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Teatro alla Scala, Milano 2010
Simon O’Neill, John Tomlinson, Waltraut Meier, Nina Stemme, Ekaterina Gubanova, Vitalij Kowaljow
Conductor Daniel Barenboim
Orchestra of the Teatro alla Scala
Chorus of the Teatro alla Scala
Regia Guy Cassiers
Stage Designer Enrico Bagnoli
Costume Designer Tim van Steenbergen
Lighting Designer Enrico Bagnoli
TV Director Emanuele Garofalo
Conductor Riccardo Muti
Regia André Engel
Placido Domingo, Waltraud Meier, Gabriele Schnaut, Monte Pederson, Mariana Lipovcek, Matthias Holle
Regia Tv Patrizia Carmine.
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Met 2011
CONDUCTOR
James Levine
REGIA
Robert Lepage
ASSOCIATE DIRECTOR
Neilson Vignola
SET DESIGNER
Carl Fillion
COSTUME DESIGNER
François St-Aubin
LIGHTING DESIGNER
Etienne Boucher
VIDEO IMAGE ARTIST
Boris Firquet
Siegmund
Jonas Kaufmann
Sieglinde
Eva-Maria Westbroek
Hunding
Hans-Peter König
Wotan
Bryn Terfel
Brünnhilde
Deborah Voigt
Fricka
Stephanie Blythe
Gerhilde
Kelly Cae Hogan
Helmwige
Molly Fillmore
Waltraute
Marjorie Elinor Dix
Schwertleite
Mary Phillips
Ortlinde
Wendy Bryn Harmer
Siegrune
Eve Gigliotti
Grimgerde
Mary Ann McCormick
Rossweisse
Lindsay Ammann
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Met 1980
Otto Schenk/Günther Schneider-Siemssen Hildegard Behrens Regia
Brünnhilde, the favorite daughter of the god Wotan
(James Morris)
Morris’s portrayal of Wotan is deservedly legendary Christa Ludwig, as Fricka
Jessye Norman
Gary Lakes are Sieglinde
Kurt Moll is the threatening Hunding
Siegmund
James Levine Conductor
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Met 2019
Conductor
Philippe Jordan
Regia
Robert Lepage
Associate director
Neilson Vignola
Set designer
Carl Fillion
Costume designer
François St-Aubin
Lighting designer
Etienne Boucher
Video image artist
Boris Firquet
Revival stage directors
Gina Lapinski
J. Knighten Smit
Siegmund
Stuart Skelton
Sieglinde
Eva-Maria Westbroek
Hunding
Günther Groissböck
Wotan
Greer Grimsley
Brünnhilde
Christine Goerke
Frick a
Jamie Barton
Gerhilde
Kelly Cae Hogan
Helmwige
Jessica Faselt
Waltraute
Renée Tatum
Schwertleite
Daryl Freedman
Ortlinde
Wendy Bryn Harmer
Siegrune
Eve Gigliotti
Grimgerde
Maya Lahyani
Rossweisse
Mary Phillips
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April 8, 1989
Jessye Norman
Regia Otto Schenk
Conductor James Levine
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Direttore Juraj Valčuha
Regia Federico Tiezzi
Regista per la ripresa Francesco Torrigiani
Scene Giulio Paolini
Costumi Giovanna Buzzi
Assistente ai Costumi Maria Antonietta Lucarelli
Luci Gianni Pollini
Siegmund
Robert Dean Smith (11, 16 e 18 Maggio)
Magnus Vigilius (12 e 17 Maggio)
Hunding
Liang Li (11, 16 e 18 Maggio)
Runi Brattaberg (12 e 17 Maggio)
Wotan
Egils Silins (11, 16 e 18 Maggio)
Tomas Tomasson (12 e 17 Maggio)
Sieglinde
Manuela Uhl (11, 16 e 18 Maggio)
Barbara Haveman (12 e 17 Maggio)
Brünnhilde
Irene Theorin (11, 16 e 18 Maggio)
Lise Lindstrom (12 e 17 Maggio)
Fricka
Ekaterina Gubanova (11, 12, 16 e 18 Maggio)
Ursula Hesse von den Steinen (17 Maggio)
Gerhild
Raffaela Lintl
Helmvige
Robyn Allegra Parton
Ortlinde
Pia-Marie Nilsson
Waltraute
Ursula Hesse von den Steinen
Rossweisse
Alexandra Ionis
Seigrune
Ivonne Fuchs
Grimgerde
Niina Keitel
Schwertleite
Julia Gertseva
Orchestra del Teatro di San Carlo
Produzione del Teatro di San Carlo
Premio Abbiati 2006 per le scene di Giulio Paolini e i costumi di Giovanna Buzzi
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TORNA A FIRENZE LA VALCHIRIA DELLA PREMIATA DITTA ?FURA-MEHTA?
Era attesissima come poche altre, nel bicentenario wagneriano, la ripresa a Firenze della ?Walkure? firmata Fura dels Baus. Quando il geniale gruppo teatrale spagnolo present? i primi pannelli della Tetralogia, nel 2007, si cap? immediatamente di essere di fronte a un?edizione di riferimento, almeno per quanto riguardava la componente visiva, del capolavoro pi? controverso e complesso della storia operistica. Le sensazioni si fecero certezza con gli allestimenti successivi, e si confermano prepotentemente anche oggi, a distanza di quasi sei anni dall?andata in scena di ?Das Reihngold?. La Valchiria furera mantiene intatto il suo smalto fatto di poesia e tecnologia, e la ricetta di questo successo ? tanto semplice da individuare quanto ardua, per molti registi, da applicare: lo spettacolo ? tutto giocato su forti suggestioni emotive derivanti da uno sviluppo formale dell?immagine scenica di grandissimo impatto sia visivo che concettuale. In parole povere, ci? che si vede sul palcoscenico ?, innanzitutto, fedele all?idea originale dell?autore, che non viene tradito ma servito con un linguaggio modernissimo, e, in secondo ma non meno importante luogo, coinvolge lo spettatore immergendolo all?interno dell?azione. Un risultato eccellente e di portata capitale, per la difficolt? dell?impresa e per la qualit? elevatissima dell?esito. Molti i momenti di pura poesia, fra l?altro valorizzati dalla direzione davvero esaltante e ideale di Zubin Mehta, un grande in questo repertorio. Di una bellezza commovente il primo sguardo fra Siegmund e Sieglinde: l?istante in cui sboccia un amore destinato a diventare dolore. Nel suono del violoncello Mehta instilla come un lamento di lacerante malinconia: l?effetto ? da pelle d?oca. Ma anche il monologo di Wotan, racconto lungo lungo e filosoficheggiante che bisogna saper rendere al meglio, ? scaturito dalla bacchetta a commentare la solitudine del dio con una tensione drammatica di imponente vigore. Il fraseggio di Zubin Mehta ? sempre di un?accuratezza spiazzante: l?orchestra, sotto la sua guida, riesce ad esprimere una vasta gamma di colori e sentimenti. Nel caleidoscopio cui d? vita c?? sempre spazio per i particolari pi? smaglianti e reconditi, per affetti che vanno dal rosso fervore alla grigia depressione.
A completare ?l?identikit? di uno spettacolo di ottimo livello, la compagnia di canto, che non ha raggiunto punte di eccellenza come regia e direzione ma si ? comunque fatta valere, specialmente con Juha Uusitalo, un Wotan umano (per Nietzsche ?troppo umano?, ma per i contemporanei assai toccante) e pensieroso. Il momento della confessione a Brunhilde ? forse il pi? alto dell?intero spettacolo anche grazie a lui. La sua prestazione non ? fra le migliori di sempre perch? l?inizio sembra sottotono, la voce, forse non scaldata perfettamente, ? un po? indurita, ma nota dopo nota acquista valore e alla fine si ? pienamente soddisfatti per il personaggio magistralmente tratteggiato. La coppia dei fratelli-amanti Siegmund e Sieglinde era rappresentata da Trsten Kerl e Elena Pankratova. Il primo ? parso come l?anello debole della coppia, essendo dotato di una vocalit? difficilmente raffinabile nei momenti pi? delicati. Ne risultava cos? un personaggio carente di lirismo perch? troppo sbilanciato sul versante eroico: il Canto della Primavera perdeva la sua natura fondamentalmente intimista, come altre pagine d’abbandono amoroso, risolte con troppa tonitruanza. La Pankratova era invece una Sieglinde correttissima: gli acuti svettavano sonoramente, e i centri erano corposi. delicato il personaggio delineato. Jennifer Wilson tornava nel ruolo della protagonista Brunhilde. L?impressione ? che avesse regalato una prova migliore qualche anno fa: oggi il canto ? un po? pi? faticoso nel registro grave, bench? si noti una certa facilit? in quello acuto. Un ruolo cos? difficile merita in ogni caso un equilibrio pi? marcato, altrimenti il rischio ? quello di fornire una prestazione non lineare. Buono Stepehn Milling, Hunding cavernoso e istintivo, mentre male la Fricka di Daniela Denschlag, dall?emissione invero macchinosa e, dunque, antiteatrale. Al termine della replica di domenica 20 gennaio grande successo di pubblico, accorso in buona percentuale anche da fuori per godersi uno degli spettacoli wagneriani pi? belli degli ultimi anni.
Michele Donati
UNA STREPITOSA ?VALCHIRIA? APRE LA STAGIONE SCALIGERA.
La Valchiria di Richard Wagner in diretta TV su RAI 5 ? un evento di portata storica che ha democratizzato un fenomeno di ?lite, la prima scaligera tradizionalmente riservata alle personalit? e alla crema milanese, portandolo nei salotti delle famiglie italiane, quelle ovviamente disponibili a trascorrere quattro ore e mezzo incollate alla televisione seguendo le vicissitudini dei due fratelli incestuosi, degli dei litigiosi che sovraintendono al loro destino e di Brunilde, vergine guerriera che per aver disobbedito al padre dovr? appartenere a un uomo e divenire terrena.. E? un?opera che per la trama, i personaggi, l?impianto musicale, l?uso degli strumenti e perfino un certo stile di canto pu? risultare lontana dal gusto italiano, ma ? anche vero che se ci si concentra nell?ascolto e ci si abbandona a questa musica manipolativa, non si pu? fare a meno di seguirla fino all?ultima nota, anche con il telecomando in mano, proprio com?era nelle intenzioni di Wagner quando cre? questo teatro totale in cui parola, musica e dramma nascono come espressione di un?unica idea creativa, dove ogni sillaba nasce come unicum con la nota corrispondente. L?unit? stilistica, che gi? ? implicita nell?opera, ? stata impressa prioritariamente dal direttore Daniel Barenboim, poi dall?alto livello interpretativo generale e da una regia originale di Guy Cassiers, artista visuale che ha modulato tecnologie digitali e illuminotecnica sul procedere degli eventi senza prevaricare la musica, fino alla famosa cavalcata delle Valchirie, un groviglio di corpi di cavalli animati da un continuo movimento dinamico che si sfarinava riproducendosi in continuazione in sintonia con l?incedere travolgente della celeberrima galoppata musicale, vera esplosione energetica musicale. Negli intervalli, curati da Philippe D?Averio, si sono sentiti commenti pi? o meno frivoli, ma anche approfondimenti in grado di coinvolgere maggiormente lo spettatore nella dinamica del dramma. La trama, come l?opera, ? articolata e complessa. Il primo atto ? dominato dall?incontro fra i due fratelli gemelli Siegmund, reduce da strenue lotte, e Sieglinde, infelice sposa di Hunding. L?amore scoppia irrefrenabile fra i due, anche se sanno che trascorsa la notte durante la quale l?ospite ? sacro Hunding (il baritono John Tomlinson) dovr? ucciderlo. Il soprano Waltraud Meier presta il bel viso espressivo e la voce duttile alla deriva sentimentale percorsa con determinazione fatale nell?arco di una notte, fino a perdere l?amante-fratello e ritrovarsi custode del figlio concepito con lui. Neanche consegnargli la spada nascosta nel frassino lasciata da Wotan sotto mentite spoglie servir? a salvare Siegmund, interpretato da Simon O?Neil con piglio sicuro e agilit? tenorile temperamentosa, n? lo salver? il generoso intervento di Brunilde, perch? sar? Wotan stesso a spezzare la lama rendendolo inerme. Nel secondo atto vediamo come funziona il regno degli dei, inquinato da rivalit? e miserie pi? terrene che divine. Fricka, moglie di Wotan, interpretata dalla efficace Ekaterina Gubanova, lo convince a decretare la fine del figlio Siegmund concepito in uno dei tanti tradimenti con una mortale. Del resto anche le Valchirie sono figlie degli accoppiamenti clandestini di Wotan, impenetrabile come deve essere un Dio e contemporaneamente tormentato da conflitti, come rivela la sua faccia a doppia tinta. Lo interpreta in maniera egregia il baritono-basso Vitalij Kowaljow. Il soprano Nina Stemme ? semplicemente incantevole nel ruolo di Brunilde, vibrante, impetuosa, spaurita, orgogliosa, indomita: ogni sentimento passa sul bel viso non meno che attraverso quel magnifico dono che ? la sua voce multiforme. Per punizione addormentata dal padre e abbandonata al suo destino di mortale, viene circondata da stele di fuoco che soltanto un valoroso guerriero potr? infrangere. I costumi molto scuri, pesanti, con enormi rigonfiamenti posteriori e rare allegoriche note di colore sono stati creati da Tim van Steenbergen. Come si compenetravano la casa dalle pareti di gelo del primo atto, la foresta digitalizzata del secondo e la pioggia di fuoco del terzo nel classico scenario del Teatro alla Scala? E? impossibile riferirlo per lo spettatore-video. Certamente il pubblico non ? rimasto deluso, viste le ovazioni riservate allo staff dell?opera e in particolare agli interpreti. Chi ha seguito l?opera in televisione o al cinema , pu? attestare che sullo schermo risultavano perfette e la magistrale esecuzione dell?orchestra della Scala di Milano diretta da Barmboim ha completato l?affresco musicale dedicato a Wagner a centoquaranta anni dalla prima rappresentazione avvenuta a Monaco nel giugno 1870. L’opera fa parte della Tetrologia dell’Anello del Nibelungo? scritta fra il 1851 e il 1856 su commissione di Ludwig II re di Baviera, forse l?opera pi? conosciuta del compositore nato nel 1813 esattamente come GiuseppeVerdi con cui in qualche modo ebbe sempre a confrontarsi. Infine un commento di stampo femminile. A dispetto delle inverosimili situazioni legate alla cultura nordica, i personaggi femminili sono di straordinaria verit? psicologica. Vengono delineate con una precisione quasi maniacale le figure di Siegfriede nel rapporto con il marito e con il fratello-amante, e di Brunilde nel passeggero confronto con Sigfried e poi nel rapporto con il padre, centellinato fino ai pi? intimi pensieri. Sorprendenti le figure delle Walkirie, creature che nella mitologia nordica accompagnano nel Walhalla le anime degli eroi. Nella poetica musicale di Wagner, assai lontana da quella verdiana, c?? posto dunque per un ?sentire? al femminile, ampiamente sviscerato da questa opera.
Attilia Tartagni 8.12.2010