Teatro Ebe Stignani Imola
STAGIONE DI PROSA 24/25
Dal 5 al 9 marzo 2025
ARLECCHINO?
di Marco Baliani
con Andrea Pennacchi
e con Marco Artusi, Maria Celeste Carobene, Miguel Gobbo Diaz, Margherita Mannino, Valerio
Mazzucato, Anna Tringali
regia Marco Baliani
musiche eseguite dal vivo da Matteo Nicolin, Riccardo Nicolin
scene e costumi Carlo Sala
luci Luca Barbati
aiuto regista Maria Celeste Carobene
produzione Gli ipocriti Melina Balsamo
in coproduzione con TSV Teatro Stabile del Veneto
durata 1 ora e 45 minuti
Il penultimo spettacolo della stagione del Teatro Stignani è un classico rivisitato: Arlecchino?, interpretato da Andrea Pennacchi e scritto e diretto da Marco Balliani, andrà in scena a Imola dal 5 al 9 marzo. Prevendita da sabato 1° marzo.
Protagonista del penultimo spettacolo in cartellone è Andrea Pennacchi, per il quale Marco Baliani ha scritto su misura questo Arlecchino col punto di domanda finale. Lo spettacolo andrà in
scena con sei repliche: da mercoledì 5 a venerdì 7 gennaio alle ore 21, sabato 8 marzo sia alle ore 15.30 sia alle 21, domenica 9 marzo alle ore 15.30.
Sarà un Arlecchino mai visto, che riunisce stilemi diversi, frammenti di cabaret, burlesque, avanspettacolo, commedia e dramma in un gran calderone ultra postmoderno che raccoglie pezzi di memoria della storia del teatro. Sul palco un cast di attori capaci di interpretare
contemporaneamente più ruoli, passando dalle proteste borbottanti degli attori sottopagati, alle vorticose azioni dei personaggi della commedia che devono rappresentare. Il tutto amalgamato con le musiche, eseguite dal vivo da Matteo e Riccardo Nicolin, e una scenografia semovente, semplice e che si lascia andare al gioco infantile grazie agli stessi attori che si fanno macchinisti modificando la scena di continuo, come se ci fossero improvvise folate di vento.
L’Arlecchino che questo spettacolo porta in scena farà sussultare i tanti Arlecchini che nel tempo hanno fatto grande questa maschera. La grande commedia goldoniana, in una forma non prevista dirompente e straniante, ricostruisce la tradizione dopo averla intelligentemente tradita perché, citando Walter Benjamin, «in ogni epoca bisogna lottare per strappare la tradizione al conformismo che cerca di sopraffarla».
Andrea Pennacchi, attore e drammaturgo, ha iniziato inizia la sua carriera a teatro – tra i suoi maestri Eimuntas Nekrosius, Carlos Alsina, Cesar Brie, Laura Curino e Gigi Dall’Aglio –, per poi
recitare in diversi film tra cui Io sono Li di Andrea Segre, La sedia della felicità di Carlo Mazzacurati e Suburra diretto da Stefano Sollima. Raccoglie grandi consensi anche in televisione: ospite fisso a
Propaganda Live su La7, è coprotagonista insieme a Paola Cortellesi della serie Petra per Sky e nel 2023 vince il Nastro d’Argento come miglior attore non protagonista per la serie Tutto chiede salvezza di Netflix.
Dal 6 al 9 febbraio La Stagione dei Teatri presenta Al Teatro Alighieri lo spettacolo Arlecchino?
Lo spettacolo ha per protagonista Andrea Pennacchi e vede la regia di Marco Baliani. Sabato 8 febbraio si terrà il tradizionale incontro con la compagnia alla sala Corelli alle 18:00 in dialogo con lo studioso Gerardo Guccini
Dal 6 all’8 febbraio alle 21:00 e domenica 9 alle 15:30 La Stagione dei Teatri ospita al Teatro Alighieri lo spettacolo Arlecchino? scritto e diretto da Marco Baliani con Andrea Pennacchi (il Pojana di Propaganda Live) nei panni di un improbabile Arlecchino. Insieme a lui un cast di attori e attrici pronti a sovvertire la tradizione.
Spiega il regista Baliani: “L’Arlecchino che Andrea Pennacchi porta in scena farà forse sussultare i tanti Arlecchini che nel tempo hanno fatto grande questa maschera della commedia dell’arte. Lui cerca in tutti i modi di essere all’altezza del ruolo, ma non ne azzecca una: è goffo, sovrappeso, del tutto improbabile, ma è in buona compagnia. Gli altri attori, che, come lui, sono stati assoldati, con misere paghe, dall’imprenditore Pantalone, sono, al pari di Arlecchino, debordanti, fuori orario, catastroficamente inadeguati. Eppure tutti questi sbandamenti, queste uscite di scena e fughe dal copione, che sono anche uscite nella contemporaneità dell’oggi, queste assurde prestazioni, queste cadute di stile e cadute al suolo di corpi sciamannati, tutte queste parole affastellate, tutto questo turbinio di azioni e gesti, stanno proprio rifacendo il miracolo della grande commedia goldoniana, in una forma non prevista, una commedia dirompente, straniante, che ricostruisce la tradizione dopo averla intelligentemente tradita. Ed ecco allora che la storia, nonostante tutto, anzi proprio grazie a questo tutto invadente, si dipana nella sua narrazione e ne esce un Arlecchino mai visto, che riunisce stilemi diversi, frammenti di cabaret, burlesque, avanspettacolo, commedia, dramma, un gran calderone ultrapostmoderno che inanella via via pezzi di memoria della storia del teatro”.
ARLECCHINO Andrea Pennacchi
BEATRICE / FEDERIGO RASPONI Maria Celeste Carobene
BRIGHELLA / FLORINDO ARETUSI Marco Artusi
CLARICE DE’ BISOGNOSI Margherita Mannino
PANTALONE DE’ BISOGNOSI Valerio Mazzucato
SILVIO LOMBARDI / FACCHINO / CAMERIERE Miguel Gobbo Diaz
SMERALDINA Anna Tringali
Come ormai da tradizione, sabato 8 febbraio Andrea Pennacchi, Marco Baliani e la compagnia incontrano il pubblico alle ore 18:00 alla sala Corelli del Teatro Alighieri in dialogo con lo studioso Gerardo Guccini.
In occasione di Arlecchino? Ravenna Teatro torna ad offrire al proprio pubblico il servizio di trasporto gratuito che condurrà abbonate e abbonati a teatro. Le tratte coprono le circoscrizioni Nord e Sud del comune di Ravenna, i comuni di Alfonsine, Voltana e l’area del Mare. Per informazioni 0544 36239.
Grazie al progetto Teatro No Limits del Centro Diego Fabbri di Forlì lo spettacolo sarà fruibile anche da ipoevedenti e non vedenti. L’audiodescrizione renderà infatti visibili scene, costumi e movimento di attrici e attori.
Lo spettacolo si svolge grazie al supporto del gruppo Sedar Cna Servizi Ravenna.
Mi.B.A.C.
Ministero dei Beni e Attività Culturali
REGIONE EMILIA-ROMAGNA
COMUNE DI FORLÌ
ACCADEMIA PERDUTA/ROMAGNA TEATRI
Centro di Produzione Teatrale PROSA
Giovedì 13, venerdì 14 e sabato 15 dicembre 2018 ore 21
Domenica 16 dicembre 2018 ore 16
Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale con il sostegno di Fondazione CRT
NATALINO BALASSO
Arlecchino servitore di due padroni
di CARLO GOLDONI
e con (in o.a.) Fabrizio Contri, Marta Cortellazzo Wiel, Lucio De Francesco,
Michele Di Mauro, Denis Fasolo, Elena Gigliotti,
Gianmaria Martini, Elisabetta Mazzullo, Ivan Zerbinati
regia di VALERIO BINASCO
A poche settimane dal suo debutto nazionale, giunge al Teatro Diego Fabbri di Forlì Arlecchino servitore di due padroni, nuova rilettura del classico testo goldoniano per opera del regista Valerio Binasco. Protagonisti e interpreti dello spettacolo – nuova produzione dello Stabile di Torino – sono Natalino Balasso, Fabrizio Contri, Marta Cortellazzo Wiel, Lucio De Francesco, Michele Di Mauro, Denis Fasolo, Elena Gigliotti, Gianmaria Martini, Elisabetta Mazzullo, Ivan Zerbinati. Lo spettacolo andrà in scena giovedì 13, venerdì 14 e sabato 15 dicembre alle ore 21 e domenica 16 dicembre alle ore 16.
INCONTRI AL RIDOTTO
Come consuetudine, gli interpreti di Arlecchino servitore di due padroni incontreranno il pubblico sabato 15 dicembre alle ore 18 presso il Ridotto del Teatro Diego Fabbri in una presentazione condotta da Pietro Caruso. L’ingresso all’Incontro è gratuito fino a esaurimento posti.
“Non faremo uno spettacolo ispirato alla Commedia dell’Arte, e non useremo le maschere della tradizione” dichiara subito Valerio Binasco del suo Arlecchino servitore di due padroni. Il regista sceglie deliberatamente di resistere alla “pura, impressionante forza teatrale” del meccanismo della commedia di Goldoni. E prende un’altra strada, con il proposito di dare al testo un sapore moderno, e di restituire realismo e credibilità ai personaggi, non cedendo alla “pur irresistibile tentazione del formalismo”. Sarà un Arlecchino che guarda più alla commedia all’italiana che alla Commedia dell’Arte, con un forte, sentito richiamo all’umanità vecchio stampo, di sapore paesano e umilmente arcaico. Quella che “ha abitato il nostro mondo in bianco e nero”, ricorda Binasco, “si è seduta ai tavoli di vecchie osterie, ha indossato gli ultimi cappelli, ha assistito al trionfo della modernità con comico sussiego, ci ha fatto ridere e piangere a teatro e al cinema con le ‘nuove maschere’ dei grandi comici del Novecento, e poi è svanita per sempre, nel nulla del nuovo secolo televisivo”.
Famelico, bugiardo, disperato e arraffone. L’Arlecchino “contemporaneo” di Valerio Binasco è un poveraccio che sugli equivoci costruisce una specie di misero riscatto sociale. Dopo il Don Giovanni di Molière, Binasco, cinque volte premio Ubu, torna a cimentarsi con un titolo del grande repertorio. “A chi mi chiede: come mai ancora Arlecchino? rispondo che i classici sono carichi di una forza inesauribile e l’antico teatro è ancora il teatro della festa e della favola”, dice il regista. Che mette il suo stile cinematografico, fatto di sintesi, unità di azione e suspense, al servizio del testo di Goldoni, un perfetto congegno che dal 1745 non smette di funzionare e incantare il pubblico.
La “commedia della stravaganza” diventa così un gioioso viaggio nel tempo, alle origini del teatro italiano e della sua grande tradizione comica, con un cast di attori straordinari, molti dei quali collaborano da tempo con il regista.
Personaggio dalle molteplici contraddizioni: meschino e anarchico, irriguardoso e servile, Arlecchino riesce a portare scompiglio nell’ottusa società borghese, con una carica che suo malgrado si può perfino dire “sovversiva”. “Come avevano capito benissimo Alonge e (in modo assai più radicale) Fassbinder – scriveva Binasco a proposito del Bugiardo – Goldoni è un autore capace di rappresentare inquietudini moderne, con lampi di vera contemporaneità”.