Essere o non essere attori durante l?invasione di Varsavia.
TO BE OR NOT TO BE ? una commedia degli equivoci giocata nel clima oppressivo della invasione di Varsavia da parte delle truppe naziste. I personaggi che nel film che Alan Johnson gir? negli anni ottanta furono di Mel Brooks e Anne Brancroft sono qui interpretati da Giuseppe Pambieri e Daniela Mazzuccato. Esiste anche una trasposizione cinematografica di Ernst Lubitsch del 1942 E? il 1930, Ian e Maria recitano nel Teatro di Varsavia un testo a favore della libert? quando giunge la notizia che i nazisti hanno invaso la Polonia e la compagnia ? costretta a ripiegare su Amleto. Mentre Jan recita ?Essere o non essere? Maria si fa raggiungere in camerino da un ufficiale e proprio da ci? nasce il coinvolgimento del gruppo in una storia di spionaggio, da cui uscir? soltanto grazie alla capacit? di Maria di volgere a proprio favore le situazioni. Muovendosi sicura del suo fascino con intuizione tutta femminile e con intelligenza degna di un Macchiavelli volger? al meglio una situazione disperata. Ogni elemento della compagnia si salver? recitando, quasi a indicare una strada nella disperazione quando l?unica via di salvezza di fronte all?orrore ? la via dell?arte e la bellezza. Le scene comiche, le situazioni paradossali, gli equivoci si fondano su un umorismo intelligente, basato sulla parola pi? che sulle azioni. Alla fine il capo compagnia Jan – Giuseppe Pambieri si sostituir? a una spia tedesca, ottenendo il lasciapassare per salvare la vita di tutti nel lieto fine cantato fra la gioia di tutti, pubblico compreso. La commedia induce alla riflessione su temi sostanziali quali il valore della pace, della libert?, del rispetto dei diritti dei singoli, la difesa della patria e, sul piano privato, la lealt? di coppia. Temi grandi trattati col tono leggero della commedia elegante da attori di consumata esperienza e bravura. I cambi di scena avvengono in maniera simultanea allo spegnersi delle luci, grazie ad apparecchiature mobili che si muovono velocemente, senza tempi morti, come in un film. Dal soggetto originale dell?autore ungherese Melchior Lengyel la scrittrice Maria Letizia Compatangelo ha tratto un copione che non si concede tregua e non ne da allo spettatore, avvinto dall?inizio alla fine dalla bella regia di Antonio Calenda nella produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. Un tributo particolare va a Daniela Mazzuccato, soprano lirico convertito all?operetta, che disegna con precisione il carattere della protagonista, una donna curiosa, fantasiosa, ma sostanzialmente leale, a cui presta le bella figura slanciata, le movenze aristocratiche e il fascino dell?attrice, irresistibile per gli uomini e soprattutto per Jan, sempre geloso e perdutamente innamorato. Gli attori vivono sospesi fra la realt? e la finzione, far l?essere e il non essere in una dicotomia resa evidente dal gioco continuo della contrapposizione fra gli eventi reali e quelli previsti dal copione che convivono nel palcoscenico. Le belle musiche originali di Nicola Piovani sono un punto di forza della commedia unitamente alla bravura dei due interpreti e dei comprimari. Affascinante l?aria cantata dalla Mazzuccato nel primo atto e il motivo finale intonato da tutti gli attori, accompagnato dagli applausi del pubblico letteralmente conquistato.
Attilia Tartagni 20.01.2010
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Essere o non essere attori durante l?invasione di Varsavia.
TO BE OR NOT TO BE ? una commedia degli equivoci giocata nel clima oppressivo della invasione di Varsavia da parte delle truppe naziste. I personaggi che nel film che Alan Johnson gir? negli anni ottanta furono di Mel Brooks e Anne Brancroft sono qui interpretati da Giuseppe Pambieri e Daniela Mazzuccato. Esiste anche una trasposizione cinematografica di Ernst Lubitsch del 1942 E? il 1930, Ian e Maria recitano nel Teatro di Varsavia un testo a favore della libert? quando giunge la notizia che i nazisti hanno invaso la Polonia e la compagnia ? costretta a ripiegare su Amleto. Mentre Jan recita ?Essere o non essere? Maria si fa raggiungere in camerino da un ufficiale e proprio da ci? nasce il coinvolgimento del gruppo in una storia di spionaggio, da cui uscir? soltanto grazie alla capacit? di Maria di volgere a proprio favore le situazioni. Muovendosi sicura del suo fascino con intuizione tutta femminile e con intelligenza degna di un Macchiavelli volger? al meglio una situazione disperata. Ogni elemento della compagnia si salver? recitando, quasi a indicare una strada nella disperazione quando l?unica via di salvezza di fronte all?orrore ? la via dell?arte e la bellezza. Le scene comiche, le situazioni paradossali, gli equivoci si fondano su un umorismo intelligente, basato sulla parola pi? che sulle azioni. Alla fine il capo compagnia Jan – Giuseppe Pambieri si sostituir? a una spia tedesca, ottenendo il lasciapassare per salvare la vita di tutti nel lieto fine cantato fra la gioia di tutti, pubblico compreso. La commedia induce alla riflessione su temi sostanziali quali il valore della pace, della libert?, del rispetto dei diritti dei singoli, la difesa della patria e, sul piano privato, la lealt? di coppia. Temi grandi trattati col tono leggero della commedia elegante da attori di consumata esperienza e bravura. I cambi di scena avvengono in maniera simultanea allo spegnersi delle luci, grazie ad apparecchiature mobili che si muovono velocemente, senza tempi morti, come in un film. Dal soggetto originale dell?autore ungherese Melchior Lengyel la scrittrice Maria Letizia Compatangelo ha tratto un copione che non si concede tregua e non ne da allo spettatore, avvinto dall?inizio alla fine dalla bella regia di Antonio Calenda nella produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. Un tributo particolare va a Daniela Mazzuccato, soprano lirico convertito all?operetta, che disegna con precisione il carattere della protagonista, una donna curiosa, fantasiosa, ma sostanzialmente leale, a cui presta le bella figura slanciata, le movenze aristocratiche e il fascino dell?attrice, irresistibile per gli uomini e soprattutto per Jan, sempre geloso e perdutamente innamorato. Gli attori vivono sospesi fra la realt? e la finzione, far l?essere e il non essere in una dicotomia resa evidente dal gioco continuo della contrapposizione fra gli eventi reali e quelli previsti dal copione che convivono nel palcoscenico. Le belle musiche originali di Nicola Piovani sono un punto di forza della commedia unitamente alla bravura dei due interpreti e dei comprimari. Affascinante l?aria cantata dalla Mazzuccato nel primo atto e il motivo finale intonato da tutti gli attori, accompagnato dagli applausi del pubblico letteralmente conquistato.
Attilia Tartagni 20.01.2010