Rossini

Posted by on February 3, 2025

Théâtre du Châtelet  2007 Paris Marchesa Clarice Sonia Prina Baronessa Aspasia Jennifer Holloway Donna Fulvia Laura Giordano Conte Asbrubale Francois Lis Cavalier Giocondo José Manuel Zapata Macrobio Joan Martín-Royo Pacuvio Christian Senn Fabrizio Filippo Polinelli Direttore Jean-Christophe Spinosi ROSSINI FLAMBE’ Opera buffa in cucina con Federica Belmessieri, Tanja Horstmann, Angela Pezzi, Maria Regosa, Renato Valmori

Théâtre du Châtelet  2007
Paris

Marchesa Clarice Sonia Prina
Baronessa Aspasia Jennifer Holloway
Donna Fulvia Laura Giordano
Conte Asbrubale Francois Lis
Cavalier Giocondo José Manuel Zapata
Macrobio Joan Martín-Royo
Pacuvio Christian Senn
Fabrizio Filippo Polinelli

Direttore Jean-Christophe Spinosi

ROSSINI FLAMBE’
Opera buffa in cucina

con Federica Belmessieri, Tanja Horstmann, Angela Pezzi, Maria Regosa, Renato Valmori
Regia Alberto Grilli

Teatro Due Mondi

SABATO 22 FEBBRAIO 2025 ore 21
TEATRO COMUNALE DI PREDAPPIO

Rossini flambé si presenta come una divertente e scatenata sequenza di canti, testi e comiche situazioni che, come una ricetta elaborata, mescola temi che variano dagli ingredienti in cucina all’amore, dal vino ai piaceri della vita. L’antefatto è l’improbabile e fortunoso ritrovamento di un manoscritto giovanile di Gioacchino Rossini, perduto da qualche parte nelle terre di Romagna, dove visse la sua giovinezza. E la storia svelata assume i toni così congeniali alla fantasia dell’autore: amore, musica, cucina… Ci troviamo all’interno di una trattoria gestita da due fratelli “gemelli” ma assolutamente non somiglianti tra loro, Otello ed Idilio, in cui lavorano anche due aiuto-cuoche e un inserviente. Sulla difficile scelta tra un menù legato alla tradizionale cucina regionale, e un altro più attento alle contemporanee esigenze salutiste, iniziano le contrapposizioni tra i due fratelli, che trovano alleate o nemiche le loro collaboratrici. I cuochi cantano e suonano strumenti di cucina, casseruole, pentole e posate, indossano maschere che insieme alla cucina e alla musica, richiamano un’altra italianità famosa nel mondo, la Commedia dell’Arte. Di quadro in quadro gli scatenati cuochi trascinano il pubblico in una girandola di imprevisti, schermaglie amorose, dispetti e disastri culinari, successi e trionfi di gusto e di piacere. Rossini flambé è uno spettacolo per grandi e piccoli che racconta dell’Italia e dei suoi sapori e suoni, che porta allo scoperto la passione verso la vita e i suoi piaceri come tratto caratteristico della nostra cultura popolare. Pensiamo alla cucina come luogo di convivialità per eccellenza e al teatro e alla musica come spazi di condivisione di storie e emozioni. C’è quindi gioia nel condire con risate e meraviglia ogni scena dello spettacolo, c’è felicità perché torniamo a incontrare di nuovo il pubblico. Partendo dalle sonorità dell’opera buffa, Antonella Talamonti, collaboratrice storica di Giovanna Marini, ha composto per questo lavoro musiche e arrangiamenti originali che si alternano alle Ouverture rossiniane più famose e che raccontano di passioni e contrasti in cucina.

ARENA FORLÌ ESTATE 2024
Teatro Diego Fabbri alla Rocca di Caterina

Giovedì 4 luglio ore 21.15
TEATRO DUE MONDI
Rossini Flambè
Opera buffa in cucina

con Federica Belmessieri, Tanja Hostmann, Angela Pezzi, Maria Regosa, Renato Valmori

musiche Antonella Talamonti
regia di Alberto Grilli

Appuntamento per tutti i bambini, le bambine e le loro famiglie all’Arena Rocca di Caterina di Forlìper la r assegna Teatro Diego Fabbri Estate 2024. Giovedì 4 luglio, alle ore 21.15, il Teatro Due Mondi sarà in scena con lo spettacolo Rossini Flambè. Opera buffa in cucina, interpretato da Federica Belmessieri, Tanja Hostmann, Angela Pezzi, Maria Regosa e Renato Valmori, per la regia di Alberto Grilli.
Rossini flambé si presenta come una divertente e scatenata sequenza di canti, testi e comiche situazioni che, come una ricetta elaborata, mescola temi che variano dagli ingredienti in cucina all’amore, dal vino ai piaceri della vita.
L’antefatto è l’improbabile e fortunoso ritrovamento di un manoscritto giovanile di Gioacchino Rossini, perduto da qualche parte nelle terre di Romagna, dove visse la sua giovinezza. E la storia svelata assume i toni così congeniali alla fantasia dell’autore: amore, musica, cucina…
Ci troviamo all’interno di una trattoria gestita da due fratelli “gemelli” ma assolutamente non somiglianti tra loro, Otello ed Idilio, in cui lavorano anche due aiuto-cuoche e un inserviente. Sulla difficile scelta tra un menù legato alla tradizionale cucina regionale, e un altro più attento alle contemporanee esigenze salutiste, iniziano le contrapposizioni tra i due fratelli, che trovano alleate o nemiche le loro collaboratrici. I cuochi cantano e suonano strumenti di cucina, casseruole, pentole e posate, indossano maschere che insieme alla cucina e alla musica, richiamano un’altra italianità famosa nel mondo, la Commedia dell’Arte.

https://www.raiplay.it/video/2018/05/ROSSINI—STABAT-MATER-e3347873-7f65-448d-87d1-24e2ac85425c.html

Auditorium Parco della Musica 218

 Mozart Sinfonia n. 39 K 543
Rossini Stabat Mater
in occasione dei 150 anni della morte del compositore

Ivor Bolton conductor

Eleonora Buratto soprano
Veronica Simeoni mezzosoprano
Paolo Fanale tenore
Roberto Tagliavini basso

Ciro Visco direttore del Coro

150th from dead

Michele Mariotti, direttore

ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA

Yolanda Auyanet, soprano
Veronica Simeoni, mezzosoprano
Antonino Siragusa, tenore
Marko Mimica, basso

Direttore Jader Bignamini
Regia, Scene, Costumi e Luci Massimo Gasparon

Giuliana Gianfaldoni soprano
Vasilisa Berzhanskaya mezzosoprano
Ruzil Gatin tenore
Riccardo Fassi basso

Coro del Teatro Ventidio Basso
Maestro del coro Giovanni Farina
Filarmonica Gioachino Rossini

Coro del Teatro Petruzzelli 2019

Conductor Fabrizio Cassi

soprano MICHELA GUARRERA
mezzosoprano CECILIA MOLINARI
tenore RICCARDO DELLA SCIUCCA
basso MATTHIAS WINCKHLER
pianoforte ROCCO TOSCANO | CHIARA PULSONI
armonium GAETANO MAGARELLI

Gioachino Rossini  Petite messe solennelle, per soli, coro misto, due pianoforti e armonium

Gioachino Rossini Petite Messe Solennelle

Coro del Teatro La Fenice
Claudio Marino Moretti Maestro del Coro e Direttore

soprano Carmela Remigio
contralto Cecilia Molinari
tenore Antonio Poli
basso Alex Esposito

pianoforti Alberto Boischio, Raffaele Centurioni
harmonium Roberto Brandolisio

riprese video Zeta Group
audiovisivi Teatro La Fenice

ROF 2020

GIOVANNA D’ARCO
Cantata a voce sola
Elaborazione per orchestra di Salvatore Sciarrino
Edizione Casa Ricordi

Mezzosoprano MARIANNA PIZZOLATO
ORCHESTRA SINFONICA G.ROSSINI

Giovanna d’arco, Rossini
cantata for mezzo-soprano & piano

Emily D’Angelo, mezzo-soprano
Steven Philcox, pianist

Live at Koerner Hall
November 10, 2016

“Alla Gloria”, Gioachino Rossini
Piano Cecile Restier

Stabat Mater

ROF 2015

Direttore Michele Mariotti
Orchestra e del Coro del Teatro Comunale di Bologna

Yolanda Auyanet
Anna Goryachova
René Barbera
Nicola Ulivieri

Maggio 2018

direttore
Michele Mariotti

soprano
Yolanda Auyanet

mezzosoprano
Veronica Simeoni

 tenore
Antonino Siragusa

basso
Marko Mimica

Coro del Comunale Bologna
preparato da Andrea Faidutti

Concerto vocale aperitivo

Rossini… in soRsi

dedicato a G. Rossini nell’anno del suo non compleanno

e a W. A. Mozart… aspettando la Petite Messe Solennelle

Coro e solisti

del Conservatorio B. Maderna

Federica Balucani: soprano

Katalin Pribelski: mezzosoprano

Michele Soldo baritono

Franco Ugolini pianoforte

Giancarlo Peroni pianoforte

Massimo Navarra harmonium

Direttore Paola Urbinati

Lunedi 15 Maggio 2017 ore 17.30

Foyer del Teatro Bonci – Cesena

Da non perdere il Concerto aperitivo nel Foyer del Teatro Bonci di Cesena Lunedi 15 maggio ore 17.30 con il Coro ed i Solisti del Conservatorio B.Maderna diretti da Paola Urbinati.

Si esibiranno il soprano Federica Balucani,il mezzosoprano Katalin Pribelski, il baritono Michele Soldo,al pianoforte Franco Ugolini e Giancarlo Peroni, all’harmoniun Massimo Navarra.

Alcune pagine dalla Petite Messe Solennelle anticipano l’esecuzione integrale del capolavoro rossiniano prevista nel 2018 per le celebrazioni del 150° dalla morte. Questo capolavoro può essere considerata il testamento spirituale di Rossini. Forse presago della morte che avverrà cinque anni dopo, il compositore scrive rivolgendosi a Dio, in calce all’ultimo brano : ” Ero nato per l’opera buffa, lo sai bene! Poca scienza, un poco di cuore, tutto qua. Sii dunque benedetto e concedimi il Paradiso. »

Ai brani sacri della Messe e dello Stabat Mater sempre di Rossini sono abbinati i “Pezzi di vecchiaia”, cosi come l’autore amava chiamare i lavori brillanti e divertenti che in eta’ senile, una volta abbandonata la carriera operistica, destinò ad intrattenere gli ospiti nella sua villeggiatura di Passy.

In pendant con i divertimenti senili di Rossini , completano il programma alcuni divertimenti giovanili di W.A. Mozart: i Notturni, per trio vocale accompagnato, con note di calda sensualità, fedeli al galante e tenero erotismo della convenzione settecentesca.

 

La Pietra del Paragone

Piccola Scala 1982

Daniela Dessi
Ugo Benelli
Alessandro Corbelli
Silvano Pagliuca

Orchestra del teatro alla Scala
conductor Piero Bellugi

8 thoughts on “Rossini

  1. BUFFI SI NASCE: BRUNO PRATICO’ A SASSO MORELLI PER L’EMILIA ROMAGNA FESTIVAL

    Si ? tenuto nel suggestivo cortile di Villa la Babina, ora Centro Direzionale Clai, il concerto del basso buffo Bruno Pratic?, rivelatosi uno degli eventi di punta dell?Emilia Romagna Festival 2013, appuntamento che di anno in anno acquista sempre pi? prestigio e qualit?. Nella serata del 7 settembre, baciata da un delizioso clima di fine estate, sono risuonate le note delle pi? celebri opere buffe: dai capolavori mozartiani (in realt? non cos? buffi come vorrebbe una tradizione criticamente non troppo sottile, ma tant??) al Matrimonio segreto di Cimarosa, fino agli immancabili titoli rossiniani. Si ? insomma toccato il repertorio che ha fatto di Pratic? uno dei pi? grandi bassi buffi di sempre, conferendo a ruoli spassosissimi un?impronta personale ed estremamente riconoscibile, sulla scia della lezione dell?indimenticabile Enzo Dara. Ad accompagnare Pratic?, l?ensemble dei Fiati Associati, formato da Massimo Mercelli (flauto), Fabio Bagnoli (oboe), Riccardo Crocilla (clarinetto), Davide Maia (fagotto) e Eolo Pignattini (corno), tutti provenienti dalle pi? prestigiose orchestre nazionali. Non si discute la bravura dei maestri, che sono stati eccellenti nell?esecuzione delle sinfonie di Flauto Magico, Nozze di Figaro, Barbiere di Siviglia e Italiana in Algeri, quanto l?amalgama sonoro venutosi a creare: la sola presenza di fiati sacrifica un po? la variet? coloristica di pezzi che sono estremamente variopinti anche per quanto riguarda gli archi. In ogni caso, cinque prove tutte eccellenti. Lo stesso non si pu? dire, purtroppo, del giovane baritono Roberto Gentili, per il quale l?unica attenuante da chiamare in causa u? essere l?emozione. Gli errori sono comunque molti, e alcuni a livello macroscopico: ?Madamina, il catalogo ? questo? ? stata spesso stonata, gli attacchi sono stati sbagliati, evidenziando problemi a livello ritmico che si sono protratti per tutta la serata, in special modo nel duetto dal Turco in Italia di Rossini ?D?un bell?uso di Turchia?. Ma non mi va di infierire su un giovane cantante che pu? ancora imparare molto e migliorare, preferisco farlo sui fonici, loro s? gi? adulti da un pezzo, ed infatti la maleducazione l?hanno imparata benissimo. E pure l?incoerenza: il loro mestiere ? quello di permettere il miglior ascolto possibile al pubblico, salvo poi rovinarlo loro stessi disturbando con fastidiosissime chiacchiere mentre gli artisti eseguono i brani in programma. Per quanto riguarda Bruno Pratic?, parla da solo il suo curriculum: ha cantato in tutti i maggiori teatri del mondo, al fianco dei pi? grandi cantanti. Memorabile il suo Don Magnifico nella Cenerentola a Pesaro, e innumerevoli altri personaggi, nei quali riesce sempre a evidenziare un nuovo particolare. Straordinaria, come emerso anche nel concerto dell?ERF, per esempio nell?aria dalla Cenerentola ?Miei rampolli femminini? o nel duetto del Matrimonio segreto ?Se fiato in corpo avete?, l?attenzione per la singola parola, che pu? esservi solamente in chi ha piena padronanza del testo musicale. Al termine grande successo per Pratic?, e promessa di un appuntamento al prossimo anno nella stessa location.
    Michele Donati

  2. Heidelberg: Festlicher Opernabend 6.2.2011

    Mit “Musik zu Freiheit” wurde im Heidelberger Opernzelt eien Operngala bestritten, deren Grund ein ebenso trauriger wie prosaischer war: Eine Opernproduktion mu?te in dieser Spielzeit aus Spargr?nden ausfallen. Der r?hrige Operndramaturg Joscha Schaback, der auch den Abend moderierte, hat zur Kompensation unter dem Spieltzeitmotto ‘Mut zu Freiheit’ ein Potpourri aus z.T. seltenen Arien, Duetten und Ch?ren zusammengestellt.

    Es beginnt mit der Wilhelm Tell Ouvert?re von Rossini, von den Heidelberger Philharmonikern unter Dietger Holm sehr inspiriert dargeboten. Die langsame sonore gedankenvolle Einleitung des Solocellos geht in ?u?erst dramatischen Orchesterschl?ge ?ber, und die entstandenen Energien werden in einer gl?cklichen ‘belohnenden’ Schlussgruppe kunstvoll abgeleitet. Die dramatisch traurige Stimmung des Mittelteils wird in der Mozart-Arie der Konstanze “Welcher Wechsel hersscht in meiner Seele” aus der ‘Entf?hrung’ aufgenommen mit der fl?ssig str?menden, balsamischen Stimmgebung der Sopranistin Eleonore Maguerre ausgekostet. Aus einer unbekannten brasilianischen Befreiungsoper ‘Il Guarany’ von Carlos Gomez folgt eine Canzone, die sich der brasilianische Bariton Amadeu Tasca ausgesucht hat und sie mit Verve vortr?gt. Mit einem Duett aus Bizets Perlenfischer, bei der es auch um eine schwierige Liebe geht, erfreuen Hye-Sung Na und Aaron Judisch. Alexandra Steiner pr?sentiert sich und ihren glitzernden Marzelline-Sopran mit “Je veux vivre” aus Gounods Romeo et Juliette. Zum Ende des 1.Teils st??t das Programm noch in die Moderne vor: Aaron Judisch mit dem anr?hrenden Monolog des Albert Herring aus der gleichnamigen Oper von B.Britten und eine Szene “What a movie!” aus L.Bensteins ‘Trouble in Tahiti’ – Oper mit dem extrovertiert und exezentrisch auftretenden Mezzo Carolyn Frank und Soli Backgroundchor, der sich von hinten mit 3DBrillen den Film anschaut.

    Sodann macht der Opernchor mit gediegenem Gesang das “Patria oppressa” aus Verdis Macbeth auf sich aufmeksam. Und dann st?rmt Tenor Winfrid Mikus mit dem fast als Schlager zu bezeichnenden Schlu?gesang des Paul (“Gl?ck, das mir verblieb”) aus Korngolds Toter Stadt in die glei?ende Welt der 20er Jahre vor, in dem er sich von seiner obsessiven Liebe l?st. In einem r?ckw?rts gewandten Schwenk geht es im Terzett aus der seltenen Oper ‘Der Wassertr?ger’ von Cherubini, die auf eine makabre Flucht in Wasserf?ssern in Paris unter Mazzarin anspielt, und die Beethoven als Vorlage f?r seine Rettunsoper Fidelio inspirierte (Alexandra Steiner, Eleazer Rodriguez und Amadeu Tasca singen franz?sisch). Dann der Pariser Thriller ‘Andrea Chenier’ von Umberto Giordano, aus der der Lucas Harbour, Ba?bariton mit Applomb und klangstarker Timbrierung Gerards “Nemico della patria” vortr?gt. Ihr schlie?t sich mit nicht weniger Glut Hye-Sung Na mit ‘La mamma morta’ aus ebendem Verismo Klassiker an. Ein echter Freiheits-Hit ist das Duett Posa – Carlo aus Don Carlo von Verdi , das Winfried Mikus und Lucas Harbour trompetenhaft intonieren.

    Nur die Ensembles vermisst man etwas bei dieser Gala, was aber der Erkrankung zweier Ensemblemitglieder geschuldet ist. Zum Schlu? werden noch der Finalschlu? 4.Akt aus Wilhelm Tell und der Brindisi ”Libiamo ne’lieti calici” (Traviata) glanzvoll musiziert.

    Friedeon Ros

  3. Intervista a Loreto dopo lo spettacolo ?Gioachino Rossini: Sinfonie e ricette.

    Daniele Rubboli, giornalista della carta stampata e della RAI, direttore del Laboratorio Lirico Europeo di Milano, scrittore (ha al suo attivo oltre quaranta pubblicazioni) organizzatore di spettacoli , direttore artistico di festival ed eventi, da anni contribuisce a mantenere alto il livello di attenzione verso la musica lirica, l?operetta e la canzone melodica italiana. Ha la capacit? di trasformare ogni spettacolo in un piccolo evento culturale, contestualizzando ogni brano e il suo autore nella societ? del momento. Qui a Loreto, all?Auditorium Papa Giovanni Paolo II, ? venuto a presentare un curioso spettacolo dal titolo ?Gioachino Rossini: Sinfonie e ricette?. Lo incontriamo al termine del concerto.
    Dr. Rubboli, Il titolo ? intrigante, l?occasione ? ?ghiotta?. Ci vuole spiegare le motivazioni di questo strano connubio fra musica e gastronomia?
    Risposta : L?idea l?ho solo raccolta. E? stata della Scuola Alberghiera di Loreto in occasione della consegna di un sorprendente premio internazionale per giovani cuochi che ha visto ragazzi e ragazze arrivare da ogni parte del mondo. Tema del concorso: rielaborare in chiave moderna le ricette della tradizione marchigiana. Da qui il pensiero a Rossini e l?invito all?Orchestra Sinfonica di Pesaro e Fano che a sua volta mi ha coinvolto. Il concerto ? stato solo strumentale e mi ha permesso di ritrovare dopo vent?anni un caro amico, il bravissimo direttore d?orchestra Simone Fermani.
    In programma (o devo parlare di men?) c’erano brani del grande compositore pesarese con radici nella citt? di Lugo. Di quali brani si tratta e da chi sono stati eseguiti?
    Risposta : E? stato un programma di sole sinfonie da opere rossiniane dal Barbiere alla Gazza ladra, dal Signor Bruschino alla Cenerentola e all?Italiana in Algeri, in una visitazione del Rossini pi? giovane, quello che preferiva esprimersi nell?opera buffa, prima di dedicarsi anche al melodramma. Il tutto eseguito magistralmente dall’Orchestra Rossini condotta da Fermani, un musicista marchigiano che oggi vive a Milano dove insegna al conservatorio G Verdi.
    Ragioniamo ora sulle tanto declamate doti culinarie di Giochino Rossini. Ci vuole spiegare in che cosa consistevano, quali dimostrazioni inconfutabili le attestano e soprattutto, quali ricette ha lasciato scritte il compositore, fra un brano di musica e l?altro?
    Risposta : Realt? e leggenda oggi si mescolano assai bene attorno all?amore per la tavola di questo signore della musica. Un mito, il suo, che tuttavia non ? isolato perch? altrettanto attenti alla gastronomia, sia come mangiatori sia come cuochi sono stati tantissimi compositori, primi fra tutti Giuseppe Verdi il quale fino a pochi giorni prima di morire era abituato a pranzare con almeno sei/settediverse portate ed amava gareggiare con gli amici e le amiche cantanti nella preparazione dei risotti. Ma anche Giacomo Puccini non era da meno, soprattutto negli anni giovanili della prima gloria, da Manon Lescaut fino a Tosca? poi ha dovuto limitarsi nel mangiare a causa del diabete e, pigro com?era, manteneva in casa una cuoca piuttosto che mettersi lui stesso ia fornelli. Di Rossini ci restano autentiche sette ricette. Tra queste la pi? celebre ? quella che allora era chiamata ?i maccheroni napoletani farciti al foie gras? che altro non erano se non i progenitori di quelli che oggi vengono serviti come ?canelloni alla Rossini?. Magari oggi ? cambiato il ripieno di queste paste grandi, a tronchetto, dentro le quali Rossini amava siringare, con uno strumento in argento, un ripieno di fegato d?oca, tartufo, prosciutto, il tutto legato con un turolo d?uovo e panna, piu? sale e pepe.
    Il concerto ha riservato agli spettatori una piccola sorpresa. Il M? Simone Firmani ha riesumato dal passato il ?sistro?, strumento musicale caro a Rossini che lo utilizz? un paio di volte nel 1816 nel ?Barbiere di Siviglia?. Ci vuole spiegare di che si tratta?
    Risposta : Anche se uno dei temi di oggi ? la cucina, posso assicurare che non si tratta di una bottiglia di antico vino marchigiano, ma di uno strumento molto particolare che Rossini aveva messo nell?orchestrazione del ?Barbiere di Siviglia?. Da allora ? scomparso e solo la tenacia del M? Simone Fermani, che per anni ha fatto accurate e meticolose ricerche ha permesso che si potesse ricostruire questa sorta di cembalo gi? in uso con campanellini o cerchietti di metallo ai tempi della Bibbia e degli Antichi Egizi. Quello usato da Rossini era invece una sorta di triangolo con manico e vari anelli metallici che, scuotendoli, davano un suono che aggiungeva vivacit? al brano che si stava eseguendo. Ad esempio la serenata di Almaviva o la stretta finale dell?opera. A Loreto il ?sistro? ? tornato in orchestra, ? stato mostrato al pubblico e ha fatto sentire la sua voce.
    Ha intenzione di ripetere questa felice esperienza musical-gastronomica in qualche piazza o ?teatro d?Italia? nelle cui vicinanze sussista una scuola Alberghiera?
    Risposta : Purtroppo non dipende da me! Io la farei ogni giorno della mia vita? mi capita per? di proporre serate simili in ambienti pi? circoscritti come le conviviali del Rotary Club. Devo dire che ho trovato sempre grandi entusiasmi a realizzare incontri gastronomici, con concerto a parte?magari anche il giorno dopo, per Puccin. : A Tavola con Puccini ? sempre stato un successo. E anche con Verdi. Proporre Rossini diventa pi? difficile sia perch? di grande impegno culinario, sia perch? se dovessimo attenerci strettamente alle ricette sue e a quelle che gli vengono attribuite (e che probabilmente lui gustava anche se preparate da altri) faremmo seri attentati sia al portafoglio (uso sfrenato, continuo e abbondante di Tartufo!) sia al colesterolo per le quantit? di burro in cui galleggiano tutti i suoi piatti.
    Dr. Rubboli, per chiudere l?intervista, ci dica se finora la sua scuola musicale ha ?sfornato? (giusto per rimanere in tema) autentici talenti rossiniani?
    Risposta : La mia non ? una ?scuola?, ma un centro di produzione spettacoli ai quali sono di volta in volta invitati giovani artisti che meritano di debuttare e con me lavorano per realizzare questo debutto al meglio. Talenti rossiniani, ne sono passati tanti, alle prime armi partendo dalla stessa Sonia Ganassi di Reggio Emilia, oggi celeberrima nel mondo e tante volte protagonista dei titoli di Rossini alla Scala di Milano. Ma anche bassi-baritoni come l?altrettanto celebre Matteo Peirone di Savona, o l?ottimo baritono pavese Enrico Marabelli, altro artista in carriera internazionale, ai quali aggiungo volentieri un emergente come Simone Tansini, baritono di Piacenza di splendida levatura. Sono poi convinto di avere nel mio Laboratorio il miglior Almaviva che oggi esista in Italia per eleganza, musicalit?, presenza scenica: Andrea Brogiotto, e per anni ha collaborato con me un altro tenore dalla verve comica irresistibile come Filippo Pina Castiglioni. Come Rosina sto facendo preparare al debutto il piu? importante soprano leggero della Turchia oggi in attivit?: Ekin Futaci De Ambrogio, che sar? la protagonista del mio ?Barbiere? in estate, a Varazze.
    Ringraziamo il Dr. Rubboli per averci confermato un assunto di cui si ? pienamente convinti. Anche la cucina ? un?arte, tant?? che da qualche anno si studia anche nelle universit? italiane. Il connubio musica-gastronomia non ha niente di blasfemo e non toglie nulla alla musica, arte universalmente riconosciuta come la prima, anzi caso mai l?arricchisce. Si tratta in fondo della riscoperta di un’abitudine del settecento, quando i lunghissimi spettacoli d’opera erano intervallati da spuntini pi? o meno sostanziosi. E Gioachino Rossini, musicalmente all?avanguardia, sotto il profilo gastronomico era uomo del suo tempo.
    Attilia Tartagni 27.03.2010

  4. SE MOZART HA LE … PALLE
    ROSSINI HA TORTE E TORTINI

    Se Amadeus Mozart ha le “palle”, cioccolatini a forma di grossa biglia da decenni famosi nel mondo, da qualche mese anche Gioachino Rossini ha scelto la via della pasticceria per entrare nelle case di tutti, farsi apprezzare e… assaggiare dalle giovani generazioni, offrirsi con assoluta dolcezza ed eleganza, e ricordare quanto sia geniale il suo teatro musicale.
    Il tutto confermando anche la sua fama di ghiottone ed il mito che lo vuole molto attento all’arte culinaria.
    L’iniziativa ? partita dalla sua citt? Natale, Pesaro, dove ogni estate si celebra la memoria di questo straordinario musicista italiano grazie al ROF (Rossini Opera Festival), e tutto l’anno si succedono iniziative promosse dalla Fondazione Rossini, ma anche dalla vivacissima Orchestra Rossini di Pesaro alla cui guida stanno brillantemente Saul Salucci e Bruno Maronna.
    L’iniziativa ? di un trio ben affiato e intraprendente capitanato da Patrizia Caimi, con Assunta Tinelli e Giordano Serafini i quali si sono associati sotto la stimolante etichetta “Ghiottonerie rossiniane?. Con questo nome si stanno infatti preparando a portare in tutto il mondo non solo la Torta Gioachino e il suo squisito sapore, ma, indissolubilmente legato ad essa, il nome di Rossini e quello della citt? di Pesaro. Una sorta di vera e propria missione. In realt? Patrizia, Assunta e Giordano si sono accorti che, al di l? dell?ambito culturale, c?era ancora spazio per ricordare con gratitudine l?immagine di Rossini e per divulgarla in modo pi? popolare e consumistico, analogamente a quanto viene fatto, per Mozart con le famose Mozartkugeln, conosciute in tutto il mondo. Non solo: da alcuni anni si ? diffusa in Italia una catena di osterie/ristoranti chiamati Salsamenterie Verdiane, da un’idea di un gruppo piacentino/parmense che nel nome di Giuseppe Verdi offre pane di montagna e affettati, piatti contadini padani, Lambrusco servito in tazze da caffelatte, e un pianoforte per chi vuole suonare e cantare romanze e canzoni melodiche.
    Tra l’omaggio a Verdi e quello a Rossini c’? la profonda differenza della qualit?.
    Partite con giusto impegno, le salsamenterie nel giro di un paio d’anni, avendo ottenuto un successo strepitoso, hanno perso lo smalto dei sapori e oggi non ? raro uscirne delusi.
    Le torte e i tortini di Pesaro sono invece prodotti di altissima pasticceria.
    Una sorta di torrone morbido ai piu’ diversi sapori secondo i titoli cui si ispirano.
    La torta del Barbiere di Siviglia ? al pistacchio, mentre quella della Gazza ladra ? alle noci.
    Raffinata e accurata anche la confezione: ogni torta ? chiusa in una elegante scatola rotonda dentro la quale c’? la trama dell’opera ed ogni utile informazione sull’autore. Una banda con rigo musicale tratto dalla omonima partitura avvolge tutt’attorno la torta per un messaggio completo di cultura musicale ed arte pasticcera.
    Le torte di Rossini, disponibili in due formati diversi, sono per ora prodotte in sei gusti diversi e a ciascun gusto viene abbinata un?opera di Rossini. Le immagini delle opere vengono riportate sul coperchio della confezione e la scelta ? facile.
    I prodotti per adesso si possono trovare al famoso Bar Romeo in via Cavour 96 a Pesaro, ma prestissimo saranno ordinabili anche on-line sul sito ( in allestimento) ghiottonerierossiniane.com . Chi per? volesse immediatamente fare questa esperienza pu? scrivere a info@romeobar.com oppure a patriziacaimi@hotmail.com e farsi spedire a casa queste torte che, a ridosso di Pasqua, possono magnificamente sostituire la solita “colomba”.
    A questo punto non manca che Giacomo Puccini: Verdi ha una catena di osterie, Rossini ha le ghiottonerie… Puccini meriterebbe almeno i salami di cinghiale !
    Daniele Rubboli
    L’italiana in Algeri: al caff?. Otello:al cioccolato.
    Semiramide: all’arancia.

  5. L?opera di Giovanni Carli Balolla ?Rossini L?uomo, la musica? offre un quadro completo della vita e dell?opera rossiniana prezioso per gli appassionati di musica dell?ottocento, per gli studenti, per gli studiosi, ma anche per coloro che si avvicinano al testo per curiosit?. Esso contiene i dati essenziali della parabola esistenziale e artistica di Rossini e ne misura la portata nel contesto del panorama musicale e culturale coevo italiano ed europeo, alla luce delle recenti acquisizioni documentarie e dai carteggi autografi.. Il testo ? suddiviso in quattro parti: la vita (15 capitoli), la musica (36 capitoli), Rossini e il Sacro (4 capitoli) e l?ultimo capitolo si intitola Le pause del silenzio. L?autore ha dato giustamente il massimo rilievo alla produzione sinfonica e teatrale nelle varie accezioni comiche, tragiche, romantiche e sublimi, concentrando in quattro capitoli il rapporto di Rossini con la musica sacra e in unico capitolo finale l?arco di vita che va dal 1829, anno in cui va in scena l?ultima opera Guglielmo Tell, al 1868, anno della morte avvenuta a Passy-Parigi. Sono quarant?anni di silenzio creativo motivati in chiave aneddotica, antropologica, clinica, psicanalitica oppure dovuti, come ebbe a dire lo stesso musicista, a ?filosofica determinazione?. La morte della madre, la separazione dalla moglie Isabella Colbran, l?avanzare di un teatro nuovo di cui non si sentiva parte, non sono sufficienti a motivare un silenzio cos? ostinato, rotto soltanto da qualche R?miniscences e da Marche e R?miniscences pour mon dernier voyage. Questi e altri elementi sono emersi durante la presentazione del libro avvenuta venerd? 27 febbraio 2010 nel Teatro Rossini di Lugo, in un salottino predisposto sul palcoscenico sotto lo sguardo ironico e apparentemente svagato di Gioachino Rossini campeggiante sulla scena dal quadro sottratto per un giorno alla residenza municipale dove dimora stabilmente. Erano sul palcoscenico, insieme all?autore, il Prof. Paolo Fabbri, docente di Storia della Musica dell?Universit? di Ferrara e Giovanni Emiliani, Presidente dell?Associazione Amici del Teatro Rossini, seguiti da una platea gremita in cui erano presenti il sindaco di Lugo Raffaele Cortesi e il direttore della Fondazione Teatro Rossini di Lugo. Nel corso della presentazione si ? posto l?accento sulle origini lughesi di Rossini. Il padre Giuseppe, suonatore di corno detto ?Trombetta?, discendente da famiglia cotignolese, era pubblico banditore e ispettore dei pubblici macelli. Nel 1789 si trasfer? da Lugo a Pesaro dove Gioachino nacque il 29 febbraio 1792, unico figlio della coppia formata da ?Vivazza?, come fu soprannominato dai pesaresi per il carattere di romagnolo verace, e da Anna Guidarini, cantante teatrale. Nel 1802 la famiglia rientr? a Lugo, dove Rossini ebbe moto di studiare in casa dei fratelli Luigi e Giuseppe Malerbi, Ed ? nella campagna ravennate di Conventello che cre? le sei Sonate a quattro per violini, violoncello e contrabbasso, scritte all?et? di dodici anni nel 1894, quando ancora non aveva preso nessuna lezione di accompagnamento. Le Sei sonate a quattro sono state proposte in serata dall?Accademia Bizantina Quartet, direttore e violino Stefano Montanari concludendo in bellezza una giornata che Lugo ha voluto dedicare a un suo illustre concittadino senza trascurare le predilezioni gastronomiche di Rossini, qui rappresentate dalle ?Ghiottonerie Rossiniane? a base di morbido torrone e ingredienti vari create dal Bar Romeo di Pesaro.

    Attilia Tartagni 04.02.2010

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