Nina Tarandek Malaspina
Roland Schneider Guest
Simon Bode Servant
Christian Miedl Malaspina
Salvatore Sciarrino libretto
Ensemble Algoritmo
Marco Angius conductor
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Nina Tarandek Malaspina Roland Schneider Guest Simon Bode Servant Christian Miedl Malaspina Salvatore Sciarrino libretto Ensemble Algoritmo Marco Angius conductor
Nina Tarandek Malaspina
Roland Schneider Guest
Simon Bode Servant
Christian Miedl Malaspina
Salvatore Sciarrino libretto
Ensemble Algoritmo
Marco Angius conductor
Luci mie traditrici presentata a Montepulciano in coproduzione con l’Opera di Francoforte
Sciarrino musicista di sensazioni
Apprezzata esecuzione di Marco Angius con l’Ensemble Algoritmo. Regia di Christian Pade
Dopo il verdiano Un giorno di Regno e la satira feroce di Britten con il suo Albert Herring, il terzo appuntamento con l’opera lirica di questo interessantissimo Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano che da qualche giorno ha cocluso la sua 35.ma edizione, era dedicato alla musica d’avanguardia con ‘Luci mie traditrici’, un’opera di Salvatore Scarrino, composta nel 1998 e che il Cantiere ha prodotto assieme all’Opera di Francoforte, per una collaborazione che costituisce un elemento di novit? nella storia di questo festival che ha sempre offerto spunti stimolanti di grande pregnanza artistica.
Nonostante ‘Luci mie traditrici’ abbia avuto grande seguito nel mondo musicale europeo dopo la prima del 1998, in Italia, paese notoriamente ‘allergico’ alla musica contemporanea, non era mai stata rappresentata, per cui dobbiamo riconoscere al Cantiere guidato da Detlev Glanert, il merito di aver acceso i riflettori su questo autore, per giunta, uno dei maggiori musicisti che la nostra cultura di oggi abbia prodotto.
Lo stesso Sciarrino ha scritto il testo, prendendo ispirazione da un’opera seicentesca, ‘Il tradimento per l?onore’ di Giacinto Andrea Cicognini e per il prologo dall?elegia di Claude Le Jeune del 1608.
Quattro sono i protagonisti: la Malaspina, il Malaspina, l?Ospite e un servo della casa. Parole e musica si integrano tra loro in maniera perfetta: un testo stringato ed essenziale fa da base alla parte musicale che ne sintetizza lo spirito per comunicare allo spettatore non azioni o movimenti ma sensazioni drammatiche. Elementi questi che hanno esaltato la poetica musicale e teatrale di Salvatore Sciarrino.
La parte visiva ? stata di straordinaria integrazione ad una visione dell’opera lirica cos? particolare. Alexander Lintl ha concepito delle scene di carattere molto seicentesco e barocco, con tre parallelepipedi realizzati con delle assi di legno, semplici ma efficaci, perch? sapientemente manovrati per dare il giusto risalto agli stati d’animo del momento. I costumi, dello stesso Lintl, erano pienamente funzionali a questa concezione.
Il senso del dramma incombente era sottolineata dagli scarni movimenti che efficacemente completavano questa sorta di ‘ermetismo’ teatrale, un’impronta di classe che la regia di Christian Pade ha imposto. Le luci di Gianni Trabalzini sono state pienamente funzionali a questa realizzazione rivelandosi elemento ideale per completarne la poetica ed il significato.
La parte vocale si ? rivelata molto difficile. Realizzata con una continua ‘messa di voce’ ma bilanciato da momenti semplicemente parlati per un effetto sonoro che possiamo dire discendente dallo ‘Sprechgesang’ schoemberghiano che fondeva parlato e cantato per dare impulso all’espressionismo tedesco, linea di canto che, ci sembra, Sciarrino abbia felicemente sintetizzato.
Nella parte musicale apprezzabili sono stati i riferimenti allo stile musicale ‘barocco’ del primo interludio, omaggio all’origine del testo cos? come ? stata di enorme pregnanza quella sorta di marcia funebre o musica funebre che ci ha introdotto al finale lugubre e drammatico.
L’opera per? soffre della mancanza di ‘percepibilit?’ come spesso avviene per la musica d’avanguardia, elemento poco curato dai musicisti che ne fanno parte, che rende la fruizione dello spettacolo o del brano estremamente problematica per buona parte del pubblico.
Marco Angius ha diretto l’ Ensemble Algoritmo in una esecuzione che ancora una volta ha dimostrato la loro alta specializzazione nella musica di questo genere che ne fa uno dei complessi pi? in vista del panorama musicale europeo. L’elogio finale va ai cantanti per essersi impegnati in parti vocali di cos? grande difficolt?: Nina Tarandek (soprano), Christian Miedl (baritono), Roland Schneider (controtenore) e Simon Bode (baritono).
La recita alla quale abbiamo assistito (1 agosto) ? stata molto applaudita dal pubblico che ha dimostrato di gradire lo spettacolo chiamando al proscenio, ripetutamente, tutti gli intepreti.
Claudio Listanti
claudio.listanti@voceditalia.it
4/8/2010