Sagre Musicali

Posted by on September 12, 2010

4 thoughts on “Sagre Musicali

  1. Il concerto finale preceduto ad Orvieto da una suggestiva esibizione del Coro Grex Vocalis di Oslo
    Le riflessioni sulla fine della vita terrena concludono il percorso mistico della Sagra Musicale Umbra 2010
    Al Teatro Morlacchi con la Hopfkapelle ed il Kammerchor di Stoccarda

    ‘I Pellegrinaggi dell’Anima’ era il titolo che ispirava i contenuti della Sagra Musicale Umbra 2010 giunta quest’anno all’importante traguardo della 65.ma edizione. La giornata conclusiva del festival, il 19 settembre, ha rappresentato l’ideale conclusione di un percorso dove poesia, misticismo, religioni e pensiero filosofico ne hanno tracciato la strada maestra, iniziata con la policentricit? di Jordi Savall e la sua proposta di musiche provenienti dalle culture di popoli dell’area mediterranea.

    La giornata finale ha segnato il coronamento perfetto di questo viaggio, che ha avuto come tappe intermedie Bruckner (Nona Sinfonia), Hindemith (Mathis der Mahler), Pergolesi (Vespro). Nel pomeriggio, nella superba cornice del Duomo di Orvieto, in questa edizione tornato ad ospitare concerti della Sagra dopo tantissimi anni di assenza, c’? stato uno straordinario concerto del Coro Grex Vocalis di Oslo diretto da Carl Hogset.

    Il coro ha eseguito un programma interamente costituito da musica polifonica di ispirazione religiosa che copriva un’ampia fetta della storia della musica ad iniziare da Giovanni Pierluigi da Palestrina con ‘Sicut cervus’ ed il Kyrie dalla Missa Papae Marcelli con brani poi di Mendelssohn, Brahms per finire ad autori contemporanei come Andew Smith, Arne Nordheim, Lorenzo Donati, John Taverner, Heinrich Poos, Sverre Bergh per un ampia panoramica sulla vocalit? religiosa che si concludeva con il magistrale ‘Ave maris stella’ di Edvard Grieg, giusto suggello per un concerto che ha entusiasmato e commosso il pubblico sia per la bellezza della musiche che per la splendida prova che ha fornito il coro Grex Vocalis, rivelatosi complesso vocale di straordinaria amalgama accoppiata ad una altrettanto straordinaria delicatezza nel canto.

    Il Teatro Morlacchi di Perugia ha ospitato il gran finale con un concerto che, come accennato, era la giusta conclusione del percorso intrapreso. Il filo conduttore della serata ? stato il mistero della morte, che ha focalizzato i pensieri di alcuni grandi musicisti sulla tematica della fine della vita.

    Schubert con la Sinfonia n. 8 in si minore (Incompiuta). Schumann con il Requiem per Mignon op. 98b per soli coro ed orchestra e l’immenso Requiem in do minore per coro e orchesta di Cherubini sono stati gli ingredienti della serata, rivelatasi intensa e trascinante.

    L’incompiuta di Schubert con le sue sonorit? misteriose ed enigmatiche, scritte in un periodo nel quale l’autore, per gli effetti della sua brutta malattia, sentiva molto evidentemente l’approssimarsi della fine. La morte traspare in ogni momento di questo brano, ad iniziare dal drammatico ‘Allegro moderato’ con la sua tonalit? d’impianto (si minore) che ci porta con lo spirito nel clima tragico di questo movimento cui l’ Andante con moto seguente solo apparentemente sembra lenire la tragedia mentre, al contrario, rafforza il senso di tristezza e di sofferenza interiore.

    Dopo Schubert due Requiem. Prima il Requiem per Mignon di Robert Schumann che ha chiuso la prima parte del concerto, straordinario canto funebre ispirato allo sfortunato personaggio goethiano che una misteriosa malattia la condusse ad una precoce morte. Poi il Requiem in do minore di Luigi Cherubini, scritto nel 1816 per ricordare Luigi XVI nell’anniversario della sua decapitazione. E’ una composizione di fondamentale importanza nella storia della musica perch? serv? da modello per i compositori che in seguito si cimentarono nella messa da concerto (Schumann, Verdi, Brahms, Berlioz solo per fare qualche esempio)

    L’esecuzione ? stata affidata alla Hofkapelle Stuttgart ed al Kammerchor Stuttgart sotto la direzione di Frieder Bermius complessi specializzati nella musica dell’800 che eseguono, nella parte strumentale, con l’utilizzo di strumenti d’epoca. Se escludiamo l’Incompiuta della quale ci hanno fornito una interpretazione troppo asciutta, anche discontinua, priva di quelle sonorit? romantiche che, a nostro giudizio, sono indispensabili per rappresentare quel travaglio interiore che anim? Schubert nel comporre questo capolavoro, l’esecuzione dei due Requiem sono stati di grande fascino e di inusuale resa sonora.

    Alla buona prova dell’insieme ha contribuito la disposizione del coro, non collocato dietro l’orchestra come tradizionalmente avviene, ma disposto su tre lati come ad abbracciare l’orchestra per una risultato sonoro di straordinaria efficacia sia per l’amalgama tra tutti gli esecutori sia per la felice resa della parte contrappuntistica delle pagine corali.

    Il pubblico che gremiva la splendida (architettonicamente e acusticamente) sala del Teatro Morlacchi di Perugia ha applaudito a lungo tutti gli interpreti a dimostrazione sia della bont? dell’esecuzione che della validit? del programma proposto.

    Vogliamo concludere con un bilancio di questa Sagra 2010 che ha avuto un’ottima partecipazione di pubblico. E’ stata questa la terza edizione curata da Alberto Batisti che ha impostato la prestigiosa manifestazione perugina in maniera contrastante rispetto al passato sia recente che remoto della Sagra.

    Con competenza, entusiasmo e passione ha dato alla manifestazione una struttura molto valida che sta dando, progressivamente, risultati sempre migliori. Apprezzabile l’abbinamento di repertorio ed interpreti ottenuto superando le difficolt? delle ristrettezze economiche che oggi affliggono la cultura, non trascurando una adeguata politica dei prezzi dei biglietti che consente la partecipazione di un pubblico sempre pi? vasto e variegato.

    Da approvare anche i concerti eseguiti nel resto dell’Umbria utili per la diffusione della musica e per la conoscenza delle bellezze artistiche, architettoniche e paesaggistiche che sono una delle peculiarit? di questo splendido angolo dell’Italia centrale.

    Claudio Listanti
    claudio.listanti@voceditalia.it
    25/9/2010

  2. Buona esecuzione del Vespro della Beata Vergine ricostruito da Malcom Bruno
    Un Pergolesi virtuale per la Sagra Musicale Umbra
    Alla Basilica di San Pietro con il Kolner Academie diretto da Michael Alexander Willens

    La Sagra Musicale Umbra 2010 ha dedicato a Giovanni Battista Pergolesi un interessante concerto, valido contributo alle celebrazioni del 300.mo anniversario della nascita del nostro grande musicista.

    Per l’occasione ? stato proposto al pubblico Il Vespro della Beata Vergine, in una ricostruzione curata dallo studioso Malcom Bruno, per un’operazione che, nel complesso, ha mostrato una sostanziale validit? musicologica e storiografica.

    L’ iniziativa di Malcom Bruno ? forse bizzarra, sicuramente molto rischiosa ma di notevole interesse, soprattutto perch? ha la caratteristica di mettere in evidenza all’ascoltatore la parabola compositiva di Pergolesi.

    Come ci spiega lo stesso Bruno nel saggio pubblicato nel programma di sala egli ? partito dagli eventi del 1732, quando Pergolesi si trovava a Napoli e proprio in quell’anno si verific? una serie di terremoti. A seguito di ci? fu deciso celebrare Sant’Emidio, protettore dei terremoti, con una messa ed un Vespro da eseguire il 31 dicembre di ogni anno. Per la prima celebrazione fu incaricato Pergolesi, allora ventiduenne ed astro nascente molto apprezzato nella Napoli musicale di allora, a produrre le musiche per una Messa in re maggiore ed un Vespro che comprendeva l’introito ‘Domine ad adjuvandum’ assieme a tre salmi: ‘Dixit Dominus’, ‘Laudate Pueri’ e ‘Confitebor Tibi’. Tali notizie furono riportate, nell’800, dal primo biografo pergolesiano Carlo Antonio de Rosa.

    Dell’evento non si sa molto di pi?, soprattutto se vi fossero altri brani che completassero la consuetudine di avere cinque salmi per le celebrazioni vespertine. Ad oggi sappiamo con certezza che il ‘Dixit Dominus’ ed il ‘Laudate Pueri’ ci sono arrivati in manoscritti autografi cos? come un frammento dell’introito; autentico ? il ‘Confitebori tibi’.

    Ad essi ? stato aggiunto, ad opera dei revisori, un ‘Magnificat’ basato su altro materiale pergolesiano ricavato da un inno sacro incompiuto, ‘In hac die quam decora’. Per completare la sequenza ? stato inserito il grandioso e drammatico ‘Salve Regina’ del 1736 con la conclusione di un ‘Amen’ ricavato dal materiale musicale dell’introito per consentire a tutto il brano di avere una ‘ideale’ chiusura.

    Si tratta, come i nostri lettori avranno compreso, di una operazione ‘virtuale’ ma, per quanto ci rigurada, possiamo dire che, all’ascolto, quanto proposto dai revisori ? stato di notevole fascino e rivela una certa continuit? nello spirito religioso che ha animato il compositore.

    Per quanto riguarda l’esecuzione gli organizzatori della Sagra hanno affidato la partitura alla Kolner Akademie che si ? esibita sotto la direzione di Michael Alexander Willens. Il complesso tedesco ha molto bene interpretato lo spirito della musica con una esecuzione che metteva efficacemente in risalto la religiosit? ed il misticismo che pervade tutta la composizione dedicando molta cura, specificatamente, alla dinamica della musica.

    La Kolner Akedemie, come molti complessi tedeschi, ? composta, sia per nella parte strumentale sia per quella vocale, da artisti molto preparati che dedicano alla musica passione e convinzione, elementi che danno sempre apprezzabili risultati per l ‘ascoltatore, proprio come ? avvenuto anche questa volta a Perugia, per un concerto che si ? giovato anche della splendida cornice della Basilica di San Pietro che, oltre alla sua strepitosa architettura, offre un’acustica tra le migliori per una chiesa.

    Concludiamo ricordando i nomi delle tre cantanti che hanno sostenuto con efficacia le parti soliste, tutte appartenenti al coro della Kolner Accademie: Gabriele Hierdeis e Myriam Arbouz (soprani) e Ursula Eittinger (mezzosoprano). Un pubblico numeroso ha seguito con attenzione ed entusiasmo tutto il concerto applaudendo a lungo al termine dell’esecuzione.

    Claudio Listanti
    claudio.listanti@voceditalia.it

  3. Successo di pubblico a San Gemini nella suggestiva cornice dell’Abbazia di San Nicolo’
    Un raro Cherubini per il Philippine Madrigal Singers
    Concerto inserito nella Sagra Musicale Umbra in collaborazione con la Fondazione Guido d’Arezzo

    Uno degli appuntamenti pi? interessanti della Sagra Musicale Umbra 2010, 65.ma edizione della prestigiosa rassegna perugina, era la proposta del Credo in Sol maggiore ad 8 voci con organo di Luigi Cherubini, una composizione, purtroppo, di rarissimo ascolto nonostante la sua straordinaria bellezza, inserita nel programma per celebrare il 250.mo anniversario della nascita del grande musicista, ricorrenza che nel nostro paese sta passando un po’ in sordina.

    E’, quindi, doveroso ringraziare gli organizzatori della Sagra per aver dato la necessaria attenzione a questo evento inserendo in diversi concerti del programma 2010 composizioni di Cherubini tra le quali il Requiem in Do minore uno dei piatti forti del concerto finale del 19 settembre al Teatro Morlacchi.

    Il Credo ad 8 voci di Cherubini ebbe una lunghissima gestazione. Fu composto negli anni che vanno dal 1778 al 1806, seguendo cos? in parallelo buona parte della parabola compositiva del musicista fiorentino. Presenta una architettura contrappuntistica straordinaria che dimostra la grande abilit? tecnica musicale messa al servizio di una espressione drammatica e teatrale che ne impreziosisce tutta la composizione.

    Ci ha molto impressionato il dolente ‘Crucifixus’ che possiede una teatralit? ottenuta con l’utilizzo reiterato del registro basso che ha dato a quell’episodio una non comune solennit?. Poi il gioioso ‘Et resurrexit’ mistico ed eloquente nello spirito religioso del pezzo con il colossale ‘Amen’ dove le 8 voci si intrecciano per costruire una grandiosa architettura sonora di straordinario effetto musicale.

    L’esecuzione di questo brano ? stata affidata al coro Philippine Madrigal Singers che si ? esibito sotto la guida del suo direttore Mark Anthony A. Caprio, complesso pluripremiato per la sua attivit? musicale. Tale operazione si ? rivelata uno dei punti di interesse della Sagra di quest’anno, in linea con la sua tradizione di internazionalit?. Infatti il coro ha studiato il Credo proprio per questa occasione inserendolo nel concerto di musiche del proprio repertorio; comprendiamo cos? come musicisti, geograficamente e culturalmente lontani da noi, siano invece cos? sensibili alla musica cos? detta ‘occidentale’, elemento che deve far riflettere sullo ‘status’ della musica nel nostro paese.

    L’esecuzione del brano di Cherubini si ? rivelata molto curata, forse mancava un po’ di attenzione alla dinamica del pezzo ma una frequentazione pi? assidua in questo repertorio pu? migliorare anche questo aspetto. Il Philippine Madrigal Singers ? stato pi? a suo agio nel suo repertorio tradizionale nel quale ha fornito una prova molto convincente applaudita a lungo dal pubblico che gremiva la Chiesa dell’Abbazia di San Nicol? a San Gemini, strepitosa cornice architettonica per questo concerto.

    Del resto del programma ci ha molto colpito ‘O magnum Mysterium’ di Javier Busto, brano del 1998 a 4 voci che presentava una felice ed inconsueta commistione tra la musica orientale dell’introduzione e gli accenni al gregoriano assieme a reminiscenze del musical americano del resto della composizione. Poi ‘De Profundis’ di John August Pamintuan su testo di Federcio Garcia Lorca con con un impressionante, martellante e reiterato canto proprio sulle parole ‘De Profundis’ ed un vorticoso finale. Anche Robert Schumann (altro musicista celebrato in questa Sagra per il 200.mo anniversario della nascita) era presente nel programma con ‘Talismane’ su testo di Goethe pagina di stampo liederistico ma dalle parole molto attuali come ‘Gottes ist der Orient! Gottes ist der Occident!’ (L’Oriente e di Dio! L’Occidente ? di Dio’!) che precedono l’ Amen finale.

    Completavano il programma musiche di Z. Randall Stroope, due canti tradizionali filippini, ‘Pamagum’ di Francisco F. Feliciano, Andrea Morricone, l’immancabile (nei conerti dei nostri giorni) Astor Piazzola con ‘Oblivion’ un bel Tango senza parole ed un celebre spiritual ‘I can tell the world’ arrangiato da Moses Hogan a 4 voci.

    Concludiamo ricordando che il concerto ? stato realizzato in collaborazione con la Fondazione Guido d’Arezzo, istituzione di fondamentale importanza per la diffusione della musica polifonica e da anni prezioso ‘partner’ della Sagra Musicale Umbra, di cui ha contribuito ad accrescere il successo ed il consenso.

    Claudio Listanti
    claudio.listanti@voceditalia.it

  4. Successo al Teatro Morlacchi per l’orchestra dei giovani fondata da Claudio Abbado
    Lo splendido suono della Gustav Mahler Jugendorchester
    Hindemith e Bruckner per i ‘Pellegrinaggi dell’Anima’ della Sagra 2010

    Dopo la suggestiva inaugurazione della 65.ma Sagra Musicale Umbra svoltasi nella straordinaria cornice della Chiesa di San Bevignate, per presentare un concerto di Jordi Savall che ? stato l’ incipit pi? appropriato per una rassegna che si ispira a ‘I Pellegrinaggi dell’Anima’, nella seconda giornata del festival questo percorso spirituale ? proseguito con un concerto che proponeva due composizioni di grande ispirazione religiosa, la Sinfonia Mathis der Maler di Paul Hindemith e la Sinfonia n.9 in Re minore di Anton Bruckner, testamento spirituale del grande musicista austriaco.

    Ad eseguire questo impegnativo programma ? stata chiamata una delle formazioni orchestrali pi? in vista del momento, la Gustav Mahler Jugendorchester, applaudita in ogni parte del mondo e che, anche in questa occasione, ha incantato il pubblico convenuto numeroso presso il Teatro Morlacchi di Perugia.

    Fondata nel 1986 dal grande Claudio Abbado che attualmente ne ? il Direttore Musicale, ? costituita interamente da giovani strumentisti scelti da una commissione dopo una severa selezione e, fin dalla sua nascita, ha sempre riscosso grandi successi nelle sale presso la quale si ? esibita.

    Anche questa volta a Perugia abbiamo avuto modo di apprezzare la sua straordinaria resa d’insieme realizzata tramite un’invidiabile amalgama fra tutti i componenti indice di una preparazione ed una professionalit? non comune. E’ un piacere sentirli suonare. Ogni famiglia di strumenti suona con totale affiatamento. Basta ascoltare la sezione dei violini o dei violoncelli per renderci conto della loro bravura. La sezione dei corni, poi, esibisce un virtuosismo straordinario che spesso, anche formazioni celebrate non raggiungono.

    La cosa che pi? colpisce ? l’ entusiamo con il quale, tutti, si impegnano nell’esecuzione. Tale elemento traspare con molta evidenza agli occhi del pubblico ed ? un entusiasmo che sovente, anche presso orchestre altrettanto titolate, non si avverte.

    Un’orchestra come questa si ? rivelata ideale per il programma della serata dove i brani di Hindemith e Bruckner eseguiti, impegnano a fondo l’abilit? di tutti gli strumentisti, esaltando con forza anche le qualit? dei solisti.

    Molto intensa ? stata l’esecuzione di Mathis der Maler con la sua religiosit? che pervade tutti e tre i movimenti, gioiosa nel ‘Concerto degli Angeli’, dolorosa e drammatica ne ‘La deposizione’ ed infine mistica e grandiosa ne ‘Le tentazioni di Sant’Antonio’ con l’orchestra che ha esaltato i colori strumentali che Hindemith scrisse ammaliato dai colori pittorici di Mathias Grunewald (recenti studi pongono in discussione il nominativo)

    Poi le grandi sonorit? della Nona di Bruckner nelle quali sono molto ben presenti gli insegnamenti wagneriani e dove si intravede con decisione il tardo Mahler. Grandiosi i fortissimi della prima parte della sinfonia, cos? come efficaci sono stati l’eleganza sonora dello Scherzo centrale e l’immortale Adagio finale con lo straordinario effetto delle tube wagneriane per finire nel progressivo spegnersi della musica con quel senso di ‘sospensione’ che le dona la caratteristica di ‘incompiuta’ della sinfonia e che lascia un po’ disorientato lo spettatore che, a quel punto, immagina, un finale grandioso che purtroppo la morte del musicista ha negato.

    Il concerto ? stato diretto dal giovane tedesco David Afkham, considerato una delle pi? promettenti bacchette dei nostri giorni. Ha gi? al suo attivo la conduzione di importanti orchestre, oltre alla Mahler Jugendorchester anche, per fare qualche esempio, la Los Angeles Philarmonic e la Chicago Symphony oltre a riconoscimenti in concorsi internazionali. Per quanto ci riguarda, non ci sembra abbia dato al concerto un’impronta determinante, la cui riuscita, a nostro parere, ? da attibuirsi senza dubbio alla preparazione ed alla professionalit? di tutta l’orchestra.

    Soprattutto in Bruckner non ? riuscito a dare all’esecuzione quella continuit? e quell’ intensit? indispensabili per superare l’ elefantiasi di cui soffrono le opere sinfoniche del musicista austriaco. Comunque Afkham parte da buone basi, migliorer? senza dubbio con la piena maturit? e l’esperienza esecutiva.

    Al termine del concerto (12 settembre) numerosi e convinti applausi del pubblico ma anche molte richieste di bis.

    Claudio Listanti
    claudio.listanti@voceditalia.it

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