Pane e Petrolio

Posted by on March 7, 2022

Al Socjale / Ravenna Teatro Luigi Dadina / Teatro delle Albe, Teatro delle Ariette Pane e Petrolio mercoledì 16 e giovedì 17 marzo 2022, ore 20 – Teatro Socjale – Piangipane «Pane o petrolio?» è la domanda che Stefano Pasquini del Teatro delle Ariette pone al pubblico raccolto attorno a un tavolo imbandito di tortelli,

Al Socjale / Ravenna Teatro
Luigi Dadina / Teatro delle Albe, Teatro delle Ariette
Pane e Petrolio

mercoledì 16 e giovedì 17 marzo 2022, ore 20 – Teatro Socjale – Piangipane

«Pane o petrolio?» è la domanda che Stefano Pasquini del Teatro delle Ariette pone al pubblico raccolto attorno a un tavolo imbandito di tortelli, frutta, formaggio, vino: si tratta dell’unico momento del lavoro in cui l’attore e regista esce dalla partitura scritta per entrare in modalità improvisativa pura, cercando di coinvolgere gli spettatori a prendere posizione in merito a questi beni. In una scena condivisa da attori e spettatori, intorno a un grande tavolo-mensa, si dipana il racconto di una generazione che ha attraversato il guado dalla civiltà contadina a quella operaia, per ritrovarsi in un mondo in cui tutto sembra sbriciolarsi e dove, tra i resti, si fanno spazio diverse intolleranze… quelle alimentari come quelle sociali. Alto e basso, passato e presente, tragico e comico si intrecciano nel tempo di una cena-spettacolo, dove condividere i fatti esclusi dai libri di Storia e le parole dei poeti, da Pasolini a Frenaud. Durante lo spettacolo si preparerà il cibo per il pubblico.
Gli spettacoli sono realizzati in collaborazione con Stadera Società Cooperativa e il Teatro Socjale.

Il progetto Pane e Petrolio nasce dal desiderio di un incontro umano e artistico, un incontro preparato nel tempo, quasi senza volerlo, perché i percorsi di ricerca teatrale del Teatro delle Ariette e del Teatro delle Albe sono stati già da molto tempo (20 anni) percorsi paralleli, che si osservavano, si chiamavano, dialogavano e avevano bisogno prima o poi di convergere. «In tutti questi anni – spiegano i protagonisti –, con il teatro, abbiamo interrogato un’identità comune per trovare risposte alle nostre inquietudini. Abbiamo abbandonato le strade maestre del teatro per inoltrarci in sentieri lontani dai sipari e dai velluti. Grazie a questi sentieri abbiamo ritrovato le nostre radici, le umili origini di figli di quel mondo contadino e operaio, incarnato nei simboli della falce e del martello. Un mondo oggi apparentemente scomparso».
Di queste radici la società contemporanea, che viaggia a velocità supersonica, ne conserva incrostate le tracce nelle periferie e nelle province. «Lì abita il nostro popolo e stanno i nostri spettatori ideali – dicono ancora gli autori – lì vivono i ragazzi e i cittadini che frequentano i nostri laboratori, che fanno teatro con noi, da Lido Adriano a Valsamoggia, da Diol Kadd a Calais. Siamo cresciuti mentre si sbriciolava tutto. Pasolini lo racconta con dolore e lucidità. Siamo venuti al mondo generati dalle viscere di una civiltà morta (o morente). Di quella civiltà continuiamo a portare i segni, negli occhi, nella voce, nel corpo, nelle mani e soprattutto nella testa, dentro. È così chiaro! Quando facciamo teatro siamo artigiani, contadini, operai. Portiamo in scena noi stessi, con le nostre storie, le nostre esperienze di vita. E la scena è uno spazio intimo e condiviso con gli spettatori. È un grande tavolo attorno al quale ci muoviamo per preparare il cibo che poi mangeremo insieme, i tortelli, il pane…». Attorno a quel tavolo si compie il rito laico e quotidiano del nutrimento. E i gesti, gli sguardi, i suoni e i silenzi si intrecciano alle parole, «le nostre parole di vita, quelle che raccontano i fatti esclusi dai libri di storia. Alto e Basso, Passato e Presente, Grande e Piccolo, Vicino e Lontano, Tragico e Comico si danno appuntamento attorno a quel tavolo per il tempo di uno spettacolo che assomiglia a un pranzo o a una cena che potrebbe essere l’ultima, la prima, oppure soltanto una cena qualsiasi, come in famiglia».

Pane e Petrolio
di Paola Berselli, Luigi Dadina, Stefano Pasquini
con Paola Berselli, Luigi Dadina, Maurizio Ferraresi, Stefano Pasquini
regia Stefano Pasquini collaborazione Laura Gambi
coproduzione Teatro delle Albe/Ravenna Teatro, Teatro delle Ariette

Martedì 15 marzo replica speciale all’interno di “Territori Comuni”, progetto promosso dall’Assessorato all’Immigrazione del Comune di Ravenna

La stagione dei teatri 2019-20

Luigi Dadina / Teatro delle Albe / Teatro delle Ariette
Pane e Petrolio

da martedì 17 settembre a mercoledì 2 ottobre – ore 20
domenica ore 12 (pausa lunedì 23 e 30 settembre)

Teatro Rasi – Ravenna
Spettacolo Oltre l’abbonamento – Prenotazione obbligatoria

La Stagione dei teatri 2019-20 si apre con il debutto di Pane e Petrolio, una coproduzione Teatro delle Ariette, Teatro delle Albe/Ravenna Teatro, di e con Paola Berselli, Luigi Dadina, Maurizio Ferraresi e Stefano Pasquini. In una scena condivisa da attori e spettatori, intorno a un grande tavolo-mensa, si dipana il racconto di una generazione che ha attraversato il guado dalla civiltà contadina a quella operaia, per ritrovarsi in un mondo in cui tutto sembra sbriciolarsi e dove, tra i resti, si fanno spazio diverse intolleranze, quelle alimentari come quelle sociali. Alto e basso, passato e presente, tragico e comico si intrecciano nel tempo di una cena-spettacolo, dove condividere i fatti esclusi dai libri di Storia e le parole dei poeti, da Pasolini a Frenaud.
A latere dello spettacolo si terranno tre incontri di approfondimento il 18 e 24 settembre e il 1 ottobre.

Il progetto Pane e Petrolio nasce dal desiderio di un incontro umano e artistico, un incontro preparato nel tempo, quasi senza volerlo, perché i percorsi di ricerca teatrale del Teatro delle Ariette e del Teatro delle Albe sono stati già da molto tempo (20 anni) percorsi paralleli, che si osservavano, si chiamavano, dialogavano e avevano bisogno prima o poi di convergere. «In tutti questi anni – spiegano Berselli, Dadina, Ferraresi e Pasquini –, con il teatro, abbiamo interrogato un’identità comune per trovare risposte alle nostre inquietudini. Abbiamo abbandonato le strade maestre del teatro per inoltrarci in sentieri lontani dai sipari e dai velluti. Grazie a questi sentieri abbiamo ritrovato le nostre radici, le umili origini di figli di quel mondo contadino e operaio, incarnato nei simboli della falce e del martello. Un mondo oggi apparentemente scomparso».
Di queste radici la società contemporanea, che viaggia a velocità supersonica, ne conserva incrostate le tracce nelle periferie e nelle province. «Lì abita il nostro popolo e stanno i nostri spettatori ideali – dicono ancora gli autori – lì vivono i ragazzi e i cittadini che frequentano i nostri laboratori, che fanno teatro con noi, da Lido Adriano a Valsamoggia, da Diol Kadd a Calais. Siamo cresciuti mentre si sbriciolava tutto. Pasolini lo racconta con dolore e lucidità. Siamo venuti al mondo generati dalle viscere di una civiltà morta (o morente). Di quella civiltà continuiamo a portare i segni, negli occhi, nella voce, nel corpo, nelle mani e soprattutto nella testa, dentro. È così chiaro! Quando facciamo teatro siamo artigiani, contadini, operai. Portiamo in scena noi stessi, con le nostre storie, le nostre esperienze di vita. E la scena è uno spazio intimo e condiviso con gli spettatori. È un grande tavolo attorno al quale ci muoviamo per preparare il cibo che poi mangeremo insieme, i tortelli, il pane…». Attorno a quel tavolo si compie il rito laico e quotidiano del nutrimento. E i gesti, gli sguardi, i suoni e i silenzi si intrecciano alle parole, «le nostre parole di vita, quelle che raccontano i fatti esclusi dai libri di storia. Alto e Basso, Passato e Presente, Grande e Piccolo, Vicino e Lontano, Tragico e Comico si danno appuntamento attorno a quel tavolo per il tempo di uno spettacolo che assomiglia a un pranzo o a una cena che potrebbe essere l’ultima, la prima, oppure soltanto una cena qualsiasi, come in famiglia».

Pane e Petrolio
di Paola Berselli, Luigi Dadina, Stefano Pasquini
con Paola Berselli, Luigi Dadina, Maurizio Ferraresi, Stefano Pasquini
regia Stefano Pasquini
collaborazione Laura Gambi
organizzazione Irene Bartolini, Veronica Gennari tecnica Dennis Masotti
coproduzione Teatro delle Albe/Ravenna Teatro, Teatro delle Ariette

dedicato a Pier Paolo Pasolini

I tre incontri di approfondimento
Teatro Rasi, al termine dello spettacolo

Mercoledì 18 settembre
Presentazione de La Bottega dello Sguardo con Renata Molinari

Martedì 24 settembre
Massimo Marino e Michele Pascarella in dialogo con gli attori, per l’occasione verranno presentati i libri Teatro delle Ariette, La vita attorno a un tavolo di M. Marino e Racconti di un attore operaio di M. Pascarella, entrambi editi da Titivillus

Martedì 1 ottobre
Presentazione della rivista Quaderni di Teatro Carcere con Eugenio Sideri e Cristina Valenti

Informazioni e prenotazioni
Durante lo spettacolo si preparerà il cibo per il pubblico, i posti sono limitati, la prenotazione è obbligatoria. Ravenna Teatro dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 13 e dalle 15 alle 18 tel. 0544 36239; sabato dalle 19 alle 20 e domenica dalle 10 alle 12 tel. 333 7605760

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