Pippo Delbono

Posted by on April 12, 2020

  CAVALLERIA RUSTICANA Musica di Pietro Mascagni Direttore Carlo Rizzi Regia Pippo Delbono Santuzza Anita Rachvelishvili Lola Martina Belli  Teatro Arena del Sole – Sala Leo de Berardinis da giovedì 1 a domenica 4 marzo giovedì e venerdì ore 21 | sabato ore 19.30 | domenica ore 16 La Gioia uno spettacolo di Pippo Delbono

 

CAVALLERIA RUSTICANA
Musica di Pietro Mascagni

Direttore Carlo Rizzi
Regia Pippo Delbono

Santuzza Anita Rachvelishvili
Lola Martina Belli

 Teatro Arena del Sole – Sala Leo de Berardinis
da giovedì 1 a domenica 4 marzo

giovedì e venerdì ore 21 | sabato ore 19.30 | domenica ore 16

La Gioia

uno spettacolo di Pippo Delbono

con Dolly Albertin, Gianluca Ballarè, Bobò, Margherita Clemente, Pippo Delbono, Ilaria Distante, Simone Goggiano, Mario Intruglio, Nelson Lariccia, Gianni Parenti, Pepe Robledo, Zakria Safi, Grazia Spinella

composizione floreale Thierry Boutemy
musiche di Pippo Delbono, Antoine Bataille e autori vari
luci Orlando Bolognesi – suono Pietro Tirella

costumi Elena Giampaoli – capo macchinista e attrezzeria Gianluca Bolla
responsabile di produzione Alessandra Vinanti – organizzazione Silvia Cassanelli

direttore tecnico Robert John Resteghini

foto Luca Del Pia

Produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione

Compagnia Pippo Delbono

coproduzione Théâtre de Liège, Le Manège Maubeuge – Scène Nationale

Ringraziamenti a Enrico Bagnoli, Jean Michel Ribes, Alessia Guidoboni (assistente di Thierry Boutemy)

e Théâtre de Liège per i costumi
Durata 1 h e 30 minuti

Pippo Delbono, artista caro a Emilia Romagna Teatro Fondazione, torna sul palcoscenico dell’Arena del Sole di Bologna con la sua nuova creazione La Gioia, in scena in prima assoluta dall’1 al 4 marzo.
Delbono realizza immaginari per antitesi, contrasti di sensazioni, figure, emozioni, musiche e così accade per La Gioia: un parola festosa che però, come spiega lo stesso regista, fa paura, perché abusata, strumentalizzata e banalizzata da anni di pubblicità e consumismo, da quell’illusione di poter essere felici con i beni materiali. Ecco che il lavoro diventa un cammino, un viaggio, un “tentativo” come lo definisce Delbono, per ritrovare quel luogo in cui si cela la gioia, la parte profonda dell’essere umano.
Attraverso un ampio disegno corale lo spettacolo si concentra sulle singole persone: così, se ogni replica è la tappa di un viaggio, ogni frammento che compone l’opera è il singolo passo. Il comparire degli attori può portare verso una direzione, confermata o sconfessata dalle vive composizioni floreali di Thierry Boutemy, come dalle composizioni musicali di Pippo Delbono e Antoine Bataille o dai versi, sommessi e rivelatori a un tempo, di Kikuo Takano.
Sul palcoscenico ritroviamo la Compagnia di Pippo Delbono, alla ricerca di un percorso verso la semplicità dell’azione teatrale, una spontaneità che è poi propria della gioia. Gli attori cercheranno ogni giorno di compiere un passo in più verso questa esaltazione assoluta, questa bruciante intuizione sentimentale. E lo faranno confrontandosi con il pubblico, volendolo compagno di viaggio, da prendere per mano in una comune ricerca inesauribile. Ci si arriverà dunque alla gioia? Forse sì, se ogni spettatore si sentirà parte del viaggio, se condividerà con il palco le sue sensazioni e le sue reazioni a ciò che accade.

Cielo
In quel tempo non mi chiedevo ancora
il senso del cielo e della terra
e avevo mani e piedi imbrattati di fango.
In quel tempo
felice era la mia parola,
felice ero come quando la luce incontra l’acqua
e il cielo incontra la terra.
felice ero come le foglie.

Frammento da Il senso del cielo. Poesie 1955-2006 di Kikuo Takano (Passigli, 2017)

Ho scelto di intitolare il mio nuovo spettacolo La Gioia, una parola che mi fa paura, che mi evoca immagini di famiglie felici, di bambini felici, di paesaggi felici. Tutto morto, tutto falso. Mi ha colpito La morte di Ivan Il’ič di Tolstoj, in cui il protagonista, nei suoi ultimi giorni di vita, si riconcilia con tutta la sua esistenza, anche con i momenti più tristi e grigi.
E da qui mi era venuto in mente come possibile titolo La morte gioiosa. Ma poi un amico mi ha detto: “Ma chi viene a teatro a vedere uno spettacolo in cui c’è la parola morte? In questi tempi dove la gente va a teatro per rilassarsi anche con opere impegnate culturalmente, ma che li riconcilia”.
Quanta paura c’è a pronunciare la parola morte. Va bene se si tratta di una morte spettacolare, patetica, ma quanta paura c’è nell’accettare la parola morte con serena lucidità. Mi ricordo quando a Manila sono entrato in un luogo che si trovava totalmente dentro una discarica di immondizia, dove vivevano moltissime persone. C’era un odore insopportabile di fogna. Ovunque c’erano spazzatura, topi, uccelli, insetti. Mi ricordo di queste donne che lavavano i loro vestiti, si profumavano, si truccavano, e ridevano moltissimo tra di loro.
E poi mi ricordo tanti anni fa in India, a Varanasi, la città dove vanno a morire gli Indiani, mi ha avvicinato un folto gruppo di bambini che saltavano, ridevano come animali impazziti. I loro piedi erano grandi, deformi, gonfi come palloni. Ma i loro visi, i loro occhi, mi trasmettevano un senso di verità, di lucidità, di vitalità, di gioia.
Tante cose ho visto e vissuto in questi anni, spesso dimenticate, ma quegli occhi gioiosi nella discarica di Manila e sulla riva del Gange, li porterò con me per tutta la vita.
Penso a questo spettacolo La Gioia come ad un racconto semplice, essenziale.
Penso alla gioia come a qualcosa che c’entra con l’uscita dalla lotta, dal dolore, dal nero, dal buio.
Penso ai deserti, penso alle prigioni, penso alle persone che scappano da quelle prigioni, penso ai fiori.
Pippo Delbono

La Gioia sarà in tournée:

12 – 17 marzo 2018 presso gli 8th Theatre Olympics in India,
in particolare il 15 marzo a Delhi e il 17 marzo a Bhopal
12 luglio al Festival di Almada in Portogallo
19-21 ottobre Théâtre de Liège
8 -11 novembre 2018 al Teatro Storchi di Modena
14 e 15 novembre 2018 presso Le Manege Maubeuge – Scene National

 

 

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