasi sempre in tandem incantevoli duetti o si sostengono psicologicamente nei preziosi quartetti coi due giovani amanti o negli intriganti sestetti, ma hanno anche delle arie di rara bellezza. I quattro cantano spesso distesi.
    Il soprano Carmela Remigio ? una Fiordiligi fresca e sentimentale. La voce ? bella, il suono rotondo, la dizione corretta, l?emissione accurata nei giochi chiaroscurali, nelle ascensioni fiorite, nel canto sfumato e di coloratura, incisiva nell?accento, agile e timbrata negli sbalzi, presenta estensione del registro vocale, melodiosa linea di canto e facilit? a piegare la sua splendida voce di soprano alle leggiadrie del canto mozartiano.
    Nell?aria del primo atto ?Come scoglio? affronta molto bene gli affondi morbidi, gli squilli, la variet? delle dinamiche, anche se la voce non ha il peso e la duttilit? di quella di Margaret Price, che sto ascoltando ora alla Barcaccia nella commemorazione della sua scomparsa.
    Nel duetto con Ferrando dell?atto secondo ?Fra gli amplessi?, lei ? luminosa e pulita, lui canta molto bene con fantastici piegamenti della voce ma con un suono piuttosto schiacciato.
    Nell?aria del secondo atto ?Ei parte?, accompagnato dalla voce calda del corno, esprime i tormenti della sua situazione con un intenso canto a mezza voce, acuti luminosi, lunghi trilli con messa di voce, suoni armoniosi, emissione fluida. Brava.
    Il mezzosoprano georgiano Katevan Kemoklidze, molto musicale nella parte della spigliata e volubile Dorabella, sfoggia un consistente corpo vocale con giusti appoggi nella zona grave, bel colore, emissione sicura ed accento incisivo. Nell?allegro agitato dell?aria del 1? atto ?Smanie implacabili? la voce ? vibrante e presenta sonorit? ricche. Nell?aria del 2? atto ?? amore un ladroncello? il suono si fa morbido e sensuale, la voce piena e screziata, molto mozartiana, si arricchisce di colori e di armonici.
    Il soprano napoletano Giacinta Nicotra delinea una Despina sfiziosa, come la musica stessa richiede, un personaggio multiforme e attratto dall? ?idea di quel metallo?. Ha una bella voce di soprano brillante, limpida ed acuta, fresca e scintillante, corretta messa di voce ed appropriata verve scenica.
    Il tenore palermitano Paolo Fanale affronta con buona tecnica l?ardua tessitura del sentimentale Ferrando, fraseggia con delicatezza e conosce l?uso delle mezze voci, sa accentare con vigore, alleggerire e sfumare il suono in soavi filati. Affronta l?aria ?Un?aura amorosa? con le dovute morbidezze e graduali espansioni acute e discese alle note basse e la cavatina ?Tradito, schernito? con bella cavata e buona tenuta del suono, ma la voce appare sempre stranamente impastata e con risonanze nasali poco piacevoli.
    Nel ruolo del pratico e baldanzoso Guglielmo, l?austriaco Markus Werba esibisce una voce di baritono chiaro, ma di buon peso e intonazione non sempre perfetta. Affronta l?aria ?Donne mie la fate a tanti? (A. II sc. VIII) (ricorda l?aria di Leporello ?Voglio fare il gentiluomo?) con dinamismo vocale e gestuale, timbro non bellissimo ma buona tecnica.
    Don Alfonso ? interpretato con precisione nel canto e nel gesto dal baritono inglese William Shimell, che vanta un bel colore brunito e un notevole peso vocale da perfezionale nella gestione e nello stile che ? poco rifinito, da perfezionare anche la dizione.
    Uno spettacolo ben fatto.

  5. Recensione dello spettacolo
    Un ‘Cosi’ fan tutte’ elegante e coinvolgente
    Con la direzione d’orchestra di Fabio Maestri e la regia di Paolo Donati

    Molto ben riuscita ? stata la rappresentazione di Cos? fan tutte di Wolfgang Amadeus Mozart andata in scena a Narni nell’ambito di Opera InCanto 2010 che con questa realizzazione mozartiana ha confermato la sua straordinaria tradizione di proposte musicali e teatrali sempre di grande interesse.

    L’ Associazione In Canto, come la quasi totalit? delle istituzioni culturali italiane deve fare i conti con la drammatica crisi che sta sconvolgendo tutto il settore ma, ancora una volta, ci ha dimostrato che con la competenza, la professionalit? e la passione si possono superare momenti di crisi come questo per sperare in un futuro che tutti ci auguriamo roseo e pieno di soddisfazioni.

    Per raggiungere questi confortanti risultati l’Associazione ha messo in campo, anche questa volta, le proprie risorse artistiche interne, pi? esattamente il direttore d’orchestra Fabio Maestri che ? anche uno dei consiglieri dell’associazione ed il suo Presidente Paolo Donati, che ha curato la regia. Insieme ci hanno regalato un Cos? fan tutte molto ben curato in tutte le sue componenti, felicemente omogeneo, per una perfetta simbiosi tra esecuzione musicale e parte visiva, regia, scene e costumi.

    Iniziamo la nostra analisi partendo dalla realizzazione scenica che Paolo Donati ha costruito operando un cambio di epoca, posticipandola dal 1789-1790, anni della composzione dell’opera, al 1914, trovando per queste due differenti epoche un comune denominatore, quello di essere due momenti storici che hanno determinato uno sconvolgimento nella societ? europea che videro la fine del dominio dell’Aristocrazia nel primo e, nel secondo, quella della cosiddetta Bella Epoque.

    Questo cambio di epoca, come affermato anche dallo stesso Donati nella presentazione contenuta nel programma di sala, consente allo spettacolo un avvicinamento con il nostro tempo considerando il fatto che nella memoria di molti italiani sono ancora ben presenti ricordi familiari della Grande Guerra, rendendo cos? la vicenda, seppur rimasta intatta nei contenuti e nella drammaturgia, pi? vivibile.

    Per quanto riguarda pi? strettamente la regia Paolo Donati ha voluto mettere in evidenza quella ambiguit? che la partitura mozartiana contiene, per un’opera dove non ? sempre ben chiaro quale ? la sistemazione ideale della due coppie se quella Fiordiligi-Gugliemo e Dorabella-Ferrando che vediamo all’inizio piuttosto che quella a composizione invertita che il gioco della trama ci propone. Il tutto si giovava di una scena molto semplice costruita con mobili ed attrezzi dell’epoca realizzata con una sorta di felice trovarobato abbinata a dei costumi molto eleganti ed efficaci curati da Aurora Ghielmini. Molto azzeccati anche i movimenti scenici di tutti i personaggi per una regia avvincente che consentiva di seguire tutto lo svolgimento della trama.

    Il direttore d’orchestra Fabio Maestri ha plasmato una direzione intensa, a volte trascinante, che ha consentito una simbiosi perfetta tra musica e scena permettendo allo spettacolo di assumere una non comune unitariet? in tutte le sue diverse componenti. Maestri ? musicista abile e di lunga e provata esperienza nel campo dell’opera lirica, tutti elementi che gli hanno consentito di interpretare al meglio il capolavoro mozartiano, una partitura che nasconde numerose insidie soprattutto perch?, della trilogia Mozart-Da Ponte ?, forse, quella meno autosufficiente, vale a dire che nonostante sia un capolavoro indiscusso, una esecuzione inadeguata e senza smalto ne compromette, pi? di ogni altra, la godibilit?.

    E’ stata una esecuzione musicale molto curata la cui validit? ? apparsa evidente gi? dall’Ouverture condotta con tempi splendidamente serrati cos? come di grande presa sono stati i due grandiosi finali d’atto, ognuno di essi straordinaria conclusione di una ideale parabola scenico-musicale nelle quali il filo narrativo non ? mai risultato sfocato.

    Tale peculiarit? ? stata ottenuta grazie anche alla estrema cura nei recitativi e nell’ appropriato accompagnamento delle arie, mai perdendo di vista l’espressivit? e lo svolgimento drammatico. Ovviamente per realizzare una esecuzione cos? omogenea ci vuole una compagnia di canto altrettanto omogenea e ben preparata, come si ? dimostrata quella che abbiamo ascoltato al Teatro Comunale Giuseppe Manini di Narni il 7 novembre.

    Federica Giansanti (Fiordiligi), Elisabetta Pallucchi (Dorabella), Giulio Boschetti (Guglielmo), Mario Alves (Ferrando) hanno dato vita, scenicamente e musicalmente, alle coppie ‘double face’ di amanti in cerca di identit? mentre Francesca Bruni ci ha dato una Despina deliziosa, elegante e pungente con Roberto Abbondanza che ha messo a disposizione del ruolo di Don Alfonso la sua non comune esperienza per parti di questo tipo.

    L’ Orchestra in Canto ed il Complesso vocale in Canto hanno contribuito alla riuscita dell’esecuzione ricordando anche la realizzazione e l’accompagnamento dei recitativi da parte di Gabriele Catalucci che ha utilizzato per l’esecuzione, come di consueto, un fortepiano originale carr? Clementi & Co. London 1827. Inoltre, strumento ed esecutore, erano collocati sul palcoscenico contribuendo cos? a rafforzare quella simbiosi tra scena e musica della quale abbiamo parlato prima.

    Il pubblico accorso numeroso a teatro ha dimostrato di gradire questa ulteriore proposta di OperaInCanto che, ancora una volta, ha dato prova di essere una istituzione molto ben guidata ma anche di essere un irrinunciabile punto di riferimento per il territorio nel quale ? nata ed agisce cos? come una realt? molto stimolante nel panorama musicale nazionale.

    Claudio Listanti
    claudio.listanti@voceditalia.it

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