Kataklò

Posted by on May 27, 2021

Comune di Civitanova Marche, Azienda Teatri di Civitanova e AMAT rinnovano l’atteso appuntamento con Civitanova Danza, che festeggia la sua ventottesima edizione dal 25 giugno al 4 agosto al Teatro Rossini. Per il festival dedicato al maestro Enrico Cecchetti – promosso con il sostegno di Regione Marche e MiC – sei appuntamenti con compagnie italiane

Comune di Civitanova Marche, Azienda Teatri di Civitanova e AMAT rinnovano l’atteso appuntamento con Civitanova Danza, che festeggia la sua ventottesima edizione dal 25 giugno al 4 agosto al Teatro Rossini.
Per il festival dedicato al maestro Enrico Cecchetti – promosso con il sostegno di Regione Marche e MiC – sei appuntamenti con compagnie italiane e internazionali con prime italiane e assolute a conferma dello slogan “Civitanova danza tutto” che accompagna da qualche anno la manifestazione, a testimonianza da un lato all’aspirazione a riunire in sé i rappresentanti del mondo e delle diverse culture, dall’altro alla tensione a una onnicomprensività dello sguardo per i diversi stili e linguaggi con cui la danza si esprime.
L’inaugurazione del festival il 25 giugno è con la prima assoluta di Back to dance di Kataklò Athletic Dance Theatre. Dopo un anno digiuno di spettacoli, palcoscenici e teatri, la più importante compagnia italiana di physical theatre, torna sulle scene inneggiando alla ripartenza. Giulia Staccioli firma uno spettacolo che accosta frammenti differenti, inediti e di repertorio, portabandiera di un messaggio di speranza, un’occasione in cui condividere finalmente il bagaglio di esperienza emotiva maturato negli ultimi mesi. Giocando con l’ironia, con l’energia e con l’intensità proprie dello stile Kataklò, Back to dance dà voce ai desideri e ai bisogni con cui spesso, ultimamente, ci siamo dovuti confrontare: il camminare liberi tra la gente, un abbraccio, delicato o scontroso, purché sia fisico, il ritrovarsi a una festa e scatenarsi senza pensieri. L’atletismo e la poesia che contraddistinguono la compagnia tornano sulle scene ad ammaliare e a diffondere vitalità.
Costruito sulla base di un lavoro della scrittrice francese Chantal Thomas attorno a un'improbabile partita di calcio – terreno di “gioco” e di “danza” – Boys don’t cry, creazione 2018 di Hervé Koubi per sette dei suoi quattordici magnifici danzatori, giunge al Teatro Rossini in prima italiana il 2 luglio. Tra hip-hop e fluidità contemporanea, la coreografia offre uno spunto di riflessione sulla costruzione dell’identità in una società
“chiusa”, attraverso momenti di testo parlato combinati allo stile caratteristico della compagnia. Il lavoro gioca sul cliché del giovane uomo che preferisce la danza agli sport tipicamente “maschili” e sulla tensione che questa scelta può causare con la famiglia e con la società. Boys don’t cry è uno sguardo, allo stesso tempo serio e giocoso, sul diventare adulti in una società dove la via predestinata non è quasi mai quella desiderata. Ma in
senso più ampio lo spettacolo è anche un messaggio sulla libertà di essere se stessi al di là di ogni condizionamento. La storia della compagnia è legata alla biografia del suo fondatore e coreografo, Hervé Koubi.
Di origine algerina, dottore in farmacia e biologo, Koubi ha proseguito la sua formazione come ballerino e coreografo presso la Facoltà di Aix Marsiglia.
Spazio alla danza italiana d’autore il 9 luglio con la prima italiana di Alce di Fabrizio Favale e la compagnia Le Supplici che partendo da una riflessione sull’attuale evento pandemico globale, approfondisce una tematica che da lungo tempo indaga ed è fonte di invenzione di diversi lavori: la presenza animale e il nostro rapporto con essa. Stranamente più prossima a noi, via via che allentiamo la nostra presa sul mondo, la presenza animale si rivela delicata, sottile, evanescente, spettrale, eppure così densa, di suoni, di nuovi sensi dello spazio e del tempo, di nuovi linguaggi, di nuove relazioni fra tutte le creature. Full scholarship all’American Dance Festival, Duke University, USA nel 1990, Fabrizio Favale come danzatore nel 1996 riceve il “premio della critica come miglior ballerino italiano dell’anno” e come coreografo nel 2011 la “Medaglia del Presidente della Repubblica al talento coreografico italiano”. Dal 1991 al 2000 è stato danzatore per la compagnia Virgilio Sieni.
Nel 1999 fonda il gruppo Le Supplici con il quale è invitato in numerosi festival internazionali.
Dalla Svizzera giunge a Civitanova Danza il 16 luglio in prima ed esclusiva regionale – in collaborazione con Fuori Programma festival – la Compagnia Linga con Flow, recente creazione che si ispira alla sorprendente performance creata dai movimenti di gruppo degli animali, come i branchi di pesci, gli stormi di uccelli o sciami di insetti. Queste formazioni flessibili e fluide hanno suggerito nuove dinamiche coreografiche basate sulla coscienza collettiva dei movimenti e di questi movimenti nello spazio. Flow segna anche la prima collaborazione della compagnia con Keda, un duetto franco-coreano formato da E' Joung-Ju e Mathias Delplanque, che ama confrontarsi con i toni ancestrali del geomungo con texture, ritmi e elaborazioni elettroniche contemporanee.
Con una partitura musicale composta e suonata dal vivo, gli autori immaginano per i ballerini e per il pubblico una originale e giubilante esperienza cinestetica. Nel 1992, Katarzyna Gdaniec e Marco Cantalupo fondano la Compagnia Linga (simbolo di fertilità nell’Induismo). Il vocabolario coreografico della compagnia ha progressivamente dato vita a un repertorio che sta diventando uno dei più apprezzati in Svizzera e all’estero.
Il 29 luglio il festival ospita un nuovo debutto in prima assoluta con Astor del Balletto di Roma, coreografia di Valerio Longo. La Compagnia del Balletto di Roma inizia un nuovo viaggio tra le suggestioni e le sonorità del tango in occasione del centenario della nascita di Astor Piazzolla (Mar del Plata, 11 marzo 1921), autore e interprete musicale tra i più importanti di questa forma d’arte nata a fine ‘800 nei sobborghi di Buenos Aires.
Astor, è un “concerto di danza” in cui le musiche di Piazzolla, arrangiate da Luca Salvadori ed eseguite dal vivo dal bandoneón di Mario Stefano Pietrodarchi, esecutore brillante di fama internazionale, emergono come le vere protagoniste in una nuova armonia artistica danzata. Un soffio, un respiro, quasi una parola, ci sveleranno la fragilità dell’uomo Piazzola, ma anche quella di tutti noi che abbiamo subìto una distanza forzata,
una relazionalità dematerializzata, un contatto interrotto, una vita spezzata. In scena, ispirato dalla carismatica presenza del maestro Pietrodarchi e dalle preziose immagini di Carlo Cerri, Valerio Longo porterà otto danzatori del Balletto di Roma a compiere un viaggio trasformativo in cui respiri, abbracci e fusioni saranno al centro di azioni coreografiche intense, astratte e fuse in quel moto ondulatorio magico del bandoneón.
Il festival si avvia alla conclusione il 4 agosto con Love Poems, tre lavori interpretati dai danzatori della MM Contemporary Dance Company, realtà di eccellenza della danza italiana diretta dal coreografo Michele Merola, con una consolidata attività di spettacoli su tutto il territorio nazionale: Duo D’Eden di Maguy Marin, Round trip di Roberto Tedesco in prima assoluta e La metà dell’ombra di Michele Merola. In Duo D’Eden – coreografia e colonna sonora di Maguy Marin – due danzatori della MMCDC interpretano con stile e
padronanza un pezzo di rara bellezza, originale, molto difficile e articolato, un brano poetico e intenso. Non c’è vicenda lineare ma ricordi, momenti, immagini, che trasfigurano il dato formale della partitura coreografica in musica, in ciò che sembra essere un’“opera-mosaico” in Round trip, coreografia di Roberto Tedesco su musica di Not Waving. Conclude la serata La metà dell’ombra di Michele Merola su musiche di Johann Sebastian Bach, Geert Hendrix e Senking che mette in scena un viaggio ideale e impalpabile nella sacralità dove gestualità e musica rinviano al rito, ad un mondo arcaico, perduto per sempre.
Vendita biglietti e abbonamenti dal 12 giugno presso Teatro Rossini (0733 812936) tutti i giorni dalle ore 18.30 alle ore 20.30. Biglietti posto unico numerato 15 euro, abbonamenti posto unico numerato 75 euro.

VENERDÌ
25
GIUGNO
KATAKLÒ [Italia]
BACK TO DANCE
[prima assoluta]

ideazione e direzione artistica Giulia Staccioli
produzione Compagnia Kataklò Athletic Dance Theatre

“Se basta un profumo per tornare a respirare, a noi basta un respiro per tornare a ballare”. Dopo un anno digiuno di spettacoli, palcoscenici e teatri, Kataklò Athletic Dance Theatre, la più importante compagnia italiana di physical theatre, torna sulle scene inneggiando alla ripartenza: we are Back to Dance.
Giulia Staccioli firma uno spettacolo che accosta frammenti differenti, inediti e di repertorio, portabandiera di un messaggio di speranza: raccogliamo tutti i pezzi, ricostruiamoci, rigeneriamoci, mostriamoci nuovi, ma sempre fedeli a noi stessi. Insomma, torniamo a ballare!
Back to Dance racconta il ritorno sul palcoscenico dei propri danzatori, un’occasione in cui condividere finalmente il bagaglio di esperienza emotiva che abbiamo maturato negli ultimi mesi.
Giocando con l’ironia, con l’energia e con l’intensità proprie dello stile Kataklò, Back to Dance dà voce ai desideri e ai bisogni con cui spesso, ultimamente, ci siamo dovuti confrontare: il camminare liberi tra la gente, facendosi trasportare dal flusso, il sentirsi parte di un tutto che si muove con decisione nella stessa direzione rimanendo solido nonostante le difficoltà, un abbraccio, delicato o scontroso, purché sia fisico, il ritrovarsi ad una festa e scatenarsi senza pensieri. Tutto quello che eravamo sembra essere stato messo in pausa, immobile, come in una vecchia fotografia, ma Kataklò decide di schiacciare play e di ricominciare con più energia di prima.
L’atletismo e la poesia che hanno reso la compagnia ambasciatrice del Made in Italy nel mondo, tornano sulle scene ad ammaliare e a diffondere vitalità. Le prospettive sono inevitabilmente cambiate, ma il linguaggio rimane lo stesso.
Kataklò Athletic Dance Theatre, da oltre 25 anni ambasciatrice del made in Italy nel mondo, è riconosciuta per essere la prima compagnia teatrale ad aver introdotto l’athletic theatre nel panorama della danza italiana. Nata dal genio artistico di Giulia Staccioli, Kataklò propone un teatro-danza energico ed espressivo in cui il corpo, attraverso uno stile che intreccia sapientemente le discipline della danza contemporanea, acrobatica, aerea e
del teatro fisico, viene esaltato come promotore di un linguaggio eclettico e trasversale in grado di superare barriere linguistiche, sociali e generazionali. L’essenza della compagnia è racchiusa nel nome stesso, Kataklò, che dal greco antico significa “Io danzo piegandomi e contorcendomi”, un titolo che implica una continua ricerca e una versatilità, da sempre cifra stilistica della compagnia. Nata con un gruppo di interpreti provenienti dai più
alti livelli della ginnastica olimpionica, Kataklò ha saputo evolversi nel tempo richiedendo ai suoi performers una preparazione sempre più completa e competitiva sulla scena artistica attuale. La compagnia Kataklò Athletic Dance Theatre è internazionalmente riconosciuta per l’alto valore artistico grazie all’assidua collaborazione con gli Istituti Italiani di Cultura e il Ministro degli Esteri per eventi, festival e manifestazioni culturali fuori dai confini nazionali. La spettacolarità delle sue produzioni viene apprezzata anche al di fuori della scena teatrale e rende Kataklò adatta a qualunque tipo di situazione artistica e performativa. Oggi l’ensamble conta o9o produzioni originali di repertorio: Indiscipline (1996), Kataklopolis (1999), Up (2002), Livingston (2005), Play (2008), Love Machines (2010), Puzzle (2012), Eureka (2016), Eureka 25 (2020). Il progetto Kataklò si è arricchito nel 2010 con un altro importante tassello: dalla collaborazione di Giulia Staccioli con Dancehaus di Susanna Beltrami è nata Accademia Kataklò Giulia Staccioli, il primo triennio di formazione professionale in Italia dedicato al physical theatre. Fucina di talenti e vivaio di giovani artisti che, in un ambiente all’insegna della multidisciplinarità, costruiscono il proprio futuro immersi nella filosofia Kataklò.

VENERDÌ
2
LUGLIO
COMPAGNIE HERVÉ KOUBI [Francia]
BOYS DON’T CRY
[prima italiana]

coreografia Hervé Koubi, Fayçal Hamlat
testo Chantal Thomas, Hervé Koubi
danzatori Adil Bousbara, Mohammed Elhilali, Zakaria Ghezal
Bendehiba Maamar, Mourad Messaoud, Houssni Mijem, El houssaini Zahid
musica Diana Ross, Oum, canti tradizionali russi
creazione musicale Stéphane Fromentin
arrangiamenti Guillaume Gabriel
luci Lionel Buzonie
costumi Guillaume Gabriel
tournée italiana Live Arts Management Srl
produzione Compagnie Hervé KOUBI
coproduzione Centre Chorégraphique National de Créteil et du Val de Marne
Compagnie Käfig / Théätre de Cusset, Scène conventionnée, Scène régionale d’Auvergne
con il sostegno di Channel, Scène Nationale de Calais / Conservatoire de Calais /

Conservatoire de Musique et de Danse de Brive-la-Gaillarde / Ecole Supérieure de Danse de Cannes, Rosella Hightower / CDEC – Studios actuels de la danse de Vallauris / Ville de Vallauris / Conservatoire de Calais

Costruito sulla base di un lavoro della scrittrice francese Chantal Thomas attorno a un’improbabile partita di calcio – terreno di “gioco” e di “danza” – Boys don’t cry, creazione 2018 di Hervé Koubi per sette dei suoi quattordici danzatori, è una riflessione sulla costruzione dell’identità in una società “chiusa”, attraverso momenti di testo parlato combinati allo stile caratteristico della compagnia, tra hip-hop e fluidità contemporanea. Cosa significa scegliere di diventare ballerino quando sei un ragazzo, specialmente quando
provieni da Paesi dove la differenza di genere pesa ancora tanto sui destini individuali. Il lavoro gioca sul cliché del giovane uomo che preferisce la danza agli sport tipicamente “maschili” e sulla tensione che questa scelta può causare con la famiglia e con la società. Solo abbracciando la gioia trascendente della danza, questo gruppo di giovani uomini riuscirà ad affrancarsi dalla mascolinità tossica a cui la cultura dominante della società
di appartenenza li vorrebbe destinati.
Boys don’t cry è uno sguardo, allo stesso tempo serio e giocoso, sul diventare adulti in una società dove la via predestinata non è quasi mai quella desiderata. Ma in senso più ampio lo spettacolo è anche un messaggio sulla libertà di essere se stessi al di là di ogni condizionamento.
La storia della compagnia è legata alla biografia del suo fondatore e coreografo, Hervé Koubi. Di origine algerina, dottore in farmacia e biologo, Koubi ha proseguito la sua formazione come ballerino e coreografo presso la Facoltà di Aix Marsiglia. Formatosi all’ International Dance Centre Rosella Hightower di Cannes, poi all'Opera di Marsiglia, ha lavorato con Jean-Charles Gil, Jean-Christophe Paré, Emilio Calcagno e Barbara
Sarreau tra gli altri. Nel 1999 entra a far parte del Centre Chorégraphique National de Nantes. In seguito collabora con Karine Saporta al Centre Chorégraphique National de Caen e Thierry Smits Compagnie Thor a Bruxelles. Nel 2000 Hervé Koubi crea il suo primo lavoro, Le Golem. Da allora collabora con Guillaume Gabriel per tutte le successive creazioni: da Ménagerie (2002) a Les abattoirs, fantaisie… (2004), a Moon Dogs (2007).
Nel 2009 collabora con la Compagnie Beliga Kopé della Costa d'Avorio alla creazione del lavoro Un rendez-vous en Afrique. Quel progetto africano segna un punto di svolta per Hervé Koubi. A partire dal 2010 comincia infatti a lavorare con un gruppo di dodici ballerini algerini e burkinabé che rappresentano l’embrione della futura Cie
Hervé Koubi. È per e con questo gruppo di ballerini che Koubi creerà tutti suoi successivi lavori: El Din (2010-2011), Ce que le jour doit à la nuit (2013), Le rêve de Léa (2014), Des hommes qui dansent (2014), Les nuits barbares ou les premiers matins du monde (2015-2016), Boys don’t cry (2018), Odyssey (2019-2020).
Parallelamente al lavoro di creazione per la sua Compagnia, Hervé Koubi è regolarmente invitato dai centri di formazione professionale in Francia e all'estero. Dal 2014 è coreografo associato del Pole National Supérieur de Danse (l’Ecole Supérieure de Danse de Cannes et Ecole Nationale Supérieure de Danse de Marseille). Dal 2015 è coreografo associato al Conservatoire de Danse di Brive-la-Gaillarde. Nel luglio 2015 è stato decorato con l’ordine di ‘Chevalier des Arts et des Lettres’.
La Compagnie Hervé Koubi è sostenuta da: la Regione Nouvelle Aquitaine, Dipartimento di Corrèze, la Città di Brive, il Ministero della Cultura, la Regione PACA, la città di Cannes, il Dipartimeto delle Alpi Marittime e l’Istituto di Cultura Francese per le tournée internazionali.
Hervé Koubi e la sua compagnia sono associati a: Pole National Supérieur de Danse (Ecole Supérieure de Danse de Cannes Rosella Hightower et Ecole Nationale Supérieure de Danse de Marseille – direction Paola Cantalupo) / Sémaphore – Scène conventionnée de Cébazat / Conservatoire de musique et de danse de Brive la Gaillarde / La Papeterie d’Uzerche.

VENERDÌ
9
LUGLIO
FABRIZIO FAVALE / LE SUPPLICI [Italia]
ALCE
[prima italiana]

un lavoro di Fabrizio Favale
danzatori Daniele Bianco, Vincenzo Cappuccio, Martina Danieli, Andrea Del Bianco
Fabrizio Favale, Francesco Leone, Angelica Margherita, Mirko Paparusso
Andrea Rizzo, Valentina Staltari, Po-Nien Wang
direttore di scena Andrea A. La Bozzetta
co-prodotto da Festival MILANoLTRE, KLM, Kinkaleri, Le Supplici, mk
con il contributo di MiBAC, Regione Emilia-Romagna
realizzato a DAS Bologna
con il supporto di ATER, h(abita)t – Rete di Spazi per la Danza / Sementerie
Artistiche, Crevalcore, Teatro Consorziale di Budrio

Partendo da una riflessione sull’attuale evento pandemico globale, il gruppo approfondisce una tematica che da lungo tempo indaga ed è fonte di invenzione di diversi lavori: la presenza animale e il nostro rapporto con essa.
Stranamente più prossima a noi, via via che allentiamo la nostra presa sul mondo, la presenza animale si rivela delicata, sottile, evanescente, spettrale, eppure così densa, di suoni, di nuovi sensi dello spazio e del tempo, di nuovi linguaggi, di nuove relazioni fra tutte le creature. La presenza animale da sempre accende la fantasia umana e sembra misteriosamente in relazione con il sogno. Non di meno questa coreografia inventa movimenti come fossero di esseri d’altri mondi, come di animali immaginari, o come strane popolazioni ormai estinte o mai esistite. Undici danzatori disegnano un paesaggio innaturale, artefatto, ultraterreno e lo abitano come sue creature. Una danza corale, a tratti ritmata e tribale, a tratti rarefatta ed evanescente. Spesso i danzatori lavorano strettamente radunati in una complessità coreografica fatta di intrecci, che talvolta fondono visivamente i corpi, come fosse uno solo, multiforme, indescrivibile, alieno.
Nato a Velletri nel 1969. Full scholarship all’American Dance Festival, Duke University, USA nel 1990, Fabrizio Favale come danzatore nel 1996 riceve il “premio della critica come miglior ballerino italiano dell’anno”. Come coreografo nel 2011 la “Medaglia del Presidente della Repubblica al talento coreografico italiano”. Dal 1991 al 2000 è stato danzatore per la compagnia Virgilio Sieni. Nel 1999 fonda il gruppo Le Supplici. Dagli anni seguenti è invitato in numerosi festival internazionali come la Biennale di Venezia, Suzanne Dellal Tel Aviv, Expo 2010 Shanghai, SIDance Seoul, Kitazawa Town Hall di Tokyo, The RED Serpiente Mexico, Festival Santarcangelo, Gender Bender Festival Bologna, Danae Festival Milano, Festival di Edimburgo, Aperto Festival Reggio Emilia. Le sue opere hanno ricevuto premi per le coreografie in Spagna, Germania e Serbia. È ideatore di una serie di progetti indipendenti dedicati alla ricerca tra cui: “Piattaforma della Danza Balinese” per il Festival di Santarcangelo e “Circo Massimo” per il Teatro Duse di Bologna. Collabora con musicisti internazionali come Mountains, Teho Teardo, Daniela Cattivelli. Recentemente il lavoro Ossidiana è stato invitato alla Biennale de la
Danse de Lyon e il lavoro Circeo è coprodotto dal Théâtre National de la Danse Chaillot, Parigi. Il suo lavoro si basa principalmente su un linguaggio astratto personale, ma spesso si riferisce a immagini che provengono dalla cultura arcaica, pagana, paesaggistica e italiana. Il lavoro di Fabrizio è fortemente influenzato dalla forza di una terra fatta di pietraie desolate, vulcani attivi, isole remote, ghiacciai alpini.

VENERDÌ
16
LUGLIO
COMPAGNIE LINGA [Svizzera]
FLOW
[prima ed esclusiva regionale]

coreografia Marco Cantalupo, Katarzyna Gdaniec
interpreti Aude-Marie Bouchard, Marti Güell Vallbona, Ai Koyama
Andor Rusu, Manuela Spera, Csaba Varga, Cindy Villemin
musica dal vivo Keda (Mathias Delplanque, E’Joung-Ju)
disegno luci German Schwab
costumi Geneviève Mathier
coproduzione Compagnie Linga, L’Octogone Théâtre de Pully
Flow è premiato con il Current Dance Works Award / Swiss Dance Awards nel 2019 (CH)
in collaborazione con Fuori Programma festival

Flow, la recente creazione di Compagnia Linga, si ispira alla sorprendente performance creata dai movimenti di gruppo degli animali, come i branchi di pesci, gli stormi di uccelli o sciami di insetti.
Queste formazioni flessibili e fluide, capaci di modificare immediatamente la loro velocità e la loro direzione senza perdere la coerenza dello spazio, mettono in discussione le leggi delle interazioni che agiscono tra i vari membri di un gruppo e la coordinazione dei loro movimenti; ci hanno dunque suggerito nuove dinamiche coreografiche basate sulla coscienza collettiva dei movimenti, e di questi movimenti nello spazio. Flow segna
anche la prima collaborazione della compagnia con Keda, un duetto franco-coreano formato da E' Joung-Ju e Mathias Delplanque, che ama confrontarsi con i toni ancestrali del geomungo con texture, ritmi e elaborazioni elettroniche contemporanee. Con una partitura musicale composta e suonata dal vivo, gli autori immaginano per i ballerini e per il pubblico una originale e giubilante esperienza cinestetica.
Nel 1992, Katarzyna Gdaniec e Marco Cantalupo fondano la Compagnia Linga (simbolo di fertilità nell’Induismo). Già nel 1993, offrono residenze artistiche al Teatro Octogone a Pully/Losanna (Svizzera) dove creano uno spazio permanente dedicato alla ricerca coreografica, grazie al supporto della città di Pully, la città di Losanna, il Cantone svizzero Vado e la Pro Helvetia – Swiss Arts Council. Chiedendosi quale sia la ripercussione del tessuto sociale e politico sia sul corpo sia sul movimento, il vocabolario coreografico della
compagnia ha progressivamente dato vita ad un repertorio che sta diventando uno dei più importanti in Svizzera e all’estero.
Katarzyna Gdaniec nasce a Gdansk (Polonia). Si dedica alla ginnastica artistica dall’età di 8 anni e vince il Campionato Europeo di Ginnastica Artistica Junior. Studia poi al National Ballet School a Gdansk e alla Vaganova Academy di San Pietroburgo. Nel 1983 vince il primo premio alla Competizione Nazionale di Danza di Gdansk e il Prix de Lausanne (concorso internazionale per giovani danzatori). Nel 1985 entra nella compagnia
Ballet du XXe Siècle di Maurice Béjart e ci rimane come prima ballerina fino al 1992. Già nel 1987 Katarzyna diventa coreografa; dopo aver ideato il suo primo lavoro per “Giovani Coreografi”, workshop organizzato dalla Ballet du XXe Siècle, si è completamente dedicata alla coreografia dal 1992 in poi. Lo stesso anno, fonda la Compagnia Linga con Marco Cantalupo, con il quale ha lavorato come coautrice ad oltre 40 coreografie.
Marco Cantalupo nasce a Genova e studia all’Accademia Teatro alla Scala di Milano e successivamente all’Opera Ballet School di Amburgo, dove si diploma. Diversi soggiorni negli Stati Uniti gli permettono di studiare la tecnica Limon. Ha danzato con l’Opera di Amburgo, poi come solista con il Staatstheather Gelsenkirchen in Germania, il National Ballet del Portogallo, il Deutsche Oper Berlin a Berlino, il Teatro di Berna ed il Béjart Ballet Lausanne. Ha coreografato una serie di lavori indipendenti in Italia prima di fondare la Compagnia Linga con Katarzyna Gdaniec.

GIOVEDÌ
29
LUGLIO
BALLETTO DI ROMA
un secolo di Tango
ASTOR
[prima assoluta]

coreografie Valerio Longo
con Mario Stefano Pietrodarchi bandoneón e fisarmonica
e i danzatori del Balletto di Roma
musica Astor Piazzolla
musiche originali e arrangiamenti Luca Salvadori
light design Carlo Cerri
regia Carlos Branca
produzione Balletto Roma

La Compagnia del Balletto di Roma inizia un nuovo viaggio tra le suggestioni e le sonorità del tango in occasione del centenario della nascita di Astor Piazzolla (Mar del Plata, 11 marzo 1921), autore e interprete musicale tra i più importanti di questa forma d’arte nata a fine ‘800 nei sobborghi di Buenos Aires. Sorto dall’esigenza di comunicare tra culture, lingue e tradizioni diverse, il tango ci ricorda chi siamo, da dove veniamo e qual è stato il percorso che ha indissolubilmente unito umanità distanti in un comune “non luogo”,
oltrepassando oceani e confini. Proprio il mare è il fil rouge che unisce o separa nuovi mondi e speranze: uno spazio immenso da attraversare dove si rischia di perdersi; vortice di riflussi e moto ondulatorio che scandisce il ritmo di partenze e ritorni. Astor, nuova produzione del Balletto di Roma, è un “concerto di danza” in cui le musiche di Piazzolla, arrangiate da Luca Salvadori ed eseguite dal vivo dal bandoneón di Mario Stefano
Pietrodarchi, esecutore brillante di fama internazionale, emergono come le vere protagoniste in una nuova armonia artistica danzata. Un soffio, un respiro, quasi una parola, ci sveleranno la fragilità dell’uomo Piazzola, ma anche quella di tutti noi che abbiamo subìto una distanza forzata, una relazionalità dematerializzata, un contatto interrotto, una vita spezzata. In scena, ispirato dalla carismatica presenza del maestro Pietrodarchi e dalle preziose immagini di Carlo Cerri, Valerio Longo porterà otto danzatori del Balletto di Roma a compiere un viaggio trasformativo in cui respiri, abbracci e fusioni saranno al centro di azioni coreografiche intense, astratte e fuse in quel moto ondulatorio magico del bandoneón.
La parola chiave sarà “coraggio”: quello declamato dai testi immortali di Jorge Luis Borges nei suoi tanghi e milonghe, così come quello dello stesso Piazzolla, che ha rotto gli schemi della musicalità del “tango viejo” per arrivare al “nuevo tango” che tanto lo ha reso celebre nel mondo. A dirigere tutti gli elementi compositivi di quest’opera/concerto sarà la maestria e l’esperienza di Carlos Branca, regista argentino di spicco sulla scena
internazionale e profondo conoscitore dell’uomo Piazzolla. Astor rievoca i sentimenti degli odierni viaggiatori del mondo, l’umanità intera, andando oltre la purezza tecnica e rituale del tango, per rafforzarne energie, desideri e palpitazioni tutte contemporanee. Un concerto da cui fioriscono corpi capaci di esprimere l’audacia di un respiro mancato e quella di un abbraccio negato: primo atto d’amore dopo una violenza che tutto ha spazzato via, tranne la voglia di stringersi e ritrovarsi.
Il Balletto di Roma nasce nel 1960 dal sodalizio artistico tra due icone della danza italiana: Franca Bartolomei e Walter Zappolini. Nel corso dei suoi 60 anni di vita, celebrati nel 2020, il Balletto di Roma ha visto susseguirsi prestigiose collaborazioni e molteplici anime creative, che hanno contribuito a far crescere l’attività produttiva sia in termini di quantità che di qualità delle opere allestite, con un crescente consenso di pubblico. Con il passare del tempo la compagnia romana ha costruito un ensemble di elevato livello tecnico e interpretativo, producendo un repertorio di alto valore artistico e accogliendo numerosi coreografi, anche giovani ed emergenti. L’attuale profilo artistico della struttura è frutto dell’attività manageriale di Luciano Carratoni, dai primi anni duemila direttore generale del Balletto di Roma: ampliatosi nel tempo, il gruppo romano sviluppa una fruttuosa sinergia, tra il 2001 e il 2007, con la direttrice artistica Cristina Bozzolini. Nuove coreografie, firmate da artisti italiani già affermati nel panorama della danza contemporanea, segnano l’inizio di un felice percorso artistico che culmina nel 2012 con l’inaugurazione di una nuova sede, a Roma, in cui confluiscono le esperienze
produttive della compagnia e le attività formative della Scuola del Balletto di Roma diretta da Paola Jorio. Nel 2015, al termine della direzione artistica del maestro Walter Zappolini, il Balletto di Roma affida la guida della compagnia a Roberto Casarotto, direttore di festival di danza contemporanea ed esperto curatore di progetti internazionali. Per il triennio 2018-2020 il direttore generale Luciano Carratoni porta un significativo cambio
generazionale al vertice della struttura nominando alla direzione artistica Francesca Magnini. La nuova figura artistica rafforza gli schemi e amplia gli obiettivi d’internazionalizzazione coinvolgendo enti e istituzioni, attive in un importante processo di crescita in grado di coniugare al meglio la tradizione con l’innovazione e di sviluppare
la presenza della Compagnia in Europa e nel mondo. Tra le collaborazioni anche quella con il Dipartimento di Storia, Antropologia, Religioni, Arte e Spettacolo dell’Università di Roma “La Sapienza”, impegnato per il triennio a realizzare attività progettuali congiunte che partono dalla formazione nel campo della danza e dello spettacolo teatrale, per andare ad implementare le pratiche della produzione e dello spettacolo dal vivo. Tra i progetti europei: CLASH! When classic and contemporary dance collide and new forms emerge (Europa Creativa, 2018-2020), che si basa su un’attività di networking tra partner scelti al fine di condividere idee e artisti in Europa, coprodurre, creare strategie sull’audience development e/o nuovi modelli di business culturale e UP2Dance_updating professional profiles towards contemporary dance (Erasmus+, 2019–2021).

MERCOLEDÌ
4
AGOSTO
MM CONTEMPORARY DANCE COMPANY
LOVE POEMS
DUO D’EDEN MAGUY MARIN
ROUND TRIP ROBERTO TEDESCO [prima assoluta]
LA METÀ DELL’OMBRA MICHELE MEROLA

produzione MM Contemporary Dance Company
coproduzione Duo D’Eden: Fondazione I Teatri
con il sostegno di Centro Servizi Culturali S. Chiara – Trento
Circuito Danza del Trentino Alto Adige/Südtirol
Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Emilia-Romagna
Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto
ASD Progetto Danza – Reggio Emilia
DUO D’EDEN
coreografia e colonna sonora Maguy Marin
coreografia rimontata da Cathy Polo ed Ennio Sammarco
interpreti MM Contemporary Dance Company (due danzatori)
costumi Montserrat Casanova
luci Pierre Colomer

Due corpi, come nudi, avanzano in scena, si avvinghiano l’uno all’altro e non si lasciano più. Un uomo e una donna con i corpi che si attirano e si aggrappano, congiunti l’uno all’altro fino a diventare indissolubili. Lei, una liana che si avvolge, si attorciglia. Lui che la tiene, la ritiene, la sostiene. C’è qualcosa di mitico nella loro danza, in questa fusione totale di due esseri che diventano uno per non separarsi più. Eden è l’amore originale, quello dei tempi dell’innocenza. C’è anche qualcosa di crudo e di primitivo, in questo duo. L’immagine dei rumori delle cascate e di temporali che compongono il suono della danza. Eden è una danza piena di forza e di bellezza, forse a causa di ciò che di naturale si sprigiona dal movimento della purezza e dalla precisione del gesto, dalle figure quasi plastiche, dalla potenza dei corpi. È da lì che sorge l’emozione. Da questa sobrietà che rivela l’essenziale. Se l’amore è una danza, è sicuramente Eden. Yasmine Tigoe
I due danzatori della MMCDC interpretano con stile e padronanza un pezzo di rara bellezza, originale, molto difficile e articolato. Semplicemente un uomo e una donna, tute color carne che mettono in evidenza la loro nudità, parrucca dai capelli lunghissimi per lei, avvinghiati l’un l’altro per tutta la durata del brano, con continue evoluzioni di lei sul corpo di lui. Un Adamo ed Eva immersi in un percorso di sensualità, eros, difesa, attacco, in un mondo non così tranquillo, sicuro e idilliaco. Un brano poetico e intenso.

ROUND TRIP
coreografia Roberto Tedesco
danzatori MM Contemporary Dance Company [6 danzatori]
musica Not Waving
[prima assoluta]

Non c’è vicenda lineare ma momenti, immagini, situazioni che trasfigurano il dato formale della partitura coreografica in musica, in ciò che sembra essere un’“opera-mosaico”. Un’indagine sul puro movimento, partendo dalla consapevolezza che “senza lo spazio non esisterebbe il movimento, ma senza movimento non sarebbe concepibile lo spazio. Con Round Trip ci addentriamo in un’analisi su identità diverse, sull’ incontro con l’altro e le sue molteplici sfaccettature. Individui intenti in una ricerca, unica e molteplice, si confrontano e si identificano, mescolandosi ancora, noncuranti di alcuna classificazione. Un moto circolare che consiste nell’invadere e nell’abbandonare lo spazio, andate e ritorni non sempre coincidenti, come se ogni singola situazione fosse scollegata da quella precedente o da quella successiva e potesse appartenere ogni volta ad un numero infinitamente variabile di interpreti. Roberto Tedesco

LA METÀ DELL’OMBRA
coreografia Michele Merola
interpreti MM Contemporary Dance Company [4 danzatori]
musica Johann Sebastian Bach, Geert Hendrix, Senking
costumi Carlotta Montanari

La metà dell’ombra mette in scena un viaggio ideale e impalpabile nella sacralità. La gestualità e la musica ci rimandano al rito, ad un mondo arcaico, perduto per sempre. I danzatori alternano la fisicità del “corpo danzante” con un’interpretazione intimistica della parte più spirituale dell’uomo. “Non c’è mai un momento, nella danza di Michele Merola, in cui la tensione, purissima, e la verità dell’umano sentire del corpo non si esaltino, e non emerga altro che il senso, dolorante, della vita. La danza di Merola giunge sempre dritta al
cuore, affilata come un bisturi, senza mediazioni, e manda in fibrillazione molte certezze. Ulteriore e non ultima tappa di questo percorso è La metà dell’ombra. Questa “partitura per corpi maschili”, creata nel 2010, la possiamo considerare un percorso, sensuale e spirituale insieme, che esplora il mistero del sacro racchiuso nei corpi, maschili in questo caso. La coreografia si muove in una tensione continua tra il senso dell’espiazione,
espressa con gestualità laceranti, autopunitive, e la speranza della redenzione. Sono sentimenti contrastanti, disegnati in un rituale collettivo finale teso a cancellare tutto. Ognuno dei quadri, toccanti, e delle danze corali, dinamiche, che inanellano la composizione, punta a siglare e fondere, in un solo ritmo, il ‘qui e ora’ della presenza del corpo. Da queste scelte programmatiche, scaturisce un denso fraseggio di danza che conquista per i propri guizzi compositivi, inseriti in una rigorosa poetica di forme, costruite con il gusto sicuro della plasticità e dell’evocazione.

Ermanno Romanelli, “Dance News”

La MM Contemporary Dance Company è una compagnia di danza contemporanea diretta dal coreografo Michele Merola, nata nel 1999 come centro di produzione di eventi e spettacoli e come promotrice di rassegne e workshop con l’obiettivo di favorire scambi e alleanze fra artisti italiani e internazionali, testimoni e portavoce della cultura contemporanea. Il repertorio della compagnia, che ha sede a Reggio Emilia, è ricco e variegato, grazie ai lavori di Michele Merola e alle creazioni firmate da coreografi europei e italiani come Maguy Marin, Mats Ek, Mauro Bigonzetti, Thomas Noone, Gustavo Ramirez Sansano, Karl Alfred Schreiner, Eugenio Scigliano, Emanuele Soavi, Enrico Morelli, Daniele Ninarello, ginevra Panzetti ed Enrico Ticconi. Nel 2010 la MM
Contemporary Dance Company ha vinto il prestigioso Premio Danza&Danza come migliore compagnia emergente e oggi, è, a tutti gli effetti, una realtà di eccellenza della danza italiana, con una consolidata attività di spettacoli su tutto il territorio nazionale. Da alcuni anni ha conquistato un mercato internazionale con spettacoli in paesi europei ed extraeuropei (Corea, Colombia, Canada, Germania, Russia, Marocco, Belgio…).
Nel 2017 la MM Contemporary Dance Company ha vinto il Premio Europaindanza 2017 – Premio al Merito alla coreografia, per lo spettacolo Bolero di Michele Merola. Per il triennio 2018-20 e per il 2021 la MM Contemporary Dance Company è compagnia associata del Circuito InDanza del Trentino Alto Adige. La MMCDC è sostenuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Emilia-Romagna, Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto, Teatro Asioli di Correggio, Centro Permanente Danza/Reggio Emilia. Partner tecnico: Pro Music.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *