Metropolitan May 2021
3
R. Strauss’s Elektra
Transmitted live on April 30, 2016
4
Handel’s Rodelinda
Transmitted live on December 3, 2011
5
Thomas’s Hamlet
Transmitted live on March 27, 2010
6
Bellini’s Norma
Transmitted live on October 7, 2017
7
Berg’s Wozzeck
Transmitted live on January 11, 2020
8
Puccini’s Madama Butterfly
Transmitted live on March 7, 2009
9
Handel’s Agrippina
Transmitted live on February 29, 2020
Salzburg Festival 2018
Regia Krzysztof Warlikowski
Aušrine Stundyte Elektra
Asmik Grigorian Chrysothemis
Tanja Ariane Baumgartner Klytämnestra
Derek Welton Orest
Michael Laurenz Aegisth
Conductor Franz Welser-Möst
Wiener Philharmoniker
Wiener Staatsopernchor
Regia tv Henning Casten
Deborah Polaski, Felicity Palmer, Anne Schwanewilms, Robert Brubaker, Alfred Walker
Conductor Semyon Bychkov
Orchestra del Teatro alla Scala
Coro del Teatro alla Scala
Chorus Master Bruno Casoni
Regia Luca Ronconi
Stage Designer Gae Aulenti
Costume Designer Giovanna Buzzi
https://www.raiplay.it/video/2020/10/OPERA-Elektra-bcc0fb68-43a8-4f38-8749-237315042074.html
Direttore Lothar Zagrosek
Regia Guy Joosten
Elektra Elizabeth Blancke-Biggs
Klytämnestra Natascha Petrinsky
Chrysothemis Sabina von Walther
Aegisth Jan Vacik
Orest Thomas Hall
Pfleger des Orest (Precettore di Oreste) / Ein alter Diener Luca Gallo
Die Vertraute (La confidente) / Zweite Magd: Alena Sautier
Die Schleppträgerin (Ancella dello strascico) / Vierte Magd Eleonora Contucci
Ein junger Diener (Giovane servo) Carlo Putelli
Die Aufseherin (La sorvegliante) Paola Francesca Natale
Erste Magd Constance Heller
Dritte Magd Daniela Denschlag
Fünfte Magd Eva Oltiványi
Scene e costumi Patrick Kinmonth
Luci Manfred Voss
Assistente alla regia Wolfgang Gruber
Maestro del Coro Andrea Faidutti
Allestimento Teatro Comunale di Bologna
da Théâtre de La Monnaie / De Munt Bruxelles
e Gran Teatro de Liceu Barcelona
Orchestra, Coro e Tecnici del Teatro Comunale di Bologna
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Met 2016
Regia
Patrice Chéreau
Set designer
Richard Peduzzi
Costume designer
Caroline de Vivaise
Lighting designer
Dominique Bruguière
Stage director
Vincent Huguet
Overseer of the servants/klytämnestra’s confidante
Susan Neves
First maid
Bonita Hyman
Second maid
Maya Lahyani
third maid/klytämnestra’s trainbearer
Andrea Hill
Fourth maid
Claudia Waite
Fifth maid
Roberta Alexander
31
Richard Strauss’s Elektra
Transmitted live on April 30, 2016
1
Britten’s Peter Grimes
Transmitted live on March 15, 2008
2
John Adams’s Nixon in China
Transmitted live on February 12, 2011
3
Berg’s Lulu
Transmitted live on November 21, 2015
Friday 4 & Saturday, September 5
The Gershwins’ Porgy and Bess
Transmitted live on February 1, 2020
6
Thomas Adès’s The Tempest
Transmitted live on November 10, 2012
http://cetv-online.it/demand.php?id=1
2003 vincitore del Premio Abbiati
San Carlo Napoli
Regia Klaus-Michael Grüber & Ellen Hammer
Scene e costumi Anselm Kiefer
Conductor Juraj Valčhua
Orchestra San Carlo
Elena Pankratova Elektra
Oreste di Robert Bork
Manuela Uhl Crisotemide
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2016 Met
Conductor
Esa-Pekka Salonen
Elektra
Nina Stemme
Klytämnestra
Waltraud Meier
Chrysothemis
Adrianne Pieczonka
Orest
Eric Owens
Aegisth
Burkhard Ulrich
Orest’s guardian
Kevin Short
A young servant
Mark Schowalter
An old servant
James Courtney
Nightly Opera Streams, April 20–26
20
Strauss’s Elektra April 30, 2016
21
Puccini’s Tosca January 27, 2018
22
Offenbach’s Les Contes d’Hoffmann
December 19, 2009
23
Lehár’s The Merry Widow
January 17, 2015
24
Verdi’s La Traviata
April 14, 2012
25
At-Home Gala
26
Rossini’s La Cenerentola
May 10, 2014
Allestimento firmato da Raimond Bauer e Nikolaus Lehnhoff in collaborazione con il Festival di Salisburgo
Al Teatro dell’Opera una splendida Elektra
Con la direzione di Stefan Soltesz ed una stupenda Eva Johansson come protagonista principale.
Il Teatro dell?Opera di Roma ha proposto, dopo la pausa estiva, una delle opere pi? importanti del ?900 Elektra di Richard Strauss. E? stato, per il pubblico romano un felice ritorno all?attivit? musicale perch? lo spettacolo si ? rivelato entusiasmante sotto tutti i punti di vista; raramente ci ? capitato di avere, in uno spettacolo d’opera, un connubio cos? ben calibrato tra tutte le componenti dello spettacolo, parte visiva, canto e prestazione orchestrale.
E? stato utilizzato l?allestimento coprodotto con il Festival di Salisburgo e firmato dallo scenografo Raimond Bauer, con la regia di Nikolaus Lehnhoff ed i costumi di Andrea Schimtd-Futterer. La scena, nel suo insieme, era concepita come una sorta di bunker-prigione, dove tutto ? grigio ed i personaggi sono come imprigionati in queste mura inospitali che custodiscono avidamente tutta la tragedia umana di Elektra ed il suo desiderio di rivalsa e di vendetta verso la madre Clitennestra.
E? stato realizzato una sorta di piano inclinato, dall?effetto di sapore espressionista che metteva lo spettatore nelle condizioni di vedere dal basso verso l?alto come in un sogno o, peggio, un tremendo incubo dai contorni poco colorati, in bianco e nero, per un senso di oppressione e di drammaticit? che ci sentiamo di accumunare ad alcune inquadrature di grandi registi cinematografici come Alfred Hitchcock e Orson Welles, maestri nel creare tensione solo con l?orientamento delle macchine da presa.
Un finale poi mozzafiato, quando, dopo che la vendetta si ? completamente consumata nel sangue, si ? aperto il fondo del palcoscenico per mostrarci una sorta di gelido mattatoio illuminato da intense luci al neon, dalle mattonelle bianche cosparse di sangue con il corpo martoriato di Clitennestra appeso per ad un gancio di macelleria. Scena agghiacciante che suggellava alla perfezione il dramma interiore e le sofferenze psicologiche di Elektra. Fondamentali per la parte scenica sono state le luci di Duane Schuler
In questo stupendo scenario si inseriva molto bene tutta la parte cantata, affidata ad una compagnia di canto felicemente a suo agio con la difficilissima parte vocale straussiana. Innanzi tutto la protagonista, Eva Johansson, una Elektra di straordinaria intensit? molto a brava a rendere scenicamente il senso di solitudine, di disperazione, che porta il personaggio al desiderio estremo d vendetta.
Poi la Clitennestra di Felicity Palmer, cantante della indiscutibile ?classe? che le ha consentito di superare agevolmente la noiosa indisposizione che l?ha colpita prima della recita, mostrando un sicurezza vocale non comune. Crisotemide era Melanie Diener, soprano dalla voce fascinosa, indicata per il personaggio. Tre cantanti, quelle appena citate, tutte in possesso di una straordinaria presenza scenica messa a disposizione di uno straordinario senso del dramma che ha illuminato tutto lo spettacolo.
Le parti maschili sono risultate anch?esse in linea con l?impostazione dello spettacolo nel suo insieme: Wolfgang Schmitd (Egisto), Alejandro Marco-Buhrmester (Oreste). Gli altri personaggi erano affidati a Derek Welton (il precettore di Oreste), Arina Holecek (La confidente), Barbare Reiter (L?ancello dello strascico), Saverio Fiore (Un giovane servo), Francesco Luccioni (Un vecchio servo), Miranda Keys (La sorvegliante), Annunziata Vestri, Theresa Holzhauser, Constance Heller, Eva Leitner, Ileana Montalbetti (prima, seconda, terza, quarta e quinta ancella).
Concludiamo con la direzione d’orchestra affidata a Stefan Soltesz, musicista di enorme esperienza nel campo dell?opera lirica, che nella sua carriera ha ricoperto primari incarichi in teatri lirici molto importanti, soprattutto nei teatri di tradizione mittleuropea. Molto ben coadiuvato dall? Orchestra e dal Coro del Teatro dell?Opera di Roma, quest’ultimo guidato da Gea Garatti Ansini, ? stato l?elemento catalizzate di tutto lo spettacolo, abile nel dare un?impronta squisitamente straussiana all?esecuzione, con un tensione che raramente ci capita di sentire riuscendo a coinvolgere emotivamente l?ascoltatore.
E? stato uno spettacolo di dimensione ?europea? ed il pubblico, convenuto numeroso, l?ha capito perfettamente perch? al termine della recita (6 ottobre) ha decretato un vero e proprio successo con applausi scroscianti ed entusiastici per tutti.
Claudio Listanti
claudio.listanti@voceditlia.it
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Salzburger Festspiele: ELEKTRA am 20.8. 2010, 4.Auff?hrung .
Bei dieser Neuinszenierung der “Elektra” von R.Strauss halten sich Regie/Ausstattung und Musik gewisserma?en die Waage in dem Sinn, dass sie einander nicht ?bertrumpfen. Die Musik, gespielt von den Wiener Philharmonikern unter Daniele Gatti, k?nnte man sich vielleicht in ihren Gegens?tzen noch spektakul?rer vorstellen. Daf?r arbeitet Gatti analytisch die Entwicklungen heraus, z.B. den Vorgang des Eindringens Orest/Pfleger in den Palast unter falschen Namen, das Frage-Antwort-Spiel mit Elektra und die daran anschlie?enden Morde.
Auch die Szene mit Klyt?mnestra wird “verdeckt” angegangen, unterschwellige Linien herausgearbeitet, bis es im Orchester g?nzlich brodelt. Die Wiener ziehen dabei mit Gatti an einem Strang, und einige gut gespielte eruptive Klangausbr?che lassen sie sich nicht nehmen.
Einen Gegensatz dazu bilden nat?rlich immer die im Vorgriff auf “Rosenkavalier” leicht t?ndelnden Walzerstellen, meist Chrysothemis konnotiert, oder verfremdet am Ende, wenn Elektra den M?gden voraustanzen will, bevor sie tot zusammenbricht. (Diese Tradition, dass die Frau in Musikdrama und Trag?die, auch wenn sie nicht direkt am Verbrechen beteiligt ist, zu sterben hat, behalten Hofmannsthal/Strauss bei.)
F?r den Regisseur Nikolaus Lehnhoff hat Raimund Bauer nach dem Motto: ?Immer riesiger, immer pomp?ser? einen Palast-Innenhof in bedrohlicher Schr?ge gestaltet, der bald alles zu zermalmen droht, mit unz?hligen und chaotisch angeordneten Fensterluken, aus denen die M?gde zu Beginn den Zustand an Agamemnons Palast schildern. Im Hof selber sind 4 gr?berartige H?hlen in die Fl?che gelassen, in denen Elektra immer wieder verschwindet. Wie Lehnhoff besonders den Auftritt Klyt?mnestras austariert, die sich mit Vertrauter und Schlepptr?gerin Elektra n?hert und wieder Abstand gewinnt, darin zeigt sich der Regie-K?nner.
Chrysothemis wird wie ein junger Wildfang inszeniert, der der ganze Horror am Hof zu viel wird. Als Elektra sie noch f?r die Mordtat einspannen will, dreht sie vollends durch. Zu den von Hofmannsthal/Strauss hinter die Szene verbannten Morden w?lzt sich die ganz medusenhaft wirkende, in schwarzgraue Umh?nge drapierte Elektra schon mal auf dem Boden (Kost?me: Andrea Schmid-Futterer). F?r Klytemn?stra gibt es dagegen eine dunkelrosa Riesenschleppe, von den Vertrauten getragen, die wie Mannequins oder Sekret?rinnen in hautengen Kost?men erscheinen. Chrysothemis wirkt in einem blassroten mittellangen Kleid eher m?dchenhaft.
Ariana Holecek und Barbara Reiter (beide auch gut in ihren kurzen Mezzosopran-Partien) sind die Vertraute und die Schlepptr?gerin. Die 5 M?gde sind Maria Radner, Martina Mikelic, Stephanie Atanasov, Eva Leitner und Anita Watson in schwarzen Ganzk?rperschleiern, was vielleicht auch etwas provozieren soll. Strauss f?hrt sie musikalisch aber zu keiner eigentlichen Ensembleszene zusammen, will hei?en, im ‘Quintett’ singen sie eher nicht. Orla Boylan gibt die auch eher schauspielerisch gedachte Rolle der Aufseherin. Bassbariton Oliver Zwarg ist in der Rolle des Pflegers, der in den Palast durch die T?r, die sich f?r ihn magisch ?ffnet, vorausst?rmt (Elektra schafft es nat?rlich nicht, die wie eine Banktresor?ffnung gestaltete T?r zu ?ffnen).
Ihr Bruder Orest ist Rene Pape, der sich hier mit balsamischem Bass als ‘Heilsbringer’ outet. Dagegen wirkt Robert Gambill als ?gisth wie ein kleines Pers?nchen, das aber mit mindestens ebenso gro?em Aufwand wie seine Buhlin erschlagen werden muss. Waltraud Meier kann als Chrysothemis ihren verf?hrerischen (Mezzo)sopran aufblitzen lassen, sie scheint insgesamt gut bei Stimme zu sein. Am Ende h?ngt ihr Double kopf?ber an einem Haken in einem ausgefliestem blutverschmierten Raum, der sich hinter der ‘Tresort?r’ ?ffnet. Ein H?hepunkt ist auch Eva-Maria Westbroek als Chrysothemis, Ein aufbl?hender gut impostierter Sopran, mit dem sie auch stimmlich weit ausschweifend zu gestalten vermag und immer die Kontrolle ?ber den Ausdruck beh?lt. Auch das Flatterhafte der Rolle kommt bei ihr voll zum Tragen.
Die Titelpartie gestaltet Irene Theorin mit ihrem die langen Phrasen sch?n ausspannendem und gut ausgesungenen Sopran, der nur manchmal ?bertremoliert wirkt. Ansonsten hat sie die einzigartige hochdramatische Rolle bestens im Griff und kann damit auch dem Orchester Paroli bieten.
Friedeon Rosen
La rassegna di danza del Ravenna Festival ha chiuso alla grande sabato 10 luglio al Teatro Alighieri con Dansgroep Amsterdam, un corpo di ballo che ha improntato il proprio stile al rigore e al dinamismo. ?SUB?, firmato dal coreografo israeliano Itzik Galili, ha visto in scena otto danzatori (Daniel Costa, Davide Di Pretoro, David Essing, Mathieu Geffr?, Arnaud Macquet, Cris Tandy, Salvatore Leocata e Ricardo Rus Da-Silva) immersi in atmosfere fumose. La musica estraniante di ?Weather One? di Michel Gordon ? stata preannunciata da due boati, poi la danza, sofferta e incisiva, muscoli e nervi tesi fino allo spasimo, corpi sudati, movimenti repentini, cambiamenti di rotta come non ci fossero n? meta n? direzione ma soltanto quel vorticare intorno a se stessi in un movimento ossessivo. La luce, che il coreografo crea personalmente, assume un ruolo prioritario: ? quella che staglia le immagini dolenti in controluce, quella che illumina corpi inquieti e affaticati sotto un bagliore giallognolo svelando volti diventati alieni. La musica ? un crescendo d?intensit? finch? i ballerini scompaiono ad uno ad uno inghiottiti dall?oscurit?. Nessuna elemento decorativo, nessun orpello, perfino i costumi sembrano creati per rendere pi? goffe le figure. Il secondo lavoro di Galili, ?Six?, sulle note di Six Marimbas del compositore Steve Reich, porta sul palco un incessante brulichio di corpi e geometrie: i danzatori sono dieci (David Essing, Mathieu Geffr?, Arnaud Macquet, Francesca Monti, Natasha Rodina, Cris Tandy, Helena Volkov, Lea Dubois, Ricardo Rus Da-Silva e Michela Tumolo), ma solo le donne sono protagoniste, si muovono con scatti repentini, movimenti bruschi, ripiegate su se stesse, intersecandosi con cinque pannelli mobili, un lato bianco, un lato nero. La danza ? frenetica dentro e fuori gli spazi improvvisati, il tempo e lo spazio si accavallano in una sequenza di anatomie umane e architettoniche che stravolgono le percezioni prospettiche dello spettatore. Infine la coreografa ungherese Krisztina de Ch?tel, fondatrice del gruppo nel 2009 e direttrice artistica, che travalica spesso i confini della danza sperimentale per addentrarsi nel campo dell?arte visiva (ha collaborato anche con l?artista contemporanea Marina Abramovi?). Insieme a Massimo Molinari ha creato ?Pulse? considerato un classico tra le sue produzioni. Sei danzatori (Daniel Costa, David Essing, Mathieu Geffr?, Arnaud Macquet, Francesca Monti, Cris Tandy) seguono il ritmo pulsante dell? Etudes pour piano di Gy?rgy Ligeti, compositore austro-ungherese contemporaneo che la coreografa sente affine a Bart?k. Le linee di danza sono asciutte, dinamiche, frenetiche. L?unica donna segue una linea di danza pi? morbida, ma viene sopraffatta dal pulsare ossessivo del ritmo che anima i danzatori. A tratti il suono della musica si interrompe e il silenzio risuona del rumore dei passi, del fruscio delle vesti e perfino del respiro dei danzatori. Suggestivo e avvincente. Applausi a non finire per le singole coreografie, molto apprezzate dal pubblico ravennate e ovazioni nel finale per il gruppo di danza al completo.
Attilia Tartagni 12.07.2010
Una grande ?Elektra? infiamma il Teatro ?Luciano Pavarotti? di Modena.
Un organico compatto e unitario di grande respiro composto di due orchestre, quella regionale dell?Emilia-Romagna e l?orchestra Haydn di Bolzano e Trento con la bacchetta incisiva di Gustav Kuhn e il coro del Teatro Municipale di Piacenza diretto da Corrado Casati, schierati sul palcoscenico del Teatro Comunale di Modena ?Luciano Pavarotti?, compongono lo scenario dell?Elektra di Strauss nel nuovo allestimento del regista Manfred Scweigkofler. Sulla scena firmata da Michele Olcese non ci sono elementi al di fuori di una poltrona Frau, ma ? sulla pedana trasversale e sui praticabili laterali in alluminio che si snoda il percorso di una tragica vicenda fatta di atrocit? perpetrate nella reggia degli Atridi: il rapporto indegno fra Klytamnestra ed Aegisth, il desiderio di vendetta di Elektra, il suo amore fraterno per Orest e Chrysothemis, e il matricidio, tutti elementi tipici della tradizione greca dipanati da Hofmannsthal in una sorta di rapporti morbosi al limite della perversione, dove il groviglio psicologico delle figure femminili che vi si agitano ? di una potenza inaudita, sottolineato da un vortice di barbarica violenza, di rabbia e di passioni furibonde che si consumano in un crescendo di tensione sfumata da qualche oasi lirica che trova un suo punto di forza nel walzer di Crysothemis e nella scena dell?agnizione. La potenza di un mito che affonda le proprie radici di onore e di violenza nel cuore antico dell?uomo, nella direzione di Gustav Kuhn assume una valenza espressionista per la drammaticit? rovente del tessuto musicale, dove la pulsazione dinamica ossessiva di un cromatismo esasperato affonda nell?angosciosa esistenzialit? di un destino ineluttabile. Nel suo gioco sotterraneo emerge l?ambiguit? sessuale del duetto fra Elektra, una Anna Katharina Behnke di impressionante vocalit? espressiva, e la Chrysothemis di Michela Sburlati, una delle rare voci italiane in un cast quasi tutto tedesco, che d? vita a gli affetti umani pi? semplici e pi? profondi; bellissimo ? lo slancio tenero della melodia ?Voglio aver figli, voglio scaldarli col mio corpo? col vocalizzo che accompagna la parola-chiave ?destino di donna?. E? un momento di immediata godibilit? melodica nello spessore petroso dell?opera che vede in scena una Elektra carismatica, quella di Anna Katharina Behnke lanciata in un coinvolgimento totale in cui gli acuti imponenti e perentori accolgono un fraseggio improntato alla dinamicit? pi? esasperata che sottolinea un temperamento incandescente nella progressione del monologo infiammato da un orgoglio tramutato in divorante ossessione. E la bellissima intensa Klytamnestra di Anna Maria Chiuri, un?altra grande italiana del cast, nel suo autoritarismo alla soglia di una follia lucida di crudelt?, trova quasi un accento commovente nel descrivere le notti insonni nel tentativo di placare un rimorso che non trova pace; e quel chiedere aiuto ad Elektra, che le si erge contro come una furia, ? pervaso da una tensione fonica densa di una progressione drammatica accompagnata da un bellissimo timbro sfumato. E? uno scontro di titani al femminile questo che lascia cadere in un gradino inferiore la vocalit? di Orest, un Thomas Gazheli comunque valido interprete grazie al bel colore baritonale e a una certa abilit? di fraseggio; e altrettanto efficace ? l?Aegisth di Richard Decker. La regia di Manfred Scweigkofler muove con logica i personaggi creando momenti di grande efficacia coadiuvati dalle bellissime luci di Andrei Hajdinjak, mentre i costumi fuori dal tempo appartengono a Violeta Nevenova. Intenso il coro del Teatro Municipale di Piacenza con la bella direzione di Corrado Casati.
Modena, 24/01/2009.
Claudia Mambelli.