Omaggio a Claudio Monteverdi nei 450 anni dalla nascita
L’Allabastrina Choir & Consort diretto da Elena Sartori
Basilica di Sant’Apollinare in Classe, lunedì 19 giugno ore 21
Il secondo appuntamento di Ravenna Festival 2017 dedicato a Claudio Monteverdi, come Omaggio nei 450 anni dalla nascita, vede Elena Sartori alla guida dell’Allabastrina Choir & Consort lunedì 19 giugno alle 21 alla Basilica di Sant’Apollinare in Classe. È questa vita un lampo, il titolo che la stessa Sartori ha voluto dare al concerto, è l’incipit di uno dei madrigali della Selva Morale e Spirituale, l’ultima opera data alle stampe a Venezia dal compositore tra il 1640 e il 1641, due anni prima della morte.
Spontaneità, rigoglio, eterogeneità, silenzio: ecco gli ingredienti per una buona Selva. Dall’ombra accogliente e immensa del primo Magnificat alle vertigini crepitanti del Dixit secondo (quasi rami spezzati dalla violenza della tempesta), dagli steli delicati del Salve Regina ai segni di tacet che sferzano il luogo e gli strumenti, celebrano per un attimo le voci e la fatica, costringendo ogni pensiero a ritornare a se stesso… Nel bosco monteverdiano non ci si perde, basta abbandonarsi al proprio inesausto bisogno di bellezza, per ritrovarsi al sicuro in pochi passi. E quando si distoglie dal testo sacro, nella Selva Monteverdi mette in musica versi di Petrarca, Grillo e anonimi: tutti cantano la brevità della vita, la scansione mortale della disillusione e lo scorrere inarrestabile del tempo.
Una raccolta ampia ed eterogenea, che comprende musica liturgica per la messa e i vespri nello stile antico insieme a movimenti della messa e salmi in stile concertato per organici vocali e strumentali, a cui si aggiungono alcuni brevi lavori extra liturgici, tra cui i cinque madrigali in lingua italiana che verranno eseguiti da Allabastrina Choir & Consort, e quattro mottetti a voce sola (uno di essi è il celebre Pianto della Madonna sopra il Lamento di Arianna). Ne risulta dunque una raccolta estremamente articolata dal punto di vista dello stile musicale, di cui i brani scelti per il programma del concerto intendono proporre alcuni esempi. “Monteverdi è il creatore del teatro in musica” osserva la stessa Elena Sartori e “la Selva Morale e Spirituale illumina quanto vi è di teatrale nella rappresentazione sacra. Ecco quindi fanfare di guerra, richiami in eco, fragori di cembalo, attacchi dell’arco sulle corde, bisticci di consonanti, dissonanze insistite, languidi sospiri e amorevoli cadenze”. Una teatralità volta a “sublimare all’infinito” sottolinea ancora la direttrice “l’origine di ogni mistero: la brevità della vita e la certezza della morte”.
Elena Sartori, ravennate, svolge attività concertistica in tutto il mondo come organista e direttore, a cui si è recentemente aggiunto il debutto in ambito operistico per l’esecuzione in forma di concerto dell’opera L’Orlando furioso di Vivaldi al Teatro del Giglio di Lucca. Molto attiva anche a Ravenna, nel 1995 ha creato il primo Coro professionale della Città per l’Ercole amante di Cavalli e tra il 2002 e il 2012 ha portato l’Associazione Polifonica a risultati riconosciuti a livello internazionale. È sostenitrice del Festival d’organo di San Vitale e cura progetti corali straordinari per il Teatro Alighieri, l’ultimo in ordine di tempo è la preparazione del coro Melodi Cantores per laCenerentola di Rossini, in scena lo scorso febbraio. È docente di Canto corale al Conservatorio di Bolzano e all’Accademia di Direzione Corale “Piergiorgio Righele” di Treviso.
Allabastrina Choir&Consort è un gruppo vocale e strumentale che Elena Sartori ha recentemente costituito per l’esecuzione del repertorio barocco, teatrale e sacro. Ha appena dato alle stampe il cd La Liberazione di Ruggiero dall’Isola di Alcina di Francesca Caccini, candidato all’International Music Press Award del 2017, dichiarato “Disco del Sole” del «Sole 24 Ore» nello scorso febbraio e definito “rivelazione discografica dell’anno” dal «New Yorker». L’ensemble è in procinto di affrontare la prima esecuzione assoluta dell’opera Orfeo di Luigi Rossi (1647), in programma al Boston Early Music Festival, a San Pietroburgo, Vienna e Danzica.
Omaggio a Claudio Monteverdi nei 450 anni dalla nascita
I Vespri dell’Assunta riproposti dai Solisti della Cappella Marciana
Basilica di San Vitale, domenica 11 giugno ore 21,30
Ravenna Festival celebra il 450° anniversario della nascita di Claudio Monteverdi con i Vespri dell’Assunta, una ricostruzione – ad opera di Marco Gemmani e dei Solisti della Cappella Marciana – di un Vespro del 15 agosto 1640, cantato a Venezia nella Basilica di San Marco, dove Monteverdi era maestro di cappella, che sarà riproposto, domenica 11 giugno alle 21.30, nella splendida cornice di San Vitale.
L’occasione del Vespro per l’Assunzione prevedeva una liturgia solenne a cantoribus duobus choris, (con la presenza dei cantori a due cori) secondo l’antica usanza marciana, in tutto si poteva contare su un organico di venticinque cantori, due organisti, due violinisti e una tiorba. Il coro era diviso in due parti: un piccolo gruppo di cantori nei matronei, mentre il rimanente, maestro compreso, si disponeva nel pulpito deputato ai cantori, il “bigoncio”. Lo stile diMonteverdi all’epoca era ormai lontano dalle sperimentazioni che avevano caratterizzato la sua musica per la rappresentazione scenica e che lo avevano reso famoso e si dirige piuttosto verso una maggiore essenzialità. Il vespro secondo l’uso marciano alterna melodie patriarchine con le opere corali del maestro, sempre in grado di stupire l’ascoltatore. Di alcuni partecipanti al rito ci sono pervenuti i diari e in uno di questi l’espressione di meraviglia è particolarmente suggestiva: “pareva che s’aprissero le cateratte dell’harmonia celeste et ella diluviasse da i chori angelici”. Monteverdi non ritenne necessario pubblicare le musiche composte per queste occasioni, furono date alle stampe solo sette anni dopo la sua morte, ad opera di un editore che pensò di raccogliere “non senza miracolo queste sacre reliquie per sodisfare alla comun divotione”.
Erede della cappella ducale istituita nel 1321, la Cappella Marciana ne prosegue l’attività, orgogliosa della sua prestigiosissima storia e delle intuizioni sonore sperimentate nella basilica marciana, che hanno segnato la storia della musica occidentale. Tra queste la policoralità, suggerita dalla particolare architettura di San Marco, dotata di due cantorie. La Cappella Marciana ha continuato fino ad oggi a eseguire regolarmente polifonia di pregio durante l’ufficio liturgico, sviluppando uno stile inconfondibile, alimentato della collaborazione di più di duecento compositori nel corso della sua storia. È dall’Ottocento che i maestri della Cappella Marciana hanno cominciato ad alternare le opere composte ex novo con il recupero delle pagine musicali nate all’interno di San Marco, al fine di mantenere vivo l’enorme patrimonio ereditato dal passato. In questa direzione si pone anche Marco Gemmani, alla guida della Cappella della Basilica di San Marco dal 2000. Musicista, compositore e musicologo, è uno dei fondatori di Accademia Bizantina e ha alle spalle una lunga esperienza di direzione corale e di didattica della direzione e composizione corale. Onorando il prestigioso incarico ottenuto a Venezia, si è specializzato nello studio della polifonia vocale antica, approfondendo soprattutto il repertorio veneziano e proponendolo non solo durante le funzioni di tutto l’anno, ma anche in importanti sedi concertistiche europee.
domenica 11 giugno |Basilica di San Vitale, ore 21.30
Omaggio a Claudio Monteverdi nei 450 anni dalla nascita
Vespri dell’Assunta
Ricostruzione dei vespri scritti a Venezia da Claudio Monteverdi intorno al 1640
I Solisti della Cappella Marciana
Julio Fioravante, Andrea Gavagnin, Gabriele Petruzzo, Aurelio Schiavoni alti
Marco Cisco, Raffaele Giordani, Enrico Imbalzano, Riccardo Martin, Alvise Mason, Marco Mustaro tenori
Giovanni Bertoldi, Thomas Mazzucchi, Claudio Pistolato, Alessandro Pitteri, Yiannis Vassilakis, Marcin Wyszkowski bassi
Enrico Parizzi, Nunzia Sorrentino violini
Gianluca Geremia tiorba
Nicola Lamon organo
direttore Marco Gemmani
“Pareva che s’aprissero le cateratte dell’harmonia celeste et ella diluviasse da i chori angelici”, è questa l’impressione che suscitavano i vespri solenni nella Basilica di San Marco nel 1640, quando Monteverdi ancora ne era maestro di cappella. Per la celebrazione dell’Assunta, il 15 agosto, era prevista la liturgia solenne a due cori, secondo cui mentre un piccolo gruppo cantava dai matronei, il resto del coro stava insieme al maestro nel “bigoncio”, il pulpito deputato ai coristi – in tutto si poteva contare su un organico di venticinque cantori, due organisti, due violinisti e una tiorba. Ma, nonostante lo straordinario impatto sui partecipanti al rito, l’autore non si curò di pubblicare queste musiche; fu l’editore, sette anni dopo la sua morte, a raccogliere “non senza miracolo queste sacre reliquie per sodisfare alla comun divotione”.