Giulio Cesare & Cleopatra

Posted by on February 5, 2025

Ravenna 2025 GIULIO CESARE Music by Georg Friedrich Händel Opera in three acts Libretto by Nicola Francesco Haym from “Giulio Cesare in Egitto” by Giacomo Francesco Bussani Giulio Cesare RAFFAELE PE Cleopatra MARIE LYS Achilla DAVIDE GIANGREGORIO Cornelia DELPHINE GALOU Tolomeo FILIPPO MINECCIA Sesto FEDERICO FIORIO Nireno ANDREA GAVAGNIN Curio CLEMENTE ANTONIO DALIOTTI Mimes MARTINA

Ravenna 2025

GIULIO CESARE
Music by Georg Friedrich Händel
Opera in three acts
Libretto by Nicola Francesco Haym
from “Giulio Cesare in Egitto” by Giacomo Francesco Bussani

Giulio Cesare RAFFAELE PE
Cleopatra MARIE LYS
Achilla DAVIDE GIANGREGORIO
Cornelia DELPHINE GALOU
Tolomeo FILIPPO MINECCIA
Sesto FEDERICO FIORIO
Nireno ANDREA GAVAGNIN
Curio CLEMENTE ANTONIO DALIOTTI

Mimes MARTINA BASSI, GIORDANO BOSCHI, MARKO BUKAQEJA, STEFANO FRANCASI, LETIZIA GIANNOCCARO, SANTO ROBERTO SANDRO MARINO, ALESSANDRA MARTINO, NICOLÒ MATRICARDI, LUCA MONTRESOR, MAYA QUATTRINI, DAVIDE RIBOLDI.

Conductor at the harpsichord OTTAVIO DANTONE
Direction CHIARA MUTI

Set design ALESSANDRO CAMERA
Costume design TOMMASO LAGATTOLLA
Lighting designer VINCENT LONGUEMARE

ACCADEMIA BIZANTINA

PRODUCTION
Teatro Alighieri di Ravenna
in co-production with Teatro Comunale Pavarotti-Freni di Modena, Fondazione Teatri Piacenza, Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, Teatro del Giglio di Lucca, Fondazione Haydn di Bolzano e Trento

Conductor
Giovanni Antonini

Giulio Cesare Andreas Scholl
Cornelia Anne Sofie von Otter
Sesto Philippe Jaroussky
Cleopatra Cecilia Bartoli
Tolomeo Christophe Dumaux
Achilla Ruben Drole
Nireno Jochen Kowalski
CurioPeter Kálmán

 

STAGIONE TEATRALE DIEGO FABBRI 2016/17 – PROSA

Teatro Stabile del Veneto

MICHELE RIONDINO

Giulio Cesare

di William Shakespeare

traduzione di Sergio Perosa

Michele Riondino /Marco Antonio

e con Maria Grazia Madruzzato /Giulio Cesare, Stefano Scandaletti/Bruto, Michele Maccagno/Cassio, Silvia

Costa/Porzia, Margherita Mannino/Casca Eleonora Panizzo/Decio, Pietro Quadrino/Metello, Riccardo

Gamba /Lepido, Raquel Gualtero/Cinna, Beatrice Fedi /Ottaviano, Andrea Fagarazzi/Servitore

spazio scenico a cura di Max Glaenzel

spazio sonoro a cura di Nao Albet

illuminazione di Carlos Marquerie

costumi di Silvia Delagneau

assistente alla regia Lorenzo Maragoni

adattamento e regia Àlex Rigola

Turno A giovedì 2 marzo h. 21

Turno B venerdì 3 marzo h. 21

Turno C sabato 4 marzo h. 21

Turno D domenica 5 marzo h. 16

L’opera comprime i tre anni che vanno dalla vittoria di Munda nel 45 a.C. al suicidio di Bruto nel 42 d.C. per farli durare meno di sei giorni. Questa compressione degli eventi fa sì che l’intera narrazione sia un unico, ininterrotto conflitto, sia a livello personale che politico. Un conflitto che attraversa anche la nuova versione del più celebre dramma storico shakespeariano, affidata dal Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale allo spagnolo Àlex Rigola, e che trova in Michele Riondino, apprezzato attore di cinema, teatro e televisione, l’interprete ideale per il ruolo del nobile Marco Antonio. Direttore della Biennale Teatro di Venezia, Rigola realizza la sua prima regia italiana tornando all’opera che lo fece scoprire a livello internazionale. Un testo epico, intenso ed appassionante, che ruota intorno all’esercizio del potere, in questa versione impersonato da una donna,Maria Grazia Mandruzzato, nel ruolo di Cesare. In lei si raccolgono le tante espressioni di “donne al comando” che al giorno d’oggi, nella politica come nell’economia, gestiscono le leve del potere con la stessa inflessibile determinazione dei loro omologhi uomini, se non di più. È la dimostrazione che, al di là delle questioni di genere, tutta l’umanità è per sua natura soggiogata dalla fascinazione che esercita il predominio dell’uno sull’altro. Del resto chi incarna il potere ha gioco facile nel condizionare un’umanità alienata, immobile, ferma sulle proprie posizioni, quasi rassegnata, riluttante a mettersi in gioco per cambiare lo stato delle cose. Vivere appesi ad un filo, in uno stato di precarietà, di contraddizione continua, di violenza pervasiva e latente: da questa condizione umana prende avvio la strada che Rigola ha scelto di percorrere per guidare il lavoro dei 12 attori in scena.

Sabato 4 marzo – ore 18 IncontriArtisti

gli artisti dello spettacolo Giulio Cesare incontrano il pubblico nel foyer del teatro ingresso libero fino ad esaurimento posti /entrata laterale teatro, Via dall’Aste n. 10 ( incontri condotti da Pietro Caruso, giornalista e saggista)

(si prega di verificare sul sito, nei giorni dello spettacolo, eventuali comunicazioni e/o cambiamenti motivati da impegni imprevedibili degli artisti)

Natalie Dessay, Lawrence Zazzo, Isabel Leonard, Varduhi Abrahamyan,
Christophe Dumaux, Nathan Berg, Dominique Visse, Aimery Lefèvre
Le Concert d’Astrée / Emmanuelle Haïm

Laurent Pelly regia

2 thoughts on “Giulio Cesare & Cleopatra

  1. RAVENNA TEATRO ALIGHIERI
    (venerd? 18 marzo 2011)
    (Coproduzione Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, Teatro Comunale Alighieri di Ravenna, Fondazione Teatro Comunale Pavarotti di Modena)

    GIULIO CESARE di Haendel

    Un gioco d?intrighi e di affetti su una scacchiera di passioni e vendette

    Di Giosetta Guerra

    A dire il vero intrighi e vendette, affetti e passioni non sarebbero stati comprensibili senza la conoscenza della storia e senza il supporto della musica, visto che in scena tempi e luoghi dell?azione non rispecchiavano quelli della vicenda, mancavano i sopratitoli e gli ambienti non erano proprio definiti.
    In palcoscenico lo scenografo Michele Ricciarini ha posto un muro con sagome egizie (la cui base ogni tanto si apriva), una passerella orizzontale sopra una pedana verde nella prima parte e un enorme braciere pieno di non so cosa nella seconda parte. Il regista Alessio Pizzech ha spostato la vicenda in periodo coloniale (lo si ? capito dalle sahariane indossate dai guerrieri romani), contaminandolo con aree geografiche ed etnie diverse (lo si ? capito dai costumi femminili e da certi mascheroni in tenuta tribale che giravano attorno ai protagonisti), ha vagheggiato ambienti simbolici con proiezioni incomprensibili, dello scontro tra Romani ed Egizi ha rappresentato il momento iniziale con una rumorosa caduta di libri (bella idea) e quello finale con una distesa di cadaveri fra i quali si aggirava Cleopatra con flebo su sedia a rotelle (idea discutibile), ha ben assemblato gestualit? e carattere dei personaggi, sempre armati di fucile o di pistola. Alla fine il regista ? stato contestato.
    Cristina Aceti ha ideato costumi molto belli, di fogge e stili differenti, eleganti e colorati per le donne e per l?eunuco, austeri e a tinta unita per gli uomini (prima beige poi neri), Marco Cazzola ha dato le luci (a volte poco).
    Il gioco ? stato invece comprensibile per via musicale e la perfetta macchina drammatica creata da Georg Friederch Haendel (compositore) e Nicola Francesco Haym (librettista) ha trovato il suo motore nella lettura di Ottavio Dantone, raffinato e rigoroso interprete della musica barocca, maestro al cembalo e direttore dell?Accademia Bizantina di Ravenna, il cui suono ? sempre duttile e variegato pur nella sua densit? e compattezza, e in una compagnia di canto specializzata nella musica del ?700 e nella prassi esecutiva barocca. Tutte le arie hanno un?introduzione ed una chiusura orchestrale, che esprimono la poetica degli affetti, alcune arie di tutti i personaggi, tranne quelle di Cesare, sono state tagliate, forse per accorciare l?opera, che in questa versione dura gi? tre ore piene.
    La superba scrittura vocale e i virtuosismi canori non sono stati un problema per le voci femminili e per i due bassi, qualche appunto si pu? fare per i tre controtenori.
    Il contralto Sonia Prina ha un corpo vocale di rilievo, di timbro scuro, adatto per i ruoli maschili, una voce duttile, che le permette di saltare agevolmente dagli affondi gravi agli slanci acuti vigorosi attraverso la fittissima sillabazione del canto virtuosistico, una grande tecnica per cui il canto di coloratura e i tempi rapidi delle arie di bravura non le creano alcun problema. Nel ruolo en travesti di Giulio Cesare, primo imperatore dei Romani, ha affrontato con padronanza i fitti vocalizzi di come ?Presti omai l’egizia terra? (I atto), arie cadenzate e trascinanti come ?Va tacito e nascosto? (I atto) con morbidezze nella voce e in orchestra e lo splendido suono vellutato del corno, arie molto sbalzate come ?Al lampo dell’armi? (II atto), aria di vendetta velocissima, fitta di vocalizzi nei vari registri e volatine degli archi, il suggestivo dialogo col violino (?Se in fiorito ameno prato? – II atto) con suoni pastosi e bruniti, le larghe frasi dell?aria di dolore ?Dall?ondoso periglio? (III atto) dall?andamento lento, con l?orchestra che insiste su arcate tristi e ripetitive, che ha affrontato con suoni pieni e morbidi e un bel suono fisso con la messa di voce. Scenicamente la Prina mostra un piglio maschio e sicuro.
    Il mezzosoprano Jos? Maria Lo Monaco nelle vesti di Cornelia, figura dolente cui sono riservate le arie di dolore per l?uccisione di suo marito Pompeo, dotata di colore scuro e agilit? vocale, ha esibito un bel timbro denso nell?aria molto lenta del I atto ?Priva son d?ogni conforto?, belle frasi lunghe e sostenute per la lamentatio davanti alla testa mozzata di Pompeo, sostenuta da dense arcate in orchestra.
    Maria Grazia Schiavo (Cleopatra, regina d?Egitto, in abiti scollati di foggia indiana) ? un bel soprano timbrato dagli acuti robusti e scintillanti e abbastanza agile (?Non disperar, chi sa??), ha piegato la voce a suadenti mezze voci, a sbalzi, vocalizzi, espansioni acute vigorose, con giusto dosaggio del fiato (lunga aria di dolore ?Se piet? di me non senti? II atto, con struggente accompagnamento orchestrale lento), ha esibito una delicata linea di canto con attacchi in pianissimo e messa di voce e slanci acuti misurati, ha eseguito a fil di voce il delicato recitativo ?E pur cos? in un giorno? (III atto), che sfocia nell?aria di dolore ?Pianger? la sorte mia? intramezzata da infocati slanci di furore.
    Riccardo Novaro (Achilla innamorato di Cornelia, generale egizio consigliere di Tolomeo), dotato di bella voce di basso, ampia e ben gestita (?Tu sei il cor di questo core?), si ? destreggiato egregiamente anche nelle arie fittamente vocalizzate, come ?Dal fulgor di questa spada? (III atto), e fa la sua bella figura in scena.
    Anche Andrea Mastroni (Curio, tribuno di Roma) ha una bella presenza scenica ed una corposa voce di basso dal bel colore.
    Alterna la prestazione del sopranista Paolo Lopez nel ruolo di Sesto, figlio di Pompeo e Cornelia, che ha voce molto chiara non sempre ben gestita, deve rifinire la tecnica di canto e regolare il fiato negli slanci acuti.
    Nell?aria agitata con brio anche in orchestra ?Vani sono i lamenti?Svegliatevi nel core? (I atto), ha esibito bei suoni fissi acuti, ma fiati corti e gravi vuoti o di petto, ha cantato bene le pagine lente, poco variate che si dipanano nel registro medio (?Cara speme, questo core? – I atto) e il duetto con Cornelia dolente e spianato ?Son nato/a a lagrimar? (I atto), una sorta di lunga nenia con accompagnamento orchestrale struggente, ha esibito voce agile ma slanci poco controllati nell?aria moderatamente agitata anche in orchestra ?L?angue offeso mai riposa? (II atto), ha gestito meglio il canto e il volume alla fine del II atto (?Seguir? tanto con ignoto passo?L?aura che spira?), nonostante una piccola scivolata nel grave.
    Tolomeo, re d?Egitto, fratello di Cleopatra, prima col mantello nero poi a dorso nudo e con dei collant neri lucidi da ballerino e le mani lunghe sul posteriore di Cornelia (?S?, spietata, il tuo rigore? II atto), ? stato appannaggio del contraltista Filippo Mineccia, che ha un mezzo vocale di bel colore pieno e di certo spessore, una linea di canto buona dalla zona media all?acuta, guastata in basso da orrendi suoni gravi fatti di petto (fortunatamente solo nel primo atto ?L?empio, sleale, indegno?), ha esibito ha una bella espansione in alto, ma gravi appena sfiorati nell?aria abbastanza spianata ?Domer? la tua fierezza? (III atto).
    Nireno, confidente di Cleopatra, ? stato interpretato dal controtenore Floriano D?Auria, vocalmente un po? fiacco, scenicamente perfetto negli abiti sgargianti di tipo arabo e petto nudo piuttosto in carne.

    Complessivamente ci ? piaciuta.

  2. Sferisterio Opera Festival 2008

    Cleopatra del compositore maceratese Lauro Rossi.

    Theodossiou splendida e viscerale protagonista

    A cura di Giosetta Guerra

    Cleopatra, prima esecuzione in epoca moderna, ha trovato nel Teatro Lauro Rossi, dove ? stata allestita il 24 luglio 2008, un ambiente troppo piccolo per le sonorit? orchestrali e vocali richieste da questo grand-op?ra. Melodramma in quattro atti su libretto di Marco d’Arienzo musicato da Lauro Rossi, nato a Macerata nel 1810, quindi contemporaneo di Verdi, Marchetti e del tenore Mario Tiberini, allora conteso proprio da Verdi e da Marchetti, ebbe il suo debutto al Regio di Torino nel marzo 1876, al tempo della Scapigliatura. Tagliato in varie parti e purtroppo anche dell?Ouverture, narra la nota storia di Antonio e Cleopatra, qui vista pi? come donna politica. Grande interprete del title r?le ? il soprano greco Dimitra Theodossiou (sempre rigorosamente in nero con qualche ornamento dorato e la classica pettinatura alla Cleopatra che non era una parrucca). La voce portata all?estremo per potenza e vigore sia negli acuti fulminanti che nei poderosi affondi nella zona grave, sa anche piegarsi a sensibilissime modulazioni, a delicate mezze voci e a melodiosi filati, l?interpretazione ? intensa e l?espressione del volto traduce i moti dell?anima. Antonio (con gonnellino sempre alla coscia tipico dei soldati romani) ? interpretato dal tenore Alessandro Liberatore, che fa buon uso di un mezzo vocale chiaro di medio peso. Il baritono Sebastian Catana nel ruolo di Diomede, ex amante di Cleopatra, indossa una tunica nera con pettorina di rete dorata, canta con voce vigorosa e possente, vibrante di rabbia nella romanza del 1? atto ?Dunque fra le tenebre?. Il basso William Corr? (Proculejo) ha voce di peso medio.
    Il mezzosoprano Tiziana Carraro, vestita di rosso con mantello a strascico, nel ruolo di Ottavia, promessa sposa di Antonio, esibisce un bel mezzo vocale, morbido pi? nei centri che negli acuti.
    Ottavio Cesare ha la voce ampia e poderosa del basso Paolo Pecchioli. Esibisce voce corposa anche il mezzosoprano Paola Gardina nelle vesti di Carmiana, ancella di Cleopatra.
    Il Coro dei Sacerdoti nero-incappucciati si esprime in modo morbido ma deciso (?Destino orribile? atto 1?).
    Al termine del 1? atto c?? la grande scena del brindisi alla quale partecipa la seduzione con le movenze sinuose della ballerina Anbeta Toromani, nelle trasparenze di veli rossi e accessori dorati, che interpreta un leggiadro ballabile con le coreografie di Gheorghe Iancu, tra le masse corali in bianco e oro, i coppieri seminudi con gonnellino di pelle nera e un elmo color oro e i guerrieri in nero e oro. Tutti sempre rigorosamente scalzi, tranne i guerrieri che indossano calzari. Bella scena!

    Il canto e l?orchestra sono a volte molto tesi e pompati, c?? molto esibizionismo vocale quasi in competizione con le forti sonorit? orchestrali e allora gli ?acutissimi? della Theodossiou sono dardi infuocati, a volte il suono si dipana pi? fluido in orchestra e in forma danzante e la parte pi? delicata ? affidata alle voci soliste degli strumenti e quindi anche le voci umane seguono una linea di canto pi? melodiosa e la Theodossiou emerge per la delicatezza delle mezze voci e la trasparenza dei filati. Arpa, flauto e pizzicati dei violini accompagnano infatti nel secondo atto il canto morbido delle schiave (in abiti monacali bianchi e oro) e degli schiavi (in bianco e nero) disposti in modo scalare, e la lunga struggente romanza di Cleopatra ?Oracoli mendaci? ha un accompagnamento orchestrale garbato.

    Un doppio applauso va riservato al M? David Crescenzi sia per la buona preparazione del Coro Lirico Marchigiano ?V. Bellini?, sia per aver salvato l?opera, assumendosi la direzione dell?Orchestra Regionale delle Marche dopo la defezione di Rani Calderon.
    Le scene senza tempo sono lineari ed eleganti, con la classica scalinata nera e bianca pronta a tutti gli usi; i costumi, rossi i romani, neri gli egiziani, sono castigati per le donne e succinti per gli uomini. La regia ? attenta all?esternazione dei sentimenti e alla composizione di figure sceniche dinamiche ed armoniose.
    Scene, costumi e regia sono di Pier Luigi Pizzi e il disegno luci di Sergio Rossi.
    Nell?insieme l?operazione ? riuscita.

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