RAVENNA ? Il teatro Alighieri ha aperto la stagione d?opera 2009/2010 con uno dei pi? bei titoli di Antonio Vivaldi: il Tito Manlio . L?opera del grande compositore veneziano, purtroppo sconosciuta alla maggior parte degli appassionati, si ? rivelata un vero gioiello musicale, ricco di arie memorabili ma anche di recitativi di inconsueta raffinatezza. Risulta quindi lodevole la scelta attuata dall? Alighieri di riportare sulle scene una simile rarit?, avvalendosi dell? allestimento del Festival Opera Barga del 2003, curato dal regista Alessio Pizzech e dai suoi collaboratori Michele Ricciarini (scene), Cristina Aceti (costumi) e Enrico Finocchiaro (luci). L? ispirato direttore, e per l? occasione appassionato violino solista, Stefano Montanari ha guidato l? Accademia Bizantina in maniera toccante nei momenti pi? drammatici e con energia nelle arie pi? vivaci, ed ha anche preso parte allo spettacolo visivo quando la regia lo ha richiesto. Regia che, in controtendenza con le mode attuali, si ? mossa attorno a una confortante tradizione, pur non disdegnando alcune idee argute. Il cast vocale ? stato dominato dal Manlio di Giacinta Nicotra, specialista del repertorio barocco, ma hanno guadagnato grandi consensi fra il pubblico anche il protagonista Sergio Foresti, un Tito furioso alle prese con arie difficilissime, e il baritono Christian Penn, cantante-attore nel ruolo di Lindo. Hanno completato con onore la locandina Romina Tomasoni (Servilia), Kornelia Bakos (Vitellia), Valentina Coladonato (Lucio), Margherita Settimo (Decio) e Nicola Pisaniello (Geminio). Caldo successo per tutti i protagonisti e in particolare per il direttore e violino solista Stefano Montanari, un inconsueto doppio ruolo, il suo, che al giorno d?oggi raramente ? possibile apprezzare.
Michele Donati
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RAVENNA ? Il teatro Alighieri ha aperto la stagione d?opera 2009/2010 con uno dei pi? bei titoli di Antonio Vivaldi: il Tito Manlio . L?opera del grande compositore veneziano, purtroppo sconosciuta alla maggior parte degli appassionati, si ? rivelata un vero gioiello musicale, ricco di arie memorabili ma anche di recitativi di inconsueta raffinatezza. Risulta quindi lodevole la scelta attuata dall? Alighieri di riportare sulle scene una simile rarit?, avvalendosi dell? allestimento del Festival Opera Barga del 2003, curato dal regista Alessio Pizzech e dai suoi collaboratori Michele Ricciarini (scene), Cristina Aceti (costumi) e Enrico Finocchiaro (luci). L? ispirato direttore, e per l? occasione appassionato violino solista, Stefano Montanari ha guidato l? Accademia Bizantina in maniera toccante nei momenti pi? drammatici e con energia nelle arie pi? vivaci, ed ha anche preso parte allo spettacolo visivo quando la regia lo ha richiesto. Regia che, in controtendenza con le mode attuali, si ? mossa attorno a una confortante tradizione, pur non disdegnando alcune idee argute. Il cast vocale ? stato dominato dal Manlio di Giacinta Nicotra, specialista del repertorio barocco, ma hanno guadagnato grandi consensi fra il pubblico anche il protagonista Sergio Foresti, un Tito furioso alle prese con arie difficilissime, e il baritono Christian Penn, cantante-attore nel ruolo di Lindo. Hanno completato con onore la locandina Romina Tomasoni (Servilia), Kornelia Bakos (Vitellia), Valentina Coladonato (Lucio), Margherita Settimo (Decio) e Nicola Pisaniello (Geminio). Caldo successo per tutti i protagonisti e in particolare per il direttore e violino solista Stefano Montanari, un inconsueto doppio ruolo, il suo, che al giorno d?oggi raramente ? possibile apprezzare.
Michele Donati